Lettere a Lucilio
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by Seneca
Started reading March 12, 2024
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Chi è dappertutto, non è da nessuna parte. Quando uno passa la vita a vagabondare, avrà molte relazioni ospitali, ma nessun amico.
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Povero non è chi ha poco, ma chi vuole di più. Cosa importa quanto c’è nel forziere o nei granaî, quanti sono i capi di bestiame o i redditi da usura, se ha gli occhi sulla roba altrui e fa il conto non di quanto ha, ma di quanto vorrebbe procurarsi? Mi domandi quale sia la giusta misura della ricchezza? Primo avere il necessario, secondo quanto basta.
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Abbandona ogni preoccupazione per la tua esistenza e te la renderai piacevole. Possedere un bene non serve a niente se non si è pronti a perderlo.
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Bisogna essere nell’intimo completamente diversi dagli altri, ma simili al resto della gente nell’aspetto esteriore.
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“Tu chiedi quali progressi abbia fatto?” egli scrive, “Ho cominciato ad essere amico di me stesso.”
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Ritirati in te stesso per quanto puoi; frequenta le persone che possono renderti migliore e accogli quelli che puoi rendere migliori.
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Sono più le cose che ci spaventano di quelle che ci minacciano effettivamente, Lucilio mio, e spesso soffriamo più per le nostre paure che per la realtà.
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Nessuno si preoccupa di vivere bene, ma di vivere a lungo; eppure tutti possono fare in modo di vivere bene, nessuno di vivere a lungo.