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Era proprio odioso in certi momenti. Anzi, quasi sempre. Era terribile un uomo che sapeva cosa pensavano le donne e di che cosa parlavano. Certo non poteva avere questo genere di informazioni da nessuna donna come si deve. La indignava che Rhett le avesse letto nel pensiero, Le piaceva credere di essere un mistero per gli uomini, ma sapeva che per lui era trasparente come il vetro.
«Non ridete» disse Rhett, e prendendole la mano la voltò e premette le sue labbra sul palmo. Qualcosa di vitale, di elettrico percorse tutto il suo corpo al contatto di quelle labbra calde. Le labbra arrivarono al suo polso. Pensando che in quel modo avrebbe sentito che il suo sangue correva più velocemente, lei cercò di ritrarre la mano. Non aveva calcolato questo… quella corrente traditrice che le faceva desiderare di infilargli le mani tra i capelli, di sentire le labbra di lui sulla propria bocca.
«Credo di piacervi proprio perché sono un mascalzone. Ne avete conosciuti così pochi che questa differenza è quella che mi rende affascinante ai vostri occhi.»
«Mi piacete perché io ho queste qualità, e ogni simile cerca il proprio simile. Capisco che voi conservate ancora una cara memoria di quel testa-di-legno di Wilkes, che probabilmente è sottoterra da sei mesi. Ma nel vostro cuore dev’esserci posto anche per me. Finitela di agitarvi! Vi sto facendo una dichiarazione. Vi ho desiderata da quando vi ho visto per la prima volta, nel vestibolo delle Dodici Querce, mentre stregavate il povero Carlo Hamilton. Vi desidero più di quanto abbia desiderato qualunque altra donna… e vi ho aspettata più di quanto abbia atteso qualunque altra.»
Rossella scorse, alla luce della lampada, che i suoi denti brillavano sotto i baffetti neri. Non sentiva vergogna, si divertiva di quanto lei diceva e la osservava con viva curiosità.
Lo scorse distintamente quando giunse nell’alone di luce della lampada. Era vestito in modo inappuntabile come se dovesse andare a un ricevimento: giacca impeccabile e calzoni di tela bianca, panciotto ricamato di seta grigia e camicia con il davanti pieghettato. Il largo cappello panama era posato di sbieco sul capo, infilate nella cintura aveva due lunghe pistole con l’impugnatura d’avorio. Le tasche della giacca erano appesantite evidentemente da munizioni. Percorse il viale con il passo elastico di un selvaggio, ma con il capo eretto come un principe pagano. I pericoli della notte agivano
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E improvvisamente fu tra le sue braccia, con la guancia premuta contro il suo petto e le mani che tentavano ancora di colpirlo. Lui le accarezzò dolcemente i capelli scompigliati, anche la sua voce era dolce. Così dolce e così priva di scherno che sembrava non più la voce di Rhett Butler, ma quella di un estraneo che profumava di tabacco, di cognac e di cavalli: odori confortanti perché le ricordavano Gerald. «Buona, cara, state buona. Non piangete. Andrete a casa vostra, mia piccola coraggiosa. Andrete a casa vostra. Non piangete.» Lei sentì qualcosa sui suoi capelli e nel suo turbamento
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Nel prendere il ritratto vi gettò uno sguardo. Quell’uomo era stato suo marito, aveva dormito con lei alcune notti, le aveva dato un bimbo con gli occhi neri e dolci come i suoi, e lei stentava a ricordarselo.
«Pare che stia per esalare l’ultimo respiro fra le stanghe. Ma è quel che di meglio ho trovato. Un giorno o l’altro vi racconterò con tutti i particolari dove e come l’ho rubato, e come c’è mancato poco che mi prendessi una fucilata. Solo il mio affetto per voi mi ha fatto diventare, a questo punto della mia brillante carriera, ladro di cavalli… e di un cavallo simile.
Rossella ringraziava il cielo per il conforto che le dava la sua presenza. Era così bello avere un uomo accanto, appoggiarsi a lui, sentire il suo braccio muscoloso e sapere che era uno schermo tra lei e innominabili orrori, anche se si limitava a starsene seduto e a fissare nel vuoto.
«“Non ho potuto amarti, cara, più di quanto amassi l’onore.” Un bel discorso, no? Certo migliore di quel che sarei capace di fare io in questo momento. Perché vi amo, Rossella, malgrado quel che vi ho detto quella sera sotto il porticato, un mese fa.» La sua voce era carezzevole e le sue mani, calde e robuste, le lisciavano le braccia nude. «Vi amo, Rossella, perché ci somigliamo tanto; rinnegati, tutti e due, e profondamente egoisti. A nessuno di noi due importa che il mondo vada in rovina, purché noi ci salviamo.» Lei sentiva le parole, ma non ne capiva il senso. Cercava di rendersi conto
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Non sapeva di essere ubriaca, ubriaca di stanchezza e di whisky. Sapeva soltanto di aver lasciato chissà dove il suo corpo stanco e di galleggiare in un luogo dove non c’erano sofferenza né stanchezza, e il suo cervello vedeva le cose con una chiarezza non umana. Vedeva ogni cosa con occhi nuovi, perché, nella lunga strada che l’aveva riportata a Tara, aveva lasciato tutta la sua infanzia. Non era più una creta molle che riceveva una nuova impronta a ogni esperienza. La creta si era indurita. Quella sera per l’ultima volta era stata assistita come una bambina. Ormai era una donna e
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da allora non ho mai più avuto paura di nulla, perché sapevo che nulla di peggio sarebbe potuto accadermi. Dio vuole che le donne siano creature timide, in una donna che non ha paura c’è qualcosa di innaturale… Rossella, fa’ in modo che ti rimanga sempre qualcosa da temere… e qualcosa da amare…»
Dio non le faceva più paura.
come sarebbe stato dolce andare da lui, posargli la testa sulla spalla e piangere scaricando ogni pena!
I loro occhi si incontrarono: quelli di lei supplichevoli, quelli di lui remoti come laghetti montani sotto il cielo grigio. E Rossella vide in essi il naufragio dei suoi folli sogni e dei suoi desideri.
Al suo contatto, lui la sentì trasformarsi: il corpicino che stringeva sussultò come toccato da una bacchetta magica, e gli occhi verdi lo fissarono splendenti di dolce ardore. A un tratto non fu più inverno. Per Ashley tornò la primavera dimenticata, fragrante di verde, frusciante di mormorii, una primavera fatta di serenità e di indolenza, di giorni oziosi, quando tutti i desideri della giovinezza gli bruciavano il sangue. Gli anni amari scomparvero e vide che le labbra protese verso le sue erano rosse e tremanti, e le baciò. A Rossella parve di sentire il suono lontano del mare, come se
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«Vi amo. Amo il vostro coraggio, la vostra caparbietà, il vostro fuoco, la vostra irrequietezza. Quanto vi amo? Tanto che un momento fa avrei oltraggiato l’ospitalità della casa che ha ricoverato me e la mia famiglia, avrei dimenticato la migliore delle mogli… Vi amo tanto che sarei stato capace di prendervi qui nel fango, come un…»
Ashley pensò che non aveva mai conosciuto nessuno coraggioso come Rossella O’Hara che partiva alla conquista del mondo avvolta nelle tende di velluto di sua madre e adorna con le penne della coda di un galletto.
Gli occhi neri di lui la abbracciarono in un solo sguardo dalla testa ai piedi: era ancora quel suo sguardo impudente che sembrava svestirla e che le faceva accelerare i battiti del cuore.
«Siete una creatura senza cuore, Rossella;
«Ti prego, per amore mio.»
Gli sembrava che comprendesse tutto troppo bene, mentre prima pareva così ottusa in questa materia, e provava tutta la solita indignazione maschile per la doppiezza delle donne, a cui si aggiungeva la delusione che ogni uomo prova quando scopre che una donna ha un cervello.
ora cominciava a credere che le donne potevano fare tutto senza l’aiuto di un uomo, eccettuato i bambini!
«Che peccato che non vi abbiano impiccato!»
Era una gran canaglia, quell’uomo, ma come sapeva essere carino certe volte.
Comprendeva adesso che si era affrettato ad accorrere da lei appena liberato, senza aver l’aria di precipitarsi, per prestarle il denaro se ne aveva ancora bisogno. Eppure l’avrebbe tormentata e insultata e avrebbe negato che questa fosse la sua intenzione, se lei glielo avesse detto. Anche in questo, quell’uomo era al di là della sua comprensione.
«Sapere che un simile amore può esistere in questo mondo malvagio» riprese Rhett «mi riconduce agli ideali della mia adolescenza. Dunque, la carne non c’entra affatto nel suo amore per voi? Vi amerebbe lo stesso se foste brutta e non aveste questa pelle candida? E se non aveste quegli occhi verdi e quel modo di ancheggiare che eccita qualsiasi uomo al di sotto di novant’anni? E quelle labbra che… Be’, non bisogna che riveli la mia concupiscenza sensuale. Ashley non vede nessuna di queste cose? O, se le vede, non lo turbano affatto?»
«Se vi amava, perché diamine vi ha permesso di venire ad Atlanta a procurarvi i quattrini per le tasse? Prima di lasciar fare una cosa simile a una donna che amo, io…» «Non lo sapeva! Non aveva idea che…» «Non vi è venuto in mente che avrebbe dovuto saperlo?» Nella sua voce c’era una violenza appena repressa. «Amandovi come dite che vi ama, avrebbe dovuto sapere quello che volevate fare quando vi ha vista così disperata. Avrebbe dovuto uccidervi piuttosto che lasciarvi venire qui… soprattutto da me! Dio onnipotente!» «Ma non lo sapeva!» «Se non lo ha indovinato senza che glielo diceste, non
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«Siete deliziosa, Rossella, specialmente quando pensate delle cattiverie. E per vedere quella fossetta sulla vostra guancia sono pronto a comprarvi, se ne avete bisogno, una dozzina di muli.»
Non era più la creatura dolce e soave che aveva preso in moglie. Nel breve periodo del corteggiamento lui si era detto che non aveva mai conosciuto una donna più leggiadramente femminile, ingenua, debole e timida. Ora era diventata una specie di maschiaccio. Malgrado le sue guance rosee, le sue fossette e i suoi sorrisi, parlava e agiva come un uomo. Aveva una voce brusca e decisa, sapeva quello che voleva e lo raggiungeva per la via più breve, come un uomo, senza le svolte e i sentieri nascosti propri delle donne.
«Credo…» cominciò esitando «credo… di essere sempre stata molto sola, per quanto riguarda le amicizie femminili… Non è il mio lavoro che mi rende antipatica alle signore di Atlanta. È per me che non hanno simpatia. Nessuna donna mi ha mai voluto bene, eccetto mia madre. Neanche le mie sorelle. Non so perché, ma anche prima della guerra, prima che sposassi Carlo, le signore disapprovavano qualunque cosa io facessi…»
«Sì, mia cara. È il mio sentimento cavalleresco che mi induce a proteggervi.» La fiammella beffarda ricominciò a danzare nei suoi occhi neri. Ogni barlume di serietà scomparve dal suo volto. «E perché? Per il profondo amore che ho per voi, signora Kennedy. Sì, silenziosamente ho avuto fame e sete di voi, e vi ho adorata da lontano, ma siccome sono un uomo onesto come il signor Ashley Wilkes, ve l’ho taciuto. Voi siete, ahimè, moglie di Franco, e l’onore mi vieta di rivelarvi il mio sentimento. Ma come anche l’onore del signor Wilkes qualche volta si screpola, così il mio oggi si è incrinato e
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«Come? Cambiate discorso mentre vi sto offrendo un cuore pieno d’amore ma sanguinante?
Sì, Rhett era volgare, malizioso, malfido e non si poteva mai prevedere in che momento la spada smussata con la quale giocherellava si sarebbe tramutata in lama tagliente. Ma era divertente ed eccitante come… sicuro, come un bicchiere di brandy!
«Tesoro, sono stato dal diavolo ed è un compagno malinconico. Non ho affatto intenzione di tornarci, neanche per voi…
«Non mettetevi al suo livello. Voi non siete ancora vinta. Nessuno può vincervi. Ma lui è completamente a terra e ci resterà finché non avrà dietro di sé una persona energica che lo guidi e lo protegga. E io non desidero che il mio denaro vada a beneficio di un simile individuo.»
«Ma voi, mia cara, eravate un rischio stimolante. Perché non vi appoggiavate ai vostri parenti maschi singhiozzando nel rimpianto degli antichi tempi. Vi siete raddrizzata e vi siete fatta avanti a gomitate, la vostra fortuna è stata solidamente fondata sul denaro rubato dal portamonete di un morto e su quello rubato alla Confederazione. Avete al vostro attivo un omicidio, il furto di un marito, un tentativo di prostituzione e poi menzogne e durezze e altre cose che richiederebbero un esame accurato. Tutto ciò mostra che voi siete una persona energica e risoluta, valeva la pena di rischiare
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Ma ci sono quelli, come Ashley, che non posseggono né astuzia né forza, o, se ne posseggono, hanno scrupolo ad adoperarle. E così vanno a fondo e meritano di andarci. È una legge naturale e il mondo cammina meglio senza di loro. Ma ci sono sempre quei pochi che si salvano e con il tempo ritornano a essere ciò che erano prima che il mondo andasse sottosopra.»
mia piccola ingannatrice.»
Non dovete bere da sola, Rossella. Si viene sempre a sapere, ed è una cosa che rovina la reputazione.
«Che avete, tesoro?» Nessuno al mondo sapeva pronunciare quella parola affettuosa con la dolcezza di Rhett, anche quando la diceva per scherzo, ma in quel momento non aveva affatto l’aria di scherzare. Lei lo guardò con occhi tormentati e trovò conforto nell’impassibilità di lui. Non sapeva perché la sua presenza le facesse quell’effetto, ma forse la ragione era che lui, in fondo, le assomigliava. In certi momenti le era accaduto di pensare che tutti quelli che conosceva le erano estranei, a eccezione di Rhett.
«So che c’è, ma è qui, sulla terra. Non dopo che saremo morti. Dopo la morte non c’è nulla, Rossella. Il vostro inferno lo provate adesso.»
«La novità è questa.» Rhett sorrise. «Vi desidero più di quanto abbia mai desiderato qualsiasi donna e credo che, ora che il povero Franco non c’è più, vi interessi saperlo.» Rossella strappò le mani dalla sua stretta e balzò in piedi. «Io… Voi siete l’individuo più screanzato che esista! Venite proprio in questo momento a farmi dei discorsi… Dovevo saperlo che siete sempre lo stesso! Con il cadavere di Franco ancora caldo! Se aveste un po’ di decenza… uscite da questa…» «State zitta, altrimenti fra un momento vedrete qui Miss Pitty» rispose Rhett senza alzarsi ma afferrandola per i polsi.
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«Mangi sempre come se ogni pasto fosse l’ultimo» le disse un giorno Rhett. «Non raschiare il piatto, Rossella. Sono certo che in cucina ce n’è ancora. Basta chiamare il cameriere. Se non la smetti di essere così ingorda, ingrasserai come le donne cubane, e allora chiederò il divorzio.»
Era anche piacevole uscire con lui perché era così bello. Prima Rossella non aveva mai badato molto al suo aspetto, perché ad Atlanta tutti si erano sempre talmente preoccupati di trovargli dei difetti che non avevano mai perso tempo a osservare se fosse bello o brutto. Ma lì vedeva che le altre donne lo seguivano con lo sguardo e palpitavano quando lui si chinava a baciare loro la mano. Il pensiero che le altre potevano essere attratte da suo marito e forse la invidiavano le diede l’orgoglio di essere vista con lui. “Sì, siamo una bella coppia” pensava.
Sapeva essere un ardente e quasi tenero amante per un po’ di tempo, e subito dopo diventava un demone beffardo che si divertiva a stuzzicare il violento temperamento della moglie, ed era soddisfatto quando questo esplodeva.
Insomma, in quelle due settimane a New Orleans lei imparò tutto di lui, ma non riuscì a capire chi fosse realmente.
Qualche mattina Rhett congedava la cameriera e portava lui stesso a Rossella il vassoio della colazione, imboccandola come se fosse stata una bambina. Le toglieva di mano la spazzola dei capelli e le spazzolava la lunga chioma nera fino a farla splendere. Altre mattine, invece, la strappava bruscamente al sonno profondo, scoprendola all’improvviso e facendole il solletico sotto i piedi.
La portava a teatro e durante lo spettacolo la infastidiva dicendole che probabilmente Dio non approvava quel genere di divertimenti. In chiesa le narrava sottovoce delle storielle spinte e poi la rimproverava perché rideva.