Giuli Lec

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Ma a mano a mano che ci si avvicina, il palazzo diventa stamberga. I frontoni in degrado fanno male agli occhi. Un non so che di indegno e di squallido ne insudicia le facciate regali; sembra che i muri abbiano la lebbra. Niente più infissi, niente più vetri alle finestre. Ma massicce sbarre di ferro a croce, a cui sta incollata qua e là la smunta fisionomia di un galeotto o di un pazzo. È la vita vista da vicino.
L'ultimo giorno di un condannato
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