E improvvisamente fu tra le sue braccia, con la guancia premuta contro il suo petto e le mani che tentavano ancora di colpirlo. Lui le accarezzò dolcemente i capelli scompigliati, anche la sua voce era dolce. Così dolce e così priva di scherno che sembrava non più la voce di Rhett Butler, ma quella di un estraneo che profumava di tabacco, di cognac e di cavalli: odori confortanti perché le ricordavano Gerald. «Buona, cara, state buona. Non piangete. Andrete a casa vostra, mia piccola coraggiosa. Andrete a casa vostra. Non piangete.» Lei sentì qualcosa sui suoi capelli e nel suo turbamento
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