signora O’C. non aveva alcun ricordo cosciente dei primi cinque anni di vita – nessun ricordo della madre, dell’Irlanda, di «casa sua». Questa mancanza, o dimenticanza, dei primi e più preziosi anni della vita la sentiva con un senso di acuta e dolorosa tristezza. Aveva spesso cercato, senza mai riuscirvi, di ritrovare i ricordi d’infanzia perduti e dimenticati. Ora, con il suo sogno e con il lungo «stato di sogno» che seguiva, ritrovava il senso della propria infanzia dimenticata, perduta. La sensazione provata non era solo un «piacere ictale», era una felicità trepida, profonda, fortissima.
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