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Il romanzo di Mussolini #1

M, o filho do século

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Narrativa surpreendente conta a ascensão do fascismo sob a ótica de Mussolini

Com mais de 250 mil exemplares vendidos na Itália, M, o filho do século foi laureado com o Prêmio Strega, o mais importante da literatura italiana.

O romance M, o filho do século conta em trama eletrizante a história de Mussolini e sua ascensão de agitador político a líder do fascismo sob a perspectiva do ditador e de seus íntimos, durante o período de 1919 até 1925. Valendo-se de vasta base documental, Antonio Scurati traz uma narrativa totalmente calcada na realidade, porém elaborada com os recursos que fazem com que o leitor entre na mente dos grandes personagens da ascensão do fascismo, compreenda todo o clima da época e assista a tudo como se lá estivesse.

Muitas vezes irônico, ácido e — por que não? — irreverente, Scurati brinda o leitor com uma premiada obra-prima que em diversos momentos assume ares de roteiro de filme. Mas nem por isso o autor atenua fatos ou banaliza atrocidades. Ao aproximar o leitor de um dos maiores ditadores do século XX, mostrando também seus percalços, mazelas e habilidades, Scurati revela como a história é definida por pessoas em última análise comuns, com o consentimento — ou ignorância — de pessoas comuns.

851 pages, Kindle Edition

First published September 12, 2018

2001 people are currently reading
12819 people want to read

About the author

Antonio Scurati

36 books402 followers
Docente e ricercatore all'Università Statale di Bergamo, coordina il Centro studi sui linguaggi della guerra e della violenza. Sempre presso l'Università Statale di Bergamo insegna Teorie e tecniche del linguaggio televisivo. Nel 2005 Scurati diviene Ricercatore in Cinema, Fotografia, Televisione. Nel 2008 si trasferisce alla Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano, dove svolge l'attività di ricercatore e docente titolare nell'ambito del Laboratorio di Scrittura Creativa e del Laboratorio di Oralità e Retorica.

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Profile Image for Tanabrus.
1,976 reviews186 followers
December 22, 2018
Un libro interessante e inquietante.

Una piccola premessa sugli errori presenti nel testo: ho letto di persone che a causa loro hanno scelto di non leggere il libro, e di altre che invece reputano questa polemica sulle inaccuratezze come sterile e inutile.
Allora, per come la vedo io non si tratta assolutamente di inezie: se alcune cose possono essere disattenzioni sfuggite alle revisioni (penso all'attribuzione a Carducci di un discorso di Pascoli, o a un ragazzo che si rivolge a Croce chiamandolo professore) altre sono oggettivamente gravi: la data di Caporetto nelle prime pagine, per esempio, o la data di una lettera che avrebbe ampliato enormemente la vita del suo scrittore, o anche gli ormai famosi elettricisti a teatro a fine 800 e le telescriventi a Roma all'alba del Fascismo. Sono errori ancor più gravi alla luce della prefazione, che sapendo ciò assume sfumature quasi ridicole: "Fatti e personaggi di questo romanzo documentario non sono frutto della fantasia dell'autore. Al contrario, ogni singolo accadimento, personaggio, dialogo o discorso qui narrato è storicamente documentato e/o autorevolmente testimoniato da più di una fonte."
Una premessa che personalmente mi lascia tranquillamente passare sopra alcune cose, ma altre come le date no: fa risaltare maggiormente l'errore.

Detto ciò, però, trovo anche supponente ed eccessiva la reazione di chi dice "ci sono questi errori, non lo leggo". Ci sono questi errori, vero, ma alla fine non intaccano il libro. Lo gravano dell'ombra dell'inacuratezza storica in fase di editing (ed è grave per lo scopo che ci si prefigge) ma non inficiano la storia che viene narrata.
Non ho letto accuse di aver stravolto i fatti, i discorsi, i personaggi.
Che sono il cuore del romanzo.

Un romanzo che ci mostra l'Italia nel 1919, seguendo il percorso politico di Mussolini fino al famoso discorso sul suo addossarsi ogni responsabiità per quanto fatto dal fascismo, in seguito all'omicidio Matteotti e alla secessione dell'Aventino.
Cinque anni che vedono profonde trasformazioni in Italia, tutte illustrate da queste pagine.

Si respira l'aria pesante della "vittoria mutilata", il malcontento serpeggiante tra quanti avessero combattuto nella prima guerra mondiale ritrovandosi defraudati di quanto in precedenza promesso loro sia dallo Stato che dalle nazioni estere, con Fiume che assurge a simbolo di questa vittoria mutilata. E con D'Annunzio suo profeta, un D'Annunzio che a scuola avevo sempre visto come un personaggio secondario e folkloristico affiancato al fascismo, e che invece scopro esserne stato quasi un padre involontario nonché poi a lungo quasi avversario, essendo per buona parte del tempo lui e Mussolini le due alternative cui i reduci potevano guardare in cerca di una guida.
Un Mussolini agli albori che si affianca al famoso poeta guerriero che ammaestra le masse e le muove, dal quale impara molto prima di staccarsene.

Respiriamo l'aria di precarietà avvertita dalla nazione al cospetto delle rivoluzioni rosse che si espandono dalla Russia Leninista, e dal rischio incipiente di una rivoluzione socialista in Italia: gli scioperi e le lotte operaie e contadine, ma anche le violenze perpetrate. Violenze che generano altre violenze, in questo caso dando modo a un movimento irrisorio e ininfluente di crescere spalleggiato da Stato, forze dell'ordine e agrari in cerca di un modo per arginare la marea rossa.

Assistiamo all'inasprirsi degli scontri, da entrambe le parti, anche se chiaramente una folla disperata di proletari reduci da una vita di oppressione non possono minimamente competere con gruppi organizzati di reduci militari e di delinquenti armati e spalleggiati dalla connivenza di polizia ed esercito, lo scontro è impari e l'esito a queste condizioni è scontato.

Si rimarca molto la provenienza socialista di Mussolini, il motivo della sua cacciata, il suo cercare di ricongiungersi con i vecchi compagni mescolando fascismo (allora ancora prevalentemente interventismo e onore per i reduci di guerra) con le tematiche socialiste e proletarie, si arriverà addirittura alla creazione di una Ceka!
E a lungo Mussolini si dibatterà tra tentativi di riconciliazione e svolta a destra, alla ricerca degli appoggi e dei numeri che gli servono.

E si mostra anche l'inettitudine di politici più ansiosi di mantenere le poltrone che di fermare una situazione che sta sfuggendo di mano, tra giochi di potere nei partiti, scissioni interne, intrighi di palazzo e miopia.

La parte veramente inquietante è ritrovare nel libro situazioni di oggi.
E non mi riferisco tanto alle frammentazioni dell'ala socialista, che nel momento topico si frammenta in più fazioni avverse tra di loro favorendo il gioco del nemico.
No, mi riferisco al carattere "fluido" del primo fascismo, quello che non aveva precise linee guida per essere meglio pronto a adattarsi a tutte le possibilità, quello malleabile per potersi alleare alla bisogna con chiunque, quello pronto al bipensiero gridando oggi una cosa e rinnegandola il giorno dopo, quello che bastona mentre predica contro la violenza.
Mi riferisco a chi in Parlamento replica alle accuse dettagliate e comprovate di Matteotti gridando un semplice "Questo lo dice lei".
Mi riferisco a chi ai fatti antepone i proclami e le grida, falsifica i bilanci raccontando di aver raggiunto il pareggio, compie misfatti e silenzia i giornali non sudditi perché non si sappia, accusa chi lo attacca di manipolare la realtà.

Queste sono le cose che mi inquietano. Questi parallelismi.
Per fortuna non siamo certo in una situazione di guerra civile, non girano squadre di avanzi di galera armati di bastoni, non ci sono truppe di ex soldati armati di pistola, pugnale e bombe a mano pronte a far fuoco sugli avversari politici. Ma non abbiamo avuto nemmeno un biennio di scioperi ad oltranza, sommosse contadine e operaie contro i datori di lavoro, la minaccia costante di una rivoluzione comunista pronta a scattare e che non arriva mai.
Le circostanze cambiano, con esse cambiano le forme che gli eventi assumono.
Ma la sostanza di base rimane, e la paura è data dal trovare parecchi punti di contatto nell'oggi con questo ieri di un secolo fa.
Profile Image for paper0r0ss0.
648 reviews57 followers
August 18, 2021
Questo libro e' fondamentale. Tralasciamo le sterili polemichette di professoroni o professorini sui refusi o sulle citazioni non corrette, niente che un editing non possa sanare. La sostanza e' un'altra: questo libro e' fondamentale perche' riesce nell'intento di restituire lo Spirito di un'epoca, riesce a delineare, attraverso la parabola di un personaggio complesso come Mussolini, la genesi di una dittatura. Il Fascismo non nasce per caso, non si presenta come un mostro apparso dal nulla. La complicita', la miseria intellettuale, la codardia, la violenza, la stupidita' politica, l'arroganza di intere classi sociali e politiche e di ampie fasce di popolazione, hanno prodotto il nefasto risultato finale. Si stenta a credere quanto 'facilmente' si sarebbe potuto far prendere un'altra strada agli eventi, perlomeno in uno Stato normale. Ma l'Italia degli anni successivi alla Grande Guerra evidentemente normale non era. A tutto questo va aggiunta la qualita' di scrittura, ottocento e passa pagine scritte con capacita' non comune.
Profile Image for Marc.
3,404 reviews1,878 followers
March 23, 2022
"About twenty dead and sixty wounded from Trieste to Apulia, from morning to evening. Undoubtedly, it was a period of promising, astonishing development."

Long ago, as a history student I made a Master's thesis on a subject from the period between the two world wars. What always struck me was the enormous, almost feverish intensity with which people uttered their views and opinions in those days. The massacre of World War I, and the hope that it would not stay meaningless, had unleashed a huge ideological fire and sent an entire generation into truly revolutionary waters. In the confusing times immediately after the war, left-wing and right-wing ideas intertwined, often in the same person. This also explains why many people made the switch back and forth rather easily and took a completely different ideological position with just as much fervor. And the brutal violence of war itself and the frustrations that had arisen also explain why the threshold to use violence was so low, both left and right.

This thought came to my mind while reading this book. Antonio Scurati (° 1969) strikingly evokes the period 1919-1924 when Italy was brimming with revolutionary organizations, chaotic strikes and violent confrontations. It was the ideal breeding ground for ideologically very agile persons such as Mussolini, who also had a psychopathological predilection for radical, violent acts, fueled by the (false) heroism of the trenches. Scurati brings it to life by presenting a mosaic of perspectives and episodes, that has a fictional slant but is based on historical sources, even citing original documents like letters, police reports and journal articles. It's not really a novel, more a sort of docu-fiction.

The protagonist of course is 'M.', Benito Mussolini, the son of a blacksmith in Northern Italy. He had played a role in the socialist movement before the war, but was then radicalized and clearly walking his own ideological path after the war, based on a cocktail of very diverse influences. But let's say he was mainly driven by an animalistic urge for power, and a predilection for decisive action, preferably with brutal violence. Scurati's portrait of Mussolini is effective in that it gives you an authentic picture of the cunning way in which Mussolini fought his way to the top through that turbulent period. He aptly points out how shaky his position repeatedly was in this period: in 1919 the fascist movement was barely alive, but it managed to gain support from the middle class and big business through violent resistance against the factory occupations and general strikes of the socialists; in 1922 his march on Rome was a very risky gamble that almost failed, but by deft maneuvering and bluffing, Mussolini managed to break liberal and conservative resistance and win the prime ministership; and in 1924 his regime was on the verge of breakdown after the brutal murder he ordered of the only remaining opponent, Giacomo Matteoti, but again Mussolini managed to gain the upper hand through rhetorical mastery and the hesitations of the remaining opposition. Even admired philosophers and literati like Benedetto Croce and Luigi Pirandello bowed down for so much bravado. Scurati does not hesitate to emphasize that it mainly was the restraint of democratic forces that paved the way for the fascist dictatorship.

This is all extremely interesting, with of course a great many parallels with the advancing populism and threats to democracy in our time. Still, reading this book is a daunting task. There is not only the size (more than 800 pages), but also the constantly changing perspectives, the detailed account of events, and the somewhat archaic-bombastic style (in line with the swollen language of the age). It takes a lot of persistence from the reader. This book is a great achievement by Scurati, without a doubt, but not a bedside read.
Profile Image for Come Musica.
2,025 reviews607 followers
February 6, 2025
Ci sono degli errori, ok.
Ma questi non sminuiscono la potenza di questo libro!

M. Il figlio del secolo - serie TV (19 gennaio 2024)
Ho iniziato a vedere la serie TV (i primi quattro episodi). Marinelli è straordinario.
Il regista ha colto l’essenza del libro.
Non dico che il libro sia migliore della serie. Ma se la serie è l’espediente per leggere questo romanzo potentissimo, insieme agli altri volumi, ben venga.
Profile Image for Ilenia Zodiaco.
278 reviews17.3k followers
Read
May 14, 2019
Abbandonato perché:
1) noia per l'andamento cronachistico
2) fastidio generale verso i contenuti e del modo in cui sono stati presentati (D'Annunzio che fa svenire le donne su tutto).
3) non capisco quale sia il punto
Profile Image for Dagio_maya .
1,073 reviews338 followers
Want to read
November 22, 2018


[ Index librorum prohibitorum ]

Che sia ben chiaro: questo libro non l’ho letto.
Ho la versione digitale che non ho neppure caricato sul mio e-reader ma gli ho dato una scorsa da pc.
Diciamo che Scurati “non è nelle mie corde”…

Diciamo che un viaggio nel passato è maggiormente significativo per chi oggi ha mitizzato una dittatura (ma chi la chiama mai col suo nome? Meglio dire “governo fascista”, o no?).


Recentemente sono tornata nella città dell’hinterland milanese in cui ho vissuto vent’anni della mia vita e in cui sono stata parte attiva del territorio.
Appena arrivata ho chiamato una cara amica che non vedevo da tempo e ci siamo date appuntamento per un aperitivo al centro culturale cittadino, cuore pulsante e fiore all’occhiello della passata amministrazione che si è distinta per essere tra le poche ad investire in quella area misconosciuta chiamata “cultura”.
Tra una patatina ed un sorso di spritz ce la siamo raccontata su varie cose.
Così vengo a conoscenza di un recente fatto cittadino che mi ha lasciato a bocca aperta.
In poche parole: l’Amministrazione Comunale – nella persona di una determinata consigliera- ha messo il fermo sulla disponibilità di spazi all’interno del centro culturale per uno dei gruppi di lettura sostenendo che le scelte sui libri non sono sufficienti per coinvolgere la popolazione (sic!).
La mia amica mi dice che si vocifera che il vero nodo sia stato in merito alla scelta di uno dei temi per questo prossimo anno: i migranti…
Vero o no rimane la gravità assoluta del fatto.
E non finisce così: c’è stato una naturale volontà delle persone di protestare ed in seguito alla manifestazione il Sindaco ha chiuso a doppia mandata il portone Comunale come se fosse quello della sua privata residenza.
Questa la sua dichiarazione a riguardo:

”“Con la manifestazione di ieri, il responsabile del Gruppo di Lettura si è giocato la carta del dialogo. Avrei dovuto incontrare il conduttore ****** questa settimana, l’appuntamento era già stato fissato in agenda per mercoledì 14 novembre. Ora non ha alcun senso incontrarlo; organizzando la protesta, ancora una volta, ha deciso lui di scrivere la parola fine a questa storia”, ha detto **** in una nota, diffusa anche sulla pagina Facebook istituzionale del Comune.”

No il fascismo non sta tornando, dicono alcuni.
E’ vero se pensiamo che quello che circola non è un solido sistema di pensiero ma un viscido serpente a doppia testa e doppia coda.
Il fascismo si è frantumata e dalle schegge si sono generate altre camaleontiche forme.
Se nei palazzi di governo e nelle amministrazioni comunali si sta asfaltando una strada rettilinea e a senso unico, dai social si riversa odio puro che entra nei bar, cammina a testa alta nelle strade e si siede tranquillamente alla nostra tavola.

Non mi viene più da ridere.
La situazione è molto grave e il libro di Scurati non lo leggo.

PS1- Credo di aver dato abbastanza coordinate a chi risiede nel milanese per poter individuare la città a cui mi sono riferita. Non ho fatto citazione dirette solo perché non è fondamentale il dove stia succedendo ma la dinamica di come si svolgono queste cose….





Profile Image for Pavel Nedelcu.
483 reviews118 followers
April 25, 2024
"L'EROE DELLA STANCHEZZA"

La prosa de Scurati sta a metà tra narrativa e saggio storico. Da una parte fa parlare i molteplici documenti dell'epoca. Dall'altra, interviene creando scene basate su quei documenti, scene che riescono a dipingere l'interiorità dei protagonisti dell'epoca, i loro pensieri e le loro interazioni.

Trovare questo punto di incontro non è facile, ed è ciò che, credo, fa apprezzare così tanto la trilogia di M. In questo primo volume si va dalla costituzione dei Fasci di combattimento fino alla marcia su Roma e alla creazione di una maggioranza fascista in Parlamento.

Ciò che colpisce sono le circostanze in cui Mussolini arrivò al potere, la molteplicità di cause ed effetti che portò alla sua vittoria sugli avversari: la spietatezza dei fascisti, da un lato, generalmente arditi (fanteria dell'esercito durante la Prima Guerra) o comunque soldati che non riescono a vivere più una vita "normale", che non presupponga l'azione, la violenza, dall'altro l'inappetenza dei vari socialismi e comunismi, che non riescono mai davvero né a cooperare politicamente, né a costituire una vera e propria Rivoluzione.

Sullo sfondo, D'annunzio, la sua impresa di Fiume, la sua stanchezza e lunaticità. La sua incapacità di guidare un movimento nonostante la continua volontà di lanciarsi in imprese grandiose che possano alimentare continuamente il suo ego smisurato.

Su tutto, impera la retorica. Si può dire che si tratti dell'ultima epoca della retorica, in cui nei discorsi tutti credevano ciecamente mentre i fatti erano, certamente, molto diversi. Mussolini e D'annunzio hanno, entrambi, la capacità di ammaliare il pubblico con un solo discorso improvvisato.

Ciò che tuttavia distingue Mussolini da tutti gli altri è la dissimulazione: è capace di promettere qualsiasi cosa e di risultare sempre credibile. Bleffa di continuo, tesse intorno a sé una rete di bugie e manipolazioni con cui riesce a tenere tutti in pugno. Poi, quando meno te lo aspetti, tradisce. Quando il vento cambia e i compromessi non reggono più, si salva calpestando sui cadaveri.

Ecco, credo che nessuno come Scurati, nemmeno la scuola pubblica, non i classici manuali di storia, non i libri accademici sull'argomento, nessuno è mai riuscito a realizzare un ritratto così completo e reale, così pieno di sfumature e di umanità, dell'epoca 1919-1924 e dei suoi protagonisti.
Profile Image for Nood-Lesse.
410 reviews303 followers
May 24, 2023
#M1

L’ammirazione e la paura sono sempre un po’ parenti

Avevo letto il padre infedele e mi era parso il romanzo di uno scrittore che non aveva l’abitudine di leggere. Chissà se a Scurati piaccia leggere i romanzi, sicuramente è uno che non si tira indietro di fronte alle carte, di quelle deve averne lette parecchie per allestire il suo M. Il figlio del secolo. Deve aver spulciato quotidiani, dispacci, decreti e corrispondenze private. Deve aver vagliato atti processuali e programmi elettorali. Dietro a questo libro c’è una documentazione pluriennale, è un romanzo innestato nella storia del nostro paese. Le licenze di Scurati sono credibili grazie ad un linguaggio da Istituto Luce, ad una prosa tardo ottocentesca. I punti di sutura fra storia e romanzo non sono in rilievo, le cicatrici sono delle macchie opache. La narrazione inizia nel marzo 1919, la mia lettura è iniziata cento anni esatti più tardi.

(Ho iniziato M. stamani. Sono soddisfatto, ho temuto fosse tutto in prima persona come il primo capitolo, invece ha virato in una benefica narrazione in terza. Scurati l’avevo bandito dopo un libro di narrativa, trovo invece che questa forma storico/romanzata gli si addica parecchio e che gli dia modo di sfoggiare un lessico ricco, vetusto, ricercato, appropriato. Mi son segnato dei Caimani del Piave, incursori che avevano la fama di gettarsi nudi in acqua di notte per scuoiare i nemici sull’altra sponda. Sono di fronte al problema dei reduci, sempre lo stesso dopo qualsiasi guerra. Su quelli del Vietnam Hollywood ha girato centinaia di pellicole, degli Arditi conoscevo solo il nome, non sapevo quando e come avessero operato).

Il fascismo l’ho studiato sommariamente a scuola, ricordo principalmente i racconti di mio nonno, nato nel settembre del 1922. Tutto ciò che c’è nel libro è precedente a quei racconti, la narrazione si interromperà a gennaio del 1925 e non sarà dato sapere della sorte dei personaggi principali di cui vengono raccontate le gesta. Non ho resistito alla tentazione di vedere le date che hanno delimitato la loro esistenza

Benito Mussolini (Dovia di Predappio, 29 luglio 1883 – Giulino, 28 aprile 1945)

Margherita Sarfatti, (Venezia, 8 aprile 1880 – Cavallasca, 30 ottobre 1961)

Italo Balbo (Quartesana, 6 giugno 1896 – Tobruch, 28 giugno 1940)

Roberto Farinacci (Isernia, 16 ottobre 1892 – Vimercate, 28 aprile 1945)

Nicolò Bombacci, (Civitella di Romagna, 24 ottobre 1879 – Dongo, 28 aprile 1945),

Gabriele D'Annunzio (Pescara, 12 marzo 1863 – Gardone Riviera, 1º marzo 1938)

Albino Volpi (Lodi, 21 settembre 1889 - Milano, 7 agosto 1939)

Amerigo Dùmini (Saint Louis, 4 aprile 1894 – Roma, 25 dicembre 1967)

Leandro Arpinati (Civitella di Romagna, 29 febbraio 1892 – Argelato, 22 aprile 1945)

Filippo Turati (Canzo, 26 novembre 1857 – Parigi, 29 marzo 1932)

L’unico di cui viene comunicata la data di morte è colui che viene ucciso in quegli anni
Giacomo Matteotti (Fratta Polesine, 22 maggio 1885 – Roma, 10 giugno 1924)

La vita di ciascuno di noi è incasellata in quelle due date: la prima la ripetiamo centinaia di volte, la seconda sarà affidata ai nostri custodi, se mai ne avremo.
Gravidanza, nascita, infanzia e adolescenza del fascismo. Scurati si occuperà anche di maturità senilità e morte in un secondo libro? Questa che ho letto non è un’apologia, non è un omaggio al figlio del fabbro di Predappio, è un libro che aiuta a capire come si evolsero gli eventi che lo portarono a Palazzo Chigi. Aiuta a comprendere anche l’odio inveterato che molti ancora oggi nutrono per D’Annunzio quando rinunciano a scindere l’uomo dal poeta, assecondando con ciò, si badi bene, la sua precisa volontà.
In ultimo una considerazione che credo sintetizzi il lavoro fatto da Scurati, riguarda ciò che il romanzesco aggiunge alla storia, in parte spiega perché leggere un romanzo sia più appagante che dedicarsi ad un saggio

Resta sicuramente il fatto che le titaniche forze del secolo contrapposte in una lotta mortale, se adotti la focale corta, se stringi l’inquadratura fino al primo piano dei volti, rivelano persone, non personaggi storici, e quelli hanno un’infanzia, una giovinezza, spesso comune, piccole idiosincrasie, manie, talvolta decisive, piccole vanità – il cranio raso da condottiero, la barba fluente da profeta – piccoli segni d’espressione agli angoli della bocca, o attraverso la fronte corrugata, e sono quelle minuzie, quelle simpatie o antipatie, quegli insulsi ricordi di bevute all’osteria, a tracciare nella vita, come nella storia, la rotta delle persone. L’odio implacabile dell’epoca è muto come una sanguinaria divinità babilonese. Gli uomini, però, si parlano.
Profile Image for Michael Perkins.
Author 6 books460 followers
October 4, 2022
Just saw a speech by Meloni captured in this article. She's obviously channeling Mussolini, as you will see. Deja vu!

https://www.motherjones.com/politics/...

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Very engaging writing style.

Even in translation there's a poetic flavor, accompanied by a sophisticated vocabulary.

With insights pertinent to what's happening in the U.S.....

"The book re-creates the sensations of the era: the dry-mouthed claustrophobia of looming confrontation, the bitterness of resentment and humiliation and the wild exhilaration of violent reprisal. Most of all, it makes us feel the perverse seduction of Fascism, which is connected to the universal allure of victory and control. Readers will find themselves swept up by the story, thrilled by its conflicts and strangely forgetful that its “hero” is a murderous despot." (WSJ)

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The ranks of the fascists are swelling.....

"Petit bourgeois haters: their army will be formed of those people. The middle classes downgraded due to big capital’s war speculation, the petty officers who cannot accept losing a command to return to the mediocrity of everyday life, the pen-pushers who more than anything else feel offended by the farmer’s daughter’s new shoes, the sharecroppers who bought a piece of land after Caporetto and are now ready to kill to keep it, all good people gripped by panic, seized by fear. All people shaken to their innermost core by an irresistible desire to submit to a strong man and, at the same time, to hold sway over the defenseless. They are ready to kiss the shoes of any new master as long as they too are given someone to trample on."

=====

Fascist politics does not necessarily lead to an explicitly fascist state, but it is dangerous nonetheless. Fascist politics includes many distinct strategies: the mythic past, propaganda, anti-intellectualism, unreality, hierarchy, victimhood, law and order, sexual anxiety, appeals to the heartland, and a dismantling of public welfare and unity.

In a 1922 speech at the Fascist Congress in Naples, Benito Mussolini declared:

"We have created our myth. The myth is a faith, a passion. It is not necessary for it to be a reality….Our myth is the nation, our myth is the greatness of the nation! And to this myth, this greatness, which we want to translate into a total reality, we subordinate everything."

Here, Mussolini makes clear that the fascist mythic past is intentionally mythical. The function of the mythic past, in fascist politics, is to harness the emotion of nostalgia to the central tenets of fascist ideology—authoritarianism, hierarchy, purity, and struggle.

-Jason Stanley, How Fascism Works

Anti-semitism would soon follow.
Profile Image for Roberto.
627 reviews1 follower
June 24, 2019

"La politica è l’arena dei vizi, non delle virtù"

Scuola, ora di Storia.
Che cosa si impara normalmente sul periodo successivo alla grande guerra? Pochi fatti, affrontati pure velocemente: crisi economica, esperienza di Fiume (se va bene), ascesa del fascismo, delitto Matteotti.
Poche domande su come questi fatti siano correlati tra loro, poca attenzione sul fatto che non sono tanto i grandi fatti della storia a essere interessanti, quanto i motivi che hanno portato questi fatti a verificarsi.

"M. Il figlio del secolo" racconta abbastanza dettagliatamente la storia italiana del periodo 1919-25. E la racconta bene. Parti "romanzate" si intervallano a documenti dell'epoca, riuscendo a farci un quadro abbastanza esatto di ciò che successe in quel periodo. Ovvio che quando si parla di storia "romanzata" qualche sospetto viene. Sarà tutto vero? Non c'è qualche rivisitazione dei fatti?

A mio (modestissimo) parere l'operazione è ben riuscita e mi pare che il risultato sia abbastanza obiettivo. Tra l'altro leggendo il libro mi è venuta spesso la voglia di andare a documentarmi meglio in merito a qualche aspetto trattato. E riuscire a spingere il lettore a approfondire aspetti della nostra storia non è cosa da poco.

Il periodo è scelto con cura. Si analizza il periodo che intercorre tra il 23 marzo 1919 (la fondazione dei Fasci di combattimento) al 3 gennaio 1925 (la rivendicazione in Parlamento da parte di Mussolini del delitto Matteotti, data di inizio della dittatura).

Tanti fatti sono descritti nel libro con un dettaglio notevole; un dettaglio che si infittisce ulteriormente in corrispondenza dei fatti di Fiume, della marcia su Roma e del delitto Matteotti. Ma tanti sono anche i personaggi descritti nel libro con notevole dettaglio: Benito Mussolini, Gabriele D'Annunzio, Italo Balbo, Giacomo Matteotti, Tommaso Marinetti, Margherita Sarfatti, Leandro Arpinati e molti altri.

Libro indubbiamente interessante, come dicevo. E godibile. E che fa riflettere.
Tolgo però una stella per una certa carenza di sintesi che riduce a mio parere la leggibilità complessiva. Ci sono fatti indubbiamente fondamentali da citare, ma anche cose su cui si poteva sorvolare.

Mentre leggevo il libro pensavo: "ma cosa ci insegnano in storia a scuola"?
Profile Image for Ratko.
348 reviews91 followers
August 14, 2022
Монументалан, значајан и насушно потребнан роман.

Антонио Скурати детаљно и хируршки прецизно приказује успон Бенита Мусолинија и његових црнокошуљаша. Од одбаченог и презреног социјалисте, Мусолини се успиње до најмоћнијег човека у држави. На том свом путу неће се либити ни најодвратнијих метода. Лажи, заплашивање, брутална пребијања и убиства политичких неистомишљеника, обичних радника, али и свих оних који стоје на путу пројектованој идеји велике нације (а заправо само идеји сопствене надмоћи) постаће modus operandi италијанске политике спочетка двадесетих година ХХ века. Корак по корак, Мусолини ће градити своје фашистичко царство. Све то поткрепљено је цитатима и одломц��ма из говора, новинских чланака, (тајних) циркуларних писама и прогласа, тако да се ово може посматрати и као полу-документарни роман. Скурати се чврсто држи докумената, али врло успешно и уверљиво домаштава и увлачи нас у свест ликова (од којих, пак, ниједан није измишљен).

Поражавајуће је видети и како су „умерени“ политичари и велики филозофи и писци (Кроче, Д'Анунцио, Пирандело) били опчињени фашистичком идеологијом или су, зарад неког ситног интереса или конформизма, олако преко свега прелазили (изузимајући, наравно, социјалистичког мученика Ђакома Матеотија који је имао храбрости да црнокушуљашима сипа истину у лице, али је све то платио главом).

Ова књига чита се са грчем у желуцу; не само због натуралистичких описа насиља, већ и због њене застрашујуће актуелности. Техника манипулације и овладавања светином очигледно се није мењала вековима.

Роман се завршава потпуним фашистичким освајањем власти и гашењем сваког политичког плурализма – великим (а заправо врло крвавим) тријумфом фашизма. Скурати је планирао да напише четворокњижје, па се надам да ће Лагуна имати слуха и наставити са превођењем (да, споменуо бих и одличан превод Гордане Берберине).
Profile Image for Rosaria Luisa D'Angelo.
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November 19, 2020
L'ho finito, purtroppo, non corro ad acquistare il secondo volume solo perchè ho già tanti libri in coda, anzi ne approfitto per dire la mia sull'impatto del libro cartaceo: un capolavoro!

Premetto che, a mio avviso, l'esperimento è riuscito. Ero un po' titubante nell'accingermi alla lettura di un opera difficilmente classificabile (romanzo, biografia, saggio storico..) e potenzialmente azzardata nel raccontare anni di storia patria coi quali la nostra società non ha ancora fatto completamente i conti. La sfida obiettivamente richiedeva toni equilibrati e non ero certo l'autore potesse garantirli. Trovo invece che il risultato raggiunto sia soddisfacente. Il merito maggiore dell'autore sta nella capacità di far calare il lettore nella realtà violenta degli anni del primo dopo guerra ed in quelli successivi che vedono l'affermarsi del fascismo, in maniera tale che un saggio storico difficilmente riuscirebbe a rendere. Lo stile aspro di Scurati, a tratti ironico, con accenti cupi e grotteschi si presta bene a descrivere quegli anni che a distanza di un secolo appaiono quasi incredibili. Al di là delle opinioni che ciascuno di noi possa avere, comprendere quel clima è condizione necessaria per capire quegli anni. A noi tutti resta il non banale interrogativo se simili forme di degrado del vivere civile potranno mai ripresentarsi in un futuro più o meno lontano.
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June 30, 2019
Non bello ma utile, forse necessario

L'Italia del '19 è un Paese in piena crisi economica, l'opinione pubblica è inviluppata in un pelago d'odio e rancore nei confronti della sorda Europa e un vento rivoluzionario di paura soffia incontrastato facendo tremare la classe media, sempre più timorosa che un'invasione culturale e un sovvertimento della società possano sottrarle il benessere accumulato negli anni; la vecchia classe dirigente, retaggio del secolo precedente, è incapace di comprendere i nuovi tempi, i politici di professione vagano inerti, gli occhi sbarrati come sonnambuli, non vedendo il nuovo baratro in cui stanno per sprofondare.
E poi c’è un uomo, senza nemmeno un'idea in testa, ma con un fiuto eccezionale per captare, aizzandoli, i più bassi istinti del genere umano; un uomo che della povertà, dell'odio, del rancore e della paura farà i grimaldelli con cui scardinare un intero Stato.

Partendo da queste premesse, Scurati ricompone una dettagliatissima cronaca della presa del potere del fascismo, vista dalla prospettiva dei principali attori dell'epoca, Mussolini su tutti, ma concedendo molto spazio anche a Matteotti, D'Annunzio, Balbo, Turati, Bombacci e moltissimi altri ancora.
Fra i tanti ritratti di personaggi notevoli vi è un solo assente non giustificato: Sua Maestà il re, che balena solo in due fulminei passaggi e di cui il romanzo non tenta in nessuna occasione di provare a sondarne la mente in cerca dei motivi che lo spinsero a prendere quelle esiziali decisioni.

È vero, c’è qualche errore grossolano sfuggito all'ultima revisione che potrebbe infastidire i lettori più enciclopedici, ma trattasi di sviste, lapsus, mai d'errori di concetto; piccole inezie che spariscono di fronte alla bravura dell'Autore, che è riuscito nell'ardua impresa di racchiudere in un libro il respiro di un epoca, il comune sentire degli italiani di quel tempo, che in nome di una presunta stabilità e sicurezza preferirono sopportare la perdita della loro libertà.

E devo ammettere che, pur sapendo già come sarebbe andata a finire, in più di un'occasione mi son ritrovato a sobbalzare sulla poltrona, sperando e disperando per l'evolversi della trama, specialmente nei capitoli che narrano i fatti immediatamente successivi al delitto Matteotti, fatti peraltro narrati quasi in egual modo (frasi comprese) nel film omonimo di Florestano Vancini del 1973.


Un eccellente Mario Adorf nei panni di Mussolini ne Il delitto Matteotti


Se si è in cerca d'una storia romanzata sull'avvento del fascismo, questo libro probabilmente deluderà; se invece si vuole tentare di comprendere come sia stato possibile che uno Stato liberale e costituzionale abbia firmato la propria condanna a morte, consegnando deliberatamente il Paese nelle mani d'un manipolo di violenti esaltati, questo è il libro giusto.
November 12, 2018
Doveva osare.

Si tratta o no di un meta romanzo storico o non romanzo, se si vuole? Non è lui uno scrittore ( è il suo primo libro che leggo quindi mi affido alla 3^ di copertina che in tale senso recita), colui che scopre e non inventa personaggi?

Mi viene in testa “Anatomia di un istante”: Cercas, nella sua ricostruzione storica del tentato golpe spagnolo del 23 Febbraio 1981 - dell’istante delle diciotto e ventitré minuti, per l’esattezza, immortalato in un fotogramma - si focalizza sul gesto di Adolfo Suarez, che rimane seduto al suo scranno fumando una sigaretta mentre intorno fischiavano pallottole e i suoi colleghi stanno nascosti sotto i sedili (tranne Carrillo e l’anziano Gutierrez Mallado, il vicepresidente).
Trasforma (osa) un saggio storico in un romanzo psicologico, convinto di poter risalire all’uomo Suarez scavando al di là delle apparenze, delle agiografie o delle malignità spacciate per fatti.
Certo, Adolfo Suares ha ( aveva) il fisic du role del primo attore e Mussulinu ( come lo sentii chiamare da bambina), al massimo, quello dell’antagonista cattivo dei film di Murnau. Però Scurati poteva osare e invece…

Ci troviamo, infatti, davanti una esposizione maniacalmente cronologica di fatti (al netto degli errori che il maestrino dalla penna rossa e blu ha segnato: un uomo ridicolo e invidiosetto l’Ernesto Galli) che si possono trovare sul web o sui libri degli storici come il godibilissimo Mac Smith, alla portata di tutti.
Il tentativo fallito risalta molto di più quando trascrive a fine capitolo i documenti autentici ( alcuni dicono che non tutti sono copia conforme all’originale, ma a me non sembra un peccato grave), il cui contenuto era stato dilatato là in uno storytelling : una parafrasi, come se sotto le lettere, i dispacci, le annotazioni dei vari protagonisti Scurati non riuscisse a vederne le persone che furono. Sembrano degli anaffettivi e su tutti Matteotti.
Del romanzo mantiene il sistema dei personaggi: il protagonista, Lui; l’antagonista, il povero Giacomo Matteotti, di cui veniamo informati della sua gengivite espulsiva dal referto necrologico e che giustifica quel suo sorriso dai lunghi denti alla Nosferatu.
Entrambi attorniati da aiutanti più o meno schifosi, violenti o pusillanimi che siano. Ma oltre lo schema, chi sono quelli che furono persone e che un autore ha ( dovrebbe avere) tutto il talento per scoprirne o “fingerne”le “psicologie” che gli fecero fare alcune scelte anziché no?
Di Mussolini ci rimanda lo stereotipo che possiamo vedere dalle sue foto spiritate o sapere dai si dice dei pettegolezzi storici ( fatta salva la precisa ricostruzione storica, che c’è e bisogna dargliene atto). Altrettanto di Matteotti.

Un po’ di vita, onestamente, nel “romanzo” c’è quando compare Amerigo Dùmini: un Ferdinand in minore ( Celine colpisce sempre). Ecco, questo ragazzo avrebbe avuto la stoffa per essere un primo attore nelle mani di De Cataldo, per non parlare di Saviano. E invece …

“Il romanzo” diventa appassionante, solo nel racconto dell’agguato al povero Matteotti e dei due mesi che seguirono fino al ritrovamento del corpo: un vero episodio romanzesco.
C’è poi Velia, sua moglie, una eroina da tragedia greca, composta e dolente ma non per merito di Scurati a cui, però, si deve riconoscere la sensibilità di non violarla, limitandosi a riportare nuda e cruda la breve e dignitosa frase che lei gettò in faccia al duce.

Ciò che è però imperdonabile è l’aver relegato il movimento operaio del biennio rosso in un rumore di fondo di opposti estremismi, e trasformato i rappresentanti del partito socialista e comunista in macchiette pusillanimi, incapaci di una vera opposizione come se si trattasse della sinistra di qui e ora.
Se l’intento era (anche) quello di dimostrare che il fascismo non è alle porte e che questa destra razzista ha tutt’altra matrice, non mi sembra che lo scrittore sia convincente.
Non basta che il nostro non sia più tempo di reduci e Arditi sbandati, al limite della miseria; o di diritti internazionali negati dai trattati di pace di guerre mondiali ormai guerre puniche; o di scioperi generali a gogò; o di questione agraria e di latifondisti e di magnati dell’industria (oggi hanno residenza fiscale nei paradisi extranazionali).
Non basta che nel nostro parlamento non ci siano né Benito Mussolini, né Farinacci, De Bono o Balbo ( sicuramente non ci sono Gramsci, Matteotti e questo sì che fa la differenza).
Non è una questione di nomi. La parola Fascismo prescinde ormai da chi l’ha pensato e messo in atto.
Sarebbe come dire che il marxismo è Stalin e ora in Russia c’è Putin. Il fascismo è una ideologia con o senza Mussolini. Un moto delle viscere degli uomini regrediti ontologicamente alla fase di anfibi.
Profile Image for Titi Coolda.
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May 31, 2023
Cu adevărate resurse literare, Scurati recreează în această primă parte (trilogie până acum) traseul ascensiunii fascismului lui Mussolini de la înființarea partidului în 1919 până la lovitura de stat , Marșul asupra Romei, din octombrie 2022, cu ajutorul Cămășilor Negre, organizația paramilitară care utilizând mijloacele cele mai brutale elimină, rând pe rând, toți oponenții politici, instaurând dictatura lui Il Duce. Citind cartea asta gândul m-a dus la personajul lui Hilary Mantel, Thomas Cromwell fiu de fierar asemenea lui M, care în ascensiunea sa nu precupețește să folosească toate tertipurile și instrumentele cele mai neortodoxe afișând permanent masca inocenței. Deși cunosc istoria ulterioară a dictatorului sunt curios de evoluția personajului în continuările : M. L'uomo della provvidenza și M. Gli ultimi giorni dell'Europa.
Profile Image for SCARABOOKS.
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February 24, 2019
Nonostante la mole, piacevole. I capitoletti si tirano uno con l’altro senza fatica, con un certo gusto e quindi alimentando una sana sete di lettura. Sul piano dei contenuti, in fondo (cioè a parte le cadute nel cazzeggio, le approssimazioni grossolane, gl’infortuni su date, nomi e riferimenti - tutte cose peraltro abbastanza imbarazzanti) anche con una impostazione sostanzialmente corretta, mi pare.

Probabilmente Scurati (il quale ha scritto roba che ho trovato sempre infrequentabile) stavolta ha indovinato la formula, a partire appunto dalla scansione in capitoli brevi, seguiti da una scelta di citazioni da documenti originali molto ben curata. Vogliamo chiamarla Storia romanzata? In effetti non è un romanzo e non è un libro di Storia serio. Però se la storia la conosci funziona come un ripasso a tratti gustoso, pieno di facce e “fatterelli” magari meno noti (si percepisce che un certo tipo di lavoro di documentazione originale Scurati l’ha fatto per davvero). Se non la conosci, probabilmente ti dà l’illusione che adesso la stai afferrando.
Nei casi migliori può fa venir voglia di approfondire aspetti meno messi a fuoco prima. Non che sia una operazione originale. Montanelli fece furore con la Storia affabulata, cucinata come in un Mac Donald o buona per essere letta col casco del parrucchiere in testa.

Una cosa che ho apprezzato è la mano leggera con cui in trasparenza suggerisce letture parallele del nostro triste presente. Quasi come fosse una conseguenza involontaria e quindi offrendole implicitamente, come qualcosa che sta là, oggettiva. Senza eccessi e forzature di interpretazione. Parlare di nuovo antifascismo mi pare una montatura, ma il parallelismo implicito funziona abbastanza bene. Nel senso che qualche brivido lo mette.

La cosa che ho apprezzato di più è l’aver evidenziato il ruolo esemplare che ha avuto Giacomo Matteotti nella fase della genesi e dell’ascesa del fascismo. Passa per il santino di un martire ormai, ma fu molto di meglio e molto di più importante. Il merito del libro sta soprattutto nell’aver centrato il racconto della “solitudine del riformista” e la fatica e il coraggio che richiede lo stare sui fatti. Si batte per denunciare e cambiare le cose standoci dentro, con il lavoro di documentazione rigorosa e con l’audacia che serve per continuare a camminare sulla “strada maestra”, contro tutti; evitando tutte le scorciatoie della Storia, che portano sempre, prima o poi, in un fosso. L’aspetto migliore del libro.

Tornando agli stimoli invece, mette voglia di approfondire il ruolo delle donne nella storia del Duce (c’è un saggio di Franzinelli sul tema che sembra sia ottimo). E soprattutto di approfondire il parallelismo del rapporto di consenso tra Il Duce e gli italiani e quello erotico tra Il Duce e le donne. Gadda con Eros e Priapo scrisse cose formidabili sulla funzione della “erotia narcissica” nella vita e nella politica di Mussolini. Lí si che la letteratura si dimostra capace di mettersi anche un gradino sopra alla saggistica storiografica. Ma è un’altra s/Storia. Dal parrucchiere, col casco in testa, quello non lo leggi.
Profile Image for Gauss74.
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January 23, 2020
Affrontando la sfida di commentare la colossale opera vincitrice del premio Strega 2019, ammetto di avere addosso un po' di sana preoccupazione. Indiscutibilmente "M" è l'opera più ambiziosa che abbia letto negli ultimi anni, sia per dimensione che per importanza ed attualità della tematica; non escludendo il tema sovente oggetto di dibattito delle forme letterarie ibride tra romanzo e saggio storico.

Peraltro, ad un affezionato lettore di Wu Ming come il sottoscritto non possono di certo far paura i cosiddetti "oggetti letterari non identificati": di certo l'apertura con cui Scurati dichiara le sue intenzioni è di quelle impegnative, che sembrano quasi invocare una lettura dell'opera quanto mai critica da parte degli storici. La domanda che è circolata spesso riguardo a "M" è quindi legittima, secondo me: quest'opera ha il diritto di pretendere almeno in parte la dignità di un saggio storico, ed allora è doveroso andare a caccia con pignoleria di ogni minima imprecisione, oppure è solo un romanzo storico che si prefigge anche di restituire il clima del tempo, e sarebbe allora il caso di affrontarlo con spirito completamente diverso? L'introduzione di Scurati non mi sembra che lo chiarisca, ma l'esperienza con Wu Ming mi fa tendere verso quest'ultima interpretazione. "M" secondo me va letto senza perdere di vista il racconto che porta in nome di un puntiglioso dettaglismo, con la consapevolezza che la piena memoria storica va cercata in ben altre opere.

M sta per Mussolini, ovviamente, ma anche per Morte. Direttamente od indirettamente, centinaia di migliaia di italiani ed italiane hanno perso la vita nella grandiosa e terribile avventura di cui quest'uomo si he fatto creatore e promotore, ed è davvero una ironia della storia che uno dei nomi più maledetti della storia d' Italia sia proprio Benito. Il libro racconta con continuità ed efficacia, attraverso una cronaca quasi quotidiana, l'agonia e la fine dello stato liberale in Italia per mano del professore di Predappio. Ma soprattutto di come lo spirito e le condizioni al contorno abbiano potuto permettere che un signor nessuno di provenienza socialista togliesse la libertà ad un popolo intero nel nome dell'ideologia più destrorsa che il nostro paese abbia mai concepito, una sorta di via di mezzo tra il liberalismo ottocentesco morente ed il nascente, terribile, spaventevole comunismo che in Russia cresceva in forza nutrendosi delle sangue di centinaia di migliaia di vittime.

"Il figlio del secolo", dice Antonio Scurati. Ed il testo ricalca molto bene il titolo. Dopo aver voltato l'ultima pagina infatti, resta la convinzione che pur restando le responsabilità storiche del dittatore, quello che è accaduto è in buona parte dovuto al collasso di istituzioni che dopo il cataclisma del conflitto mondiale non erano più adeguate nè a rappresentare nè a governare un' Italia distrutta e delusa. Lo scrittore napoletano descrive bene questo tessuto sociale scompaginato.

Le masse contadine ed operaie stremate dalla fame e dalla guerra, ma esaltate dal sanguinoso sogno rivoluzionario che viene da Est, sono guidate dal partito socialista che si sfalda però nelle sue mille anime (dal più blando riformismo socialista al nascente Partito Comunista Italiano) e non riesce, in nessun modo, a convertire il consenso fortissimo in rivoluzione anzi la procrastina continuamente; peggio ancora pur perdendosi in proclami non riesce neppure ad organizzare una resistenza armata contro la violenza fascista. Che brutta figura ci fanno qui i leader della sinistra, messi in ridicolo da Mussolini ma anche dal morente Lenin, che mette in scacco il ridicolo dirigente che lo visita con poche semplici domande!

I milioni di reduci che tornano da fronte, incattiviti e resi cinici dall'orrore della guerra, devono anche affrontare la terribile delusione della vittoria mutilata: un'enorme massa che nella vita del tempo di pace non trova più alcun senso, non è disposta a piegare il capo e tornare nei ranghi dei padroni anzi è molto desiderosa di menare le mani in nome di quel nazionalismo per il quale si sono sacrificati e che sia il socialismo che il liberalismo vogliono mettere a tacere. Poi ci sono i liberali, che nel paese sono fortissimi (guidati da leggende come Giovanni Giolitti, che però invecchia): hanno a disposizione il potere economico ma anche quello politico, visto il terrore di quell' insopportabile omuncolo che per combinazione è anche re d' Italia e che vede cadere intorno a sè teste coronate in continuazione. L'appoggio del Re vuol dire l'appoggio dell'esercito. E li utilizzeranno, l'esercito ed il denaro, proprio per schiacciare le rivolte socialiste che nel Biennio rosso divampavano in città e campagne. Ma il braccio armato si rivelerà impossibile da disarmare, e si rivolterà contro di loro.

Non serve procedere oltre per capire che nell'Italia del dopoguerra per la democrazia e la libertà non c'è più posto. La violenza e la morte sono diventati normali strumenti di lotta politica, le istituzioni liberali abdicano ad ogni pretesa di far rispettare i diritti civili anzi spesso scendono in campo dalla parte da cui non si sentono minacciate, anche il mondo culturale (D'Annunzio ed i futuristi in testa) presenta con aggressività una idea di stato e nazione del tutto nuovi, e peggiori. Un'Italianità giovane, maschia, violenta, sanguigna, voltata solo al soddisfacimento di bisogni primari, che ascolta solo la pancia e non di certo i lunghi ragionamenti di economisti e politici decrepiti e rimasti indietro. Il Benito Mussolini di "M" emerge come l'incarnazione di questa nuova idea di italianità e di stato, come l'uomo che ha ambizioni e risorse troppo superiori a chi gli sta intorno, che finirà con il conquistare e rivoluzionare lo Stato proprio in nome delle nuove idee, per renderlo ahinoi all'altezza dei tempi. In fondo, l'Italia di quegli anni non ne poteva più di libertà e democrazia, e non aspettava altro che qualcuno gliela togliesse. Non si può spiegare in altro modo la facilità con cui il fascismo ha preso il potere nonostante, in qualsiasi momento, una istituzione autorevole e determinata avrebbe potuto spazzarlo via con facilità.

De te fabula narratur, come dicevano i latini. Non può essere un caso che un libro come questo sia uscito proprio nell'anno in cui l'avvento di populismi e forze antistituzionali suscitano sinistri fantasmi quando si guarda alla cronaca. Ma è reale questa paura? Ci sono dei parallelismi tra l'Italia di oggi e quella di allora? Indiscutibilmente la crisi più spaventosa degli ultimi cent'anni ha indebolito e di parecchio le istituzioni liberali; ora come allora si soffre terribilmente la mancanza di figure politiche di spessore e di riferimento nell'intero arco istituzionale; la nazione si trova a dover fare i conti con masse di nuovi poveri o di borghesi immiseriti più feroci e combattive che mai nel desiderio di rovesciare il tavolo al quale hanno perso; non manca, a fronte della indiscutibile inadeguatezza delle istituzioni europee, il ritorno ad un pericoloso sovranismo di fondo. Le somiglianze finiscono quì, però. Non abbiamo per fortuna milioni di morti nel nostro passato più recente, il sangue non è ancora visto come normale strumento di lotta politica; il comunismo è morto di morte naturale e non accenna a risorgere, le classi medie non si sentono minacciate al punto di utilizzare una eventuale violenza squadrista per i propri fini (anche se certi politici neanche troppo copertamente cercano di sostituire la paura e l'odio per il proletario con la paura e l'odio per l'immigrato); la globalizzazione dell'economia e dei problemi rende una visione puramente nazionalistica del futuro una vera chimera. Bisogna stare attenti, però. Perchè la libertà non è qualche cosa di scontato, ed anche se una vera e propria dittatura sembra assai improbabile, leggendo "M" e pensando all'oggi resta l'impressione che lo scenario sia pronto per numerosi passi indietro nella direzione sbagliata.

Il libro è poderosissimo (più di 700 pagine) ma si legge molto bene, gira la pagina con facilità, le citazioni ed i cambi di scena sono tutti al punto giusto. Manca, secondo me, una sottolineatura forte e diretta del ruolo della corona nella caduta della democrazia, ed anche un riferimento adeguato alle violenze del biennio rosso, che dell'avvento del fascismo sono state prodromo e condizione necessaria.

Ed i (numerosissimi, come dice Ernesto galli della Loggia) errori storici? Anche se Scurati avrebbe potuto risparmiarsi quella dichiarazione di poetica iniziale che li rende assai più castigabili, ho la sensazione che siano sviste di uno scrittore che non è uno storico di professione, sopravvissute alla devastante mancanza di editing di tanta letteratura italiana attuale. Certo che l'autore avrebbe fatto meglio a sottoporre l'opera a storici di professione: non riesco ad immaginare perchè questo non sia stato fatto. Ma non mi sento di condannare e di togliere valore ad "M" per questo. perchè se si riesce a leggere questo libro con una mentalità non censoria (stiamo leggendo un romanzo, non un compito in classe), "M" il suo mestiere lo fa, eccome.
Lo fa dandoci una cosapevolezza importante di come sia potuta nascere una dittatura, e mettendoci sull' avviso su pericolosi errori e distrazioni con i quali tutti noi, seppure in tempi assai meno pericolosi, indeboliamo ed infragiliamo la nostra patria e la nostra libertà.
Profile Image for MarcoD.
90 reviews7 followers
April 18, 2025
''I fascisti non vogliono riscrivere il libro della realtà, vogliono solo il loro posto nel mondo. E lo avranno. Si tratta solo di fomentare gli odi di fazione, di esasperare i risentimenti. Nulla, allora, sarà precluso''
Il libro percorre un arco temporale di poco più di 5 anni, cioè dalla fondazione dei Fasci di combattimento (23 marzo 1919) alla rivendicazione del delitto Matteotti (3 gennaio 1925), da cui prende avvio la vera e propria dittatura. La narrazione è segmentata in brevi capitoli, entrano presto in gioco Benito Mussolini ma anche Giacomo Matteotti, Amerigo Dùmini, Italo Balbo e poi troviamo Leandro Arpinati, Nicola Bombacci, Margherita Sarfatti, Gabriele d’Annunzio. Per lo più il resoconto è condotto da un narratore esterno, che in genere si attiene alla relazione dei fatti, ma a volte lascia trapelare un chiaro giudizio, ma sono presenti anche citazioni da parte di Mussolini.
Riporto ancora una citazione, parlando dei socialisti "Poiché quegli uomini non sanno che fare, vengono picchiati. Cominciano a picchiarli già nel pomeriggio, bande di nazionalisti… ". Mi ha colpito, dritto allo stomaco. Bel libro, sicuramente da leggere, e cercare di imparare qualcosa. Consigliato!
Profile Image for Boudewijn.
830 reviews194 followers
October 22, 2023
In 1919, when Benito Mussolini founded his fascist movement in Milan, the local Corriere della Sera scarcely deemed it worth mentioning. The liberal newspaper dedicated just a few lines to the event, the same amount of space as the report on the theft of 64 boxes of soap. Three years later, Mussolini was the Prime Minister of Italy, and within another three years, he had ascended to the position of dictator, leading the first totalitarian regime in Western Europe. What happened?

Italian writer Antonio Scurati explores the rise of Benito Mussolini in "M. The Son of the Century". It offers an account of Mussolini's rise to power, as well as the main events leading up to Mussolini's famous March on Rome. Scurati's writing offers an array of characters, from fascists to politicians and socialist adversaries. Mussolini's slow ascent to power signals the desintegration of the existing political order. Violence is unleashed by fascist thugs, making Italy teeter in the brink of civil war. Mussolini skillfully manipulates this chaotice situation to its advantage by using a tactic that portrays him as a credible alternative to the chaos he himself had created.

For me, as someone with a limited knowledge of the rise of fascism and Mussolini, this book was a complex read: while the book certainly succeeds in capturing the character of Mussolini, the comprehensive portrait of other players made it a complex read as I did not always know them. Scurati offers no context and you have to figure a lot of things out for yourself.

The reader risks being overwhelmed by the abundance of characters. But perhaps this is a deliberate choice by Scurati. Perhaps I as a reader experienced that people at that time experienced as well; a web of deception, clouding my view and reality. What is true and what is fiction? I don't know, but Scurati maintains a brisk pace by blending fact and imagination. It all made this an interesting, although sometimes difficult read.

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Profile Image for Pierre Menard.
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September 16, 2019
Questa è una delle poche volte in cui sono riuscito a leggere un libro a ridosso della sua consacrazione letteraria via premio Strega (inizio luglio 2019): un romanzo di spessore di cui si era molto parlato fin dalla sua uscita (settembre 2018), scritto da un docente universitario che ha al suo attivo vari successi di critica e pubblico, avendo più volte sfiorato lo Strega medesimo. La trama: gli anni dal 1919 al 1924, dal Biennio rosso al delitto Matteotti, dalla fondazione del PNF alla Marcia su Roma, fino alla definitiva presa di potere da parte di Mussolini e del Fascismo. Un periodo denso di eventi, fondamentale per comprendere l'Italia del Novecento e quella odierna. Un personaggio principale, Benito Mussolini (d'ora in poi M), protagonista assoluto della sua epoca, un nutrito corteo di comprimari, concorrenti, compagni di lotta, avversari. In più il taglio romanzesco per una materia storica che rivendica il diritto, a un secolo dagli eventi, di essere narrata al grande pubblico, uscendo dalle polverose aule universitarie (e oggi credo pochi ignorino la forza politica delle narrazioni).

Insomma, c'erano tutte le condizioni per una bella lettura, avvincente e stimolante, con più di un occhio alla contemporaneità politica. Immaginate quindi con quale curiosità e avidità ho letto il librone di Scurati... mi ci sono voluti circa due giorni e mezzo di lettura serrata, ma non posso dire di averlo divorato, perché, dopo le prime 50 pagine, ho capito di aver preso il classico granchio da mezza tonnellata a chela. Procediamo con ordine, però, perché vorrei far capire che, pur trattandosi di un libro che può essere interessante leggere, ci sono numerosi elementi di debolezza e di incoerenza che, a mio modo di vedere, snaturano completamente l'intento dell'autore (comunicato in varie interviste) e riducono il piacere della lettura.

L'editore lo classifica come romanzo: nel risvolto della copertina leggo: "Un romanzo [...] in cui d'inventato non c'è nulla. [...] [personaggi] che sembrerebbero partoriti da uno sceneggiatore in stato di sovraeccitazione creativa. Il risultato è un romanzo documentario impressionante non soltanto per la sterminata quantità di fonti a cui l'autore attinge, ma soprattutto per l'effetto che produce". Mi fermo qui, tralasciando la parte in cui si afferma che, con questo romanzo, Scurati rifonderà il nostro antifascismo, come egli stesso ha dichiarato in alcune interviste.

Il titolo, in effetti, è da romanzo, con quell'iniziale solitaria che ammicca un po' a Fritz Lang e quel sottotitolo che rimanda al romanticismo francese. Il primo e l'ultimo capitolo (in tutto cinque pagine) sono narrati in prima persona: a parlare è proprio M, facendo emergere i tratti forti del suo carattere, l'ego smisurato, il piglio autoritario, il disprezzo per i suoi avversari, ma forse più per i suoi sodali (il duce ebbe davvero pochissimi amici), la percezione del destino che gli riserverà grandi cose, la retorica di stampo dannunziano, intessuta di crudezza. Ecco, gli elementi "da romanzo" sono solo questi, più qualche altro capoverso e qualche scena azzeccata. Il resto (circa 800 pagine nominali, ma vedi sotto) è costituito da brevi capitoli narrativi (in media 3-4 pagine) seguiti ciascuno dalle relative fonti storiche. La parte narrativa è una sorta di accuratissima cronaca storica scritta in una forma di giornalismo narrativo che ricorda la montanelliana Storia d'Italia e i suoi collaboratori ed epigoni (Cervi, Gervaso, Petacco etc.): provate a leggere qualche pagina di Scurati e qualche pagina di Montanelli o di Cervi, e vi accorgerete subito delle somiglianze nell'organizzazione del discorso, nella presentazione degli eventi e nella caratterizzazione dei personaggi. Ci sono anche notevoli analogie nell'impianto della trama (vedi, ad esempio, come vengono narrate l'impresa fiumana o il delitto Matteotti) e anche nello stile (il discorso indiretto libero). Scurati sceglie uno stile meno essenziale e più letterario, e decisamente sposa una prosa paratattica, aggettivante, retorica, a tratti quasi futurista, a tratti nettamente dannunziana (credo per ragioni di verosimiglianza). Ogni capitolo reca come epigrafe il nome del personaggio di riferimento, la data e il luogo dove si svolge l'azione. Nelle debordanti descrizioni dei personaggi, che piacerebbero molto al brigadiere Fazio di Camilleri, Scurati mescola alla rinfusa elementi biografici, annotazioni fisiche e giudizi morali, in modo spesso stucchevole e ripetitivo. Ferruccio Vecchi è uno "studente d'ingegneria, romagnolo come Mussolini, fondatore del movimento futurista, interventista e capitano degli Alpini pluridecorato. [...] Pizzo nero da moschettiere, emaciato, occhi infossati, tubercolotico, seduttore spietato" (p. 22), mentre Albino Volpi "trent'anni, falegname, pluripregiudicato per reati comuni, arruolato negli Arditi, condannato dai tribunali ordinari per oltraggio a pubblico ufficiale, furto, scasso, lesioni aggravate e da quello militare per diserzione" (p. 23). L'interventista Arconovaldo Bonaccorsi è "dotato di forza fisica straordinaria, iperviolento, stornellatore appassionato, più volte incarcerato" (p. 830), "una testa calda, ex alpino, appena ventenne, un guerriero nel fiore dei suoi anni violenti" (p. 160). Il presidente USA Wilson è descritto come "figlio di un reverendo, genero di un ministro del culto, rettore dell'università di Princeton, accademico, puritano, rigido, austero, prigioniero di un evangelismo integrale, profeta della buona novella che trionferà sul male purificando la terra" (p. 99). Nel volume dedicato all'età giolittiana (1974), Montanelli scriveva che "Wilson era, da buon americano di mentalità quàcchera, un missionario fermamente risoluto ad anteporre l'esigenza morale a quella della 'ragion di Stato', anzi incapace di riconoscere una ragion di Stato in contrasto con la morale". Le parole sono diverse, ma il succo è sostanzialmente lo stesso.

Scurati certamente conosce la scrittura letteraria e in questo "romanzo" riesce talvolta ad appassionare: convincono alcune scene dell'impresa fiumana, qualche episodio efferato (l'uccisione del sindacalista Spartaco Lavagnini), ma in generale lo stile narrativo è quello giornalistico, sopra spiegato. E qualche volta il gioco si scopre. A p. 68, parlando dell'incontro tra M e d'Annunzio, Scurati scrive: "L'incontro, che si dice sia durato un'ora, è rimasto senza testimoni. L'unico ad assistervi, il fantasma di una donna: Margherita Sarfatti [...]. 'Un uomo interessante questo Mussolini', pare abbia buttato lì D'Annunzio, finalmente libero di potersi dedicare alla sua festante e adorata muta di levrieri dopo aver congedato l'amante della sua vecchia amica Margherita". Ecco, a me pare che difficilmente in un romanzo ci si possa esprimere così: sembra più la cronaca in diretta di un giornalista televisivo, come può testimoniare anche l'uso del presente o del passato prossimo.

Le vicende e i personaggi appartengono alla Storia e, in effetti, bisogna apprezzare Scurati per l'approfondito studio delle fonti e per l'adesione dettagliata ed efficace al racconto fattuale. La ricostruzione dell'ambientazione storica, fra il Nordest, la Lombardia, l'Emilia-Romagna, la Toscana, il Lazio (più qualche puntata in Campania e in altri luoghi), fra le campagne rurali e i centri e le periferie cittadine, è accurata. Risulta pienamente riuscito l'intento di fornire un quadro preciso e documentato del Biennio rosso, della nascita del Fascismo, della durissima e sanguinosa lotta fra fascisti e socialisti, della debolezza e irresolutezza del regime liberale, della fatale frammentazione della sinistra socialista e della conquista del potere da parte di M. Meno riuscito è l'equilibrio tra le parti: a singoli e ripetuti episodi della lotta fra neri e rossi sono dedicate così tante pagine, con così tanti dettagli (numero di fascisti coinvolti, numero di morti per parte, inventario degli arredi delle sedi incendiate, numero di bombe lanciate, numero di tessere del PNF rilasciate etc.) da scoraggiare il lettore del romanzo e annoiare anche il lettore della cronaca storica. L'impresa di Fiume è narrata fin nei minimi particolari, mentre stranamente l'omicidio di Matteotti si risolve troppo rapidamente in confronto al peso storico dell'evento. Anche la caduta del governo Facta e il ruolo di Vittorio Emanuele III nella stessa sono condensati in poche righe. In particolare, il sovrano rimane sempre sullo sfondo nella vicenda narrata... eppure le sue scelte ebbero un peso fondamentale nell'ascesa di M. Più ci avviciniamo alla fine del libro e più la storia accelera, diventando nel contempo più approssimativa.

Scurati sceglie di raccontare le vicende attraverso gli occhi di alcuni personaggi. M in primis, ovviamente; la sua amante e musa Margherita Sarfatti, raffinata intellettuale e donna spregiudicata, anche se non particolarmente astuta, unico personaggio femminile di rilievo in una vicenda prepotentemente maschile; i sodali e collaboratori del duce; il sorridente, ma spietato Italo Balbo, il furbesco Dino Grandi, l'ondivago Arpinati, il braccio destro Cesare Rossi, il violento Dùmini, il funereo Michele Bianchi; gli avversari: il coraggioso Giacomo Matteotti, la cui triste vicenda umana è l'unica a suscitare una certa empatia nel lettore, l'irresoluto e sfortunato Nicola Bombacci; il rivale, odiatissimo ma indispensabile, il vero costruttore della mitologia fascista, il vate Gabriele d'Annunzio, ecc. Sembra però esserci una specie di barriera che separa il duce dal resto dei personaggi, il che vanifica la coralità del romanzo: dopotutto questa è un romanzo biografico e, a mio parere, Scurati intende rendere "pop" M, ponendo in secondo piano il giudizio politico-storico-morale, positivo o negativo che sia, per rifondarlo come personaggio di finzione, come attore di un romanzo avvincente e letterariamente efficace. Senza tacere niente: l'ipocrisia, il doppiogiochismo, la spregiudicatezza, la scarsa profondità intellettuale, il machismo, anche una certa ferocia nel trattare gli avversari o i supposti traditori della sua causa... Scurati opacizza tutti gli altri personaggi, mettendoli al di sotto di M: i ras fascisti sono troppo stolidi o troppo violenti e si muovono sempre in modo goffo; i socialisti sono irresoluti e velleitari e sbagliano una mossa dopo l'altra; i liberali sono ingenui e tronfi e si lasciano mettere nel sacco facilmente; Sarfatti e d'Annunzio credono di dirigere la musica, ma si fanno soffiare la bacchetta di direttore d'orchestra. Insomma, nessuno riesce a contrapporsi a M, che spariglia tutti i giochi e vince ogni mano, a volte per la pochezza dei suoi avversari, a volte per qualche fortunata intuizione. Personalmente, non sono riuscito a capire se Scurati intenda sostenere che M era migliore dei suoi contemporanei per visione politica e lungimiranza nel realizzare i suoi obiettivi o se era il male minore rispetto a quello che potevano combinare gli altri (amici e nemici) se lui non li avesse giocati con abilità. A tratti sembra che il personaggio di M sfugga di mano all'autore e assuma una dimensione da eroe negativo di un feuilleton di fine Ottocento: chissà, se Eco fosse ancora fra noi, avrebbe forse scritto un articolo in merito al M di Scurati, da inserire nella raccolta Il superuomo di massa. In ogni caso quasi nessun personaggio, e di certo non M, ha una vera evoluzione come ci si attenderebbe in un romanzo moderno (del resto, l'evoluzione del personaggio è rara nel romanzo popolare): forse solo l'onorevole Matteotti evolve nella seconda parte del libro, però è troppo debole e inconcludente per contrapporsi a M nell'immaginario del lettore.

La verosimiglianza storica è garantita dai documenti che seguono quasi tutti i capitoli: articoli giornalistici, lettere e messaggi, diari e memorie, proclami pubblici e documenti istituzionali, telegrammi e relazioni, persino scritte sui muri. C'è davvero un po' di tutto, a testimonianza dell'affidabilità di quanto narrato e dell'impegno bibliografico dell'autore. Purtroppo l'effetto di questa mole documentaria è esattamente l'opposto di quanto voluto, nell'economia del romanzo. Sorvolando sul fatto che il lettore del romanzo gradirebbe non vedersi inframmezzare la narrazione con le fonti (meglio relegarle in fondo, per il lettore storicamente curioso, come ha fatto Vermes in Lui è tornato), in molti casi i documenti ripetono parola per parola quanto scritto da Scurati nelle pagine immediatamente precedenti: se un personaggio esprime pareri, giudizi, sentimenti o emozioni nelle pagine di fiction, risulta inutile, o meglio fastidioso, rileggere, due pagine più avanti, le stesse parole con sotto indicato il documento da cui sono tratte. Già la parte di fiction tende al ripetitivo, ma raddoppiare il testo narrativo con la citazione a fine capitolo dell'equivalente documentario è quasi una perversione!

Ho l'impressione, ma spero di sbagliarmi, che la presenza dei documenti abbia lo scopo di allungare volutamente il libro, forse per ingenerare nel lettore l'idea che questo sia un grande romanzo (e in effetti il romanzo popolare è sempre piuttosto voluminoso). La brevità dei capitoli e la presenza dei documenti produce molto spazio bianco tra una pagina e l'altra, molti documenti hanno un rientro a sinistra di vari centimetri e non è raro imbattersi in coppie di pagine come le pp. 446-447, 12 righe totali su due pagine quasi completamente bianche... C'è anche qualche artificio stilistico un po' curioso, come quello di citare continuamente con nome, cognome e provenienza geografica personaggi già incontrati varie volte, o di scrivere in lettere l'anno se posteriore al 1899: "millenovecentodiciannove" (24 caratteri), anziché 1919 (4 caratteri), immagino per ricreare la solita verosimiglianza storica. Eliminando spazi e artifici redazionali, le 830 pagine nominali, secondo me, si riducono a poco più di 600, ancora un bel librone, ma non certo un mattone!

L'ultima parte della recensione, per mancanza di spazio, è nel primo commento.
Profile Image for Alfonso D'agostino.
901 reviews71 followers
July 22, 2020
Siamo a dicembre e mi tocca rivedere la classifica annuale: M. il figlio del secolo irrompe sul podio delle mie migliori letture dell’anno.

Le dimensioni ingannano: può sembrare inapprocciabile, ma si legge d’un fiato. E, soprattutto, inevitabilmente si pensa, anche solo ponendosi la domanda di “come sia potuto succedere”.

Nello stile asciutto e insieme avvolgente di Scurati, fra articoli di giornali e racconti biografici, sfilano D’Annunzio, la Sarfatti, il truce Dumini, oltre naturalmente a M. , figlio del suo secolo, abile a cogliere i sentimenti della popolazione (a “parlare alla pancia”, si direbbe oggi) eppure molto meno decisionista di quanto una certa agiografia farebbe intendere. Soprattutto, più volte vicino al fallimento, se solo loStato avesse fatto lo Stato, la sinistra fosse stata unita, una certa borghesia non lo avesse implicitamente sostenuto.

Credo che il principale merito di Scurati stia in questo: non vi è nulla di più antifascista che raccontare cosa sia stato il fascismo, con asciuttezza. E il libro funziona, funziona moltissimo.
Profile Image for Alberony Martínez.
585 reviews37 followers
October 17, 2020
Benito Mussolini, en mi caso, fue uno de esos monstruos como diría la que fuera una de sus mujeres Margherita Sarfatti, quien contribuyó a convertirlo en lo que fue, uno de los peores personajes del siglo pasado en Italia. Y que mejor forma para conocer un poco más de Mussolini, de quien he leído por arriba, y este libro es una forma de acercamiento, que podría ser una novela biográfica, un ensayo biográfico, de la mano de M. El hijo del siglo del escritor Antonio Scurati.

M. El hijo del siglo es un libro con unos intentos abarcadores sobre el ascenso al poder de Benito Mussolini. Un texto que ha recibido vítores por parte de la crítica europea, todo un fenómeno social y cultura. Rigurosamente documentado, que con una fluidez nos va describiendo toda la sociedad de la década del 20 en adelante en Italia y algunos países europeos en los cuales Mussolini hizo visita. Su prosa navega entre la investigación histórica e introspección psicológica de este personaje de la vida real, que aquellos que quieran ver el texto como una novela, se darán cuenta que el personaje fue de carne y hueso, un personaje que aprovecho las coyunturas para convertirse el Duce. Un tipo grotesco, vanidoso, con aire de intelectual, brabucón que terminó sus días colgado ante una multitud. Una novela que evoluciona y se adecua a la realidad histórica, pero se basa en la ausencia de lo vivido.

Debo destacar, mas allá de presentarte a Benito Mussolini como la figura central del libro, nos hace vivir las intestinas luchas entre los socialistas y fascistas en la Italia posterior guerra. Fueron muchas las veces que tuve que parar el libro para indagar en algunos personajes que presentan la novela que tienen una historia interesante como Gabriele D'Annunzio, Italo Balbo, Michele Bianchi, Filippo Tommaso Marinetty, Albino Volpi, Antonio Gramsci, Margherita Grassini Sarfatti, entre otros.

Un excelente texto de cómo el miedo y la falta de expectativas sacan el peor de los individuos y el conjunto de la sociedad, de cómo los malestares colectivos si no tienen vías de expresión y de conducción adecuado pueden acabar derivando en movimientos absolutamente reaccionarios. Un relato profundo, sólido, sobre la manipulación, el uso de la falsedad de manera organizada, de la capacidad disciplinadora de la violencia y cómo, en definitiva, la cultura democrática es una convicción siempre débil que requiere ser reforzada de manera constante, ante los embates de la pulsión animal, totalitaria.
Profile Image for Ettore1207.
402 reviews
January 15, 2024
4 stelle e 1/2.
Non ho remore a confessare che in storia sono deboluccio. Sarà forse per questo che ho letto con grande piacere questo libro a metà strada fra il saggio e il romanzo. Libro che, a giudicare dalle 800 pagine, potrebbe essere ritenuto un "mattone". Errore: io l'ho volato via e alcune parti (marcia su Roma, assassinio di Matteotti) mi hanno preso addirittura come un thriller (anche se la fine era nota).
Lo Scurati scrive bene, anche se con uno stile un po' ridondante.
Dietro quest'opera c'è un gran lavoro di studio e ricerca e gli errori storici sottolineati sul "Corriere della Sera" da Ernesto Galli della Loggia mi sembrano poca cosa. Ciò detto, sono sicuro che leggerò anche gli altri della trilogia.
Profile Image for Giada.
189 reviews17 followers
November 18, 2020
È superfluo dire che è un libro consigliato perché è scritto bene e storicamente esatto (tranne piccolissime sviste).
Ne varebbe la pena solo per una ragione: non dimenticare, riflettere sulle ragioni della Storia. Questo è il merito di Scurati, non romanza, non trascura i dettagli e ci permette tramite una maratona editoriale (è uscito da poco il secondo volume) di immergersi nei fatti della Storia così che ognuno possa fare le sue riflessioni e tirare le proprie conclusioni.
Profile Image for Fraser Simons.
Author 9 books295 followers
October 18, 2022
It’s disconcerting that this isn’t shelved as fiction. It’s absolutely exceptional historical fiction with a pretty heavy tongue-in-cheek narrator. It is absolutely scathing and not at all like a nonfiction book. Though, it does chronicle a few pivotal years in the fascist uprising in Italy, as you might expect, and in probably as edifying as a textbook. It’s just obviously a narrative with a dog in the race. A dog that calls others dogs racist, sexist, idiot pigs when they behave like that.

Truth be told, I am not much of a reader of history because my brain is just not good with dates, and because I consumed the (excellent) audiobook, with impeccable narration, mostly what I got from it was the excellent major “plot” beats that one assumes are factual, and a high enjoyment factor from the prose styling. This is wildly good in every form of the craft I can spot and has that weird crossover thing, kind of like When We Cease To Understand The World, not quite narrative nonfiction, but leans heavily on fact and real people. Sooo, really high end literary historical fiction, I guess? Whatever it is, I’m down for more.
Profile Image for Anfri Bogart.
127 reviews14 followers
November 14, 2018
E' la storia di Mussolini (e dell'Italia) dal 1919 al 1924, gli anni terribili della nascita del fascismo. Molto interessante, non proprio un romanzo, piuttosto una cronaca raccontata da diversi punti di vista. Molto inquietante assistere all'affermazione di una ideologia aberrante, un'ascesa per certi versi resistibile, se non fosse stato per la completa disgregazione delle istituzioni democratiche. Quello che secondo me fa rabbrividire è la violenza di quegli anni, di livelli difficilmente immaginabili oggi. E' una storia che sappiamo tutti a grandi linee ma che riletta nei dettagli non cessa di stupire, pare incredibile che si sia riusciti a precipitare in un gorgo così letale. Devo anche dire che dopo questa lettura mi sono parzialmente rasserenato sulla (deprecabile) situazione attuale, mi sembra che tutto sommato non siamo messi così male come in quegli anni e ho l'impressione che le istituzioni dell'Italia di oggi siano molto più robuste e consapevoli di quanto non lo fossero all'epoca.
Profile Image for Victoriavalerie.
17 reviews2 followers
October 14, 2020
This book is labelled as a "novel" and while that is technically true, I don't think it describes the book very well. The book is a very detailed account of Mussolini's rise to power but the focus is very much on the politics of it. Each "chapter" is essentially an account of a day, spread over 2-4 pages. This is followed by some newspaper clippings or excerpts of private correspondence from the archives. While this is very interesting it often just repeats what Scurati has just narrated. Scurati stays very close to the real events and provides very little emotional insight. The characters remain all very distant. In that sense it feels very much like an academic book and not a novel. Scurati does use powerful language and while there are a number of sentences that are spine-chilling and memorable a lot of the book is a rather matter-of-fact recounting of parliamentary debates and meetings among politicians. The most captivating passages were those where Mussolini meets his lover Margherita Sarfatti as those contain more of an emotional insight into the man himself. Overall, it is a very detailed account of Mussolini's rise and early fascism, but it's not necessarily a captivating read.
Profile Image for Paul Dembina.
640 reviews156 followers
May 31, 2024
Wow! That was an exhilarating ride through the 1st few years of Mussolini and the fascists.

There's intimidation, double dealing, bluffing and extreme violence as the Duce claws his way up the greasy pole to end up leader of Italy.

This is sort of an historical novel but very much based on the facts. I found it moved at a fast pace as Mussolini staggers from one disaster to another, but due to the even greater incompetence of his opponents he always seems to outsmart them.

Highly recommended. The only downside is that this is the 1st of 3 novels already published in this series (to be followed by 1 or 2 more to complete the tale) but the only one currently available in English. I've emailed 4th Estate to see if they intend to publish the other volumes in English and await their response with fingers crossed.
Profile Image for Edmond Dantes.
376 reviews31 followers
November 14, 2018
Errori di Editing a Parte, anche se Marchiani (Caporetto il 24 Maggio invece che Ottobre ed altri...) Libro Folgorante per come l'argomento è Trattato.
Se il fascismo è sta la autobiografia degli italiani, questo romanzo popolare ben ne racconta l'ascesa e le trasformazioni da movimento radicale nel 1919, fondato per tenere in vita la "bottega" al Regimne del 1925
Mussolini del resto è un personaggio troppo "affascinante" perr restare chiuso in un libro si storia...
Del resto già 30 anni fa un giovane Banderas ne fece un esagitato profilo ne il "giovane Mussolini" .
Da leggere per non assolvere
PS - Leggo che ne faranno una serie TV; spero che sia fedele alla storia, cosi gli italiani capiranno a 100 anni dai fatti le colpe di socialisti, comunisti, democristiani, laici, che permisero l'avvento del fascismo...
Profile Image for José Alfredo.
422 reviews187 followers
May 26, 2020
Primer volumen de lo que seguramente será una trilogía.

Impresionante biografía de Benito Mussolini y de la historia del fascismo en Italia. En este volumen se relata el ascenso y acceso al poder de Mussolini desde la fundación de los Fascios de Combate en 1919, tras su expulsión del Partido Socialista, hasta justo antes de convertirse en dictador.

No es una obra de ficción, no es una novela... se relatan -desde dentro, desde la propia perspectiva de los protagonistas- los hechos, situaciones y ambiciones que provocaron el auge del fascismo. Todo el relato está profusamente documentado con artículos de periódico, cartas personales, actas, escritos... nada, ni hecho ni personajes, deja de estar documentado.

Impresionante trabajo histórico que nos ayuda a entender esa parte de la historia europea e italiana.
Displaying 1 - 30 of 748 reviews

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