Le cicatrici dei Damyanov
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Read between March 16 - March 19, 2023
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Quel giorno di fine giugno, una ragazzina pelle e ossa mi stava aspettando, era lì per me, col capo chino, rannicchiata nella sua solitudine tanto simile alla mia. Silenziosa ma allo stesso tempo gridando di essere guardata. Predestinata a me.
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Al destino non ci si può opporre. E adesso mi è di fronte. Tra tutti i giorni e tutti i luoghi, Nevena è di nuovo di fronte a me.
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«No.» No. Una semplicissima parola che tremola nel vento. È nervosa. È spaventata. È… arrabbiata. «Il ventisei giugno» la informo. E sei di nuovo mia. Lo sei sempre stata. Non si sfugge al destino.
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Mikael guida la sua Jaguar scura, inadatta alle stradine irlandesi, ma ogni cosa che lo riguarda è in assoluto sbagliata.
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La Jaguar si ferma affiancando un pozzo con un secchio di legno scheggiato. Di fronte a noi, un’imponente dimora in pietra scura e volte gotiche si erge minacciosa. La scruto, ancora nell’abitacolo, notando alcune assi di legno inchiodate alle imposte del piano superiore. L’enorme portone spalancato è inghiottito dalle tenebre che risiedono all’interno.
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Mi guardo oltre le spalle, osservo cos’ho intorno e confermo di essere circondata dal completo nulla. Solo terra e cielo. Mare e nuvole. Se provassi a scappare, non ci sarebbe niente che potrebbe nascondermi. Solo terra brulla e campi selvaggi.
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«Smettila di chiamarmi Nevena» strido e tremo, dalla testa ai piedi, strido e tremo. Non mi ha cercata. Non mi ha mai cercata. «Nevena è marcita, undici anni fa.»
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Comprendo il motivo dell’insistenza, lì, sulle scogliere di Moher, nel chiedermi che giorno sia oggi. Comprendo il motivo dell’insistenza nel chiedermi, adesso, che giorno fosse allora. Comprendo, e un senso di nausea pazzesca mi rovescia lo stomaco.
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Sono io che inspiro ed espiro come un mantice, ora. Sono io che serro i pugni al punto da far sbiancare le nocche. Sono io che sto per esplodere, come un temporale pronto a spaccare il cielo in due.
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volto in fiamme per la collera, il sangue che si incendia e ho voglia, voglia, voglia di gridare. Lo detesto, lo detesto, lo detesto. Non mi ha mai cercata!
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«Nevena!» Mikael mi schianta contro la parete e non vedo più niente. La testa sbattuta sul duro muro. Le stilettate di dolore si propagano dappertutto. E una densa nebbia mi offusca il cervello. Sto per morire. Poi, la sua bocca che pressa la mia. «Tu sei sempre» ansima, i suoi denti che grattano «appartenuta» sfregano, graffiano, tagliano le mie labbra «soltanto a me.» Sto per morire. «Tu» ripete, le sue mani che scavano «appartieni» tastano, razziano, feriscono il mio fianco «soltanto a me.» Le sue dita mi riafferrano la gola, la pelle già lesa per la sua sola vicinanza, e morirò, morirò, ...more
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Lo odio, sì, lo odio; eppure, ha ancora il potere di distruggermi.
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La sua vicinanza mi annienta. Fuggo e vorrei tornare indietro e sono una stupida, stupida, stupida idiota, perché la cosa più spaventosa è che io, dannazione, lo amo ancora con ogni millimetro di pelle, di organi interni che lui mi rimescola, di cellule microscopiche che si attivano al suo passaggio. Inutile far finta di non aver sentito il bisogno di abbracciarlo, inutile far finta di non aver provato il bisogno di baciarlo, inutile fingere di non sentire tuttora il desiderio di udire, dalle sue labbra, i motivi per cui non è venuto da me, a prendermi, a portarmi in salvo.
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Non sono mai stata niente, per lui. Eppure, lo amo come il primo giorno che ho compreso di amarlo, lo amo come l’ultima volta che mi ha toccato, lo amo come una stupida, stupida, stupida idiota a cui ha strappato il cuore dal petto, eppure lo sento che batte, nonostante non ci sia p...
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Sto per protestare non appena Mikael si appresta a legarmi i polsi con la maledetta corda, quando alle sue spalle l’uomo che ho iniziato a detestare poggia un secchio sul pavimento.
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La bacio e ci muoio dentro.
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Sono nato all’inferno e nelle fiamme ci sto bene. Il fuoco è il mio elemento naturale, ma… diventa tutto complesso quando pretendi di tenerti accanto un pezzo di cielo che vuole sfuggirti.
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Fiotti di liquido vermiglio mi gocciolano sugli avambracci, infilandosi sotto la camicia che si tinge di un rosso vivido quanto la rabbia che ancora mi striscia dentro.
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«Non hai idea di cosa mi hai fatto, non hai idea di ciò che mi ha portato via il tuo egoismo.» «Lo so, invece.» «No, non lo sai» replica. La durezza nella voce, nello sguardo, nel modo in cui si allontana da me. «Ti od…» «Ti amerò per due.»
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Il petto mi si solleva e subito dopo si abbassa. Si solleva e subito dopo si abbassa. Sempre più veloce. Non riesco a estirpare dalla testa gli eventi accaduti ieri. Affondo le unghie tra i capelli, ma non riesco a fermare il flusso di pensieri che vorticano, tutti in direzioni diverse. Mikael che mi ordina di scappare, che mi rincorre, che mi umilia. Mikael che mi lava sotto la doccia, che mi accarezza, che mi fa bruciare. Che mi bacia. Mikael che mi bacia. Mi stringo la testa tra le mani, il petto si solleva e poi si abbassa. Si solleva e poi si abbassa. E ancora Mikael che mi ferisce, che ...more
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Seduta sul letto, infilo la testa tra le ginocchia, raccolte al petto, e la mia mano va su e giù sul ventre. Batto i denti; non per il freddo, ma per le contraddizioni che stanno prendendo possesso del mio cervello.
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«Porca puttana, ragazzo, ti somiglia un fottio» borbotta Hristo, ma non ho il tempo di replicare: mio fratello mi è addosso.
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Marcia. Avariata. Merce danneggiata. Per Sergei Andreev il mio fiore non vale niente e gioisco di questo. Mi aggrappo a questo.
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Sa perfettamente cosa turba i miei sogni. Saranno passate poche ore da quando gli ho raccontato, in parte, cosa mi è stato fatto. Poche ore da quando la rabbia e la follia si sono impossessati di Mikael che, non potendosi scagliare su Sergei, ha finito per sfogare contro se stesso. Poche ore da quando la sua sofferenza si è fusa alla mia e sono crollata in ginocchio. Poche ore da quando il suo dolore ha forzato le mie giunture, facendomi arrendere.
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sempre stata. «Mi…» Socchiudo le palpebre, beandomi del suo calore. «Mi hai fatto la pipì addosso.» Un verso basso si arrampica dalla sua gola e rabbrividisce. «Cristo, non ricordarmelo.» «Te ne sei pentito?» Con ancora le dita sul mio volto, mi guarda, lento, e una luce brilla nei suoi occhi maliziosi. «Non ricordarmelo perché mi torna la voglia di farlo.» La verità mi sferza la schiena e mi raddrizzo, pronta a protestare, ma lui si avvicina di nuovo a me, rubando ogni briciolo di razionalità, mentre un tripudio di ali d’uccello prende a svolazzarmi nello stomaco. Dio, cos’è capace di ...more
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«Ricordi quando ti ho pisciato in bocca?» Si irrigidisce. Il suo respiro affannato mi manda fuori di testa. «La prossima volta sarai tu ad allargare le cosce e a desiderare che ti pisci dentro.»
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irrigidisce. Il suo respiro affannato mi manda fuori di testa. «La prossima volta sarai tu ad allargare le cosce e a desiderare che ti pisci dentro.» Boccheggia. Le mani
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La sua resa diventa la mia resa, eppure mi sento immenso. Come non mi sono mai sentito. Gigantesco, impietoso, potente.
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Non so dove ho trovato la forza di camminare senza averla accanto. Non so come mi sono svegliato ogni mattina senza tutto questo. Non lo so, ma non ha più importanza.
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cuori delle persone vengono uniti ancora più intimamente dalle ferite. Sofferenza con sofferenza. Fragilità con fragilità. [Haruki Murakami]
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Cinque uomini che mi hanno tenuto lontano da Nevena. Cinque uomini che hanno accresciuto la mia rabbia. Cinque uomini che hanno alimentato il mio desiderio di vendetta, fino a condurci in un paesaggio di terra brulla e desolazione.
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conosce tante lingue straniere, compreso il linguaggio dei segni» asserisce Lonan. «Cazzo, sì!» afferma di botto Jonas, spuntando alle nostre spalle come un ladro. «Chi diavolo è quello, in realtà? Parla anche coreano. Coreano!»
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Ringrazio le mie colleghe Laura Nottari e Bianca Ferrari che, con tanta pazienza, mi hanno fatto da beta. Dico “pazienza” perché si sono sorbite il romanzo a pezzi, e ogni volta dovevano attendere che io finissi di sistemare a dovere la parte seguente. A voi: grazie, grazie e ancora grazie. E ringrazio Naike Ror che con semplici parole riesce a darmi una carica che nemmeno immagina. Stima, amicizia e fiducia. Ringrazio le mie beta silenziose che invece hanno atteso che la mia smania di perfezionismo si mettesse a tacere, per poter finalmente leggere il romanzo tutto d’un fiato. Lo sapete, ...more
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