The Girl With the Dragon Tattoo (Millennium, #1) in Reading Challenges

Apr 07, 2014 Phuong rated it it was ok · review of another edition

Shelves: format_e-book, region_scandinavia, year_2014, genre_noir-and-crime, period_post-2000, century_twentyfirst

Premetto, con un'ormai inflazionata espressione, che 'non e' il mio genere', nel senso che, se anche qualcosa di crime/thriller ho letto, non e' abbastanza per poter fare paragoni sensati e in ogni caso e' un genere che non mi ha mai entusiasmato. Sotto questo punto di vista, le due stelle che ho dato a questo volume sono quindi un risultato piu' che dignitoso. E' scorrevole, ti prende, da' uno spaccato tangibile della vita nella Svezia dei primi anni duemila, nel pieno sviluppo di new economy e ...more

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Apr 10, 2014 Rowizyx rated it it was amazing · review of another edition

Shelves: autori-nordici, dal-libro-al-film

This review has been hidden because it contains spoilers. To view it, click here. L'ho trovato semplicemente fantastico, e ne è la prova che tra ieri e oggi mi sia sparata le quattrocento pagine che avevo ancora da leggere.
Non saprei dire cosa non mi è piaciuto; un intreccio molto intrigante, personaggi splendidi, un bel giallo e tante sottotrame che non fanno calare l'attenzione.
Se penso che stavo lasciando questa trilogia a fare la polvere sullo scaffale, con quell'occhio un po' sospettoso sui *fenomeni letterari*... Beh, in questo caso la definizione è più che meritata.
F L'ho trovato semplicemente fantastico, e ne è la prova che tra ieri e oggi mi sia sparata le quattrocento pagine che avevo ancora da leggere.
Non saprei dire cosa non mi è piaciuto; un intreccio molto intrigante, personaggi splendidi, un bel giallo e tante sottotrame che non fanno calare l'attenzione.
Se penso che stavo lasciando questa trilogia a fare la polvere sullo scaffale, con quell'occhio un po' sospettoso sui *fenomeni letterari*... Beh, in questo caso la definizione è più che meritata.
Forse l'inizio, le prime cinquanta pagine, mi è pesato un po', ma una volta partita non ce n'è più stato per nessuno.
Ai casini di Mikael Kalle Blomkvist, che onestamente all'inizio appunto mi hanno fatto un po' tribolare, s'intrecciano un mistero di famiglia, un clan di imprenditori per tutte le stagioni, da cui si potrebbe tranquillamente creare un bel drammone di soap opera, e il vecchio e furbo Henrik Vanger, che mi sembra uno di quei tipi che una ne fanno e cento ne pensano. Nel frattempo, fa la sua comparsa Lisbeth Salander, un personaggio... decisamente fuori schema. Ha i suoi guai (e parecchi pure), ma reagisce in modo assolutamente suo, personalissimo e in diverse occasioni agghiacciante. È strana e intrigante, e vederla in azione tiene sempre l'attenzione al massimo perché non si sa mai come si muoverà.
Il mistero invece di risolversi s'infittisce... Lo so che il colpevole è sempre il maggiordomo, o la persona meno sospettabile, ma questa volta proprio ci sono rimasta con due occhi così. Anche perché con un vecchio nazista pazzo sotto tiro, un figlio che vive nella sua ombra e una figlia che sembra comunque abbastanza manipolabile... Sembrava risolto in quattro e quattr'otto, ecco!
Proprio un bel giallo, con finale proprio a sorpresa, tantissimi spunti e sottotrame lasciati in sospeso, e un modo di scrivere che non annoia neanche a volerlo.
Tra i protagonisti, adoro sia Lisbeth che Mikael. Lei diventa in breve uno dei miei personaggi femminili preferiti di sempre, anche se ancora si sa poco di lei, per la sua forza e la capacità di reagire a qualunque cosa. Non vedo l'ora di incontrarla di nuovo e vedere come ha messo a frutto i soldoni fregati al nemico di Mikael. Poi è un hacker e gira su iBook, come si può non amarla?
Mikael... Lo definirei il nuovo ideale di principe azzurro per la donna in carriera: poco pretenzioso, indipendente, ottimo amante con il pregio della discrezione... Certo rispetto al principe delle fiabe è che Mikael ha vita molto più incasinata, è meno perfetto e molto più umano.
Il messaggio di fondo è la violenza sulle donne.
Messaggio su cui Larsson insiste molte volte. Le statistiche sulle violenze, sull'omertà, sul silenzio e sugli abusi domestici che stanno in fondo pagina all'inizio di ogni parte del romanzo.
È un tema che mi lascia sempre molto pensierosa e per cui vorrei poter fare qualcosa, anche se non potrei mai agire come Lisbeth.
Leggendo qualche informazione su Larsson, non c'è da stupirsi che si interessi tanto di un simile problema della nostra società moderna...
E mi viene da ringraziare che ci siano persone che se ne interessano, visto che poi si sentono biechi figuri che sostengono che comunque, in ogni caso, di certo la vittima se l'è cercata o ha fatto qualcosa da meritarselo. Saprei benissimo cosa fare a questa gente, possibilmente con un ombrello o un attizzatoio, ma non posso scriverlo.
Tornando al libro... Non aspetterò altro a lanciarmi a leggere il secondo volume della trilogia... Lettura incredibile, ce ne fossero di più così. ...more

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