Amsterdam in Classics Without All the Class

Jan 12, 2014 Anastasia rated it liked it · review of another edition

Shelves: 0-2014, letteratura-inglese

Più modesto rispetto ad altri letti di McEwan. Nello spessore di certo (non è che Chesil Beach fosse più dilatato, in realtà, ma era decisamente più potente) e ho avuto la sensazione che lo fosse pure nelle possibilità effettive dei contenuti, e ho pure la sensazione che le possibilità effettive dei contenuti siano ridotte proprio per via del trattamento dato nel giro di 170 pagine.
La brevità non è sinonimo di trascuratezza o quel doloroso "potevi fare di più", ma in questo caso la parte più ist Più modesto rispetto ad altri letti di McEwan. Nello spessore di certo (non è che Chesil Beach fosse più dilatato, in realtà, ma era decisamente più potente) e ho avuto la sensazione che lo fosse pure nelle possibilità effettive dei contenuti, e ho pure la sensazione che le possibilità effettive dei contenuti siano ridotte proprio per via del trattamento dato nel giro di 170 pagine.
La brevità non è sinonimo di trascuratezza o quel doloroso "potevi fare di più", ma in questo caso la parte più istintiva di me mi suggerisce che forse se si fosse dato più spazio sarebbe stato meglio.
La lettura è stata piacevole anche così e non sono nemmeno sicura che sia veramente questo il problema, la parte istintiva mi suggerirebbe anche un'alternativa: c'è un che di meno potente, più spento rispetto a bombe ad orologeria come Espiazione. In questo senso è stato curioso leggere chi ha optato per l'aggettivo "apatico", non lo sento come pienamente calzante, ma suggerisce una certa mancanza di spinta molto simile anche nelle mie sensazioni al riguardo. Meno avvincente di Miele, anche se non manca di interessare: McEwan ha talento e nonostante questo incontro non sia stato coinvolgente come gli altri, la storia ha saputo giocarsi certe carte comunque niente male. Niente male infatti il "circolo vizioso" che si crea e che esplode così inaspettamente (o forse si sentiva nell'aria?), come è sorprendente anche vedere un lato diverso dello scrittore, che inscena un siparietto più cinico di altri.
Se George e Julian si presentano fin da subito come personaggi sgradevoli, pure i protagonisti "duellanti" (intelligente la copertina italiana!) piano piano si rivelano non meglio di loro, se non addirittura più sgradevoli ancora. Clive e Vernon dietro la maschera di personaggi potenzialmente positivi, persino interessanti nei loro moti interiori, più vengono offerte opportunità per una svolta, più si rivelano per quel che sono; dietro agli intellettuali chiacchiericci di Clive e dietro alle turbe interiori di Vernon e dietro alla loro così durevole amicizia. Paradossalmente alla fine dei giochi quello meno peggio è proprio il politico senza scrupoli preso nel mirino sin da subito.
Mi è piaciuto questo taglio meno attento al sentimento, più svagato e freddo allo stesso tempo: sembrava quasi che tra le righe spuntasse il non detto di McEwan, un certo occhio parodistico ai dispiegamenti delle emozioni dei personaggi. Non sono destinati di certo ad affascinare, ma a guadagnarsi man mano il disprezzo o comunque un certo sorrisetto compassionevole da parte di chi legge e allo stesso tempo piace anche per questo.
Ha un ritmo che nonostante sia abbastanza spedito, non mi sembra che abbia guadagnato la stessa voglia di sapere di altre letture altrettanto compresse come Chesil Beach. Si mantiene in un cortese equilibrio fra una tiepida positività nella trasmissione dei contenuti che solo occasionalmente mi ha realmente catturato nella sua rete.
Una sorta di balletto eseguito con passi curiosi, non errati, con un loro perché affascinante una volta che lo si analizza nel complesso, ma ciò che se ne ottiene una volta che si esce dallo spettacolo è chiaramente un assenso tiepido, insicuro e lievemente esitante che sarebbe sbagliato non puntualizzare e portare a galla. ...more

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Jun 22, 2017 Fjóla rated it really liked it

Shelves: fiction

This is a beautiful book, filled with little word gems and acute observations on modern life, artists, responsibility, love and death. Every other page I wanted to pick up a pen and write down little snippets. I couldn't feel sympathy for any of Vernon, Garmony or George, but I felt a lot of complicity for Clive and I loved the segments on his composing and his thoughts on music, his and others.

The ending was a big let down and I could unfortunately see it coming three quarters into the book or ...more

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Jan 04, 2015 Anindyta rated it it was ok

Good prose, but this is like a robot read for me. I don't feel any emotion to this book. I mean, what's the point...

Or...
I'm too dumb to see the good in this.
...more

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