l’essenza della vita sta nel domandare della morte, come mi comporterò quando verrà quel mio tempo, che in realtà la morte, no, quel domandare a se stessi, è un colloquio dall’angolo visuale dell’infinito e dell’eternità, che già la soluzione della morte è l’inizio del pensiero nel bello e sul bello, perché degustare l’insensatezza della propria strada, che comunque finisce con una dipartita prematura, quel piacere e quell’esperienza della propria perdizione, questo riempie l’uomo di amarezza, e dunque di bellezza.