Il petalo cremisi e il bianco in Reading Challenges

Apr 18, 2012 lanalang rated it really liked it · review of another edition

Non ho dubbi nel dire che la forza di questo romanzo sta nella grande capacità descrittiva di Faber, nubi di vapore si levano dalle pagine del libro e ti avvolgono per immergerti nella Londra Vittoriana del 1875. Con una profusione di dettagli l’autore ti guida nella storia e ti fa percorrere le strade della città, dai bassifondi ai quartieri alti, coinvolgendo tutti e cinque i tuoi sensi. E questo è in assoluto l’aspetto del libro che più ho apprezzato. Peccato che la capacità descrittiva sia i Non ho dubbi nel dire che la forza di questo romanzo sta nella grande capacità descrittiva di Faber, nubi di vapore si levano dalle pagine del libro e ti avvolgono per immergerti nella Londra Vittoriana del 1875. Con una profusione di dettagli l’autore ti guida nella storia e ti fa percorrere le strade della città, dai bassifondi ai quartieri alti, coinvolgendo tutti e cinque i tuoi sensi. E questo è in assoluto l’aspetto del libro che più ho apprezzato. Peccato che la capacità descrittiva sia inficiata, per quelli che sono i miei gusti, da un uso eccessivo della figura retorica della similitudine che per fortuna scompare nella seconda parte del libro per lasciare il posto a una scrittura, secondo me, più matura. E, sempre riguardo la prosa, c’è da notare come lo scrittore abbia fatto il possibile per ricreare lo stile di alcuni classici ottocenteschi, anche facendo uso di vocaboli desueti, per poi divertirsi a inserire qua e là un linguaggio che può sembrare forzatamente scurrile. La frase volgare arriva all’improvviso, breve e secca, come una stonatura. In alcuni momenti è come se ci fossero due voci, una sorta di Dr. Jakyll e Mr. Hide della scrittura. Non sono sicura se questo mi sia piaciuto o meno, di certo all’inizio mi ha sconcertato. Ad ogni modo il romanzo nella sua totalità mi è piaciuto, non mi ha fatto gridare al capolavoro e non mi ha catturato al punto da perderci ore di sonno, ma mi è piaciuto.

Da sottolineare la sorprendente empatia dello scrittore (uomo!) con la natura femminile, al punto da rendere un po’ sbilanciata la storia con la sua evidente presa di posizione dalla parte dei personaggi femminili e facendo fare a tutti gli uomini una ben magra figura. Non a caso il protagonista maschile alla fine ne esce fuori malconcio in tutti i sensi. E, lo ammetto, ti vien da dire «ben gli sta!».

Oh…il finale, per alcuni perfetto e per altri tanto deludente, soprattutto considerando il fatto che ci si arriva dopo aver letto ben mille pagine. Ammetto che l’impatto mi ha lasciato interdetta e ho dovuto metabolizzarlo prima di accettarlo, però poi l’ho accettato, perché credo che la forza di questo libro sia più nel ‘viaggio’ che nella ‘meta’. Anche se…mi rimane il sospetto, un po’ malizioso, che Faber non abbia voluto rischiare.

Una facezia, nel corso della lettura non ho potuto fare a meno di immaginare Julia Roberts nei panni di Sugar. La descrizione fisica che l’autore fa della protagonista corrisponde perfettamente all’attrice americana, di certo però William Rackham (il protagonista maschile) non è il Richard Gere di Pretty Woman. :)) ...more

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Dec 01, 2010 Moloch rated it it was amazing · review of another edition

Shelves: narrativa_britannica_e_irlandese, favorites, narrativa, epoca_vittoriana, usato, romanzi_storici

Chissà quante cose mi perdo, per via del mio snobismo strisciante! Per questo romanzo, uscito nel 2002, si era gridato al capolavoro, ma, visto il successo, visto il fatto che ne parlava bene Antonio D'Orrico (il critico del Corriere, che per me ne accezza uno su 1000, e gli altri 999 sono marchette improponibili: vero che comunque ha indovinato anche La città perfetta ...), l'ho evitato come la peste. Mi immaginavo un po' la "solita" storia, con l'eroina femminile invariabilmente "forte" e " ...more

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