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«È bene» pensava «sperimentare personalmente tutto ciò che si ha bisogno di sapere. Che i piaceri mondani e la ricchezza non siano un bene, questo l’avevo già imparato da bambino. Saperlo, lo sapevo già da un pezzo; ma viverlo, l’ho vissuto soltanto ora. E ora lo so; lo so non solo con la mia mente, ma lo so coi miei occhi, col mio cuore, col mio stomaco. Buon per me, che lo so!».
«Quando qualcuno cerca,» rispose Siddhartha «allora accade facilmente che il suo occhio perda la capacità di vedere ogni altra cosa, fuori di quella che cerca, e che egli non riesca a trovar nulla, non possa assorbir nulla in sé, perché pensa sempre unicamente a ciò che cerca, perché ha uno scopo, perché è posseduto dal suo scopo. Cercare significa: avere uno scopo. Ma trovare significa: esser libero, restare aperto, non avere scopo.
l’amore, o Govinda, mi sembra di tutte la cosa principale. Penetrare il mondo, spiegarlo, disprezzarlo, può essere il compito dei grandi filosofi. Ma a me importa solo di poter amare il mondo, di non disprezzarlo, di non odiare il mondo e me; a me importa solo di poter considerare il mondo, e me e tutti gli esseri con amore, ammirazione e rispetto».