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Lena definiva “sindrome dell’albero di Natale” la tendenza della figlia ad abbellire l’oggetto della sua fantasia con virtù inesistenti.
Era stato molto semplice dormire con lei ma era molto complesso quello che ora gli stava succedendo, quel misto di felicità e terrore, di aspettativa e di voglia di scappare, quell’urgenza del desiderio.
Voleva svegliarla a baci, chiederle di concedergli un’opportunità, invitarla a invaderlo, a stabilirsi a casa sua, a occupare fino all’ultima fessura della sua vita con il suo affetto ironico e prepotente.
metà dell’inverno infine ho capito che dentro di me c’era un’invincibile estate.” “E questa? Ti è venuta in mente adesso?” “No. È di Albert Camus.”

