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«Non sfidarmi. Non sai di cosa posso essere capace». «E invece», ribatto io togliendogli la T-shirt e lanciandola dall’altra parte della stanza, «è proprio quello che voglio scoprire».
«E tu sei una che ottiene sempre ciò che vuole, vero?» «Sempre».
«Fai… fai l’amore con me, Eric».
bellissima quando arrossisci, peccato che non capiti mai. Solo adesso, per la prima volta».
È come se ascoltasse ogni mio brivido, ogni mio respiro, ogni gemito per assecondarlo. Capisce quando voglio essere toccata, quando voglio essere baciata e così io con lui. L’unica parola che mi viene in mente è sintonia.
«Stanotte vuoi dormire?» «E tu?» «Non ci penso neanche!», afferma con convinzione. «Tu non mi hai risposto, però». «Con l’adrenalina che ho addosso credo non dormirò per giorni». Lui mi afferra per i fianchi tirandomi su di lui, la testa sulla sua spalla. «Ragazza viziata». «Sì, ma in questo caso non mi sembra che ti sia dispiaciuto così tanto viziarmi». «È vero, ma con addosso una cosa del genere», dice prendendo il mio reggiseno che pende dalla testiera del letto, «puoi chiedermi quello che vuoi, con l’assoluta certezza di ottenerlo».
Lui m’interrompe zittendomi con un bacio. «Quanto parli, Sloan».
«L’amore consiste nell’essere cretini insieme».
«Perché dalla prima volta che ti ho vista, quella mattina quando sei piombata nell’appartamento di tuo zio con tutta la tua arroganza da principessa dell’Upper East Side, ho pensato che fossi la più sconvolgente creatura che avessi mai incontrato. Odiosa, ma irresistibile».
«Eric. Io mi sono innamorata di lui. Stiamo insieme». Ri-boom! Papà scuote la testa, della serie: “L’ho capito tre ore fa”. «Ma è legale questa cosa, almeno?»
Papà lo guarda in silenzio, prima di rispondergli. «Sappi che ti affido la cosa più preziosa che ho».
E, una volta a casa, ci siamo messi a giocare all’Allegro chirurgo, o meglio, una versione inventata sul momento da Eric: lo Strip-Allegro Chirurgo. Le regole erano poche e semplici, ogni volta che io o lui non riuscivamo ad asportare l’organo assegnato, dovevamo toglierci un indumento. Inutile dire che non abbiamo mai finito di giocare e il paziente è stato abbandonato a metà intervento.
«Mi stai dicendo che non sei mai entrata da IKEA prima d’ora?!». «No. E mi domando come ho fatto a vivere senza! È tutto così… svedese!».
Eric ha questo modo di prendermi in giro, che quasi mi fa più piacere di un complimento, perché capisco che lui mi ascolta quando parlo e, cosa più importante, per lui conta tutto ciò che dico.
soldi vanno e vengono ma se nasci imbecille, rimani imbecille».
Poi, un secondo prima di allontanarci, prende due palline da albero di natale che decorano un tavolo e gliele piazza in mano. «Tieni, fanne buon uso, visto che, di tue, non ne hai».
Ti ho aiutata perché, quando è successo a me, avrei voluto qualcuno ad aprirmi la porta».
«Ti ho portato perché, se ci tieni a saperlo, credo che una madre, per quanto distante, sia meglio di nessuna madre! Io la mia non ce l’ho più e non mi accadrà mai di rivederla tendermi le braccia come ha fatto la tua stasera, e se io fossi al posto tuo, farei di tutto per riaverla ancora nella mia vita!»,
«Gli avvocati difendono i ladri. Sai com’è, tra colleghi». Totò
«Rischiamo di farci male entrambi, Lexi», sussurra lui al mio orecchio, accarezzando i miei capelli ancora mezzi umidi. «Non ho paura del dolore», dico io con il viso nell’incavo del suo collo, dove inspiro avida il familiare odore del suo dopobarba. «L’unica paura che ho è di non sentire più niente, dopo di te, di non sentirmi più viva».
«Nessun giorno è perfetto per una rapina».
«Odiami, per favore. Lo sai che in fondo è così». «Posso provarci, ma la verità è che non ti odio abbastanza. E odio non riuscire a odiarti, perché sarebbe molto più facile anche per me».
«No, forse sono appena rinsavita. Perfino Nevis l’aveva capito che sei solo un coglione e io non posso fare tutto il lavoro per renderti una persona normale!». E senza aver più niente da dirgli, mi avvio a passo di marcia verso l’uscita. Ah, no. Una cosa ancora ce l’ho. «Io non sono una donna Bates, sono Lexi Sloan, cazzo!».
«Ti amo, Lexi e non smetterò mai. Ci ho provato, ma non ci riesco»,
«Tu sei il mio pensare fuori dai quadrati».
«L’amore è cieco, perché si deve andare al di là delle apparenze, oltre la superficie. L’amore non deve vedere, deve sentire».
«Che preferirei vivere una settimana con te, che tutta la vita con un miliardo di dollari».
La Cintura, Alvaro Soler
Drag Me Down, One Direction

