The Girl With the Dragon Tattoo (Millennium, #1) in Reading Challenges

Jul 13, 2012 Sakura87 rated it liked it · review of another edition

Shelves: duemila, saga-ciclo, non-in-libreria, giallo, thriller, autori-svedesi

Caso editoriale o thriller Piemme da tre euro spacciato per tale?

Ennesimo commento che mi viene difficile scrivere, probabilmente perché di thriller sono un po’ a digiuno –sono passati dieci anni, ormai, da quando, ragazzina, facevo scorpacciate di spietati serial killer-, e perché questo, a quanto pare, è un gigantesco caso letterario.
Iniziamo dal mio scetticismo sul perché lo sia diventato. Già dopo le prime cento pagine ho detto: Mah!, e Mah! è stato per le altre seicento. E’ un thriller godi Caso editoriale o thriller Piemme da tre euro spacciato per tale?

Ennesimo commento che mi viene difficile scrivere, probabilmente perché di thriller sono un po’ a digiuno –sono passati dieci anni, ormai, da quando, ragazzina, facevo scorpacciate di spietati serial killer-, e perché questo, a quanto pare, è un gigantesco caso letterario.
Iniziamo dal mio scetticismo sul perché lo sia diventato. Già dopo le prime cento pagine ho detto: Mah!, e Mah! è stato per le altre seicento. E’ un thriller godibile –da due stellette e mezzo piuttosto che due-, ma trasuda stereotipi da ogni pagina. A parte uno, certo: la coprotagonista disadattata che sembra presa di peso da un libro di Isabella Santacroce e gettata in un thriller tanto per fare scena. Ma andiamo con ordine.
Mikael, il protagonista, non è un personaggio: è semplicemente l’archetipo del detective-giornalista; onesto fino alla dabbenaggine, capace, tenace, fortunato (enormemente fortunato), affascinante, e naturalmente sciupafemmine. Da ogni vicolo cieco in cui si caccia viene miracolosamente tirato fuori da un deus ex machina (prima tra tutte, la figlia che compare in circa tre frasi per tutto il libro e casualmente lo va a trovare e casualmente gli spiana la strada per comprendere le citazioni bibliche) o da un colpo di fortuna incredibile.
Passiamo a lei, Lisbeth: cioè, l’alternativa, tipo. Lei ha un passato oscuro cui si riferisce come Tutto il Male, la società la ritiene un soggetto ritardato ma, cioè, lei è un genio, tipo. Comprende tutto, ha una memoria fotografica, è un'hacker. Ma non basta: cioè, lei è piena di tatuaggi fighi e di piercing, lei spacca la faccia a chi la tocca, lei uccide, lei non comunica, cioè, lascia che l’inferiore mondo la creda una minorata mentale perché vuol farsi i cazzi suoi. Cioè, non so se mi sono spiegata, la protagonista di Fluo della Santacroce le fa un baffo, tipo. Oh, non dimentichiamoci che finisce a letto col protagonista, perché, certo, lui è onesto e integro, ma se gliela sbatti in faccia se la prende.
Mettendo da parte il tono sarcastico, non comprendo assolutamente perché invischiare i due collaboratori in una relazione sessuale. Andava benissimo un rapporto di lavoro, fatto di fiducia reciproca, ma Larsson naturalmente doveva metterli a letto insieme, perché il sesso tira, cioè.
A questi due protagonisti, aggiungete a profusione stereotipi da libro di Agatha Christie: il riccone vecchio e malato che vuol trovare la nipotina scomparsa, intrighi di una famiglia potente e perversa, la donna matura affascinante e sospettabile che si porta a letto il protagonista, l’avvocato che apre tutte le porte, l’ereditiero, i luoghi isolati e gli scheletri nell’armadio, shakerate con energia insieme con un pizzico di complotto industriale internazionale, e avrete Uomini che odiano le donne.
Un thriller godibile, migliore di tanti altri, ma, come sempre…molto rumore per nulla. ...more

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Sep 01, 2012 Lisetta rated it liked it · review of another edition

La storia poteva essere secondo me gestita meglio, si salvano, l'izio e la fine, tutto il resto e faticoso e pesante da leggere. Troppo dispersivo. ...more

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Oct 26, 2018 Hermioneginny rated it it was amazing · review of another edition

All’inizio la lettura di Santamaria mi ha urtato un po’, molto fredda, razionale... poi mi sono ricordata che è lo stile di Larsson, un thriller-trattato sociologo che serve a prendere le distanze dagli orrori narrati.

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