Key Genius's Blog, page 74
September 30, 2017
#caosdicarne cp13- La Torre dei desideri
Marta non ha potuto rifiutare l’invito al party
organizzato dalla sua amica Daniela al Just Cavalli Club. La location è
strepitosa, sotto la Torre Branca di oltre cento metri, immersa nel verde del
Parco Sempione, questo locale è il tripudio dell’eccellenza italiana per fashion,
food e design.
Daniela è euforica e dopo la cena ora balla
scatenata avvolta nella struttura d’acciaio semi circolare con il soffitto di
cristallo, mentre le luci colorate riverberano l’argento delle tonalità
arcobaleno. Il ristorante profuma ancora del tartufo bianco d’Alba del risotto,
delle ostriche e del caviale, della grigliata di crostacei e soprattutto dei
fiumi di vino versati nei calici.
È leggermente euforica anche Marta, ma non al
punto da dimenticarsi del suo Giorgio che sta lavorando a pochi metri da lei.
Lui è bellissimo, stasera; indossa un completo di
Cavalli scuro che risalta il suo corpo statuario e i bagliori continuano a
stuzzicargli lo sguardo, che non manca di calamitarsi al suo furtivo e
mascalzone.
È maggio inoltrato ormai, stanno sempre insieme,
stanno bene, stanno magnificamente.
Lui resta spesso da lei a dormire, dividendosi tra
il lavoro e sua madre, che Marta ancora non conosce come tutti i suoi amici
solo perché insicura se rendere il rapporto ufficiale.
Giorgio è un ragazzo fantastico che la fa ridere e
la emoziona, eppure, stasera, lei balla nella ressa degli ospiti sola, fingendo
di non avere il cuore che batte all’impazzata per lui.
Lui che è fissato da tutte le ragazze e le donne
della festa, cosa che la infastidisce molto. Anche adesso che un’anoressica
mezza nuda gli bisbiglia nell’orecchio, ma lui resta serio per poi scuotere il
capo.
Marta si blocca scoprendosi gelosa, ma è urtata
dall’impeto con cui balla un’altra donna e decide di allontanarsi un attimo.
Aria, ha bisogno di aria.
«Cara.» S’avvicina alla sua amica stretta in un
vestito rosso che sembra di lattice da tanto che è aderente e lucido, invece è
un capo unico di Cavalli per il quale ha fatto anche un’asta.
«Che c’è?»
«Faccio una pausa, torno tra poco.»
«Dai, andiamo a farci un giro» replica lei levando
a Marta il bel miraggio di avvicinarsi a Giorgio senza destare sospetti.
Annuisce senza entusiasmo, ma cercando di
indossarlo, e si avviano subito fuori sui divanetti di pelle nera che
lambiscono il giardino di recente fioritura. L’aria ora è intrisa di vellutate
fragranze non solo di fiori, ma anche del profumo di tutte le donne presenti,
Just Cavalli, sponsor ovviamente insieme agli altri del party organizzato da
Daniela.
Si
accomodano e Marta tira un sospiro forse troppo marcato, visto che la sua amica
la fissa perplessa. «Ti stai annoiando?» le chiede seria.
«Assolutamente no» replica convinta con un sorriso
che sfodera come un Jolly col cravattino. «È tutto impeccabile.»
Lei si afferra il pendente di rubino incorniciato
nell’oro e ricambia il sorriso. «Allora è per Michele che sospiri così?» le
domanda col faccino malizioso.
Michele? Chi è Michele?
Cerca la risposta nell’aiuola di fiori poco
distante, mentre Daniela sbuffa vistosamente. «Il manzo numero quattro.
Completo grigio stile Mr. Grey e stesso sguardo brucia-mutandine.»
Il riferimento all’ormai bestseller “Cinquanta
sfumature di grigio” è palese, solo che Marta non l’ha letto e tenta di
ricordare il quarto uomo che le ha presentato, ma il quarto da quando? Da
un’ora, da stasera o nell’ultima settimana?
Daniela s’è convinta a trovarle qualcuno da che
s’è lasciata, ovviamente non sa di Giorgio.
«Allora è mister pitone?» solleva rapida le
sopracciglia; si ricorda il perché del soprannome, ma non la faccia.
«Dani, cara, non sono in vena» annaspa una scusa.
Vorrebbe solo correre da Giorgio per farsi stringere tra le sue braccia
muscolose e farsi baciare a lungo. Al solo pensiero, s’avvampa.
È così sexy stasera. Anche se è sempre sexy, lui;
il suo truciolo di cioccolato, il suo cucciolo dagli occhi di cerbiatto, il suo
dolcissimo Giorgio.
Lo pensa e le vengono in mente non solo i momenti
intimi, ma anche tutte le risate che lui le fa fare. E ora che conosce il suo
umorismo un po’ nero, riesce a trovarlo divertente. S’è vista anche i film di
Tarantino e le sono piaciuti. Giorgio è la sua medicina buona per la vita di
tutti i giorni; la sua risata quotidiana, la sua emozione, la scarica elettrica
che ha messo in moto il suo cuore di donna.
Il lavoro è più frenetico che mai, visto che
Dorian ha spostato il volo di rientro per l’Italia, ma c’è Giorgio ora e lo
stress è sostenibile.
Vorrebbe solo lui, ora, e il respiro si altera al
pensiero delle sue mani che l’accarezzano.
Ooh…
«Sì, è lui. Sei tutta rossa» l’indica l’amica.
Oh, no!
Daniela s’alza di scatto e Marta la segue con lo
sguardo preoccupato, fa per seguirla, ma lei si gira seria. «Resta lì!»
«Va bene» deglutisce rimettendosi seduta.
«Cos’avrà in mente?» sussurra mentre Giorgio passa dall’altra parte della
vetrata e si ferma di profilo fingendo di controllare il locale. Ha
l’auricolare che gli solletica l’orecchio e quando interagisce con i colleghi e
gli ospiti è molto professionale, così tanto che sembra più grande.
Lui gira gli occhi d’improvviso e la fissa.
Marta incrocia le sopracciglia e gli fa un
sorrisetto appena accennato mentre lui sospira e si tocca il naso. È nervoso,
si vede. Non è facile per nessuno dei due questa sera.
«Eccomi!» dice contenta Daniela sotto braccio con
un palestrato moro dai capelli mossi in giacca e cravatta, l’occhio le cade
sulla cucitura del pantalone molto deformata.
Ah, ecco, deve essere mister pitone. Oh, no! E ora?
«Cara, ti ricordi del dottor Gribaudi, vero?» le
sorride.
«Carlo, preferisco» precisa sfoderando un sorriso
da coccodrillo affamato.
Marta annuisce come una bambolina giocattolo, una
di quelle che ondeggiano la testa. Per qualche motivo, non riesce a smettere di
muovere la testa e fissa Carlo che s’avvicina sempre più fino a sedersi
appiccicato a lei. La sua amica se la svigna come il serpente dell’Eden dopo
aver dato a Eva la mela del peccato.
Getta una rapida occhiata a Giorgio, che ora è un
peperone irato con la mascella talmente tesa che potrebbe frantumare qualche
dente. È molto nervoso.
«Marta, sei davvero una donna affascinante» le
dice mellifluo sfiorandole la mano. «È davvero un privilegio per me
conoscerti.»
«Grazie» replica portando la mano sulla sua gamba.
Errore grave, visto che lui ora le sfiora la carne della coscia libera dallo
spacco del vestito nero. «No, scusa.» Si scosta allontanandosi di un poco sul
divanetto, ma lui l’insegue e la cinge col braccio afferrandole la spalla.
«Posso offrirti qualcosa?»
«Ho già bevuto abbastanza, grazie» risponde
facendo uno sforzo per ricordarsi chi sia. Certo non può dargli una borsettata
in faccia, potrebbe creare un disagio nelle pubbliche relazioni di Daniela.
«Non ricordo che lavoro fai, scusa» accenna lei,
così dovrebbe tenerlo impegnato. Gli uomini adorano parlare di se stessi e del
loro lavoro.
Lui s’impettisce e inclina appena la testa. Inizia
a sfoderare le sue credenziali e sembra quasi galvanizzarsi da solo; per tutto
il tempo non la smette di ammiccare, di lanciarle occhiatine lungo la
scollatura e alle gambe e le mani non mancano di lanciarsi in approcci poco
cortesi.
Marta non è abituata a certe attenzioni e con
Giorgio è stato diverso. Voleva essere guardata da lui, toccata. Era scattato
qualcosa a pelle subito.
Questo Carlo è insopportabile, invece, e pensa a
come svincolarsi senza offenderlo quando all’orizzonte compare Giorgio che
s’avvicina con passo deciso e si ferma proprio davanti a loro.
«Scusate il disturbo» accenna cercando di
mascherare quel che prova, ma Marta lo vede nelle sue orecchie bordate di rosso
fuoco che è furioso. «C’è una telefonata urgente per lei, dottoressa Piazza. Al
telefono del ristorante, pare che il suo cellulare sia irraggiungibile. Prego,
mi segua, subito.»
«Cosa?» esclama lui.
«Certo» replica lei alzandosi in piedi con la
pochette in mano. «Scusa, devo andare.»
Mister pitone resta deluso, ma tempo pochi passi e
lancia un deciso: «Ti aspetto qui».
Marta annuisce e lo saluta mentre Giorgio, che le
sta al fianco per indicarle la strada, fa uno sbuffo. «Ma fottiti, coglione»
sussurra. Poi, la fissa duro. Si toglie l’auricolare e mette la mano
nell’interno giacca. «Devo insegnarti come sganciarti dagli stronzi,
dottoressa?» le dice con la voce alterata.
«Non posso fare come dici tu» replica seguendolo e
addentrandosi nuovamente nella folla del ristorante dove alcuni si muovono a
ritmo di musica in piedi e lungo i corridoi.
Giorgio le sfiora la schiena nuda e Marta ansima.
«Non puoi fare così» sbotta lui a un soffio dal
suo orecchio.
Lei si gira e lui ha gli occhi accesi che la
stanno divorando. Restano bloccati dalla ressa e per un attimo lui le sfiora la
vita e la stringe avvicinandola. Il corpo di Giorgio è turgido in ogni punto e
pulsa di desiderio. «Se solo ti tocca, lo faccio a pezzi. Ti avviso» le dice
rabbioso.
«Stai tranquillo» lo rassicura, ma lui increspa le
labbra.
«Tranquillo? Tu sei la mia donna» le dice
mordendosi il labbro. «E quello ci stava provando.»
Marta trova la sua gelosia davvero eccitante,
coinvolgente. «Anche tu sei costantemente circondato dalle ragazzine, cosa
dovrei dire io?»
«Dimmi che mi vuoi, ora» le sussurra nell’orecchio
facendola sobbalzare di desiderio.
«Ti voglio» gli dice girando il volto e alzando lo
sguardo per incontrare il suo.
Lui spinge l’erezione contro la gamba. «Ti aspetto
all’ingresso della torre, subito» l’avvisa per poi lasciarla di colpo sola.
Marta si gira col busto e lui svanisce dietro la
gente che balla come un’anguilla tra le alghe marine.
Sente la pelle d’oca ovunque e i piedi vanno per
conto loro. Attraversa il locale e esce dall’ingresso per poi scendere i
gradini che circondano la torre e uscire dai bagliori delle luci colorate.
L’ingresso della torre è chiuso e recintato, ma appena si avvicina intravede
nella penombra una figura che le afferra la mano.
«Di qua, vieni» le dice Giorgio.
«Aspetta, come fai per il lavoro?»
«Sono in pausa e ho bisogno di te» le sfiora il
viso delicato e la tira. «Vieni, qui ci possono vedere.»
«Giorgio» lo chiama con la voglia che brucia. Lo
segue dentro il parco, correndo come due amanti in fuga tra le piante e
lasciandosi alle spalle i suoni e gli occhi indiscreti.
I tacchi alti sono traditori e Marta quasi cade,
così lui la prende in braccio per addentrarsi nel buio amico e complice.
«Sei pazzo» gli dice sorridendo quando si ferma
per metterla giù con le spalle a un albero che li nasconde da un sentiero poco
battuto e dimenticato la notte.
Giorgio inizia a baciarla per poi affondare nella
sua bocca sempre più. La barba incolta è un solletico fantastico di cui non può
più fare a meno. Si lascia stringere poi in vita e i corpi diventano uno solo.
La sua joie de vivre è prepotente e,
appena la sente che bussa contro il ventre, a Marta manca il respiro.
«Caro» ansima sentendo la mano di lui che le apre
le gambe, delicato le solleva la gonna entrando dallo spacco, le sposta il
pizzo e le sfiora la voglia col dorso del pollice facendola ansimare. Poi, lo
solleva solleticandole il clitoride mentre due dita entrano aprendola e
alterandole il respiro ora strozzato.
Lei lascia cadere la pochette a terra, solleva la
coscia e lo cinge intorno alla gamba. Si apre, si concede sentendosi ormai in
balia del desiderio. Sente il vuoto dentro, le dita non le bastano più, sono
solo un preludio a un piacere più grande e la voglia di essere riempita da lui
diventa incontrollabile.
Le prime volte non era così immediato, ma
ultimamente appena lui la sfiora, Marta lo vuole dentro bramosa. «Giorgio» lo
chiama aprendogli la cerniera e accarezzando il suo sesso durissimo.
«Marta» ansima lui prendendo fiato per poi
baciarla con più foga tenendole la nuca.
Lei comprime la morsa attorno al tessuto bollente,
lo sposta. Vuole sentire la sua carne e pizzicarla. Lo cerca e quando riesce a
esporlo, lo sollecita con dei movimenti delicati.
«Aah… brava, così» le dice con la voce roca ondeggiando
il bacino.
«Imparo in fretta» gli ricorda mordicchiando il
suo labbro carnoso. «Ti voglio dentro» lo supplica.
«Non lo so, mi hai fatto troppo incazzare» le dice
mentre lei gli pizzica la punta più volte per poi accoglierla nel palmo.
Marta lo avvicina con la gamba così rapida che
Giorgio deve cercare appiglio all’albero per non barcollare.
«Attenta, mi vuoi far cadere» l’ammonisce, ma
appena sentono entrambi il contatto si zittiscono e gemono insieme.
«Mi piace quando diventi prepotente, dottoressa.»
Giorgio le afferra i fianchi e la riempie con un sol colpo. Le chiude la bocca
con un bacio profondo e inizia a muoversi dentro di lei lento, ma deciso.
Ora che è colma di lui, della sua virilità, Marta
ha il corpo in fiamme e tutto di lei freme.
Lui entra e esce piano scandendo ogni istante di
intensità tale da portarla in un altro mondo, un’altra dimensione. Porta le
braccia intorno al suo collo e si abbandona a lui che aumenta il ritmo poco per
volta e inesorabilmente l’eccitazione cresce.
Sente i capezzoli compressi nella stoffa rigida
del bustino prudere. Li sfiora contro il suo petto e a quel punto, lui gliene
afferra uno e lo stuzzica facendola boccheggiare.
«Mi fai impazzire quando fai così» le dice e la
bacia ancora affondando sempre più a fondo.
«Aah…»
Lui la possiede con un crescendo che la manda in
estasi.
«Così, vieni per me, dai» le ruggisce
nell’orecchio dandole colpi sempre più decisi.
Marta sente il ventre bruciare fin quando
l’orgasmo l’imprigiona e la paralizza.
Aaah! Freme e vibra ovunque mentre anche lui viene
poco dopo irrorandola col caldo frutto della passione appena consumata.
Restano qualche istanti abbracciati, Marta è provata
e le gira un po’ la testa. Gli accarezza i riccioli e gli da un bacio sulla
labbra che però lui non ricambia.
«Che c’è?» gli chiede mentre la fa scivolare via
dall’abbraccio.
Lui si allontana e si ricompone. «Devi andare in
bagno o ti sporcherai il vestito» le dice secco. Ormai con la pillola sta
sicura, ma deve fare come dice, visto che indossa un perizoma di pizzo e la
gonna potrebbe macchiarsi.
«Tu non mi accompagni?»
«Fumo una sigaretta e poi arrivo» replica
afferrando il pacchetto di tabacco con le cartine.
Perché è così distante ora?
«È meglio se torniamo separati, così non scoprono
che ti sei fatta il manzo nel parco» sentenzia crudele mentre la lingua lecca
la sigaretta, che ora accende.
«Non mi piace il tuo tono» l’avvisa abbassandosi
la gonna.
«Fino a un attimo fa ti piaceva.» Fa un tiro e
butta fuori il fumo, la fissa serio per tutto il tempo.
Non sta scherzando.
«Perché fai così?»
«Perché mi sono rotto i coglioni, ecco perché!»
sbotta alzando la voce.
Marta sobbalza per l’inaspettata reazione e alza
le braccia per indurlo a calmarsi. «Non gridare.»
«Non sia mai che la tua reputazione venga lesa»
replica infilandosi la mano libera in tasca e inizia a camminare verso di lei
per andare oltre.
«Dove vai, ora?» gli chiede inseguendolo. Lo afferra
per un braccio, ma lui lo scansa in malo modo. «Aspetta, Giorgio. Non è così,
lo sai.»
«È così invece. Io vado bene per scopare in casa o
al parco, ma certo non per passeggiare con te in centro. Ho portato pazienza,
ma ora sono stufo.» Fa un altro tiro di sigaretta e scrolla la testa. «Cazzo,
Marta, non ce la faccio più.» Si blocca d’improvviso e fa un profondo respiro.
Le spalle sono ricurve e le braccia ora pendono
molli lungo i fianchi.
Marta lo abbraccia e Giorgio china il capo sulla
sua spalla. Ora si rende conto che per lui la frustrazione sia maggiore.
«Caro, scusami» gli dice stringendolo forte.
Giorgio resta zitto, ma le cinge il fianco con una
mano. «Vorrei tanto una relazione normale, vorrei portarti in giro e baciarti
tra la gente.» Lascia cadere la sigaretta e le afferra il viso. Le accarezza
gli zigomi con gli occhi sognanti. «Vorrei andare al parco e sedermi su una
panchina e mangiare un gelato, vorrei comprarti un palloncino per farti morire
di vergogna perché mi fai impazzire quando diventi rossa» le sorride dolce e
Marta si commuove.
Gli butta le braccia al collo e lo bacia
teneramente. «Dammi il tuo cellulare un attimo» gli dice.
Lui solleva le sopracciglia perplesso e lo
recupera dalla giacca. «Chi devi chiamare?»
Marta lo prende e compone il numero di Daniela.
«Un attimo, caro» gli dice.
«Chi parla?» risponde l’amica.
«Sono Marta.»
«Non è il tuo numero.»
«Puoi venire all’ingresso della torre, sai dov’è?»
L’amica esita. «Sì. Va bene, quando?»
«Subito.»
«Arrivo» e riaggancia.
«Tieni» dice a Giorgio ridandogli lo smartphone
per poi recuperare la pochette e tirarlo per la mano mentre s’avvia decisa
verso la torre.
«Chi hai chiamato?»
Marta si gira appena per fargli un sorrisetto, ma
non gli dice nulla.
Arrivati all’ingresso, Daniela si nota subito per
il rosso del vestito. Li sta fissando con occhi enormi e carichi di domande.
«Dani, cara, ti presento Giorgio, stiamo insieme
già da un po’ solo che non l’ho detto ancora a nessuno. Ti pregherei quindi di
non presentarmi più altri uomini perché c’è lui ormai nella mia vita» dice
tutto d’un fiato mentre Daniela la fissa impietrita e Giorgio ammutolito.
«Giorgio, lei è la mia amica Daniela.»
Lui sbatte le ciglia folte e solo pochi istanti
dopo distende il braccio e la saluta. «Piacere.»
Daniela spalanca la bocca e ricambia il saluto per
poi aprirsi a un sorriso entusiasmante e malizioso. «Lietissima, Giorgio» gli
dice squadrandolo da capo a piedi. Porta la mano alla collana e la ondeggia.
«Complimenti, Marta, gran bel esemplare di manzo italiano» scherza.
Giorgio butta gli occhi al cielo e Marta sorride
divertita.
«Sì, ma è solo mio» precisa.
Daniela si morde il labbro. «Ti capisco.» La fissa
con un sorrisetto che preannuncia una miriade di domande.
«Caro, io vado un attimo in bagno con la mia
amica, quando finisci il lavoro, vieni da me?» gli chiede lasciandolo basito.
Giorgio è così sbalordito che annuisce e nulla
più.
Marta gli da un bacio velato sulle labbra e poi
prende la sua amica sotto braccio. «Vieni, ho un sacco di cose da raccontarti,
sai?» dice sollevata.
In un certo senso, l’averlo detto alla sua amica è
stato come renderlo ufficiale pur mantenendo quel riserbo che ancora le
necessita, soprattutto per il lavoro. Daniela è il suo privato e quando si gira
un attimo e vede il volto di Giorgio sereno e contento, capisce che ha agito
bene.
«Vi siete appartati per quello che penso io?»
Marta annuisce e la bocca di Daniela diventa un
cuore rosso rubino.
«Quanti anni ha?»
«Ventidue.»
E lei sbatte le ciglia frenetiche. «Un manzetto
fresco.» Si morde il labbro. «T’invidio.» Gira la testa indietro e così fa lei.
Giorgio è là che le fissa e ora incrocia le
braccia; la faccia dubbiosa palesa il suo disagio, sa che stanno parlando di
lui.
«Dio mio, è dolce da morire» le dice poco dopo.
«Sono contenta per te, Marta.»
«Non lo dirai a nessuno, vero? È ancora presto e
preferisco aspettare.»
«Certo, cara. Non capisco il motivo, ma faccio
come vuoi.»
Si fissano in silenzio e Daniela inclina appena la
testa. «Fate solo le capriole a letto o c’è qualcosa di più?»
Marta si ferma poco prima dell’ingresso al locale
e fa un sospiro. «C’è qualcosa di più» confessa.
«Oh!» esclama l’amica. Poi, le afferra le spalle e
la fissa seria. «Senti, non fare cazzate. Dopo quel pirla del tuo ex,
finalmente sei libera di goderti un po’ la vita e certo non è il caso di
innamorarsi di un ragazzino, per quanto sia un bel manzo. Chiaro?»
È spietata la sua frase e ferisce Marta che
abbassa lo sguardo sentendo nel suo cuore che è tardi.
«Con quelli come lui, ci si diverte e basta, hai
capito? Non avete futuro.»
Marta ha un brivido.
«Siete troppo diversi. Cioè, con un buttafuori di
ventidue anni si scopa bene, ma niente altro.»
Sono troppo diversi.
«Tu lavori per Dorian, ti rendi conto? Cosa
direbbe lui nel saperti innamorata di quel manzetto? È ovvio che perderesti la
sua stima. E ai tuoi che gli dici?»
Marta la scosta e deglutisce. «Ma sì, ho capito.
Non dobbiamo sposarci, stiamo solo bene insieme. Tutto qui» dice per farla
smettere visto che ogni sua frase è un pugnalata.
«Ho capito male, allora. Non ne sei innamorata.»
Marta scuote il capo. «Ma no, figurati» mente.
Daniela tira un sospiro di sollievo. «Mi sono
spaventata. È il tuo toy boy. Brava, fai bene a distrarti un po’. Lo paghi o
gli fai dei regali?»
Marta inizia a sudare freddo. «Dei regali, ma ti
ripeto stiamo bene insieme.»
«Ma sì, capisco. Poi, certe finezze è meglio non
dirle in giro. L’Italia è quel che è: un paese di bigotti ipocriti. Una donna
non può avere il giocattolo, mentre l’uomo può farsi la ragazzina traendone
anche beneficio in popolarità.»
«Già, lo so.» Apre la porta e entra nel locale,
nuovamente confusa.
Sperava di sistemare le cose, al contrario le ha
peggiorate.
Daniela ora pensa che Giorgio sia il suo toy boy e
che gli faccia dei regali per tenerselo, quando invece il suo cuore si sta
riempiendo di un sentimento nuovo e semplice come l’amore.
È scaturito senza avviso e giorno per giorno lo
sente crescere.
La sua vita è ora carica di emozioni, non più solo
lavorative. Si sente completa, felice.
Ma la gente non può accettare la loro relazione,
non in quest’ambiente poi, dove una donna non può innamorarsi di un ragazzo che
fa il bodyguard senza essere etichettata come perdente; e Marta non può
permetterselo.
Meglio fingere che sia il suo giocattolo, almeno
salva l’apparenza e al tempo stesso Giorgio sarà felice di uscire e portare
alla luce del sole la loro storia.
Marta osserva la torre e desidera solo poter stare
con lui e questo è un buon compromesso, dopo tutto.
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September 27, 2017
Una #mustang + un #drink e la serata è fatta

Una #mustang + un #drink e la serata è fatta
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Una #mustang + un #drink e la serata è fatta
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