Il petalo cremisi e il bianco in Reading Challenges

Oct 29, 2016 Leggendolibri rated it liked it

È un vero peccato, un'occasione mancata per condensare vent'anni di ricerca che si concludono in un romanzo che poteva e invece non è. Ricerca che è decisamente evidente da queste pagine, finanche le preghiere o i testi dell'epoca vengono riportati. Il problema è che ne risulta un romanzo alla Gaskell, di quelli dove le donne e gli uomini sono più che decorativi e non sono in grado di parlare di altro che di futilità. Così come i dialoghi di "Nord e sud" sulla vessazione dalla classe operaia si È un vero peccato, un'occasione mancata per condensare vent'anni di ricerca che si concludono in un romanzo che poteva e invece non è. Ricerca che è decisamente evidente da queste pagine, finanche le preghiere o i testi dell'epoca vengono riportati. Il problema è che ne risulta un romanzo alla Gaskell, di quelli dove le donne e gli uomini sono più che decorativi e non sono in grado di parlare di altro che di futilità. Così come i dialoghi di "Nord e sud" sulla vessazione dalla classe operaia si risolvono nel mettere qualche informazione mal inserita qui e lì, qui l'architettura non aiuta affatto la storia, c'è un po' di tutto, tanti personaggi mal gestiti tanto che, persino in quarta di copertina sembra di capire che la protagonista sia Sugar, in effetti è invece la storia della famiglia Rackam. Se a tutto questo ci aggiungiamo il cercare di imitare quelle storie epocali alla Dickens o alla Collins, il pastrocchio è completo. Le storie monumentale che i due scrittori citati hanno scritto, e per i quali sono passati alla storia, reggono perché ogni capitolo o parte di esso è costruito come una parte della storia principale e come un racconto a se stante questo perché usciva a puntate e quindi la storia doveva accontentare il lettore per quella uscita che aveva acquisto e indurlo al contempo a comprare la successiva per vedere come andava a finire. In questo caso invece la lunghezza dello scritto è invece dovuta ad una manieristica elencazione di tutto, i libri, i giornali, le gonne, il vestiario addosso alla gente, fino ai mutandoni, le preghiere, il lerciume delle strade descritto e ridescritto in tutti i capitoli - con particolare predilezione per le cacche degli animali, e via dicendo. È evidente l'ispirazione ma è altrettanto chiaro che non gli è riuscito di imitare i due scrittori di riferimento. A questo si aggiunge una narrazione che già fiaccata da tutte le elencazioni e le ripetizioni, passa da un'aura decisamente inglese frutto della ricerca dell'epoca a descrizioni decisamente grette dal sapore decisamente contemporaneo. A poco vale il sotterfugio della voce narrante che tenta di guidarti per la Londra del 1875... Insomma come detto all'inizio, un'occasione sprecata. Prende tre stelle solo per la ricerca fatta sul periodo. ...more

8 likes · Like · see review

Oct 07, 2018 Francyy rated it liked it

Shelves: 2018

Un libro che alterna pagine da 5 stelle a pagine che a mala pena raggiungono le 2 stelle. La storia merita davvero il massimo, per originalità e per come è scritta, ma indubbiamente le pagine sono troppe, alcune superflue. Poi non rientrano nei miei gusti i libri scritti in modo troppo moderno per essere ambientati secoli indietro. Sugar è donna moderna, che si guadagna la simpatia del lettore, forse questo è l'aspetto migliore del libro. ...more

5 likes · Like · see review

Apr 15, 2016 Pitichi rated it liked it

Appena lette le prime righe di questo romanzo, sono rimasta incantata: il narratore sembrava parlare proprio a me, trascinarmi per mano, indicarmi con il dito ciò che meritava la mia attenzione. Orgogliosa del mio essere protagonista e curiosa di scoprire il mondo in cui mi aveva catapultata, l'ho seguito ingenuamente. Ad un tratto, dopo le prime brillanti battute, Il petalo cremisi e il bianco vira in un ritratto verista della Londra vittoriana: Michel Faber si concentra sui dettagli più irrile Appena lette le prime righe di questo romanzo, sono rimasta incantata: il narratore sembrava parlare proprio a me, trascinarmi per mano, indicarmi con il dito ciò che meritava la mia attenzione. Orgogliosa del mio essere protagonista e curiosa di scoprire il mondo in cui mi aveva catapultata, l'ho seguito ingenuamente. Ad un tratto, dopo le prime brillanti battute, Il petalo cremisi e il bianco vira in un ritratto verista della Londra vittoriana: Michel Faber si concentra sui dettagli più irrilevanti, descrivendo minuziosamente gli ambienti, i gesti e i pensieri dei personaggi, ma sembra quasi dimenticarsi del lettore, concentrato com'è sulla forma piuttosto che sulla sostanza.
La trama stessa diventa accessoria, quasi che lo scopo di questo romanzo fosse la storiografia, non la narrativa. La vicenda di Sugar, prostituta diciannovenne che, divenuta l'amante del ricco imprenditore Rackham, abbandona i vicoli maleodoranti per assurgere ai fasti borghesi di Notting Hill, affascina per la sua singolarità, ma sembra quasi un pretesto per fare sfoggio di conoscenze storiche e culturali, frutto di anni di studio.
Non posso criticare in alcun modo lo stile di Michel Faber, ma resto della mia idea che Il petalo cremisi e il bianco sia un libro vuoto, corposo e brulicante di voci, odori, rumori, sensazioni, ma pur sempre vuoto. Non mi è rimasto impresso, mi ha catturata per qualche giorno, ma ben presto è scaduto nella banalità e nella noia.
Forse la mia impressione è stata influenzata dalla lettura quasi parallela di un altro romanzo storico che ha una protagonista inusuale, in questo caso una sordomuta: La lunga vita di Marianna Ucrìa di Dacia Maraini. Al contrario di Faber, l'autrice riesce a bilanciare in maniera straordinaria il contenuto romanzesco con la conoscenza approfondita della storia e dei costumi della Sicilia di metà Settecento.
Forse Michel Faber ha voluto strafare, condensando in quasi mille pagine anni e anni di studi, sacrificando però l'entusiasmo e il piacere di raccontare. Peccato, perché le premesse per creare un capolavoro c'erano tutte.

La mia recensione completa su http://librisucculenti.blogspot.it/20... ...more

Like · see review

Jun 16, 2012 Astrid Virili rated it really liked it

In quarta di copertina scopro che l'autore ha dedicato vent'anni di ricerche e dieci di scrittura per scrivere questo romanzo. Sono contenta di tanta accuratezza storica, che però sarebbe forse andata sprecata se non fosse stata a disposizione di uno scrittore che sa come agganciare il lettore e tenerlo incollato alla pagina. Non fatevi spaventare dalle quasi mille pagine del romanzo, la lettura è scorrevole e vi porterà dai bassifondi di Londra a una casa della buona società di Notting Hill. Il ...more

Like · see review

Nov 29, 2012 Giovanna rated it really liked it · review of another edition

Shelves: lingua-inglese, olanda, xxi, 4-stelle, recensito

Di questo libro mi è piaciuto lo svolgimento, mi ha lasciata un poco perplessa lo sviluppo dei personaggi, e del tutto attonita il finale. Per alcuni versi avrebbe sinceramente meritato un giudizio meno favorevole, ma nell 'insieme.....bello. ...more

Like · see review