Il nome della rosa in Reading Challenges

Oct 02, 2020 Giuls rated it it was ok · review of another edition

Anni fa, in seconda o terza liceo, la professoressa di italiano e latino aveva deciso di farci vedere il film con Sean Connery, dicendoci che il libro era per noi troppo complicato. Devo dire che il film non è che mi avesse fatto impazzire, ma probabilmente molto aveva a che fare con il fatto che ci ritrovavamo tutti ammassati davanti ad un televisore che aveva almeno 10 anni e che l’avevamo visto a “puntate” un’ora (che poi era decisamente meno, come sempre) a settimana.
Fatto sta che, a causa d Anni fa, in seconda o terza liceo, la professoressa di italiano e latino aveva deciso di farci vedere il film con Sean Connery, dicendoci che il libro era per noi troppo complicato. Devo dire che il film non è che mi avesse fatto impazzire, ma probabilmente molto aveva a che fare con il fatto che ci ritrovavamo tutti ammassati davanti ad un televisore che aveva almeno 10 anni e che l’avevamo visto a “puntate” un’ora (che poi era decisamente meno, come sempre) a settimana.
Fatto sta che, a causa di ciò che aveva detto, ho sempre evitato con tutta me stessa di leggere questo romanzo, per cui solo ora, più per completare degli obiettivi per le varie challenge a cui partecipo che altro, mi sono decisa a prenderlo in mano.
Beh, anche dopo tutti questi anni devo dire che la mia professoressa continua ad aver ragione e questo romanzo è per me troppo complesso. O forse lo è diventato ancora più di quanto non sarebbe stato allora, perché alla sua complessità si aggiunge il fatto che quelle che già allora erano scarsissime conoscenze di latino ormai sono state cestinate dal mio cervello e oltre a chiedere di andare in bagno e a dire rosa, rosae non so più nulla.

Il fatto è che la storia sarebbe anche molto interessante, probabilmente in grado di catturare il lettore dalla prima all’ultima pagina, ma lo stile usato è davvero troppo.
È pesantissimo, ogni pagina pesa sembra pesare un mattone, e la storia quindi va avanti davvero a fatica.
L’uso del latino è davvero eccessivo, spesso rende ancora più incomprensibile una storia che, a causa dell’attenzione che dopo due righe incomincia a calare, è già incomprensibile di suo. Dopo poche pagine sono andata a cercare al fondo del romanzo un dizionario di latino o comunque un glossario, nella speranza di capirci qualcosa di più, ma ahimè non era presente. Normalmente odio fare avanti-indietro alla ricerca delle traduzioni delle frasi, ma in questo caso molte volte mi sarebbe stato fondamentale e mi avrebbe fatto piacere, invece di dovermi sforzare per tentare di tradurre che cosa c’era scritto.
A questo si aggiungono le digressioni di tipo teologico e filosofico che popolano queste pagine: dopo un po’ non potevo che strillare “basta”. Anche queste non fanno che appesantire il discorso e allontanare dalla trama principale, che spesso sembra davvero solo un pretesto perché il libro possa esistere e tutti questi discorsi possano essere fatti; a volte tutto ciò che riuscivo a pensare era che sarebbe stato meglio se l’autore avesse scritto un saggio.
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Mar 29, 2016 Elena Musella rated it really liked it

Noi viviamo per i libri. Dolce missione in questo mondo dominato dal disordine e dalla decadenza.

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Sep 22, 2015 Jessy rated it really liked it · review of another edition

Shelves: consigli

All'inizio mi è sembrato un po' pesante come libro, però dopo il primo giorno è diventato più interessante, le ricerche della verità e tutte le piccole cose che scoprivano mi intrigavano e mi è piaciuto il finale. ...more

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