Oggi si è tempo, e così non lo si ha più. Si è inscatolati dentro tabelle di marcia, orari di lavoro: si vendono le proprie ore di vita in cambio di un compenso, si elimina lo spazio per la manifestazione dell’ignoto e non si ha più a disposizione la capacità di sprecarlo, il tempo, perché a causa di questa simbiosi si avrebbe la sensazione di sprecare se stessi. E invece passa da lì, dal non identificarsi con il tempo, con le attività svolte durante il giorno, dal darsi il permesso di rinunciare all’efficienza che ci si può riscoprire felici.

