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«Mi sembra che l’uomo non sia fatto per essere felice con tanta facilità!
come tutti gli uomini con una certa propensione al crimine e un’intelligenza mediocre nella vita di tutti i giorni, definì tale bizzarra coincidenza un decreto della Provvidenza.
L’abate Faria, che era divenuto pazzo in prigione, era condannato dalla sua stessa pazzia a una prigione perpetua.
un uomo più avvezzo a esercitare le facoltà morali che non le forze fisiche.
Calandomi nel passato, dimentico il presente; incedendo libero e indipendente nella storia, non rammento più di essere prigioniero».
Apprendere non vuol dire sapere; vi sono i sapienti e i savi. È la memoria che fa gli uni, è la filosofia che fa gli altri».
che non sanno mai ciò che devono sapere e credono solo a ciò che hanno interesse a credere.
grazie alla verità della sostanza e al pittoresco dei dettagli.
Era uno di quegli uomini dalla volontà salda, che guardano a un pericolo nella vita come a un avversario in un duello, ne calcolano i movimenti, ne studiano la forza, rompono abbastanza per riprendere fiato, non abbastanza da sembrare codardi, e comprendendo d’un sol sguardo tutti i loro vantaggi uccidono d’un sol colpo.
Contro tale divina sostanza v’è una lotta della natura, della natura che non è fatta per la gioia e si aggrappa al dolore. La natura deve soccombere sconfitta in questo duello, la realtà deve cedere al sogno: e allora il sogno regna padrone, allora il sogno si fa vita e la vita si fa sogno.
Infine la barca toccò riva, ma senza sforzi, senza sobbalzi, come le labbra toccano le labbra,
occhi, chiusi alle cose reali, e i sensi si aprirono alle impressioni impossibili.
Albert aveva maturato il crudele convincimento che sulle francesi le italiane hanno quantomeno il vantaggio di essere fedeli alla propria infedeltà.
«Il meglio mal si sposa col bene».
Quel che diceva il conte era vero, dunque: nella vita la cosa più attraente è lo spettacolo della morte.
ho dormito, come mi accade quando mi annoio senza aver coraggio di svagarmi, oppure ho fame senza aver voglia di mangiare».
Forse quel che sto per dire sembrerà bizzarro a lor signori socialisti, progressisti, umanitari, ma io non mi curo mai del prossimo, ma io non tento mai di tutelare la società che non mi tutela e, dirò di più, che in generale di me non si cura se non per nuocermi. E depennandoli dalla mia stima e serbando neutralità nei loro confronti, sono la società e il prossimo a essermi addirittura debitori».
“A ogni male vi sono due rimedi, il tempo e il silenzio”.
reputato valente da tutti così come di solito si reputano valenti quanti non hanno mai patito rovesci politici; detestato da molti ma caldamente protetto da alcuni senza tuttavia essere amato da nessuno,
una quintessenza d’aristocrazia, l’applicazione infine dell’assioma seguente: “Fai mostra di avere alta opinione di te, e tutti di te avranno alta opinione”, assioma cento volte più utile nella nostra società rispetto a quello dei greci “Conosci te stesso”, sostituito ai giorni nostri dall’arte meno ardua e più proficua di conoscere gli altri.
Ho pensato che mi sarebbe stato più facile discendere poi dal tutto alla parte piuttosto che dalla parte al tutto. È un assioma algebrico che stabilisce di procedere dal noto all’ignoto, e non dall’ignoto al noto…
«La giovinezza è un fiore il cui frutto è l’amore… Beato il vendemmiatore che lo coglie dopo averlo visto lentamente maturare…»
quel fascino indefinito che sta alla donna come il profumo sta al fiore, come il sapore sta al frutto. Per un fiore, infatti, non è tutto essere bello, per un frutto non è tutto essere bello».
non gioco mai, dal momento che non sono abbastanza ricco da poter perdere né abbastanza povero da voler vincere.
siete davvero troppo immaginoso, voi non mi amerete a lungo. Un uomo che fa in tal modo poesia non saprebbe tribolare senza ragione in una passione monotona come la nostra.
Ogni uomo ha la sua passione che lo rode in fondo al cuore, così come ogni frutto il proprio verme;
«Signori, questo me lo concederete – disse – ovvero che giunti a un certo livello di patrimonio non v’è niente di più necessario quanto il superfluo, non è così?
vedere cose che non posso capire, procacciarmi cose impossibili da avere: tale è l’impegno dell’intera mia vita.
cupitor impossibilium2.
Voi donne, viceversa, ben di rado siete tormentate dai rimorsi, giacché ben di rado la decisione origina da voi, le vostre sventure quasi sempre vi sono imposte, i vostri errori quasi sempre sono il crimine altrui».
le due statue viventi, il cui cuore batteva così rapido sotto il marmo apparente del viso, separate l’una dall’altra da tutta l’ampiezza della sala, si obliarono per un istante, o piuttosto in tale silente contemplazione obliarono per un istante il mondo intero.
Potevano esservi uomini più belli, ma di certo non ve n’era di più significativi,
Non vi sono più emozioni intermedie in un cuore gonfiato da una disperazione suprema.
a trattarli non già sulla base di quel che sono, bensì sulla base di quel che ambiscono a essere.
cuori più corrotti non riescono a credere al male se non fondandolo su un qualche interesse: il male inutile e senza causa repelle come un’anomalia.
gli uomini capiscono sempre dal fremito del cuore e dal brivido della carne la differenza immane che esiste tra il sogno e la realtà, tra il progetto e l’esecuzione.
rispetto alla nostra, la sua narrazione ebbe il vantaggio della vividezza delle cose viventi di fronte alla freddezza delle cose morte.
nonostante tutte le mie afflizioni, tutti i miei tormenti, ti mostro oggi un viso che la gioia della vendetta ringiovanisce,
al mondo ognuno purtroppo ha il proprio punto di vista che impedisce di vedere il punto di vista altrui,

