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August 17 - August 30, 2022
«È ciò che succede quando le vite degli altri dipendono da te, no? Si fa ciò che va fatto.»
Fece un gran sorriso, ebbene sì, proprio lui, il Signore Supremo della Corte di Primavera.
«Non sentirti mai in colpa neanche un istante quando ti dedichi a ciò che ti rende felice».
Come se fosse stato forgiato dalla notte.
Avrei giurato di vedere i riflessi di una notte stellata sulla sua scia.
Voglio che resti qui, dove posso prendermi cura di te, tornare a casa e sapere che sei qui, a dipingere, e al sicuro.»
«Anche tu sei esattamente come ti sognavo.»
«Ti amo» sussurrò, baciandomi sulla fronte. «Comprese le tue spine.»
Gli umani erano creature incomplete, senza grazia, terrene e fatte di sangue.
Lei aveva guardato a quel cottage con speranza; io invece solo con odio. E sapevo chi delle due era stata la più forte.
Mia sorella, così odiosa e fredda, era pronta a sfidare Prythian per soccorrermi.
E per lei, per il suo cuore pieno di collera e spietato, doveva essere stato un punto di non ritorno.
Tuttavia, ci teneva a me, sotto sotto, si preoccupava e forse mi amava con maggiore intensità di quanto potessi comprendere, più profondamente e lealmente.
Non era un’offesa neanche quella. Ma la domanda di una mente che calcolava tutto freddamente.
«Non credo nel fato. E neanche in un ridicolo Calderone.»
«Tutte le strade buie e brutte portano al Regno Sotto la Montagna»
I tuoi sensi sono i tuoi più grandi nemici, attendono di tradirti.»
«È molto raro che qualcuno mi ringrazi per averlo accompagnato incontro alla morte.»
Ogni istinto, ogni più piccola parte di me intrinsecamente umana voleva scappare, ma tenni i piedi ben fermi, e le ginocchia salde per evitare che cedessero.
Avevo solo una possibilità. Mi restava solo quella. Meglio che non averne affatto.
Per Tamlin... Avrei venduto l’anima; avrei dato tutto ciò che avevo per liberarlo.
Non sapevi che sarei venuto appena possibile?»
«Non è sotto alcun incantesimo. Non hai pensato che Tamlin possa mantenere il silenzio per non rivelare ad Amarantha quale forma di tortura ti procuri maggior sofferenza?»
La allungai verso la terza. Niente dolore.
“Non permettere che ti veda piangere. “Appoggia le mani e alzati.” Non potevo. Non riuscivo a muovermi. “Alzati. Non darle la soddisfazione di vederti cadere.”
“Bene” mi disse Rhysand. “Fissala intensamente. Niente lacrime, conservale per quando tornerai in cella.”
“Conta fino a dieci. Non guardare Tamlin. Fissa solo lei.”
Solo i suoi occhi viola screziati di stelle che splendevano, colmi di colore e luce.
L’avevo battuta fino a quel momento, in modo regolare o meno, e non mi sarei sentita sola mentre morivo. Non sarei morta da sola. Non potevo chiedere di più.
“Non fidarti di nessuno” mi aveva avvertita Alis. Ma io mi fidavo di Tamlin e anche di me stessa. Ero certa di ciò che avevo sentito, sapevo che Tamlin era più intelligente di Amarantha, ero sicura che i miei sacrifici non fossero stati inutili.
«Ti amo» sussurrò, poi mi baciò appoggiandomi la mano sul cuore.
«Perché quando si scriveranno le leggende non voglio che mi si ricordi per essere rimasto in disparte. Desidero che i miei discendenti sappiano che c’ero, che ho combattuto contro di lei alla fine, anche se non ho potuto fare nulla di utile.»
«Perché» continuò, i suoi occhi fissi nei miei «non volevo che lottassi da sola. Né che morissi da sola.»
Un Signore Supremo che adorava volare intrappolato sotto una montagna.
«Sii grata del tuo cuore umano, Feyre. Compatisci coloro che non sentono nulla.»
erano Alis e i suoi nipoti. Finalmente in salvo e senza bisogno di nascondersi.
«Andiamo a casa»

