Charcot e i suoi allievi, tra i quali, oltre a Tourette, c’erano Freud e Babinski, furono tra gli ultimi esponenti della loro professione ad avere una visione unitaria di corpo e anima, di «esso» e «io», di neurologia e psichiatria. Con la frattura, prodottasi alla fine del secolo, fra una neurologia senz’anima e una psicologia senza corpo, scomparve ogni possibilità di comprendere la sindrome di Tourette.