Rhett Butler sedeva nell’ombra, con le gambe accavallate, il volto imperscrutabile. Fra le sue braccia dormiva tranquillo Wade, con un ossicino accuratamente pulito – uno di quegli ossicini curvi che portano fortuna – stretto nella piccola mano; Rossella permetteva sempre al piccolo di rimanere alzato quando veniva Rhett, perché il timido bimbo aveva molta simpatia per lui e anche Rhett, per quanto la cosa fosse strana, sembrava gli volesse bene.