dichiarò che sapeva benissimo che si trattava della peste, ma che riconoscerlo ufficialmente, va da sé, avrebbe costretto a prendere misure drastiche. Sapeva che in fondo era questo a far esitare i colleghi, sicché per la loro tranquillità era anche disposto ad ammettere che non si trattasse della peste. Il prefetto si agitò e dichiarò che in ogni caso quello non era un buon modo di ragionare. “L’importante,” disse Castel, “non è che sia un buon modo di ragionare, ma che faccia riflettere.”