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Kindle Notes & Highlights
Non c’erano fantasmi qui, c’erano venature fossili di fantasmi, affastellate l’una sull’altra e tritate fino a diventare olio o carbone per le emozioni, nero e combustibile.
«Una volta [Ludwig Wittgenstein] mi accolse con una domanda: “Perché la gente sostiene che fosse normale pensare che il Sole ruotava intorno alla Terra invece che la Terra sul proprio asse?” Risposi: “Credo perché sembrava che il Sole girasse intorno alla Terra”. Lui ribatté: “Cosa sarebbe sembrato se fosse sembrato che la Terra ruotava sul proprio asse?”» ELIZABETH ANSCOMBE An Introduction to Wittgenstein’s Tractatus
Ernest si ritrovò a ridacchiare per l’idea sacrilega che le statue di tanto in tanto lasciassero cadere feci di marmo liquido, cacca di santo che qualche spazzino comunale livoroso era pagato per ripulire.
Quella era la vita, stabilì tra sé. Chi non riusciva a reggere uno scherzo non avrebbe dovuto neanche provare a viverla.
Credere in un fatto materiale era solo vanità, crollava a pezzi facilmente, mentre l’ideale era una verità eterna espressa in forme sempre diverse.
Anche se il sangue sacro che aveva immaginato in realtà era tintura per tessuti, non c’era comunque una verità ideale da prendere in considerazione, una verità che si era fatta reale per difendere un concetto ultraterreno, e perciò privo di forma concreta? Non era possibile considerare qualcosa sotto più aspetti, per esempio riconoscere la ruggine di ferro nell’acqua con l’occhio della ragione eppure considerarla con il cuore il sangue di Cristo?
Ciò che lo aveva turbato di più passando accanto a quella stamberga era l’idea che il suo transito in quel punto non fosse un evento unico, ma solo uno in una serie di ripetizioni, così immaginò una fila infinita di sé, copie che replicavano all’infinito un’azione e in quel momento erano consapevoli l’una dell’altra e riflettevano sulla bizzarra questione di quelle ripetizioni, e di come si ripetevano anche il mondo e i tempi che li circondavano.
Il pubblico non era mai sazio di tristezza e buon cuore per tutto ciò che considerava parte del costume popolare, ma a nessuno piaceva il gusto dello squallore. Il numero dell’Ubriacone faceva sbellicare finché lui era abbracciato a parlare con un lampione stradale come se fosse il suo migliore amico. Ma si interrompeva molto prima del momento in cui l’ubriaco si cagava nei pantaloni o tornava a casa per riempire di cinghiate la moglie fino a mandarla all’ospedale con le ossa rotte.
Non era il destino a spronarlo, ma quello da cui scappava. Quello che gli altri consideravano arrivismo per lui era solo un tentativo di frenare la caduta.
Come la passione interiore genera manifestazioni esteriori, Alcuni lodano il segugio, mentre altri il falco, Altri, più soddisfatti dal diletto privato, Praticano il tennis, e altri ancora corteggiano un’amante: Ma io non desidero alcuna di queste vanità, E nemmeno le invidio, quando pesco in libertà
Se ci pensava in modo obiettivo, si rendeva conto che la vera misura della propria libertà era il fatto di essere privo dell’illusione del libero arbitrio.
tutti i genitori sapevano che il giorno della nascita di un figlio ne implicava già la morte, ma forse senza accorgersene prendevano una decisione intima, di non guardare troppo a fondo nel pozzo stupendo e tragico in cui Snowy stava scrutando.
Una donna su cinque moriva ancora di parto, May si sentiva svenire al pensiero di quante volte quegli spasmi di agonia erano stati gli ultimi istanti di vita per un’infinità di donne. Passare da questo delirio alla morte, sapendo che molto probabilmente il bambino cresciuto dentro di te per tutto quel tempo ti avrebbe seguito, che il tuo erede sarebbe finito triturato negli ingranaggi del mondo, una ruota di mulino insanguinata che gira per l’eternità.
«Le pagine seguono un ordine solo quando si sfogliano di seguito. Quando il libro è chiuso, tutte le pagine sono compresse insieme e non vanno né avanti né indietro. Sono lì e basta.»
È come dicono sempre da queste parti, il personaggio non si muove se l’autore non ha scritto una riga.»