Mi dichiarai, dichiarai il mio amore. Più che a lei, mi rivolgevo al paesaggio. Il treno sembrava un giocattolo, partì. «Ne sois pas triste». Mi lasciò un biglietto. Avevo perso ciò che avevo di più importante nella mia vita, il cielo era sempre azzurro, dimentico, tutto anelava alla pace e alla felicità, il paesaggio era idilliaco, come l’adolescenza idilliaca e disperata. Il paesaggio sembrava proteggerci, le piccole case bianche dell’Appenzell, la fontana, la scritta «Töchterinstitut», sembrava un luogo non toccato dalle deformazioni umane. È possibile sentirsi sperduti in un idillio?
  
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