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la miglior difesa: lascia che le cose ti rimbalzino addosso; non fare nulla.
«Può darsi che vi giunga nuova, ma nella vita c’è di piú che starsene seduti a stabilire contatti».
Mi sembra che Dio abbia un modo piuttosto disinvolto di gestire le cose, e questo non mi piace per nulla. Io sono decisamente antimorte. Dio sembra essere sotto ogni profilo promorte. Non vedo come potremmo andare d’accordo sulla questione, lui e io, Boo».
Le mattine peggiori, coi pavimenti freddi e le finestre calde e la luce senza pietà – la certezza dell’anima che il giorno non dovrà essere traversato ma scalato verticalmente, e andare a dormire alla fine della giornata sarà come cadere da un punto molto in alto, a strapiombo.
«Questo mito della competizione e dell’essere i migliori che insegniamo qui a voi giocatori: questo mito: qui si parte sempre dal presupposto che il modo efficiente è buttarsi a capofitto, andare! La storia che la via piú breve ha due punti è la linea retta, sí?»
Si cerca di sconfiggere e trascendere quell’io limitato i cui limiti stessi rendono il gioco possibile. È tragico e triste e caotico e delizioso. E tutta la vita è cosí, come cittadini dello Stato umano: i limiti che ci animano sono dentro di noi, devono essere uccisi e compianti, all’infinito.
la guerra infinita della vita contro l’io senza il quale non si può vivere.
«E se capita che non ci sia scelta su cosa amare? E se il tempio viene a Maometto? Che succede se ami e basta?
senza decidere? Semplicemente ami: la vedi e in quel preciso istante dimentichi tutta la sobrietà e la contabilità e non puoi scegliere altro che amare?»
«Ciascuno di noi è nella catena alimentare dell’altro. Tutti. È uno sport individuale. Benvenuti al significato di individuale. Siamo tutti profondamente soli qui. È ciò che tutti abbiamo in comune, la solitudine».
molte cose che i veterani Aa chiedevano di fare e di credere ai nuovi arrivati non sembravano molto meno folli del provare a masticare il feldspato. Per esempio, mentre sei cosí nervoso da sentire le tue pulsazioni fin nei bulbi oculari, e tremi cosí tanto da fare un Pollock sulla parete ogni volta che qualcuno ti passa una tazza di caffè, e vedi muoversi cose ai limiti del tuo campo visivo e quegli affari sono l’unica cosa che ti distrae dalle voci tipo motosega che senti nella testa, ecco, mentre stai cosí arriva un’anziana signora con i peli di gatto sulla maglia di nylon che ti abbraccia e
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Le graduatorie servono a farvi capire a che punto siete, non chi siete.
Che l’inquietante termine ispanico per ogni malessere interiore che fa ricadere il tossicomane nella schiavitú della Sostanza è tecato gusano, che sembra essere una specie di verme interiore psichico impossibile da saziare o uccidere.
Che la vostra preoccupazione per ciò che gli altri pensano di voi scompare una volta che capite quanto di rado pensano a voi.
Che le persone di cui avere piú paura sono quelle che hanno piú paura. Che ci vuole un grande coraggio per mostrarsi deboli. Che non è necessario picchiare qualcuno anche se lo si desidera tantissimo. Che nessun singolo momento individuale è in sé per sé insopportabile.
Che il possesso di molto denaro non immunizza la gente dalla sofferenza e dalla paura.