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Alice nel paese della vaporità

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Ben è un giovane londinese che soffre di allucinazioni. Per lavoro legge manoscritti. Una notte gli arriva un libro che si chiama "Alice nel Paese della vaporità". Noi con lui seguiamo la storia di Alice, un'antropologa che vive in una Londra Vittoriana che non c'è mai stata. Alice viaggia nella Steamland, una terra invasa da un gas che provoca allucinazioni e mutazioni. Una terra in cui la realtà cambia a ogni istante, in cui "giusto" e "sbagliato" sono soltanto parole, e in cui le parole stesse si trasformano in odori e sensazioni. Quella di Alice parte come una ricerca, ma si trasforma subito in una lotta per la vita e per la morte. Alice dovrà sopravvivere in una terra oscura, in cui non c'è differenza tra orrore e meraviglia. Ben legge la sua storia. E qualcosa succede anche a lui.

280 pages, Hardcover

First published January 1, 2010

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About the author

Francesco Dimitri

35 books263 followers
Francesco Dimitri is an Italian author living in London.

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Community Reviews

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145 (29%)
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87 (17%)
1 star
36 (7%)
Displaying 1 - 30 of 85 reviews
Profile Image for Daniela Barisone.
Author 185 books160 followers
May 9, 2011
Questo libro avrebbe dovuto sdoganare completamente il genere steampunk in Italia, renderlo a tutti gli effetti un signor genere, unito anche alla piacevole trasposizione della famosa fiaba di Alice nel paese delle meraviglie. Non è stato così.

C’è un problema in cui incappano molti scrittori che si avvicinano allo steam, ed è il più grave di tutti: approcciare i fatti in maniera del tutto vaga e giustificarsi con un “tanto è fantasy”. No, non funziona per niente così.

Partiamo dal principio: ignorando le parti in cui è protagonista Ben (e la sua malattia), che prese da sole possono avere anche un senso, dirigiamo la nostra attenzione direttamente su Londra, dove vive Alice. A casa mia lo steampunk è ambientato in epoca vittoriana o giù di lì (perché poi prende il nome in altre declinazioni), quindi se dico Regina Vittoria (generazione più o generazione meno) sappiamo tutti quello di cui sto parlando, no? Ora, io vorrei capire la ragione per cui una si butta da una mongolfiera per poi indossare un trench (UN TRENCH!) e fumare sigarette. A Londra. Vittoriana.

A prescindere dall’emancipazione di Alice (e già qui ci sarebbe da dire), sarebbe più verosimile che la nostra avventuriera fumi sigari, la pipa, se proprio vuole essere grezza potrebbe masticare del tabacco e poi sputarlo.
Ma le sigarette. Incontriamo poi la Vaporità, questo misterioso gas simile al vapore, ma che vapore non è, su cui ci si può rimbalzare come sulle nuvole di panna nel cielo. L’idea in sé è buona, ma l’autore non la rende al meglio, per cui alla fine i protagonisti appaiono come una serie di omini in preda a trip da LSD. Ci si augura solo che l’effetto sia voluto.

Andiamo oltre, nella Steamland, dove Alice inizia il suo viaggio e incontra nuovi amici. A questo punto vorrei soffermarmi un attimo su quante dannate volte viene usato l’incipit “steam” attaccato alle altre parole per dare loro questa patina steampunk che l’autore tanto vorrebbe propinarci, ma non riesce. Non basta scrivere “steam” perché tutto lo diventi. Gli steamcomputer possono diventare “sistemi di computazione a vapore”, così come gli steamgusci erano facilmente declinabili in qualche altra forma espressiva. Dicevamo, la Steamland: questo luogo dove tutti sembrano strafatti ha il suo perché, le prove che deve superare Alice anch’esse seguono un filo logico (la sua crescita come guerriera e come persona), ma francamente dei vampiri che tagliano la gente coi bisturi, i monaci in bicicletta e del guerriero in mutande d’orso se ne poteva davvero fare a meno. Il basilisco che non pietrifica la padrona è il colpo di grazia, sarebbe stato intelligente farle usare degli appositi occhiali per non vedere lo sguardo della serpe, non dire “non la pietrifica punto e basta”.

Inoltre Chesy, lo Stregatto (unico e vero personaggio valevole del libro), non interviene mai per niente e per nessuno… e poi lo vediamo zampettare allegro a chiamare aiuto per salvare Alice. Non ha molto senso. Le battaglie che poi si concludono con il povero Zap che esplode (e sopravvive, facendoci chiedere come) sono il fondo del barile, mai Deus Ex Machina fu più palese. Quando Alice raggiunge lo scienziato, verso la fine del libro, abbiamo una confusionaria spiegazione di “Carne, Incanto, Sogno” ovvero i tre principi che tecnicamente dovrebbero reggere la realtà. Non avendo la sottoscritta letto “Pan”, non posso porre cenno su quando scritto sullo stesso argomento in precedenza da Dimitri, ma limitandomi ad Alice, la verità è che non si capisce niente. Finale personalmente scialbo, ma reso più godibile dalla presenza di Chesy.

Conclusioni finali: si fa leggere, in un paio d’ore lo si può tranquillamente finire, ma lascia l’amaro in bocca. Dimitri è un ottimo narratore, ma appunto racconta le scene e non le descrive, facendo perdere molti punti al proprio romanzo, quando invece aveva fra le mani un’ottima possibilità di diventare un punto di riferimento per il genere.

La valutazione pertanto è estremamente negativa.
Profile Image for Sara Booklover.
1,021 reviews873 followers
February 18, 2014
Avete presente quei libri dalla copertina talmente favolosa che vi incantate a guardarla? E dal titolo talmente bello da far sognare? E da una trama intrigante? Avete presente quei libri che quasi quasi vi dispiace leggerli perché avete paura di finirli troppo presto? Ecco, "Alice nel paese della vaporità" era tutto questo per me! Ha passato mesi sul mio scaffale, e io di tanto in tanto gli davo un'occhiata e rimandavo la lettura, come se stessi rimandando una parentesi di felicità.
Ma ora finalmente mi sono decisa... e... che delusione!!!
La parte iniziale non era niente male: ottima introduzione, ottima ambientazione, ottime idee.
Ma man mano che procedevo con la lettura la storia è diventata confusa, noiosa, poco appassionante, poco fluida.
L'apoteosi della delusione è arrivata quando sono subentrate paginate e paginate di concetti mistici e filosofeggianti talmente vacui e farraginosi che dubito che lo stesso scrittore abbia capito cosa stava scrivendo. Il finale è stato di una banalità imbarazzante e a dir poco frettoloso. Ma a quel punto non vedevo l'ora che finisse, quindi meglio così, perché se fosse andato avanti con quella solfa zen per ancora un centinaio di pagine credo che non avrei resistito e lo avrei abbandonato.
Profile Image for Tanabrus.
1,981 reviews199 followers
March 9, 2015
Devo ammettere che all’inizio avevo un po’ paura, di Alice: con le aspettative elevatissime che nutrivo per questo libro dopo aver letto Pan e La ragazza dei miei sogni ero terrorizzato di pretendere troppo e di rimanere deluso dal libro a prescindere.

Per fortuna questa paura si è rivelata infondata, e anche questa volta mi ritrovo ad applaudire il lavoro di Francesco. Ma passiamo al libro. Direi che sono necessarie almeno due letture, qui.


La prima lettura ci vede intenti ad affrontare questo libro avendo in testa Alice nel paese delle meraviglie. E, per quanto mi riguarda, anche Alice di SyFy, The looking glass wars di Beddor, l’Alice di Tim Burton.
L’atmosfera è cupa, nebbiosa, dura. Abbiamo un ghetto che trasuda violenza e criminalità, una bambina selvaggia e abusata, la meraviglia della vaporità che eprmette di volare e di fare combattimenti mozzafiato. E un vecchio studioso che porta in salvo quella bambina.
La bambina cresce, diventa Alice. E nella Londra steampunk in cui vive, nel pieno dell’era del vapore, si annoia. Mortalmente. La parte in cui dice di non essersi uccisa solo perchè sapeva che tanto il mondo non sarebbe morto con lei mi ha riportato alla memoria alcuni dialoghi di Narutaru, e questo è bene sotto ogni Aspetto.

A questo punto inizia il viaggio di Alice, che tutti ci aspettiamo. Non segue alcun coniglio, ma si lancia consapevolmente nelle nebbie fuori Londra alla ricerca di qualcosa che la faccia sentire viva, di emozioni che non siano la noia e la stanchezza.
I mutanti che incontra sembrano quasi familiari: un ragazzino castoro, un ragazzo dodo, un uomo lumaca. Il bruco, una versione umana dello stregatto. C’è una Regina e c’è un Bianconiglio, c’è una profezia e c’è una guerra.

Certo, ci sono anche vampiri, monaci, biciclette volanti a vapore guidate da monaci nomadi, tetracommodori a cavallo di umani giganteschi e brutalizzati… non ci sono le carte da gioco, il cappellaio, i gemelli… ma fin qua può sembrare una rivisitazione di Alice. Come i libri di Beddor, anche se ambientata in un passato mai esistito.

La differenza sta nella vaporità, un prodotto di scarto della Londra steampunk che genera allucinazioni e mutazioni. I sensi si mescolano, le percezioni variano, ogni secondo è pura psichedelia. E nel fatto che alcune persone conoscono gli Aspetti tanto cari a Dimitri, Carne Incanto Sogno.

Per buona parte del libro ho letto inarcando un sopracciglio e dicendomi che era interessante, ma i personaggi erano un po’ piatti; che non era male, ma la parte delle torture subite da Alice era stata liquidata troppo di fretta, troppo approssimativamente; che era simpatico sentire il monaco recitare Lovecraft o vedere Alice ritrovare una vecchia copia del Signore degli anelli, ma che infilarci dentro anche una copia di Pan era un po’ troppo narcisista.
Per buona parte del libro ho cercato di capire che diavolo ci facesse Ben nella storia. Era uno spettro visto dalla Steamland? Sarebbe finito di là? Avrebbe salvato Alice, a un certo punto?

Poi si conosce il Profeta, e poco a poco la percezione di tutto cambia. Fino allo scontro finale, fino alle decisioni critiche che vengono prese per salvare il mondo.
Fino al momento in cui il libro finisce, e si deve cominciare la seconda lettura.

Adesso i personaggi non sembrano più un po’ piatti: sono i personaggi di un mito, e il mito non è fatto di inutile introspezione. I miti hanno tratti caratteristici, sono esempi positivi o negativi facilmente identificabili. Alice è la ragazza coraggiosa e testarda che intraprende il viaggio, Miyamoto è il guerriero invincibile, Clint è il leader forte e combattivo…
Le torture non sembrano più così importanti, ora che si sa tutta la storia. Cosa ci farebbero descrizioni accurate delle sofferenze di Alice, nella storia diventata mito? E perchè mai Alice dovrebbe tornare a pensare a ogni istante vissuto incatenata, violata, sfregiata, uccisa lentamente?
La comparsa di Pan non è più narcisista… ok, invece lo è, ma francamente me ne infischio.

Perchè rileggendo Alice con la consapevolezza derivante dall’aver già finito il libro, capiamo chi sia il narratore iniziale. Cosa sta raccontando, e a chi.
Capiamo che la storia che stiamo leggendo è una storia divenuta mito, per dare vita a un universo che era solo un’ombra di altri universi.
Capiamo che Ben è Alice, che la Carne ha lottato per anni con la nuova presenza dentro di sè e che la storia è ben lontana dall’essere finita. Perchè Alice deve tornare a casa, perchè Miyamoto è arrivato di qua, perchè Dagon è nei paraggi.

E che dire dell’idea dietro la vaporità?
Che da prodotto di scarto, da effetto secondiario dello sviluppo londinese diventa scopo dell’esistenza della città; da allucinogeno diventa strumento per raggiungere la verità, per aumentare le proprie percezioni.
Un’ottima idea, così come quella della terra che non esiste, albero mera ombra di altri alberi nella foresta scossa dallo scontro tra due entità (Pan e Greyface, magari, nelle loro accezioni più universali?) o come l’idea dell’immortalità del profeta dovuta alla consapevolezza della non vita di chiunque altro.

Non all’altezza di Pan, anche perchè strettamente dipendente da questo per poter essere goduto, ma un ottimo libro.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Cristina.
864 reviews12 followers
July 9, 2020
Dimitri post Carroll: cosa ne esce fuori?

Ho letto Alice di Dimitri dopo averlo iniziato ad amare ed apprezzare per il suo incanto con le sue precedenti produzioni...ho letto la sua Alice dopo aver letto l'originale parto mentale di Carroll e desumo che entrambi si siano fatti di qualcosa al momento della loro creazione. Trovo che Dimitri sia un giusto successore di questo scrittore innovativo e balzano del suo fui tempo.
Ma qualcosa è andato storto.
Si deve riconoscere a Dimitri il merito di aver preso una storia e di averla fatta propria, partendo da un mito letterario di partenza e poi adattandolo alla propria mente, rendendo Alice l'emblema dell' Incanto, della Carne e dei Sogni della realtà!
Ciò che invece amareggia è proprio il non trovare che poco della vecchia Alice, ma soprattutto del mondo e dei personaggi che ad essa sono collegati nella mente di tutti.
Certo, se ciò fosse stato così forse avremmo trovato un'Alice Dimitriana figlia di Carroll ma rivisitata. Invece così abbiamo una partenza collegata a quello che è di fondo il personaggio base e pochi rappresentati già noti come: il Bian Coniglio, la Regina, il Brucaliffo, lo Stregatto e una sfilza di personaggi fantastici di animali umanizzati e così via.
Alice esiste solo per un Aspetto, poi ad essa va collegandosi Ben, il secondo personaggio del libri... Perchè in realtà Alice è solo un manoscritto ed p "Ben" il protagonista fittizio della vicenda. E' lui che legge Alice, che le da vita e corpo e che, tra i fumi di una malattia come la Sindrome di Alice nel paese delle meraviglie, da sfogo a una parte di se in cui Alice vive, in un corpo preso in possesso da un'illusione che è solo un miraggio di possibilità.
Ciò che invece mi ha fortemente dispiaciuto e deluso è l'intrusione non forzata ma amara di riferimenti religioni, o orientali, o di altri libri...possibili mutazioni su carta...
Carina la piccolissima presenza figurativa di Dagon (chi ha letto Pan sa chi sia) e quasi di esaltazione nel far annoverare Pan stesso e il Signore degli Anelli come gli ultimi pochi libri, assieme alla Bibbia, rimasti dopo millenni e millenni.
Ma anche se lo si vuol vedere con occhio critico e benevolo diciamo che proprio non ci siamo stati.
Il libro oscilla tra 3 e 4 stelline...non so nemmeno io quale mettere tra i due voti, ha dei meriti ma ha anche dei forti pregi; certo questa è sempre la visione di Dimitri per Alice e la sua Sindrome ma è anche una pecca nel suo genio fantasy dove anche i vampiri alla fine sono arrivati ad essere raffigurati...accettabili le Succube ma non vampiri veri e propri...non proprio da Dimitri.
Vi lascio con una delle sue perle, perchè il libro è piacevole anche se altalenante della sua durezza di vita ma comunque d'effetto!
<>
Vedremo....
Voto 6 1/2
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Simona B.
928 reviews3,153 followers
April 25, 2013
"La Regina stava raccontando una storia, e quella storia diventava realtà. Era così che dava uno spirito al mondo: raccontando, creando un mito. Una montagna è solo una montagna: sono le storie a trasformarla in un gigante, a renderla immortale. Un'antropologa come lei avrebbe dovuto capirlo prima.
(...) La Regina stava raccontando se stessa: stava conquistando il potere di un dio. Grazie ad Alice, per colpa di Alice, lo avrebbe avuto."
Prima di cominciare, devo fare due premesse.
1. La storia dell'Alice di Carroll è una di quelle a cui sono più legata sin dall'infanzia. Letteralmente, l'adoro; Alice nel Paese delle Meraviglie e Attraverso lo Specchio e quel che Alice vi trovò occupano un posto d'onore nella rosa dei miei romanzi preferiti per infinite ragioni. Ma, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sono apertissima alle rivisitazioni: mi piacciono, mi divertono e finora non hanno ucciso nessuno. Una delle obiezioni mosse più spesso contro questo genere di racconti è che rovinano il senso della storia originale. Ma è ovvio che lo facciano, anche le migliori. Quale sarebbe la logica di tutta la faccenda, sennò? Con la rivisitazione si cerca una storia diversa, non un proseguo. Se poi non sai né scrivere né costruire una trama, allora tutto il male che stai facendo è condensabile nella parole "alberi verranno tagliati per stampare questo aborto".
2. Due anni prima che scrivesse questo, Dimitri pubblicò un altro romanzo. Quindi, probabilmente la punta di delusione che sto provando ora nasce dal fatto che mi aspettassi un altro gioiello dalla mente che ha concepito il fantastico Pan.

Ora bando alle ciance e dedichiamoci un po' a questa nuova Alice e il suo Paese delle Vaporità. In realtà, non mi riesce tanto facile parlarne. Credo sia perché avevo intenzione di farmelo piacere tanto tanto (vedi premesse punto 2) e invece ho preso un palo di faccia. Ma mi rendo conto che sto drammatizzando.
L'inizio è più che promettente, e il motivo principale è che non si capisce un accidente di quello che succede. C'è un tizio che ha avuto un incidente in macchina, poi una poesia, poi guerrieri che lottano danzando tra le correnti di uno strano aere, che poi scopriremo essere vaporità, e rinchiusi dentro delle gabbie. La narrazione continua su questi toni misteriosi e suggestivi fino ad una buona metà del libro; l'intrigo s'infittisce quando scopriamo che la storia di Alice non è altro che una storia nella storia, in quanto è contenuta in un manoscritto inviato a Ben (l'uomo dell'incidente). E quando siamo in compagnia di Dimitri, possiamo star certi che una storia non resta mai una semplice storia... specie se a tale Ben dedichi a malapena una pagina ogni cinquanta e il suddetto personaggio soffre della sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie (per la cronaca, causa distorsioni sensoriali ai soggetti affetti). Nulla da ridire, calza a pennello e ha un senso con la trama, ma, che so, cercare di confondere un po' le acque? Creare suspense, trepidazione, pigliarmi per il culo e poi stupirmi alla grande? No, è palese sin da subito che la storia di Alice è vera. Ma fin qui va ancora tutto bene: questo era, alla fin fine, un dettaglio, perché tanto dal libro non ci si riesce a staccare ugualmente, palese o non palese che fosse tutto l'intrigo.
Lo sviluppo mi è piaciuto molto, leggibilissimo, scorre velocemente. I problemi arrivano verso le ultime pagine, quando come se non bastasse tutto il casino che già c'è con tutti i discorsi sulla vaporità, i tre Aspetti eccetera, si vengono ad aggiungere tutte le elucubrazioni filosofiche sugli Alberi, le Ombre, la non-esistenza e questa gran cippa. Sinceramente, c'ho capito ben poco. Mi hanno dato l'impressione di essere un po' di frasi fatte buttate lì tanto per dare un senso di esistere a Miyamoto il monaco del Bosco. Sapete, tanto per farlo sentire a casa. Oppure il senso serviva al finale? Tendo a scartare quest'ultima ipotesi perché un significato, al finale, effettivamente non gliel'ho ancora trovato. Ah, ma forse non gliel'ho trovato perché questo libro non finisce. Sì, avete capito bene. Ti aspetti un bel racconto chiuso e concluso, e invece tutto si interrompe sul più bello. Voglio sapere come va a finire, diamine. Qualcuno sa dirmi per caso se ci sarà un seguito?

I personaggi, invece, sono... carini. Non lasciano il segno, ma sanno tenere la scena più o meno tutti. Il mio preferito è il Coniglio, compare sì e no in due o tre occasioni, ma questo libro, per me, è tutto suo. Più che un personaggio lo definirei una 'presenza': non c'è quasi mai, ma hai sempre il suo fiato sul collo. Alice in confronto sembra un personaggio minore. Ma poi, suvvia, un cattivo che si chiama "il Coniglio": puoi non amarlo?

Ora che ho terminato mi chiedo se non sia stata un po' troppo critica con Alice. Insomma, sembra che l'abbia dipinto male, ma in realtà mi ha lasciato un buon sapore in bocca. E' d'intrattenimento e non annoia. E' solo che se scavi un po' più a fondo, i problemi iniziano a emergere.
Tenetelo a mente, mentre lo leggete.
708 reviews186 followers
April 2, 2011
Le storie non ti aggredivano, non se ne andavano. Se ne stavano al loro posto e facevano il loro dovere.

Confesso di aver posticipato sempre di più la lettura di questo romanzo, perché mi ero lasciato prendere dalle svariate recensioni che ne parlavano in termini di una, ora discreta, ora esagerata, delusione. Delusione, almeno, rispetto al celebre Pan. E così, poco a poco, mi ero lasciato convincere, e già mi aspettavo un romanzetto affascinante ma non brillante, una versione di Pan per ragazzini, con l'ennesima rivisitazione dell'Alice di Carroll.
Ma così, per fortuna, non è.
Tanto per cominciare, non è affatto un romanzo per bambini, né, tantomeno, esclusivamente per adolescenti: il fatto sia stato pubblicato dalla Salani non lo rende automaticamente il "collega" di Harry Potter. La storia inizia con uno stupro, va avanti tra morte e violenza, arti che svolazzano di qua e là, visioni terrificanti. Certo, i toni sono abbassati rispetto a Pan, almeno nelle descrizioni di scene più compromettenti.
Ancora più importante, la derivazione Carrolliana: c'è una giovane donna di nome Alice, c'è un Bianconiglio, uno Stregatto, la Regina e persino il Brucaliffo. Ma le analogie si fermano ai nomi, e nemmeno a quelli (lo Stregatto non viene mai chiamato così). Al posto del Paese delle Meraviglie, il Paese delle Vaporità: un grazioso scenario steampunk, settato apparentemente in un lontanissimo futuro, dove la nostra tecnologia è mera spazzatura dimenticata e tutto si muove grazie alla Vaporità.
Ma quella di Alice è solo una parte della storia: il lettore legge della sua avventura attraverso gli occhi di Ben, un giovane londinese bisessuale, malato della Sindrome di Alice, che lo porta a subire continuamente visioni e allucinazioni, e che lavorando per una casa editrice si ritrova tra le mani un anonimo manoscritto che racconta la storia di Alice nella Vaporità. Le due storie sono ovviamente destinate a intrecciarsi, ma in un modo impensabile e davvero sorprendente: così, mentre Alice scopre il grande inganno che si cela nello Steamland, Ben scopre quello della sua identità ed il lettore quello della sua lettura. E' con una grande abilità immaginativa e con un'originalità davvero sorprendente che l'autore va avanti, facendo letteralmente a pezzi il mondo finora costruito, mostrando infine una verità che è solo l'Aspetto (e chi ha già letto Pan coglierà il gioco di parole!) di qualcosa di molto più grande.
Insomma, Dimitri si conferma un ottimo narratore, un'originalissima e preziosa, perché rara, voce nel panorama del genere fantastico italiano.
Profile Image for Alice.
73 reviews43 followers
March 17, 2017
Partenza buona ma il finale... delirio totale
Profile Image for Monia.
14 reviews10 followers
July 27, 2012
La mia curiosità verso lo Steampunk - genere che non ho ancora avuto modo di approfondire come si deve, pertanto questa piccola recensione senza pretese va presa per quel che è: un tentativo di comprensione del libro senza altri termini di paragone - mi ha spinto verso Dimitri e la sua Alice.
L'idea iniziale mi è apparsa interessante, quantomeno ricca di possibilità narrative, di strade da percorrere: le riscritture possono offrire una gamma pressoché infinita di variazioni, di viaggi nelle probabilità, se affrontate onestamente, con la vera passione per lo scrivere, per l'opera che si decide di prendere a 'modello' e con un controllo su una materia pulsante quale potrebbe definirsi il nucleo di 'Alice in Wonderland'.

Ma quasi da subito si nota una sorta di semplicistico ricorso a meri puntelli linguistici, che dovrebbero introdurci in uno scenario quasi postatomico in cui gli elementi costitutivi, le nervature essenziali per costruire un universo, si riducono al prefisso steam-
Da profana ho avuto la netta sensazione che, oltre alle descrizioni di superficie (a tratti poco esaustive, quando non riducibili a ingenui trip sinestetici - ma allora potremmo tranquillamente rileggerci 'Voyelles' di Rimbaud per avere un'idea di cosa sia davvero la sinestesia, quella di classe)ci fosse poco: è come se tutto rimanesse inespresso, fioco, senza nitidezza né criterio.
Ci sono passaggi in cui l'autore sembra perdersi lui stesso, non seguire più la storia che imbastisce e ricorrere a espedienti piuttosto prevedibili quali deus ex machina, personaggi appena abbozzati e, forse, inverosimili anche nella Vaporità (ecco, il punto nodale del libro, la scaturigine, non viene quasi per nulla indagato, quando invece avrebbe potuto rivelarsi la carta vincente, un territorio d'esplorazione e fantasticheria: non che io non volessi mettere in moto i miei meccanismi di comprensione di una cosa tanto nuova, ma se tu, autore, non mi dai nemmeno un parametro o un vago indizio per farmi un'idea, diventa piuttosto complicato)per trarsi d'impaccio.

Insomma, ho avuto il sentore di grandi possibilità che sono rimaste dormienti, annoiate da se stesse, non espresse al meglio, un poco svilite dalla foga di terminare il racconto, che si perde per le strade della Steamland.

Peccato. Davvero un gran peccato. Soprattutto perché, in molti punti, si nota un grande e promettente dipanarsi di teorie sul mondo e gli uomini che restano, comunque, autoriferite, senza possibilità di 'applicazione'.
Cos'è la lettura se non - anche - applicazione di nuovi concetti e punti di vista?

Profile Image for Andrea Santucci.
Author 29 books48 followers
April 3, 2012
http://ilsociopatico.wordpress.com/20...

Il romanzo in sostanza non è così male come lo descrive la stragrande maggioranza dei recensori. Dimitri ha un'ottima immaginazione, riesce a costruire scenari intriganti e sa gestire ritmo e tensione, in più alcuni dei personaggi (va bene: uno) sono veramente ben fatti.

Il primo problema è con il genere. Molti - l'eminentissima ac reverendissima Queenseptienna in primis - hanno lamentato che l'Alice di Dimitri è un pessimo romanzo steampunk. In questo mi trovano d'accordo. Pessimo, pessimo romanzo steampunk: non basta aggiungere il prefisso "steam-" per scrivere steampunk. Steamcarrozza, steamcomputer, steamcamicia, steamlibro, steamfinestra, steamferrodastiro. Visto che non funziona? Viceversa, onestamente parlando, è davvero un ottimo romanzo new weird. Ma sul serio, l'ambientazione potrebbe fare concorrenza a quella di Luca Tarenzi in Il sentiero di legno e sangue. Le descrizioni delle creature che infestano la Steamland sono spettacolari e il concetto di Vaporità è affascinante, anche se secondo me non approfondito appieno.

Dove il libro cade tipo caco maturo dall'albero e si spatascia sulla strada è nel finale. Mi spiego: per duecento pagine Dimitri costruisce una stori che ha tantissimo potenziale, sostenuta da un personaggio interessantissimo, Ben, e da un'Alice meno memorabile ma comunque gradevole. Poi, nelle ultime 60 pagine, riesce abilmente a mandare in vacca tutto. Un grandissimo set-up che conduce a una delusione ancora più grande.

Peccato perché con un finale meno demente il romanzo mi sarebbe piaciuto.
Profile Image for Alice.
672 reviews12 followers
January 22, 2021
Premetto, come sempre, di non essere amante del genere e di avere difficoltà a rapportarmi con questo tipo di romanzi.
Forse per questo il mio giudizio non è dei più positivi.
Rivisitazione di Alice nel paese delle meraviglie in chiave fantasy steampunk.
Alice Liddell vive nella Londra vittoriana e fa l'antropologa. Decide di viaggiare attraverso la vaporità, che è considerata una potente sostanza in grado di alterare le percezioni e che circonda la città per raggiungere lo Steamland, un territorio dominato dalla vaporità.
Qui incontra una serie di personaggi, vive diverse avventure più o meno dolorose e scopre un mondo parallelo che non si sarebbe mai aspettata.
Parallelamente incontriamo Ben, giovane omossessuale affetto dalla sindrome di Alice nel paese delle meraviglie, caratterizzata da allucinazioni che colpiscono la percezione visiva.
Ben inizia a ricevere delle mail nelle quali, a puntate, è raccontata la storia di Alice e delle sue avventure.
La sua malattia sembra aggravarsi fino a non fargli più comprendere più quale sia la realtà, che si rivelerà di fatto sorprendentemente sconvolgente.
A mia opinione si tratta di una miscellanea di personaggi e insieme di riferimenti letterari troppo confusi che non mi ha consentito di rendere agevole la lettura.
Profile Image for Martina .
301 reviews1 follower
September 28, 2020
Se vi aspettate di trovare un riadattamento in chiave moderna di Alice nel paese delle Meraviglie, questo libro non fa per voi. Se siete delicati di stomaco e vi viene difficile leggere descrizioni a volte molto crude e disgustose, questo libro non fa per voi.
Mi sono imbattuta in questo libro per caso, non conoscevo l'autore e non conoscevo la trama; una volta letta però mi ha incuriosito. Seguiamo le (dis)avventure di una ragazza proveniente da una Londra futuristica con caratteristiche steampunk attraverso questo mondo della Vaporità chiamato anche Streamland. La storia è molto carina, a tratti cruda e tetra anche, e prende sin da subito perchè il mondo descritto dall'autore appare bizzarro e vive di (strane) leggi proprie.
Bello. Peccato che arrivati a 3/4 del libro la storia inizia ad ingarbugliarsi sempre di più fino ad arrivare ad un finale ancora più ingarbugliato. Avrei apprezzato una conclusione meno affrettata forse e, soprattutto, un approfondimento di Ben, personaggio preferito del libro.
Profile Image for Andrea Zanotti.
Author 31 books54 followers
August 11, 2019
Non è il primo romanzo di Dimitri che leggo e posso confermare che anche in questo caso la sua opera mi sia piaciuta molto. Ricordo ancora con soddisfazione quanto mi fosse piaciuto il suo Pan, e non era certo semplice eguagliarne il successo. Ebbene Dimitri ci riesce appieno. Ah, scordavo, Dimitri è anche saggista e mi sono gustato anche il suo ottimo Neopaganesimo, perché gli dèi sono tornati. In realtà, a dirla tutta, credo che Francesco Dimitri sia uno dei migliori autori italiani.
Lui, Luca Tarenzi e Alessandro Manzetti (ossia Caleb Battiago) scrivono i romanzi che più mi appagano e meritano di essere letti da tutti almeno una volta.
Tornando all’opera odierna, Alice nel paese della Vaporità, ci troviamo ad affrontare il viaggio di Alice al di fuori delle sicure mura di una Londra alternativa. La città è circondata delle steamland, ossia un luogo avvolto dal mistero e dalla vaportià appunto, una sostanza capace di sconvolgere i sensi, modificando percezioni e realtà.
Tutta la nostra mente è una nebbia che i Toltechi chiamano mitote. La mente è un sogno in cui migliaia di persone parlano allo stesso tempo e nessuno capisce. Ecco questa definizione offertaci da Don Miguel Ruiz, ma presente in molte scuole di pensiero esoterico, è la base sulla quale Dimitri costruisce le sue steamland, riuscendo a offrirci scenari finalmente originali nei quali la fantasia e l’intelletto possono trovare il loro habitat e dove realmente il sentore che possa accadere qualunque cosa pervade il lettore. Recensione completa su: https://www.scrittorindipendenti.com/...
Profile Image for Amaranth Chevalier.
290 reviews7 followers
September 16, 2013
Da http://labellaeilcavaliere.blogspot.i...

L'effetto è quello di allucinazione, estraniante. Le prime pagine, davvero, risultano stordenti. L'impressione è quella di aver iniziato due, forse anche tre, libri diversi passando dall'uno all'altro dopo un paio di pagine. Naturalmente non ci vuole molto a capire che di storie diverse si tratta: in Alice nel paese della Vaporità sono narrati due racconti, quello di Alice e quello di Ben. Inutile dire che sono storie legate tra loro, molto più di quanto si potrebbe immaginare.
Il problema è capire quale delle due appartenga alla realtà (almeno per me lo è stato), ma in fondo il gioco è proprio questo: Realtà, Fantasia, Allucinazione. E se volete un consiglio, uno buono, di quelli che darebbe il monaco Miyamoto, "lasciatevi andare".
In caso contrario, il rischio è di trovare il romanzo contorto e pesante. Io, però, mi sono lasciata convincere da Alice a partire; non mi è mai interessato davvero molto di Ben.
Alice vive in una Londra diversa da quella che conosciamo, collocata in un'epoca che, in parte, ricorda quella vittoriana, ma popolata di tecnologie (computer, steamgusci, …) a vapore. Ha ventinove anni, è un'antropologa, ma si annoia. Anzi, la sua è una noia dell'anima. Così prende la decisione di lanciarsi da un pallone aerostatico, oltre i muri che circondano Londra. Si tuffa e cade, attraverso la Vaporità, nella Steamland che, in sintesi, è tutta la regione che circonda la città. La Vaporità non è il vapore, ma il prodotto di scarico delle Antiche Tecnologie che mandano avanti la città e, ovviamente, viene gettato nella Steamland. La Vaporità si può cavalcare, ma è anche un allucinogeno: distorce le percezioni, muta la realtà continuamente. Inoltre, produce anche mutazioni corporee tali che gli abitanti della Steamland non sono umani, ma mutanti e (brutta parola, in alcuni casi) mostri.
Il primo tra questi è Chesy, il Diavolo dei Crocicchi. Egli appare e scompare pezzo per pezzo: dapprima è voce, poi ghigno, stivali, poncho e cappello. Vi ricorda qualcuno? Certo, il gatto del Cheshire, quello con cui l'Alice di Carroll scambia due chiacchiere. Anche la "nostra" Alice parla con Chesy e spesso, precisamente ogni volta che deve prendere una decisione. Le analogie con il romanzo di Carroll sono molte e sostenute egregiamente e con originalità fino alla fine. C'è persino il Coniglio; poteva mancare? Solo che questo Coniglio è un Mostro con la "M" maiuscola. Ogni suo movimento è violenza, le lunghe orecchie sono l'odore della Macchina della morte al servizio della Regina.
La Steamland è in pericolo o, forse c'è in gioco di più? È questo il motivo per cui Alice ha bisogno di Ben. Ben vive nella Londra di oggi. Legge manoscritti per lavoro e una notte si trova a leggere proprio questo romanzo: "Alice nel paese della Vaporità". Lascio a voi il piacere di scoprire gli altri nessi e svelare i misteri della storia.
Ho amato il tono solenne, tipico delle favole, e le descrizioni sinestetiche. Voluto o meno che fosse, ho apprezzato l'effetto allucinogeno delle prime pagine perché mi ha aiutato a immergermi più facilmente nella storia. Una pecca è forse il tono troppo crudo di alcuni passaggi finali che non ho trovato in sintonia con il resto del racconto, ma non è una cosa su cui non si possa sorvolare e d'altra parte è molto soggettiva.
Mentre leggevo il romanzo di Dimitri, ho pensato più di una volta di volerlo rileggere: sono convinta che abbia in serbo di più di quello che ho colto in questo frangente della mia vita, anche se sufficiente a farmelo apprezzare. Ci sono storie che fanno pensare, riflettere, che spingono a guardare, sentire, annusare il mondo in modo diverso, sotto altri Aspetti e Alice (mi concedo il privilegio di contrarre così il titolo) è una di queste.


Grazie a un gelato, due passi e un'amica.

Amaranth
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76 reviews
May 11, 2011
Devo dire di esserne rimasto parzialmente deluso, sopratutto dalle ultime 60 pagine. Parte bene, il libro, c'è da dire; però superata la prima parte, "introduttiva", in cui l'autore introduce un sacco di concetti interessanti (niente d'innovativo, ma comunque interessanti), quando inizia a spiegarsi, si perde un po, e le spiegazioni non mi hanno nemmeno convinto del tutto.

Il vero problema di Alice, secondo me, è che si basa quasi esclusivamente sulle elucubrazioni pseudo-filosofiche dell'autore: la storia di per se non è importante, sembra quasi un mero contenitore, che permetta a Dimitri di parlare delle sue idee. Il che non sarebbe un problema, se non fosse che tutto questo disquisire non porta a nulla: alla fine il lettore è più disorientato di quando aveva iniziato, e le teorie esposte nel libro non le ha capite. (almeno, vale per me)
Certo, ho trovato intrigante la storia di Carne, Incanto e Sogno, i tre Aspetti della Realtà (secondo Dimitri), tre punti di vista differenti su cosa sia la realtà. Finché si limita spiegare la Carne come il "mondo Materiale", l'Incanto come un mondo di Potenzialità non espresse (e qui ci potremmo ricollegare al Film Inception, volendo) ed il Sogno come quello che comunemente chiamiamo "mondo dei sogni" posso anche accettarlo, ma quando,
-spoier sulle ultime 70 pagine-
dopo l'incontro con il Profeta-delle-nebbie, e tutti si suoi discorsi sul Nulla, la non-esistenza, viene fuori che in realtà il Potenziale dell'Incanto è nullo perché loro non esistono, il Sogno è solo il riflesso dei sogni di Altri, e la Carne è solo un illusione, allora uno comincia a non capirci più nulla. E neppure a condividere le idee di Dimitri. Io Esisto, eccome, non sono l'ombra di qualcuno. Anzi, secondo Dimitri un Ombra generata delle interferenze di altri "Alberi" (altri mondi, secondo l'autore), un ombra fittizia, quindi non reale (porta come esempio le Ombre Cinesi, tanto per farci capire)
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575 reviews34 followers
August 1, 2012
Francesco Dimitri è un narratore di razza e"," al riguardo"," penso di non dire nulla di nuovo"," così come non c’è niente di nuovo nel notare quanto pesante fosse la sfida di un nuovo libro dopo l’incredibile successo di Pan"," anche se Alice era in realtà in “elaborazione” già prima di Pan stesso. Forse il primo errore che si possa fare affrontandone la lettura sta proprio nell’aspettarsi un seguito di Pan"," nello stile se non nella storia: Alice è un libro a sé che certamente si inserisce in un piccolo cosmo che l’autore sta pian piano creando"," ma che punta sicuramente a qualcosa di più ambizioso. Alice è"," per certi versi"," un non-romanzo o"," all’opposto"," l’archetipo del romanzo ed i suoi personaggi sono essi stessi archetipi che nascono dalla narrazione più comune e radicata: possono sembrare più abbozzati rispetto ai personaggi di Pan"," ma in Pan si muovevano personaggi “vivi”"," mentre qui ci troviamo di fronte alla loro voluta schematizzazione. Alice è un viaggio"," un tentativo di affrontare il tema di ciò che è reale"," di ciò che non lo è e"," soprattutto"," di QUANDO possiamo definire qualcosa come reale e qualcosa come irreale"," illusione o (ed uso volutamente queste parole) sogno ed incanto. E’ un libro che usa la narrazione come scusa per far sì che qualche lettore decida di sganciarsi dalla propria zavorra: una sfida che non molti sono pronti ad accogliere e"," prima ancora"," riconoscere. Un bel libro che"," se vogliamo"," sarebbe stato ancora migliore se avesse avuto più spazio a disposizione: devo dire che"," comunque"," Pan e La ragazza dei miei sogni mi avevano colpito in modo molto più “carnale”"," ma Alice è un altro tipo di libro ed ottiene un effetto diverso"," più avvolgente"," più sottile"," più metanarrativo che narrativo puro. Poi senza dubbio c’è chi apprezzerà ben poco ma non si può accontentare tutti ed anche qui sta il fascino: nello scoprire chi ne viene rapito e chi no.
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1,217 reviews17 followers
October 27, 2014
La cosa che mi ha maggiormente colpito, in negativo, di questo libro sono i personaggi.
Sembrano partire bene, come descrizione, poi eccolo: l'elemento ridicolo che ti fa rotolare a terra dal ridere.
L'esempio più lampante è il guerriero in perizoma e cinturone (ecco che si forma l'immagine di uno spartano in 300) e... orecchie da orso.
Ma sul serio?? Mi metti delle orecchiette da teddy bear su uno spartano?
E il coniglio bianco alto come la luna e le stelle? Che significa?
La prima parte del libro ammetto che è abbastanza interessante, anche se con evidenti errori di narrazione, come il vedere il volto di una persona che è girata di spalle.
Poi arriva la Vaporità, la violenza, le scene macabre, gli stupri ripetuti, altri personaggi ridicoli e discorso filosofici che sinceramente non ho capito.
Non mi reputo un genio, ma neanche una cretina, e purtroppo non sono riuscita a seguirli.
E i punti interrogativi e i puntini di sospensione. Ovunque, in una facciata avrò contato una decina di punti interrogativi, perchè nemmeno l'autore stesso sa cosa deve raccontare.
Altro elemento che fa sghignazzare è lo steampunk: per l'autore basta appioppare il prefisso steam a qualsiasi cosa ed ecco lo steampunk.
Lo steamguscio, lo steamcomputer e via dicendo, però verso la fine non sono più steampunk evidentemente, perchè ecco i monitor dei computer e le radio a valvole.
E io a ridere, pensando all'ispettore Gadget.
Sconsigliato, a meno che non vogliate ridere.
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68 reviews1 follower
June 3, 2021
"Alice nel paese della vaporità" di Francesco Dimitri.

L’inizio mi ha causato confusione, ma a libro finito posso capire come sia stato necessario.

Lo stile dell’autore è conciso, senza troppi fronzoli. Alterna in modo consapevole le descrizioni con i dialoghi, ma non risulta mai pesante.
Inizia fin da subito a descrivere la città in cui si svolge la storia di Alice, evidenziando bene quali sono gli aspetti principali, senza esplicitarli subito. Va a rivelarli pari passo con il percorso che la nostra protagonista sta esplorando e nel frattempo compaiono anche dei personaggi basati su Wonderland ma adattati al contesto, rendendoli inquietanti ed eccentrici.
Essere nello Steamland con Alice porta con sé una sensazione di sconforto mischiata con un’aspettativa molto alta nel trovare qualcosa e al contempo avere il terrore di essere trovati da qualcosa.
Il punto di vista di Ben porta con sé cambiamenti spazio-temporali e un passato disastroso. Il collegamento con Alice viene fatto sapere subito ed è così semplice e ben gestito che non lascia ai readers nessun dubbio. Nel frattempo compaiono altri personaggi legati alla favola di Carroll e inizia a strutturarsi una trama più complessa, con molteplici fili da seguire.

Mi è piaciuta particolarmente la confusione che ho provato durante la lettura, è stato per me un elemento nuovo e gradito.
Profile Image for Eustachio.
703 reviews72 followers
May 25, 2012
Non è giusto paragonare Alice a Pan.
Non è giusto neanche paragonare questa Alice all'Alice originale, perché in comune hanno davvero poco.
È ancora più ingiusto paragonare l'Alice di Dimitri a quella di Burton, ma entrambi fanno lo stesso errore: cercano di dare senso a una storia che di senso non ne ha, e ne fanno delle rivisitazioni deludenti.
Ma non è giusto fare paragoni, e quindi non li farò. Che dire, obiettivamente, di Alice nel paese della Vaporità?
È una storia opaca. La parte che mi interessava, quella di Ben, ha pochissimo spazio, mentre quella di Alice va avanti ripercorrendo le tappe di un qualsiasi fantasy - se c'è una differenza questa è nell'ambientazione, che però è tutta Vaporità e tecnorifiuti con una Londra solo accennata, e quindi non dà grandi soddisfazioni.
I personaggi hanno poco da dire. Tutta la storia, in effetti, ha poco da dire: la risoluzione finale è originale, perché no?, ma a conti fatti guardo questo libro e penso: E con ciò?
Profile Image for ringoallavaniglia.
233 reviews22 followers
November 19, 2012


Ero prevenuta, lo ammetto. Parecchio prevenuta. Ho amato molto Pan, quindi quando ho saputo che Dimitri stava scrivendo Alice ho pensato che stesse cercando di ripetersi, e si sa che difficilmente è possibile.
Ho abbandonato i miei pregiudizi insieme all'altro libro che stavo leggendo appena Alice si è messa in viaggio per la Steamland. E io con lei.

Come Pan c'entrava un pò con Peter Pan, anche Alice con Alice nel paese delle meraviglie ma in modo completamente diverso. Non mi sento di dire altro sul libro perchè è complesso, spiazzante ed unico. Semplicemente va letto. Spero che Dimitri continui a scrivere e a migliorarsi, ma soprattutto a farci "viaggiare", ad unire la nostra immaginazione con la sua.
Chissà perchè in qualsiasi versione di Alice, scritta o cinematografica, alla fine il personaggio che mi colpisce di più è sempre lo Stregatto. Sarà colpa del ghigno? Tutte le volte che vedo un quarto di luna ci penso ^^
Profile Image for _Oblivia.
116 reviews4 followers
January 20, 2011
io adoro quest'uomo *-* cioè davvero.. è un genio...
riporto solo la descrizione del coniglio.. perchè merita.. e perchè mi ricorda i conigli lungo il fiume, di fronte a casa mia +__+

Il coniglio era immenso, più alto della luna e delle stelle. I peli bianchi, folti, erano una foresta che nascondeva pericoli senza nome. E non era neanche questo il peggio. Il peggio era il modo in cui la vaporità amplificava quello che lui era. Ogni movimento era violenza, visioni di ossa spezzate, interiora mosse dal vento come bandiere. Ogni pelo era un grido, l'urlo di chi vede arrivare una morte atroce. Le zampe erano sapore di sangue marcio, le lunghe orecchie erano 'odore della Macchina della morte.

+___________+
Profile Image for Sam.
51 reviews3 followers
May 5, 2016
Dimitri ha la straordinaria capacità di mischiare il mito con l'ordinario, la leggenda con la vita di tutti i giorni, in un turbinare di elementi che ti travolge.
E' come buttarsi nel vuoto, aspettandosi di trovare il nulla per centinaia e centinaia di metri, invece dopo nemmeno un secondo scopri di essere immerso nell'acqua, cominci a nuotare, e ti accorgi solo durante che non è solo acqua, quella a cui sei dentro, e non puoi fare altro che continuare a leggere, sperando che non finisca.
Profile Image for Laura.
135 reviews7 followers
March 1, 2017
Questo libro non mi ha convinto, dovrebbe essere una trasposizione di Alice nel paese delle meraviglie ma è tutt'altra cosa.
Alice è una eroina antipatica, con cui è difficile immedesimarsi e ho trovato tutto il libro confuso ( vista la vaporità magari l'effetto era voluto) trama zoppicante e ho trovato difficoltà ad arrivare in fondo...
Non sono molto soddisfatta !!
Profile Image for Gabriele.
28 reviews
September 3, 2016
Deprecabile. Sicuramente il peggior libro steampunk che abbia mai letto in vita mia, e di sicuro nella top 5 dei peggiori libri che abbia letto in genere. Credo che non riuscirò a darlo via nemmeno in book crossing
Profile Image for Fabrizio Valenza.
Author 65 books36 followers
July 22, 2012
Un romanzo a tesi, dalla buona scrittura, ma dal noioso e confuso evolversi degli eventi. Alcune trovate sono interessanti.
In ogni caso merita un commento più approfondito, che non mancherò di inserire.
Profile Image for cherondimonio.
14 reviews19 followers
May 25, 2015
(questa non è una recensione costruttiva)

Questo libro è semplicemente così brutto che non si merita nulla.
Mi sento quasi presa in giro dall'essere stata presa all'esca da una cosa simile durante la mia fase steampunk.
Sul serio, no.
Profile Image for Valentina.
171 reviews20 followers
gave-up-on
September 9, 2016
Abbandonato dopo 30 pagine. Non ho mai abbandonato un libro così tanto velocemente, ma non ho potuto sopportare un comportamento tanto stupido della protagonista. Non so se lo terrò e ci riproverò o se semplicemente lo darò via e mi dimenticherò della sua esistenza. Una delusione enorme.
Profile Image for Jaq.
329 reviews37 followers
July 28, 2016
Bella rivisitazione. Originale e non troppo fiabesca, anzi quasi per niente.
L'idea della Vaporitá la trovo semplicemente stupenda.
Profile Image for Hypatia 'Free Palestine, Stop Genocide'.
337 reviews25 followers
December 21, 2023
Sono un po’ combattuta sul giudizio da dare su questo libro.

Si può capire già dal titolo che Alice nel Paese della Vaporità fa riferimento al celeberrimo romanzo di Lewis Carroll, che sembra voler essere rivisto in chiave steampunk, un’idea che trovo molto interessante.

In realtà, non c’è molto della storia inventata da Carroll durante una gita in barca con le tre sorelline Liddell, una delle quali è la Alice che ha ispirato il suo racconto.
C’è il nome, Alice, e anche il cognome: qui la nostra Alice si chiama davvero Liddell e c’è anche un riferimento alla famosa gita in barca, segno che l’autore ha studiato la materia.
Della storia originale però non resta molto, se non l’idea di un viaggio in un Paese dalle regole sovvertite e qualche personaggio rivisto in chiave dark.

Il libro di Dimitri ha anche una storia nella storia, perché la storia di Alice in realtà è un racconto letto da Ben, giovane londinese affetto dalla Sindrome di Alice nel Paese delle Meraviglie (che non sapevo esistesse), una malattia che provoca allucinazioni.
Ma quale storia è reale e quale invece è il racconto? O sono reali entrambe?

I capitoli iniziali sono un po’ troppo criptici e mi hanno quasi respinta nella lettura, ma proseguendo mi sono lasciata prendere e devo ammettere che la prima parte del libro mi è piaciuta molto: fluida, con riferimenti che mi hanno divertita, da Indiana Jones e il Tempio Maledetto a Il Signore degli Anelli, e, soprattutto, intrigante al punto giusto, con interrogativi che richiedono risposte

Quando però la violenza si innalza a picchi piuttosto alti e le spiegazioni tanto attese non arrivano, o meglio, ne arrivano altre, diverse, filosofeggianti e a tratti non molto chiare (nebbiose direi, tanto per restare in tema), il libro si perde.

Finito il romanzo, che però non sembra abbia una fine vera e propria, ma dà l’impressione di voler continuare una serie, mi sono domandata se mi fosse sfuggito qualcosa, perciò sono andata a fare un po’ di ricerca.
Non è una serie, non c’è un seguito (il che rende il finale un po’ troppo aperto e quindi deludente), ma soprattutto, dai commenti di altri, scopro che bisognerebbe leggere questo libro dopo un altro dell’autore, intitolato Pan.
Un libro che Alice trova nella sua storia, un libro che le procura una strana inquietudine, un libro che io credevo sarebbe stato spiegato più avanti, o forse che fosse Peter Pan, qualcosa che non ho capito e che solo ora mi spiego.

Non credo comunque che lo leggerò, non mi interessa approfondire in un altro modo le spiegazioni che l’autore dà, perché in realtà io avrei voluto scoprire altre cose, forse avrei voluto una storia diversa o forse mi dà fastidio l’autocitazione, la trovo imbarazzante.

Non boccio del tutto il libro, perché la prima parte mi è piaciuta, ma la parabola discendente che assume fa pendere il mio giudizio sul ‘no’ anziché sul ‘sì’
Profile Image for Roby_Hood_.
277 reviews16 followers
August 14, 2018
Una sfida di lettura a cui sto partecipando mi richiede di leggere la rivisitazione di un classico, per cui spinta un po’ dai commenti positivi e dalla bella immagine in copertina, ho scelto di leggere “Alice nel paese della vaporità”. Ebbene, me ne sono pentita amaramente!
Innanzitutto è inutile che io continui ad intestardirmi a concedermi qualche volta la lettura di fantasy, perché proprio non c’è verso che riesca a farmi piacere questo genere, e posso contare sulla dita di una mano i romanzi che posso dire di aver tollerato.
Seconda cosa questo romanzo a me proprio ha fatto schifo e mi scuso per il termine forte, ma non saprei come altro definire quello che ho provato durante la lettura. Schifo non solo per certe descrizioni nauseabonde (mi riferisco a quando Alice giunge a Samarcanda nascosta in una macchina raccogli-cadaveri in avanzato stato di putrefazione), ma anche quando qua e là, nel tentativo da parte di Alice di comprendere cos’è Steamland, vengono fatte allusioni alla religione cattolica, che ho sentito al limite della blasfemia, urtando alquanto la mia fede religiosa.
Orribile poi tutto l’impianto narrativo, sinceramente non ho capito niente o forse non c’è proprio niente da capire, il tutto l’ho trovato un’accumulo di parole, giustapposte fra loro, senza alcun senso logico né sintattico; un’accozzaglia di immagini frutto o di una fervidissima immaginazione o della vaporità stessa, senza uno stile definito o per lo meno io non sono riuscita a inquadrarlo e non saprei dire quale sia.
Della “Alice nel paese delle meraviglie” di Caroll sinceramente ho trovato poco o niente e ne sono rimasta delusa perché mi aspettavo qualcosa d’altro, probabilmente di ritrovarvi in maniera più esplicita la trama dell’originale.
Poi che dire, non conosco l’autore ed è il suo primo romanzo che leggo, per cui se la critica lo definisce un grande del fantasy italiano probabilmente sarà anche vero, non lo so e di sicuro non andrò a leggere altri suoi testi per sincerarmene; se questo romanzo viene definito come stupendo e meraviglioso che non può mancare fra gli scaffali della propria libreria, alzo le mani, perché probabilmente il non averlo capito e anzi l’averne provato ribrezzo è un limite tutto mio, ma sicuramente nella mia libreria dei cartacei questo romanzo non ci entrerà mai.
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