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Racconti di Pietroburgo

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Nikolaj Gogol werd wereldberoemd met zijn Petersburgse verhalen, alle opgedist met aanstekelijk vertelplezier en rijkelijk voorzien van zijn unieke oog voor volmaakt overbodige details, waarvan de liefhebber er niet één zou willen missen. De verhalen gaan over het leven achter de koude en elegante façades in de hoofdstad, over een neus die zijn eigen leven gaat leiden en over de dramatische gevolgen van het verliezen van een overjas. Als geen ander schetst Gogol een absurd portret van een stad vol hilarische maar melancholieke personages terwijl zijn verhalen tegelijkertijd aanzetten tot denken over de wereld om ons heen.

70 pages, Paperback

First published January 1, 1842

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7513 people want to read

About the author

Nikolai Gogol

2,083 books5,491 followers
People consider that Russian writer Nikolai Vasilievich Gogol (Николай Васильевич Гоголь) founded realism in Russian literature. His works include The Overcoat (1842) and Dead Souls (1842).

Ukrainian birth, heritage, and upbringing of Gogol influenced many of his written works among the most beloved in the tradition of Russian-language literature. Most critics see Gogol as the first Russian realist. His biting satire, comic realism, and descriptions of Russian provincials and petty bureaucrats influenced later Russian masters Leo Tolstoy, Ivan Turgenev, and especially Fyodor Dostoyevsky. Gogol wittily said many later Russian maxims.

Gogol first used the techniques of surrealism and the grotesque in his works The Nose , Viy , The Overcoat , and Nevsky Prospekt . Ukrainian upbringing, culture, and folklore influenced his early works, such as Evenings on a Farm near Dikanka .
His later writing satirized political corruption in the Russian empire in Dead Souls .

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5 stars
3,685 (37%)
4 stars
4,186 (42%)
3 stars
1,689 (17%)
2 stars
280 (2%)
1 star
66 (<1%)
Displaying 1 - 30 of 750 reviews
Profile Image for Luca Ambrosino.
147 reviews13.6k followers
January 27, 2020
English (Petersburg Tales) / Italiano

«We all came out of Gogol’s overcoat»
Dostoevskij says, meaning that all the subsequent literature, i.e. the "Socialist Realism" that was artistic expression of the proletarian classes, was shaped from the hems of the coat stolen to the poor employee Akakij Akakievic. Nikolai Gogol set up grotesque situations, almost comic, which, however, bring with them a solid melancholy. The melancholy of poverty. The melancholy of loneliness. Poor and decent people, wealthy and beige, naive and insane. All of them are the city, Petersburg.

Nevsky Prospekt, The Overcoat, The Nose, The Portrait, Memories of a Madman. Five great stories, a Petersburg snapshot of another time.

What do you say one day you woke up without your nose??

Vote: 9


description

«Siamo tutti usciti dal cappotto di Gogol»
afferma Dostoevskij, intendendo che tutta la letteratura successiva, quel "Realismo Socialista" espressione artistica delle classi proletarie, prendeva forma dagli orli del cappotto rubato al povero impiegato Akakij Akakievic. Situazioni grottesche quelle messe in piedi da Nikolai Gogol, quasi comiche, che però si portano dietro una solida malinconia. La malinconia della povertà. O della solitudine. Personaggi poveri e dignitosi, personaggi benestanti e grigi, personaggi ingenui e folli.

La Prospettiva Neminskij, Il Cappotto, Il Naso, Il Ritratto, Memorie di un Pazzo. Cinque racconti stupendi, uno spaccato memorabile della Pietroburgo dell'epoca.

Cosa direste se vi svegliaste un bel giorno privi del vostro naso??

Voto: 9

Profile Image for Amaranta.
585 reviews257 followers
February 3, 2019
Ho letto questi racconti in un soffio. Per il piacere di ritrovare uno dei russi della mia formazione letteraria, per quella sensazione a pelle che provo sempre leggendoli, come se fossero i depositari delle emozioni umane, cosa che mi succede solo con Hugo. Gogol è un mago nel farci vedere davanti agli occhi la meraviglia della “prospettiva”, il suo movimento, i suoi colori e nel trarne da essa due storie. Esilarante nel racconto de “il naso”, enigmatico ne” il ritratto” con quegli occhi che bucano l’anima, è in grado di raccontare la psiche umana in ogni sua piega, nella soddisfazione di un nuovo cappotto, nell’ansia, nella tragedia, nella bassezza e grandezza di sentimenti, che spesso è inversamente proporzionale alle condizioni economiche in cui vivono i suoi personaggi, nelle ambientazioni, nella povertà in cui muove i suoi attori. E lo fa con un umorismo nero che pietrifica il lettore. Leggeteli, leggeteli!
Profile Image for Ajeje Brazov.
917 reviews
September 2, 2021
Iniziai a leggere Gogol con "Taras Bul'ba", ma non lo finii neppure, ero partito col piede sbagliato, ma il problema era che quell'esperienza negativa mi aveva fatto proprio storcere il naso e non volevo più saperne della sua narrativa. Errore madornale!
Nella raccolta dove era presente "Taras Bul'ba" però vi erano, in appendice, altri racconti, così ci riprovai con "Il diario di un pazzo", risultato: non male, ma c'era ancora qualcosa che non mi entusiasmava a dovere. Così passai al più enigmatico "Il mantello" e mi si è aperto un mondo, forse uno dei racconti più coinvolgenti e crepuscolari che abbia mai letto!
Era fatta! avevo trovato il Gogol che mi aspettavo, era stata una lunga e travagliata ricerca, ma il tesoro che avevo scoperto era inimitabile. Così mi consigliarono proprio "Racconti di Pietroburgo", l'essenza del Gogol grottesco/fantastico. Ora che ho concluso la lettura di questo libro, non posso che affermare l'autenticità del capolavoro, quale è quest'opera. Precursore ed inventore di storie straordinario, ma il tutto non fine a se stesso, invece scandagliando bene le disavventure o avventure che siano, queste storie ci fanno riflettere sulla società del tempo, con i suoi pregi e di più, purtroppo, sui difetti e crudeltà umane...
Il Bene ed il Male ce li portiamo appresso tutti i giorni, come l'angioletto ed il diavoletto seduti ognuno su una nostra spalla, poi siamo noi a decidere chi ascoltare e quindi di conseguenza dove andare; questi racconti vogliono farci capire che l'essere umano può sbagliare, anzi deve sbagliare, ma soprattutto deve imparare da essi!
Super-consigliato!

https://www.youtube.com/watch?v=zWViO...
Profile Image for Dagio_maya .
1,075 reviews338 followers
August 18, 2021
«Curioso mondo è il nostro!»

La raccolta de I racconti di Pietroburgo, fu realizzata dopo la morte di Gogol', unendo tre racconti precedentemente pubblicati nella raccolta Arabeschi (1835) e due immediatamente successivi.
Precisamente da Arabeschi::
• La Prospettiva Nevskij ⭐⭐⭐⭐
• Le memorie di un pazzo (o Il giornale di un pazzo) ⭐⭐⭐⭐
• Il ritratto ⭐⭐⭐
mentre i successivi: sono:
• Il naso (1836) ⭐⭐⭐⭐⭐
• Il cappotto (1842) (o Il mantello) ⭐⭐⭐⭐⭐


Ho letto da qualche parte (chissà dove!) che Paolo Villaggio fosse un avido lettore di Gogol da cui trasse ispirazione per interpretare quei disastri umani chiamati Fantozzi e Fracchia.
Se satira e trama grottesca sono palesi, a questo punto mi chiedo quali metafore Villaggio infilasse in quegli episodi dove si celebrava la catastrofica vita dell’italiano medio.

Avevo iniziato la lettura dell’edizione tradotta da Landolfi ma sarà stato il caldo (sì sempre lui il colpevole!!), fatto sta che la sua traduzione mi stancava oltremodo per locuzioni vetuste e pesanti.

Oltretutto credo che Garzanti abbia ordinato i racconti con più senso cominciando da “La Prospettiva Nevskij” che con il suo odore di passeggio è il luogo nevralgico di Pietroburgo, dove si dà sfoggio di uniformi e cappellini; dove si fanno commerci, insomma, ”è il punto universale di confluenza di Pietroburgo. che ritorna anche negli altri racconti.
description

Dramma, ironia, satira legano i racconti dove non i confini di ciò che è reale e ciò che è verosimile si confondo.
Ciò che è concreto è il contesto di una città fortemente succube di forme apparenti: il titolo, l’uniforme, la reputazione...
Personaggi che soccombono di fronte ad una società rigida e spietata:
con il suo sguardo limitato da paraocchi borghesi, con le sue fruste sempre pronte a sferzare colpi sul più debole e solo penna di uno scrittore può rendere verosimile la sua vendetta.

”Ma la cosa più strana, più incomprensibile di tutte è che degli scrittori possano dedicarsi a simili argomenti. Lo riconosco, questo è davvero inconcepibile, è davvero... no, no, non posso proprio capire. In primo luogo, non ne viene decisamente alcun vantaggio per la patria; in secondo luogo... ma anche in secondo luogo non ne viene alcun vantaggio. Semplicemente non so che mai significhi tutto questo...
E tuttavia, malgrado ciò, si può anche ammettere e l'una e l'altra cosa, e anche una terza... già, perchè dov'è che non si verificano delle cose inverosimili? E a rifletterci bene, in tutto questo, davvero qualcosa c'è. Si può dir quello che si vuole, ma simili avvenimenti al mondo accadono, di rado ma accadono.”



La Prospettiva Nevskij è stata fonte di ispirazione anche per la musica
1980 Battiato
https://www.youtube.com/watch?v=zWViO...
1985 Alice
https://www.youtube.com/watch?v=qiDZK...
2004 Bluvertigo
https://www.youtube.com/watch?v=BSB42...
Profile Image for Albus Eugene Percival Wulfric Brian Dumbledore.
573 reviews97 followers
November 20, 2021
«siamo tutti usciti da Il cappotto di Gogol'» (1)
Parlare di questi racconti è per me cosa difficilissima. La cosa migliore è non dire niente e suggerire semplicemente la lettura di questa meraviglia.
Ma, visto che del papà dell’ossimòrico... Realismo magico stiamo parlando, solo una piccola nota di colore...
Questa raccolta esce nel 1842. Il 4 marzo... 1852, Nikolaj Vasil'evič Gogol' viene accusato di plagio e portato a processo.
La giuria è composta da: Vasilij Andreevič Žukovskij, Konstantin Nikolaevič Batjuškov, Aleksandr Sergeevič Puškin, Michail Jur'evič Lermontov, Aleksandr Aleksandrovič Bestužev "Marlinskij", Ivan Gončarov, Ivan Turgenev, Nikolaj Leskov, Fëdor Dostoevskij, Lev Tolstoj e Anton Pavlovič Čechov, punta.
Lo si accusa di aver scritto, Le memorie di un pazzo copiando da Memorie di un pazzo di Tolstoj, Il ritratto da un’opera di Wilde, Il naso da un’opera di Rostand, Il cappotto da una performance di Rascel e La Prospettiva Nevskij dall’opera di Battiato.
Nikolaj Vasil'evič Gogol' viene riconosciuto colpevole e condannato a cinquemila anni, più le spese...
(1) Fëdor Dostoevskij
Profile Image for Teresa.
1,492 reviews
August 22, 2018
Seis contos, excepto A Caleche, ambientados no bulício de São Petersburgo, principalmente na Avenida Névski.
O Retrato e O Nariz são intrigantes pela sua componente fantástica;
o Diário de Um Louco é divertido e angustiante;
O Capote é muito triste pela pobreza, solidão e infortúnio da personagem.

(Se não fosse o Louco e o Capote seria um prazer de leitura equivalente a quatro estrelas...)
Profile Image for Cosimo.
443 reviews
May 11, 2018
"Infine le visioni del sogno divennero la sua vita, e tutta la sua esistenza prese una strana piega: dormiva da sveglio e vegliava nel sonno. Se qualcuno l'avesse veduto quando sedeva in silenzio davanti al tavolo vuoto, o quando camminava per la strada, l'avrebbe certo preso per un lunatico o un alcolizzato: il suo sguardo era completamente atono, la sua naturale distrazione s'accrebbe e da ultimo scacciò trionfante dal suo volto ogni sentimento e ogni moto. Egli si rianimava solo al sopraggiungere della notte”.

Il riso è l'elemento fondamentale nell'incantevole geografia dei racconti di Gogol: il riso trasforma gli incubi in storie straordinarie, le ombre in personaggi stravaganti, i fantasmi in empatici antieroi. Il mondo è sottosopra nella visione di questo maestro della letteratura, questo dissacrante scrivano che irride la meccanica ipocrisia della società borghese, mettendo a frutto le potenzialità estreme di una lingua miracolosa. Ecco che il romanticismo diabolico, l'assurdo esistenziale e il labirinto grottesco divengono una spiegazione ironica e incompleta del nostro quotidiano patire e delle nostre ridicole imperfezioni. Questo libro indaga l'essere umano in un modo che ci avvicina al sorriso del genio e anima il desiderio di un vivere differente nel mondo, più vicino al nostro minuscolo e fragile essere. L'inutilità della passione diviene un amabile segno del carattere: perché chi ruba il cappotto e chi lo perde sono nella visione dell'esiliato Gogol, lo stesso fortunato e irresistibile individuo, il suo maledetto e chimerico lettore.


“Akakij Akakievic fu portato via e sepolto. E Pietroburgo restò senza Akakij Akakievic, quasi non ci fosse mai neppure stato. Scomparve e s'involò un essere che nessuno proteggeva, che non era caro a nessuno, che non aveva saputo attirar l'attenzione neanche di uno di quegli studiosi della natura i quali mancano, pure, di mettere in punta a uno spillo la più comune mosca e d'osservarla al microscopio; una creatura che sopportava umilmente gli scherzi di cancelleria e se ne era andata alla tomba senza aver compiuto alcuna egregia impresa, ma davanti a cui, tuttavia, seppure sull'estremo della sua vita, era balenato l'ospite d'oro in vista d'un mantello nuovo, che aveva ravvivato per un istante la sua povera esistenza; una creatura sul cui capo s'era in seguito abbattuta irresistibile la sventura, come s'abbatte sul capo dei grandi di questa terra”.
Profile Image for Gabril.
1,000 reviews248 followers
October 28, 2017
“...entrò in quella beata disposizione di spirito che per un russo non ce n’è una meglio, quando, senza voler pensare a niente, i pensieri tuttavia girano per la testa per conto loro, e uno più gradevole dell’altro, senza neppure la pena di dar loro la caccia e di cercarli.” (Il mantello, traduzione di Tommaso Landolfi)

“Siamo tutti usciti dal Mantello di Gogol’” (Dostoevskij)
Profile Image for Carmo.
720 reviews562 followers
January 6, 2018
Seis contos que tem partida em cenários e personagens banais que, por alguma razão ou ato surreal, vão desencadear episódios absurdos e inverossímeis. Irão levantar questões cujas respostas podem ser encontradas no âmago dos comportamentos humanos, ou simplesmente ficar sem explicação. O absurdo é aceite dentro da normalidade quotidiana, e serve de pretexto para o sarcasmo e sátira social.

Gogol escrevia de maneira muito divertida, descrevia detalhadamente ambientes e emoções, estabelecendo uma interação e proximidade com o leitor que nos lembra a antiga tradição oral de contar histórias.
Profile Image for Domenico Fina.
286 reviews89 followers
April 1, 2020
Oggi, primo aprile, sono nati Gogol’ e Kundera, sarà un caso? Materia da complottisti sulla quale salterei a pié pari, ad ogni buon conto Kundera ha scritto un superbo romanzo intitolato «Lo scherzo» e Gogol’ ha scritto alcuni racconti tra i più belli della storia, che scherzosi non sono ma sono gogoliani, appunto, qualcosa d’altro, frutto di «un impartecipe sgomento» comico, dice la critica, ad esempio Il mantello, che per molti anni abbiamo chiamato “Il cappotto“, ma in realtà è una mantella con il collo di pelliccia di gatto, poiché Akakij Akakievič Bašmačkin - l’immortale personaggio i cui colleghi d’ufficio canzonavano facendogli cadere pezzettini di carta in testa come fossero fiocchi di neve - non poteva permettersi di più, ma poi un giorno, il primo giorno che l’indossò la mantella gli fu rubata, “involata“ (scrive Landolfi nella traduzione). Su “Ad alta voce” (Rai radio3) hanno riletto questi racconti, sono divisi in tre parti di circa mezz’ora ciascuno. Io ho riascoltato Il mantello prima di pranzo, e devo ammettere che un principio di lacrimuccia mi è scappato quando Gogol’ scrive:

“E Pietroburgo restò senza Akakij Akakievič quasi non ci fosse mai neppure stato. Scomparve e s'involò un essere che nessuno proteggeva, che non era caro a nessuno, che non aveva saputo attirar l'attenzione neanche di uno di quegli studiosi della natura i quali mancano, pure, di mettere in punta a uno spillo la più comune mosca e d'osservarla al microscopio; una creatura che sopportava umilmente gli scherzi di cancelleria e se ne era andata alla tomba senza aver compiuto alcuna egregia impresa, ma davanti a cui, tuttavia, seppure sull'estremo della sua vita, era balenato l'ospite d'oro in vista d'un mantello nuovo, che aveva ravvivato per un istante la sua povera esistenza...”
Profile Image for Veronica.
85 reviews45 followers
June 9, 2021
Vă este dor de o carte bună? "Povestiri din Petersburg" este alegerea potrivită. Chiar dacă "Taras Bulba" se citește mai greu din cauza arhaismelor și a temei cumva depășită de timp, celelalte povestiri sunt savuroase.

Redau mai jos un fragment din povestirea cu titlul "Mantaua":

Pentru a-și cumpăra o manta nouă Akaki Akakievici "se gândi el cât se gândi și decise să mai scadă din cheltuielile zilnice, cel puțin timp de un an: să renunțe la ceaiul de seară, să nu mai ardă seara lumânarea, iar de va fi cazul, să lucreze la stăpână în odaie și la lumânarea ei. Pe străzi să fie cât mai atent, să calce numai în vârful picioarelor pe lespezi și pietre, că să nu-și tocească prea devreme pingelele. Rufele să și le dea la spălat cât mai rar posibil și, spre a nu le uza, să și le scoată de cum se întoarce acasă, rămânând numai într-un halat de demicoton foarte vechi, pe care-l menajaseră până și anii. La început, ce-i drept îi venea cam greu, apoi se deprinsese cu lipsurile și treburile începură să meargă mai lesne. Învățase să rabde de foame seara, nutrind în schimb mereu trează în suflet ideea mantalei lui viitoare .."

😁
Profile Image for John Hatley.
1,383 reviews230 followers
September 18, 2023
For the unique historical glimpse that Gogol gives us of the society of St. Petersburg in the 19th century, this book can be recommended. Gogol does this, however, with incomparable wit, sarcasm, irony and humour, making all of these "Petersburg Tales" both educational and enjoyable. I'm now looking forward to reading his "Ukranian Tales".
I don’t want to forget a word of thanks to Alexander Eliasberg for his excellent translation into German
Profile Image for Chiara Pagliochini.
Author 5 books443 followers
January 4, 2015
“Era davvero incomprensibile. Fosse sparito un bottone, un cucchiaino d’argento, l’orologio, o qualcosa di simile; ma sparire un naso, e poi a chi sparire? e in più nel proprio appartamento!...”

Contro Gogol’ – è il caso di dirlo – c’ho proprio sbattuto il naso.
Prima fu la mia coinquilina, che andava cantando le lodi del Cappotto.
Seconda fu la lettrice di russo, che ama celebrare il suo Nikoluška come “orgollio di Grande Madre Russia”.
Terzo fu quell’adorabile professore di letteratura, che di qualsiasi cosa parli (sia Gogol’ o la gnosi o Lo stagno di Liza) strappa sempre sorrisoni e dichiarazioni d’affetto. Avete presente l’impulso di precipitarvi in libreria per comprare un certo libro – un libro in particolare, tra i centinaia di arretrati nell’armadio, tra le migliaia della wishlist mentale – di cui avete necessità assoluta? Ecco, questo è ciò che capita alla scolaresca al termine di ogni lezione di letteratura russa. E questo è il motivo per cui, tra le mie manine, giace questo grazioso libricino dei Racconti di Gogol’, con un russo gongolante in copertina.

I Racconti di Pietroburgo sono in numero di cinque, a una prima occhiata decisamente eterogenei, con l’unico filo conduttore della penna brillante dell’artista. Di questi cinque, due – Il naso, Il cappotto – sono di per sé abbastanza conosciuti. Si trovano sfusi in commercio e se ne vanno per proprio conto a galleggiare nelle antologie, dove rimangono isolati, non comunicanti, massimamente buffi.
Ma siccome noi vogliamo dire qualcosa di ciascun racconto, li passeremo in rassegna uno per uno – e già loro ci sembrano più contenti, scodinzolano e mi leccano il palmo.

La Prospettiva Nevskij
Storia di due sfaccendati che si aggirano di notte sul Nevskij Prospekt, cuore pulsante della vita pietroburghese, inseguendo fanciulle che si celano sotto i cappellini. L’uno, un artista, incappa in una prostituta che scambia per creatura celestiale e che decide di riscattare. L’altro, un tenentino attaccabrighe, s’appiccica alla moglie fedele d’un tedesco ubriacone. Sarà una partita contro le rispettive illusioni, il sogno dell’amore puro, il mito del proprio fascino e potere, entrambi destinati ad infrangersi contro l’Illusione Massima, che è la vita artificiosa, la maschera di cartapesta della società e della gente di Pietroburgo.

Il naso
L’assessore di collegio Kovalëv si sveglia che non ha più il suo naso. Mentre il suddetto naso se ne va in giro per Pietroburgo travestito da consigliere di stato, Kovalëv ne denuncia la scomparsa ai giornali e alla polizia e si macera nel terrore di non poter più comparire in pubblico. Un racconto fantastico puro? Un sogno? Un pezzo di adorabile assurdo? Una feroce satira sulla vanità di certi assessori di collegio? Solo il buon Gogol’ può saperlo.

Il ritratto
Il dipinto diabolico di un ancor più diabolico usuraio fa da sfondo alla vicenda personale di artisti e uomini comuni. La riflessione sul potere e sul dovere dell’arte e uno sguardo ai vari modi d’essere artista si intrecciano a spunti fantastici molto simili a un racconto di Poe.

Il cappotto
Un impiegato buono, diligente, ma sciocco e oppresso dai colleghi, mette da parte abbastanza soldi per farsi un nuovo cappotto. Il cappotto lo ricompensa dei suoi sforzi, divenendo occasione per un possibile riscatto dalla sua esistenza grigia. E di nuovo sarà la perdita – il furto – del cappotto a determinare la sua estrema sconfitta e al contempo la sua estrema rivalsa sul mondo. Su tutto domina una patina di umanità e al contempo la patina d’una satira feroce.

Le memorie di un pazzo
Un impiegato ambizioso appunta sul suo diario i pensieri e i gesti d’una mente delirante. Innamorato della figlia del capo, scopre che lei non lo ama leggendo le lettere del suo cagnolino – sì, avete capito bene. Poi scopre di essere il re di Spagna, ma esita a presentarsi a corte prima che vengano da lui i deputati. Quando infine i deputati arrivano, assomigliano più a medici d’una clinica psichiatrica che a sudditi pronti a riconoscergli i dovuti onori.

Nonostante l’eterogeneità degli argomenti e delle forme, I racconti di Pietroburgo hanno in realtà molti elementi connettivi. In primo luogo il fantastico, che si declina in ognuno in modo diverso: un fantastico propriamente detto nel Naso, Il ritratto, Il cappotto; un fantastico di sogno, di delirio nella Prospettiva Nevskij e Le memorie di un pazzo. E mentre con tanta profusione di energia la penna di Gogol’ indaga il sovrannaturale e il bizzarro, l’occhio è sempre appuntato sul mondo, con una profusione di tali e tanti dettagli realistici da farci credere di aver quasi sbagliato genere. La penna di Gogol’ scivola fluida, ballerina sulla realtà, capricciosa vien giù per capriole, si dipana in rivoli, insegue ora questo ora quello, secondo il gusto del momento, secondo una necessità quasi morale di narrare tutto, di conferire uguale valore a ciascun elemento: il pedone che ci urta la spalla ha una storia e la moglie di questo pedone ne ha un’altra e questa moglie ha una sorella che ha una storia ancora più interessante, e non conta se tutto ciò è irrilevante; quel che conta è che la moltitudine esiste, che la moltitudine va narrata, e così i fili si sparpagliano e San Pietroburgo appare come una immensa ragnatela percorsa da spunti interessanti cui Gogol’ vuol correre dietro. Un gatto e un gomitolo non potrebbero sembrare più buffi. Ma come il gatto, nella sua pretesa di controllare il gomitolo, non perde la grazia dei movimenti, per quanto comici e pieni di scatti essi siano, così Gogol’ non perde la fluidità stilistica, e le parole si snodano in una sequenza liquida, una sequenza che non potrebbe essere diversa da come è e che l’orecchio beve piacevolmente.
Il secondo elemento connettivo è lo sguardo impietoso, crudele, sarcastico sulla società pietroburghese. Una cricca di impiegatucci senza spirito di iniziativa, di consiglieri di non-so-che-cosa, di assessori a qualcos’altro, con la fame di arrivare, arrivare, arrivare. Ambiziosi, un po’ gretti o anche semplici nei loro bisogni, ma tutti disgustosamente materialisti. Materialisti tanto gli impiegati quanto gli artisti, tutti più attenti alla forma che non alla sostanza, e tutti vittime del potere caricaturale di Gogol’.
Il terzo elemento connettivo, che apparentemente cozza col secondo, è l’umanità che a tratti s’avverte, la spaventosa solitudine di questo mondo dove nessuno ha modo di spiegarsi con nessuno, nessuno capisce nessun altro, nessuno si confida o ha amici sinceri, nessuno si fida di nessun altro. Così si resta isolati nella propria grettezza spirituale, ci si richiude sempre più su se stessi, e si impazzisce o ci si uccide o si muore ancora incattiviti.

Sotto l’apparente semplicità, I Racconti di Pietroburgo rappresentano un tassello importante nella definizione di un personaggio come Gogol’, nella cui produzione si alternano correnti diverse e persino divergenti. Sarà perché nessuno di noi è un uomo tutto d’un pezzo, sarà perché Gogol’ era meno d’un pezzo di tutti noialtri (e se poi era un tutto d’un pezzo, questo pezzo era decisamente un naso), sarà perché è morto di fame o perché è stato probabilmente sepolto vivo, non lo so, ma io il Nikoluška l’ho preso in simpatia.
Profile Image for Coos Burton.
898 reviews1,537 followers
September 21, 2021
Leí esta antología gracias a un seminario de literatura rusa que estoy haciendo en el profesorado. Empecé con curiosidad, lo seguí con devoción. Quedé gratamente impresionada por todos los relatos en esta antología, que juegan con lo humorístico, lo bizarro, lo fantástico y lo tenebroso. Creo que mi favorito fue "El retrato", me pareció impresionante.
Profile Image for Post Scriptum.
421 reviews118 followers
August 29, 2021
Con Gogol le visioni sovvertono ogni ragione. Il reale diventa fantastico e il fantastico reale. Da questo rovesciamento nasce una nuova realtà delle cose e degli uomini. E quello che poteva apparire grottesco, tale non è più.
Ora, le tenebre son calate, se non vi spiace, me ne starei un po’ qua, sulla Prospettiva che ha acceso i suoi lampioni, a guardare la vita che passa.

"Mille fogge di cappelli, di abiti, di fazzoletti, variopinti, leggeri, cui talvolta son votate le cure di due interi giorni da parte delle loro proprietarie, abbagliano anche i ciechi, sulla Prospettiva. Par quasi che un oceano di farfalle si sia levato a un tratto dagli steli, e ondeggi, brillante nugolo, su quegli scarabei neri che son gli uomini."

P.S. Vitaliano Brancati accusò Landolfi d’aver scambiato Gogol’ per Poe. Se volete leggere i Racconti di Pietroburgo, scegliete la traduzione landolfiana checché ne dica Brancati. ;-)
Profile Image for Max.
271 reviews495 followers
Read
March 19, 2025
Während ich bei anderen Russen des 19. Jahrhunderts den Eindruck habe (berechtigt oder nicht), dass mir ihre Größe auch unabhängig von den Rahmenumständen aufgeht, habe ich bei Gogol das gegenteilige Leseempfinden: Erst der erläuternde Anhang und die Verbindung mit seiner Biografie verdeutlichen mir, worauf Gogol aufbaute und welche Neuerungen er in die Literatur brachte. Abgesehen vom "Mantel", dessen Protagonist so spannungsvoll konstruiert und gleichermaßen lächerlich wie bedauernswert ist, lassen seine Erzählungen meine (Scharf-) Richterskala kaum ausschlagen.
Der Eindruck der Toten Seelen bestätigt sich hier im Großen und Ganzen.
Aber um zu prüfen, woran das liegt und ob es sich nicht doch noch wandelt, werde ich nun den Finger in die Nase stecken und mich in den Mantel des Schweigens hüllen.
Profile Image for wutheringhheights_.
576 reviews199 followers
August 27, 2019
Primo approccio con Gogol e mi viene subito da dire che nessuno sa, come i russi sanno, descrivere la sofferenza quasi imbarazzante della classe impiegatizia.
Solo in racconti russi o romanzi russi si può trovare questo certo tipo di sofferenza che riempie di tristezza perplessa e - nel mio caso - di un certo fastidio.
In questi racconti Gogol presenta personaggi che corrono a piccoli passi verso una fine sfortunata e molto amara; c'è un racconto, Il ritratto, che mi ha fatto venire in mente Oscar Wilde in modo piuttosto piacevole.
Chissà se Wilde prese spunto da Gogol, per scrivere Il ritratto di Dorian Gray?
Nonostante la tristezza, però, ho percepito anche una certa ironia che va a smorzare un poco il clima grigio. Su tutto, trame e personaggi, risalta la città di Pietroburgo, che nel racconto "La prospettiva", è rappresentata vivacemente. Penso che Gogol mi abbia fatto "sentire" l'atmosfera russa, il freddo pungente, il vociare dei passeggiatori sulla famosa Nevskij Prospekt, come ancora non mi era mai capitato con nessun autore russo.
Ho trovato belli i racconti, ma ancora non sono convinta se la traduzione di Landolfi mi sia piaciuta completamente. Non so, li rileggerei con un'altra traduzione più avanti.
Profile Image for Ana.
230 reviews93 followers
January 11, 2018
O humor imaginativo e satírico de Gogol é uma delícia. Esta obra reúne seis contos que, iniciando-se com descrições realistas de ambientes, ao passarem para o domínio da acção logo incorporam elementos do domínio do fantástico e do absurdo. A maioria dos contos são algo decadentistas o que, frequentemente, nos deixa naquele ponto de não sabermos se queremos rir ou ficar com pena dos personagens, das peripécias em que se vêem envolvidos e do seu destino. Eu não consegui impedir-me de me divertir imenso. Por detrás deste lado divertido é ainda possível encontrar uma componente de vincada crítica social.

Os contos preferidos foram O Retrato (que já tinha lido e que não me importei nada de reler), O Nariz e O Capote. Já A Caleche foi aquele me entusiasmou menos. De qualquer forma, um conjunto muito equilibrado que vale muito a pena ler.
Profile Image for Hakan.
807 reviews619 followers
August 24, 2016
Epeydir Rus klasiklerine ara vermiştim. Gogol'ü okuyunca artık bu kadar ara vermemem gerektiğini anladım. Bu hikayeler tam bir edebiyat keyfi veriyor. Farklı sonuçlar doğuran iki paralel macerayı içeren Nevski Bulvarı'nı özellikle çok beğendim. Palto'nun beklenen dramatik sonunun metafizik bir yön kazanması, Burun hikayesinin devrini aşan gerçeküstü niteliği, Bir Delinin Hatıra Defteri'ndeki adete bugün yazılmış izlenimi uyandıran mizah tonu etkileyiciydi. Yıllar önce berbat bir çevirisinden okuduğum Ölü Canlar'ı da tekrar, tabii bu defa iyi bir çevirisinden okumak isterim. Çeviri demişken, iyi ki Ergin Altay var, Rus klasiklerini harika çeviriyor. İletişim de güzel basıyor. Ama bu kitaptaki önsözü çok akademik, gereksiz buldum. Ben öyle yaptım, size de tavsiye ederim, bu basıkdan okuyacaksanız önsözü de sonsözü de sona bırakın.
Profile Image for Andrei Tamaş.
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May 6, 2016
"Mantaua" lui Gogol este o nuvelă de revoltă socială, un strigat împotriva aristocraţiei din toate timpurile şi o consolarea pentru "oamenii sărmani". De asemenea, opera surprinde şi variaţiile percepţiei asupra sensului vieţii: cea mai fericită zi a protagonistului nostru a fost aceea în care a reuşit să-şi procure o manta nouă. Ironia sorţii şi tragedia existenţială duc, în opera marelui scriitor rus, la un contrast tragic între straturile sociale, contrast al culorilor pe care Gogol încearcă să le combine în final, făcând, în schimb, apel la elemente de supranatural pentru a aduce dreptatea (fapt ce sugerează că dreptatea, cel puţin în epocă, "nu aparţine acestei lumi").
Profile Image for Pau.
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April 16, 2024
Esta gran obra consta de cinco cuentos que creo acertar si los califico como muy muy originales, especialmente considerando que tales relatos fueron escritos durante la primera mitad del siglo XIX. Nikolái Gógol es considerado uno de los grandes de la literatura Rusa, escribiendo inolvidables epopeyas como Tarás Bulba, novelas fantásticas como Las Almas Muertas, historias de suspenso como Viy, y por último, excelentes cuentos acerca de lo que significaba vivir en la joven ciudad de San Petersburgo, con toda su vitalidad, su folklore, sus supersticiones y sus problemas.

Gógol es un escritor altamente ingenioso con recursos que parecen inagotables. Entre otras cosas, destacaría la manera en que le da vida a sus personajes gracias a insólitas y divertidas anécdotas. Sus introducciones son extensas, amenas y ricas en detalles. No es sino después de varios párrafos de gran riqueza literaria, cuando empieza a esculpir la acción del relato. En contraste, sus descripciones son más breves y hermosamente detalladas, plenas de humor y muy representativas de la idiosincrasia del pueblo en que le tocó formar parte.

El tema de estos cuentos no es la ciudad misma, sino la desgracia que muchos de sus habitantes enfrentan; conflictos como las difíciles condiciones climáticas, el recelo ante los inmigrantes (principalmente alemanes), la odiosa y predominante burocracia y las dificultades políticas, mismas que Gógol sabe bien disimular logrando así escapar a la censura. Para narrar estas pesadillas, el autor juega hábilmente con su relato, utilizando atinadas y estratégicas pausas que sirven para generar interrogantes o para abundar en el alma de un personaje. A pesar de estas aparentes "lagunas", el escritor siempre concreta sus cuentos de manera exitosa.

"La avenida Nevski", un cuento multidimensional cuyas vertientes contrastan en duración, trama y desenlace, aunque el tema recurrente son las desventuras del amor. "El retrato" es, para mi uno de los mejores cuentos de este libro, trata sobre la degradación de un artista y la maldición que pesa sobre su obra pictórica. Aquí encontramos terror, fantasía, crítica social y hasta certeras consideraciones sobre el tema de la estética. "El Capote" es un entretenido relato en el que fluctúa el humor negro y la crítica social... En la vida nos encontramos a veces con individuos desfavorecidos en todos los sentidos y que la gente hace blanco de sus bromas y frustraciones, tal es el caso del protagonista de este singular relato. "La Nariz" es otra genialidad, en el que Gógol (adelantándose a las parábolas kafkianas) recurre a una especie de surrealismo que si bien, relata sucesos inverosímiles, el resultado no es en absoluto incoherente. "Diario de un Loco", es un relato epistolar de carácter experimental, muy apartado estilísticamente del resto de los cuentos, pero no por ello menos dramático.

Estas cinco "Historias de San Petersburgo", muestran al mejor Gógol, diestro, creativo, y exuberante. Como bien escribió Dostoievski: "Todos los escritores rusos salimos del capote de Gógol".
Profile Image for Sauerkirsche.
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April 20, 2020
Die Geschichten waren fast kafkaesk, nur noch komischer ohne die unterschwellige Bedrohung. Man merkt dass Gogol noch aus der Romantikepoche stammt, die Handlung die bei Kafka eher nüchtern daher kommt, wird bei Gogol eher tragisch und romantisch erzählt. Ich mochte diesen tragik-komischen Stil sehr gerne.
Wie auch bei Kafka nehmen die meisten Geschichten kein gutes Ende für den Protagonisten, wenn auch nicht ganz so hoffnungslos und endgültig wie bei Kafka, sondern immer mit einem kleinen Schmunzeln und Augenzwinkern am Ende. Ich habe keine Ahnung ob Kafka Gogol gelesen hat, kann mir aber gut vorstellen dass er von ihm ein paar Inspirationen her hat. Viele Geschichten waren außerdem sehr humorvoll, ich musste bei einigen herzhaft lachen.
Von Gogol werde ich in Zukunft definitv noch weiteres lesen.
Profile Image for Valentina.
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July 20, 2024
Racconti in ordine di gradimento (ma comunque il livello è altissimo):
1) Il ritratto
2) La prospettiva Nevskij
3) Il cappotto
4) Il naso
5) Le memorie di un pazzo
Profile Image for Saturn.
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December 29, 2024
Trasferitosi a Pietroburgo dalle campagne ucraine, Gogol non rimane affascinato dalla capitale. In questi racconti si percepisce lo sguardo acuto e tagliente dell'autore sulla società pietroburghese. I cinque racconti sono legati da un senso del grottesco che Gogol utilizza per fornire una satira - neanche tanto velata - della Russia del suo tempo. La rigida divisione in classi, la grande competitività fra le persone per guadagnare l'ambita scalata sociale, l'attenzione alla moda e alle apparenze caratterizzano la fredda Pietroburgo; aspetti della società che Gogol prende di mira e che travolgono i protagonisti dei suoi racconti. La bellissima apertura sulla Prospettiva Nevskij descrive una società ingannatrice, su cui si posa lo sguardo indagatore di Gogol. Abbiamo un naso che se ne va in giro come consigliere di Stato senza che nessuno se ne faccia un problema. Un cappotto che nei sentimenti del protagonista gli diventa importante come una persona. Un pittore che svende la sua arte per il successo. Ne Il diario di un pazzo le pressioni sociali, il classismo, il giudizio sulle apparenze trascinano il protagonista in un baratro di disperazione; Gogol descrive magnificamente il vortice in cui viene travolto con un crescendo di tragicità.
Nella descrizione di questa grande città con le sue solitudini, la competitività, l'arrivismo, la spregiudicatezza, ho visto echeggiare alcuni malesseri delle grandi metropoli contemporanee con le loro ansie e frenesie.

Nota a margine: molto bella questa edizione Feltrinelli con i contributi del traduttore Damiano Rebecchini.
Profile Image for Zeynep Haktanır Eskitoros.
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March 23, 2022
Hastaydım. Yatarken en kolay ne okurum, öykü okurum dedim ve aldım elime. Çok da severek okudum. Tüm öyküler aynı etkiliyicilikte değil tabii. Ben özellikle Portre'yi çok sevdim. Burun ve Palto da keza çok güzel.

Bu arada Ergin Altay'ın Türkçesi mükemmel...çok güzel tercüme!
Profile Image for Dvd (#).
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January 13, 2018
Librino preso a 3 diconsi tre euri, qualitativamente parlando l'affare libresco al più alto rapporto qualità-prezzo mai fatto da me medesimo in qualità di avido e compulsivo accumulatore cartaceo.

Dire che il libro valeva la spesa è offensivo al massimo verso uno scrittore di tale statura. Autore divenuto tristemente famoso in questa porca nazione quando un ottuagenario mestierante e buffo personaggio mediatico lo confuse con un ben noto (e assonante) motore di ricerca. Mi immagino i giornalisti, notoriamente per la massima parte ignorantissimi, cercare su codesto motore di ricerca californiano quel nome così occlusivamente sonoro e vagamente carnevalesco.

Uno spaventoso uroboro mediatico.

Gogol, dunque. Uno straordinario narratore, formidabile nelle descrizioni a volo d'uccello e nello scandagliare l'umile natura umana (le descrizioni sono dei pezzi di bravura assoluti). Risentono dell'epoca romantica in cui visse, e di cui condivise gli afflati e gli slanci, certi passaggi sull'arte, l'amore e sulle astrazioni umane. Ciò non ne toglie la bellezza, comunque. Questo convive inoltre con un interesse certosino verso le classi umili e i poveri cristi, il loro modo di vivere e le usanze che - nel complesso - prefigurano addirittura una sorta di realismo/verismo di grande spessore e interesse. Dico addirittura perché, ed è il terzo aspetto dell'arte di Gogol che balza all'occhio - nonché il più celebre - accanto a descrizioni quasi veriste emerge prepotentemente un gusto per il surreale e il fantastico, dissonante e straniante ma mai inutile.
Ci si trova, insomma, di fronte a 5 racconti di assoluta modernità, e non ci si stupisce se tutti i grandissimi romanzieri russi successivi si siano rifatti a Gogol (e non solo loro - penso soprattutto al realismo magico di Marquez).

In tutti i racconti, Gogol mescola la piccola realtà e l'invenzione surrealista, con risultati ironici (nei celeberrimi Il naso e Il cappotto) o metafisici (ne Il ritratto), alle volte concludendo nel drammatico o nel comico, alle volte in entrambi contemporaneamente (Il cappotto ne è un esempio).

Questo dualismo è poi evidente fin dal racconto di apertura, La Prospettiva Nevsij, nelle due parti in cui questo si compone. La prima, in particolare, narrante la triste storia di un giovane artista innamoratosi perdutamente e non ricambiato: la solita storia trita e ritrita, direte. Non proprio, dato che il giovane idealista e romantico (nel senso storico del termine) perde la testa per una puttana, scambiandola dapprima per una dama della nobiltà e poi, compreso il qui pro quo, ergendosi (nella sua mente) a nobile salvatore dell'indifesa damigella pronta al riscatto per sua mano. Prevedibilmente la nobile damigella è di tutt'altro avviso, e il giovane rifiutato si suicida. Ovviamente viene subito alla mente il contemporaneo Goethe, con il suo Werther: ma in Gogol l'afflato romantico e idealista si stempera nel grottesco, persino nel ridicolo, cosa evidentissima nella seconda parte del racconto e negli altri due sopra riportati. Il ritratto invece, pur rimanendo un bellissimo racconto, torna più nei ranghi del racconto classico, abbandonando il surrealismo grottesco e pescando dal racconto gotico (ma con gusto e estrema raffinatezza). Le memorie di un pazzo infine è un gustoso divertissement, anch'esso clamorosamente moderno.

In breve, ne consiglio caldamente la lettura, bellissimi racconti in un'ottima edizione.
Profile Image for Yules.
248 reviews22 followers
April 17, 2024
Nikolai Gogol’s main interests:
● Government clerks (chinovniki)
● Nightmare bureaucracy
● Bullying in the workplace and rank on rank snobbery
● Noses (on and off the face; hiding in loaves of bread; living on the moon; and so on. “I don’t want a nose! Cut off my nose! Here’s my nose!” “After all his nose isn’t made of gold; it’s just a nose like mine or anyone else’s.” “Therefore we cannot see our noses, because they are on the moon.”)
● Coats of all kinds (well-made; worn; of spectacular collars; and so on)
● Narrators who trip over themselves (“But I’d better tell the reader who this Pirogov was. But before telling you who this Lieutenant Pirogov was…” “In the department of -- but it is better not to mention the department.” “Where the host lived, unfortunately we cannot say: our memory begins to fail us badly” “...what is quite incomprehensible is how authors can choose such subjects. I admit, it’s inconceivable, it’s simply…no, I just don’t understand it.”)
● The Devil in St. Petersburg (tempting poor artists with fame, poor clerks with overcoats; lighting the oil lamps on Nevsky Prospect “solely to disclose everything, but not as it really is.”)

Stories included in this collection:
Nevsky Prospect
Diary of a Madman
The Nose
The Overcoat
Profile Image for Luna di giorno.
56 reviews9 followers
June 17, 2024
“Non c’è niente di più bello della Prospettiva” di leggere i racconti di Gogol’…


Innanzitutto c’è da dire che Gogol’ nacque il primo del mese di Aprile. La sua nascita è dunque un vero “pesce d’aprile”, se andate infatti alla ricerca dei natali dello scrittore, vittime di una burla, il giorno cambierà beffardamente a seconda del testo che state scandagliando, quasi a evocare le strambe date utilizzate da un suo personaggio nelle “Memorie di un pazzo”.
Provate a leggere solamente le date annotate in questo “diario”: ne vedrete delle belle… siamo già nel “Teatro dell’Assurdo” (che nascerà nel secondo dopo guerra del ‘900 con Beckett e Ionesco).
L’alienazione dell’uomo è raccontata da Gogol’ con “assurda” propensione (nonché certa preveggenza), con il particolare stile sia aulico che da bassi fondi, e ci fa sorridere ma anche commuovere, ci crogioliamo nella sua invenzione narrativa, potente e ridanciana, seppur nella tragica malinconia di fondo…
Dicevo della nascita dello scrittore il primo di Aprile, questa è la data che ho alla fine deciso per Gogol’ (calendario giuliano o gregoriano a parte…). Ma andiamo avanti, sennò poi mi si accusa che la recensione è troppo lunga e contorta, autoreferenziata e chissà che altro…).
Il “pesce d’Aprile” è dunque connaturato perfettamente a uno scrittore che fa uso del “realismo magico” già prima che questo fosse stato inventato... Gogol’ utilizza il grottesco in modo così toccante e funambolico da avermi deliziato, commosso al punto di sentire la necessità incalzante e malinconica di ricominciare dall’inizio la lettura dei “Racconti di Pietroburgo”, proprio ora che li ho appena finiti di leggere. Ciò anche per godermi il vocabolario e la sintassi che Gogol’ usa, funambolici anch’essi.
Assistiamo a una propensione al fantastico di cui quasi non ci accorgiamo mentre la leggiamo, nel senso che intimamente sentiamo che gli strani accadimenti facciano pienamente parte dell’ordinario, della normalità. Le cose prendono una certa distintiva piega surreale, e sorridiamo amabilmente e pensiamo, bene, non poteva che andare così! Non era possibile che andasse in altro modo, putacaso in modo “verosimile”… (Il verosimile in Gogol’ non avrebbe alcun senso, ci annoierebbe a morte, sarebbe la crisi della letteratura una volta per tutte, e invece ci piace affidarci a lui… drogarci di questo strano e sublime oppio…
Ma non c’è solo il “fantastico” che Gogol’ sa magicamente fondere alla sua vena realistica e descrittiva, c’è molto altro: c’è la miseria degli impiegatucci russi o dei pittori squattrinati pieni di ideali, o dei bottegai tedeschi nella capitale russa, zelanti di giorno e ubriachi la notte … Oppure c’è la descrizione cangiante della città di Pietroburgo. C’è la via principale della città, la prospettiva Nievskj, così diversa e rutilante a seconda del passar delle ore e di chi ci passeggia, e le varie classi sociali che a volte qui si incontrano/scontrano con conclusioni spesso bizzarre se non catastrofiche … Pietroburgo descritta in modo cinematografico sopratutto di giorno (a parte quando ti rubano un cappotto o sei un pittore al verde e in una bottega ti imbatti in un magnetico ritratto).
Anche Dostoevskij saprà immergersi intensamente nelle ore notturne di Pietroburgo, pensiamo alle sue “notti bianche” …
In Gogol’ la fusione tra il reale e il sogno, tra verosimile e immaginato è costante, e non si capisce bene dove sia il limite tra le due…, lo scrittore/poeta se ne infischia di porre questo limite… a volte fino al parossismo, perché il punto è che anche nella vita stessa, e anche in quella di noi lettori, il confine tra immaginazione e ciò che definiamo “reale”, di fatto non esiste. La nostra vita consiste infatti in ciò che noi immaginiamo intimamente, riflesso nelle tante pieghe del nostro cervello, “che non sta in testa come si crede”(Le memorie di un pazzo)… e che vive in relazione con tutto ciò che ci accade intorno, in ciò che tocca la nostra sensibilità mentre osserviamo uno specchio della realtà . La nostra realtà è dunque uno specchio di una realtà totale e variegata, e noi tutti, osserviamo il “tutto” con un binocolo personale e privilegiato, privilegiato nel bene e nel male…
Lo fanno magistralmente anche i personaggi di Gogol’. Ed è una piroetta continua, ma la prosa è eccelsa, il racconto non è mai fine a se stesso, mai solo ludico, e la scrittura che ti fa ridere e anche ti fa stringere il diaframma, è malinconica, è tragica, è paradossale ma quanto realmente umana, ed è tutto un mirabilia di colori, sia psichici che descrittivi… è sete di vita, è fame di amore, è la gioia nuova e improvvisa, inaspettata, di un cappotto nuovo che non potevamo permetterci …
E poi… e poi c’è la burocrazia, la macchina infernale che ci attornia senza soluzione di continuità e in cui siamo invischiati senza scampo, a meno di non avere per amico un “personaggio influente”, ma egli sarà inevitabilmente meno influente di uno più influente di lui e si pentirà di averci egli stesso calpestato i piedi, commenterà errori in questo sordido surreale (ma quanto reale) meccanismo più capriccioso del destino, ed è da qui che Kafka ha imparato a scrivere e a specchiarsi, a svegliarsi la mattina col corpo di un bacherozzo, (nel racconto “Il naso” il protagonista si sveglia con un brutto presentimento, un’assurda trasformazione del proprio corpo… il suo naso è scomparso e vive di vita propria…) prendendo a prestito lo straniamento e tutto ciò che è per definizione Kafkiano, quell’assurdo destino che ci travolge e in cui ci perdiamo, al di là di noi stessi, sì insomma… un intricato “castello” di assurde carte, che ci piovono addosso malgrado la nostra innocenza, travolti dallo scorrere delle cose, da meccanismi incomprensibili più grandi di noi… Dicevo dunque… Kafka ha mutuato da Gogol’ e da Dostoevskij lo straniamento (in Dostoevskij ce n’è quasi ovunque, insieme a un’indagine serrata dell’inconscio e della coscienza morale a punirlo (pensiamo solo ad un elemento che Dostoevskij scandaglia senza pace: il senso di colpa) e questo ai livelli più alti che l’umanità abbia potuto concepire, sappiamo che lo stesso zio Freud attingerà molto da lui oltre che dal mito greco per catalogare e dare un nome ai vari meccanismi dell’inconscio… ).
Ma torniamo al nostro Gogol’, se no poi mi si dice che vado fuori tema. (Ma cosa c’è di più liberatorio di un fuori tema? Ci salva in ogni occasione).
Morì nel 1852, visse dunque, poiché nato nel 1809, solo 43 anni.
I’ironico, il fantastico, il cinico sognatore, Gogol’, morì debilitato da una serie di pratiche ascetiche attuate con l’intento di mortificarsi. Già da tempo in preda a un ossessivo misticismo religioso che lo allontanò dagli altri intellettuali. Soggiogato da un delirio gettò un insieme di quaderni nel fuoco della stufa, col suo servo piegato in lacrime implorante di non fargli commettere questa azione sciagurata… tutto ciò somiglia alla morbosa e infausta allucinatoria fine di uno dei protagonisti del racconto “La Prospettiva Nevskij”. Gogol’ è tutt’uno con la malinconia dei suoi personaggi, come mai la sua magica ironia non riesce a salvarlo dalla depressione in cui cade?
Ma passiamo oltre, quando un poeta muore in questo modo mi si spezzano le viscere e muoio con lui… per farlo
vivere in eterno di felicità e di gloria non mi resta che leggerlo e rileggerlo, farlo mio…
Andiamo avanti, e gioiamo di Gogol’.
L’altro giorno passando per via Sistina, stavo raggiungendo Trinità dei Monti e l’idea era di scendere dalla famosa scalinata per ritrovarmi giù in Piazza di Spagna e continuare il giro in cerca di una trattoria romana, ero bramosa di mangiare i tonnarelli cacio e pepe… ma andiamo con ordine… mi sono imbattuta (giuro di non essermene mai accorta prima) in una grossa targa appesa tra le finestre di un antico palazzo, ecco il testo con accanto il bassorilievo del ritratto dello scrittore: “Il grande scrittore russo Nicola Gogol in questa casa dove abitò dal 1838 al 1842 pensò e scrisse il suo capolavoro”. La colonia russa di Roma (1901)”. L’emozione mi ha bloccata e sospesa … Che ci faceva questo grande letterato russo, anzi, a dirla correttamente questo grande scrittore ucraino alla fine degli anni ‘30 dell’800 a Roma? Ho pensato: ci faceva la stessa cosa che Stendhal faceva a Milano, sua patria d’elezione dichiarata anche sul suo epitaffio (Qui giace Stendhal, milanese … ecc ecc).
Più precisamente Gogol’ si inebriava meritatamente di un po’ di “dolce vita”, del clima mite, del cielo di un blu intenso di Roma, della scenografica arte Barocca di Bernini e Borromini, di quella Rinascimentale che occhieggiava con l’imponenza della cupola di Michelangelo, delle vestigia antiche, delle innumerevoli chiese, dei palazzi nobiliari, delle viuzze di artigiani intorno a Campo de’ Fiori, e adorava forse anche lui la “cacio e pepe” e magari le puntarelle con le acciughe o il carciofo alla giudìa, la pasta alll’amatriciana, la carbonara e via dicendo, un tripudio di pasta asciutta (non si faccia poi il commento greve sulla Trippa e le frattaglie varie…): ma nel frattempo Gogol’ si dedicava intensamente e febbrilmente alle: “Anime morte” …
Prossimante il seguito sul nostro eroe…
Aggiungo solo che Gogol’ possedeva un naso molto lungo e puntuto, se gli fosse scomparso la mattina svegliandosi sarebbe stata una vera tragedia, di sicuro con questa arma degna di un ottimo spadaccino, si sarebbe salvato durante un duello, non come il povero collega Puskin, morto appunto a causa di un duello, per amore: ma ucciso da un colpo di pistola…
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