Poiché scrivere, per esempio, lunghi racconti sul fallimento della mia vita a causa della disgregazione morale nella mia tana, per la mia insocievolezza, per inconsuetudine alla «vita viva», e per la rabbia livida del sottosuolo, perdio, non è affatto interessante. In un romanzo occorre un eroe e qui apposta ho raccolto tutti i possibili tratti dell’antieroe e il peggio è che tutto ciò produrrà una sgradevolissima impressione, perché tutti noi siamo disavvezzi alla vita, tutti zoppichiamo, chi più, chi meno.