The Road in Reading Challenges

Jun 21, 2013 Gabriele rated it it was ok · review of another edition

Shelves: ebook, americana

Visti i tantissimi commenti positivi aspettavo di trovarmi davanti a un gran libro, di quelli che ti fanno fermare a pensare ad ogni pagina e riflettere su ogni singola frase...

...e invece mi sono trovato davanti a un libretto in cui praticamente non solo non succede nulla (gli avvenimenti diversi dal camminare in qualche ambiente in decadimento si contano sulle dita di una mano), ma è anche inesistente un qualsiasi concetto che possa suscitare un minimo di riflessione. I dialoghi fra i due prot ...more

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Dec 21, 2016 Marta Biagini rated it it was amazing · review of another edition

E' difficile recensire un libro osannato dalla critica e dai lettori, vincitore di un Pulitzer e trasformato in un film di successo. Non posso che unirmi al coro di voci che ritengono McCarthy uno dei migliori, se non il migliore, scrittore di questa generazione. Il suo libro trasuda spietatezza e sincerità, ma al tempo stesso compassione e speranza per il mondo. Nel futuro distopico che McCarthy immagina non c'è spazio per altro se non per un'umanità ridotta allo stadio animale, feroce e impiet ...more

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Jul 27, 2015 Giulia Astarita rated it really liked it

Causa vacanze arriva, con un po' di ritardo, la recensione di questo splendido libro. Purtroppo conoscevo già la storia, avendo visto il film con Viggo Mortensen, ma questo non mi ha impedito di godermelo dalla prima all'ultima pagina. La storia di un padre e di un figlio senza nome, che spingono il carrello con i loro pochi averi verso una meta invisibile, in un'America distrutta da un apocalisse nucleare che ha lasciato dietro di sé solo cenere e morte.
Il romanzo parla quindi della lotta per ...more

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Feb 02, 2025 Cronache di Betelgeuse rated it it was amazing · review of another edition

Shelves: fantascienza

Recensione pubblicata su Cronache di Betelgeuse

C’è qualcosa di paradossale ne “La strada” di Cormac McCarthy: più ci trascina in un mondo grigio, desolato e privo di speranza, più ci fa riscoprire il valore profondo di ciò che ci rende umani. Questo romanzo non è una semplice lettura, è un’esperienza che ci segna nel profondo dell’anima.

Immaginiamoci insieme questo scenario: un padre e un figlio che vagano in un paese indefinito post-apocalittico, dove la cenere copre ogni cosa e l’umanità si è Recensione pubblicata su Cronache di Betelgeuse

C’è qualcosa di paradossale ne “La strada” di Cormac McCarthy: più ci trascina in un mondo grigio, desolato e privo di speranza, più ci fa riscoprire il valore profondo di ciò che ci rende umani. Questo romanzo non è una semplice lettura, è un’esperienza che ci segna nel profondo dell’anima.

Immaginiamoci insieme questo scenario: un padre e un figlio che vagano in un paese indefinito post-apocalittico, dove la cenere copre ogni cosa e l’umanità si è ridotta a sopravvivere nei modi più brutali. I protagonisti, mai nominati, spingono un carrello con i loro miseri averi lungo strade desolate, diretti verso sud nella speranza di trovare un clima più mite e, forse, una salvezza che sembra impossibile. Il loro cammino è costellato di pericoli costanti: predoni senza scrupoli, cannibali, e un ambiente naturale completamente morto.

Eppure, in questo contesto devastante, McCarthy riesce a raccontarci la storia d’amore più pura che possiamo immaginare. La relazione padre-figlio è il cuore pulsante del romanzo. In un mondo dove tutto è perduto, quest’uomo ha un solo scopo: proteggere suo figlio. E il bambino, dalla sua innocenza, diventa la bussola morale, colui che “porta il fuoco” – quella metafora ricorrente che rappresenta la speranza e l’umanità in un mondo che ha dimenticato entrambe.

L’atmosfera che permea ogni pagina è opprimente e claustrofobica. Il cielo è perpetuamente grigio, il paesaggio ridotto a un cumulo di cenere, gli edifici sono scheletri di una civiltà scomparsa. Questa desolazione si insinua nelle nostre ossa durante la lettura, facendoci sentire l’isolamento e la disperazione che i protagonisti vivono quotidianamente.

La prosa di McCarthy è un altro elemento che ci lascia senza fiato. Con uno stile scarno, minimalista, senza virgolette nei dialoghi e con frasi brevi ed essenziali, l’autore crea una perfetta simbiosi tra forma e contenuto. La lingua riflette il mondo spoglio in cui vivono i protagonisti, eppure ogni parola ha un peso specifico enorme, ogni frase ci colpisce come un pugno allo stomaco. Il ritmo serrato della narrazione ci trascina in un vortice emotivo da cui è impossibile sottrarsi.

Leggendo questo libro, viviamo un’esperienza emotiva intensa. L’atmosfera opprimente ci avvolge pagina dopo pagina, ma è proprio nel contrasto tra l’orrore del mondo esterno e la tenerezza del rapporto tra padre e figlio che troviamo momenti di straordinaria bellezza. Come quando condividono una lattina di coca trovata per caso, trasformando un gesto banale in un momento sacro.

“La strada” ci costringe anche a interrogarci su questioni fondamentali: cosa significa essere “buoni” quando le regole della civiltà sono scomparse? Perché continuare a lottare quando tutto sembra perduto? La tensione tra disperazione e speranza percorre tutto il romanzo, così come la lotta quotidiana per la sopravvivenza che non è solo fisica ma anche morale. McCarthy non offre risposte facili, ma ci suggerisce che l’amore è la più potente forma di resistenza.

Il padre, determinato e resiliente, cerca di trasmettere al figlio valori di umanità in un contesto che spinge alla brutalità. Il bambino, con la sua compassione innata, rappresenta un contrappunto alla ferocia del mondo circostante, ricordandoci che l’innocenza può esistere anche nelle condizioni più estreme.

Se non l’l’avete ancora letto, preparatevi a un viaggio nell’abisso che paradossalmente ci farà sentire più vivi. “La strada” è devastante, ma è anche incredibilmente bello nella sua brutale onestà. Ci ricorda che, anche nel buio più totale, il fuoco dell’umanità può continuare a brillare. ...more

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