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Alla fine arriviamo alla cruda realtà, vale a dire al progressivo dilatarsi, ovvio, lento e ineluttabile, di ogni errore giudiziario. La storia è tutta qui. Un errore giudiziario è una forza che avanza a passo di marcia: gli uomini coscienziosi ne sono rapiti, quasi stregati, si impegnano sempre più ostinatamente, mettono a repentaglio la propria fortuna e la propria vita, finché giustizia sia fatta.
Essersi lasciati pervadere dal bisogno di verità è considerato un crimine. Il terribile dispotismo ha fatto ritorno, il bavaglio serra di nuovo strettamente le bocche. Non è il colpo inferto da Cesare a fare a pezzi la coscienza pubblica, ma un’intera camera parlamentare che dissecca ciò che la passione dei giusti abbraccia. Vietato parlare! Pugni che spaccano le labbra di coloro che vogliono difendere la verità, folle costrette al silenzio perché zittiscano i singoli.
E regna un vergognoso clima di terrore, i più coraggiosi diventano pavidi, nessuno osa più dire quello che pensa, nel timore di essere additato come venduto o come traditore. I pochi giornali rimasti onesti sono ventre a terra di fronte ai loro lettori, rintronati da stupide menzogne. Nessun popolo, io credo, ha mai affrontato un’ora più tormentata, torbida e angosciante per la ragione e per la propria dignità.
So bene che alcuni dei giovani che manifestano non rappresentano un’intera generazione e che un centinaio di facinorosi per le strade fa più rumore che diecimila persone impegnate a studiare chiuse in casa. Ma cento facinorosi sono già troppi ed è un sintomo abbastanza preoccupante il fatto che un movimento del genere, per quanto piccolo, possa essersi prodotto ai giorni nostri proprio nel Quartiere Latino!
Che tristezza, che angoscia per il ventesimo secolo che sta per aprirsi! Cent’anni dopo la Dichiarazione dei diritti dell’uomo, cent’anni dopo questo supremo atto di tolleranza e di emancipazione, torniamo alle guerre di religione, al più odioso e basso dei fanatismi.
Ma proprio nei giovani, in coloro che nascono e crescono per far sbocciare i diritti e le libertà di cui, nei nostri sogni, sarebbe dovuto risplendere il secolo venturo! Erano loro a dover realizzare tutto questo, li aspettavamo, ma ecco che invece si dichiarano antisemiti, come a dire che inaugureranno il nuovo secolo massacrando tutti gli ebrei perché sono concittadini di un’altra razza e di un’altra fede.
Noi non vi chiediamo altro che di essere ancora più generosi e liberi di spirito, di superarci in amore per la vita vissuta normalmente e per l’impegno interamente consacrato al vostro compito: la fecondità degli uomini e della terra che saprà, un giorno, far crescere le straripanti messi della gioia alla luce di un sole sfavillante.
Giovani, giovani! Ricordatevi delle sofferenze patite dai vostri padri, delle terribili battaglie che essi hanno dovuto vincere per conquistare la libertà di cui ora voi potete godere.
Non siete nati sotto il tiranno, non sapete che cosa voglia dire svegliarsi ogni mattina con lo stivale del padrone premuto sul petto, non vi siete battuti per sfuggire alla spada del dittatore, alla cattiva fede di un giudice disonesto. Ringraziate i vostri padri e non commettete il crimine di acclamare la menzogna, di sostenere una causa per mezzo della forza bruta, dell’intolleranza dei fanatici e della voracità degli ambiziosi. L’estrema conseguenza è la dittatura.
La verità è così potente da travolgere tutti gli ostacoli. Se le viene sbarrato il cammino, se si riesce a trattenerla sotto terra per un po’ di tempo, essa si accumula e si accumula per poi esplodere con tale violenza che, il giorno in cui salta in aria, travolge ogni cosa.
Non c’è da stupirsi se assistiamo a una crisi disastrosa, perché se si seminano a tal punto stupidità e menzogna, il raccolto non può che essere la follia.