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Io venìa pien d'angoscia a rimirarti

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Recanati 1813. In un austero palazzo un ragazzo tiene un diario nel quale riporta le conversazioni e le azioni del fratello di un anno maggiore, Tardegardo Giacomo... Il libro ripropone il tema del doppio - quello che ha il suo prototipo nel Dottor Jekyll e Mr. Hyde - realizzando tuttavia, con riscontri biografici, filologici e linguistici, una specie di apocrifo leopardiano.

121 pages, Paperback

First published January 1, 1990

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About the author

Michele Mari

69 books245 followers
Michele Mari è nato a Milano nel 1955.
Figlio del designer e artista Enzo Mari, insegna Letteratura Italiana all'Università Statale di Milano. Dal 1992 risiede a Roma.

Filologo, cultore di fantascienza e di fumetti, il suo stile letterario, estremamente composito, sembra richiamare scrittori quali Carlo Emilio Gadda, Tommaso Landolfi e Giorgio Manganelli, e fuori d'Italia, Louis-Ferdinand Céline.

Oltre alle opere narrative, va segnalata la produzione poetica. Rilevante anche l'attività critico-filologica e saggistica, volta soprattutto alla letteratura italiana del Sette-Ottocento e alla letteratura fantastica in chiave comparatistica.

Alcuni suoi libri sono Di bestia in bestia (Longanesi 1989), Io venía pien d'angoscia a rimirarti (Longanesi 1990; Marsilio 1998), La stiva e l'abisso (Bompiani 1992; Einaudi 2002), Euridice aveva un cane (Bompiani 1993; Einaudi 2004), Filologia dell'anfibio (Bompiani 1995; Laterza 2009), Tu, sanguinosa infanzia (Mondadori 1997; Einaudi 2009), Rondini sul filo (Mondadori 1999), I sepolcri illustrati (Portofranco 2000), Tutto il ferro della torre Eiffel (Einaudi 2002), I demoni e la pasta sfoglia (Quiritta 2004; Cavallo di Ferro (2010), Cento poesie d'amore a Ladyhawke (Einaudi 2007), Verderame (Einaudi 2007), Milano fantasma (2008, in collaborazione con Velasco Vitali), Rosso Floyd (Einaudi 2010) e Fantasmagonia (Einaudi 2012).

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129 (32%)
4 stars
171 (42%)
3 stars
80 (19%)
2 stars
17 (4%)
1 star
5 (1%)
Displaying 1 - 30 of 69 reviews
Profile Image for Sandra.
964 reviews334 followers
October 17, 2012
“O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l’anno, sovra questo colle
Io venia pien d’angoscia a rimirarti:
e tu pendevi allor su quella selva
siccome or fai, che tutta la rischiari”
Sono alcuni famosi versi, di straordinaria intensità, di una delle poesie dedicate da Leopardi alla luna. Italo Calvino ha scritto che, in una ideale antologia poetica sulla leggerezza della luna, questa “va lasciata tutta a Leopardi. Poiché il miracolo di Leopardi è stato di togliere al linguaggio ogni peso fino a farlo assomigliare alla luce lunare.”
Michele Mari sostiene da sempre che dalle ossessioni nasce la vena artistica, e dunque, indagando sull’arte leopardiana, gli sarà sorta la domanda sull’ossessione del poeta per la luna. Da qui ha costruito, con inesauribile fantasia ed anche con ironia, un “giallo” con elementi horror quali delitti efferati e strane simbologie, avente come protagonista l’adolescente Giacomo, chiamato Tardegardo, presentato come un giovanetto serioso, sempre dedito agli studi da mattina a sera, circondato da familiari come il Signor Padre Monaldo e la Signora madre Paolina, estremamente severi e rigidi, lei nelle sue certezze religiose e lui nel suo disprezzo verso i Francesi. La storia gialla è un pretesto, che Michele Mari usa -divertendosi assai secondo me- per fare prima di tutto la sperimentazione linguistica che è tipica dei suoi libri: il linguaggio usato è quello dell’epoca, un linguaggio ottocentesco aulico e colto, che, lo assicuro, non appesantisce la lettura né è fastidioso sfoggio di erudizione dello scrittore, anche perché, come accade anche negli altri libri da lui scritti che ho letto, alla lingua aulica affianca descrizioni di episodi divertenti , come la scena in cui Tardegardo viene sorpreso dai fratelli nella selleria a fare ginnastica, in modo da umanizzare e rendere più vicino al lettore il protagonista togliendone il tono serioso e al contempo elevare con il linguaggio le descrizioni di attività quotidiane e semplici. Il tutto come un gioco, un fantasioso gioco che diverte lui e chi legge. E sempre con il sorriso Mari scrive un’opera colta, di pensiero, con alcune tesi leopardiane che vengono spiegate dal poeta stesso a suo fratello Orazio, narratore degli eventi, come la tesi sulla scienza che non ha bisogno di abbellimenti perché contiene in sé la bellezza, mentre l’ignoranza ritiene che il Vero vada abbellito con orpelli fantastici.
Michele Mari, scrittore istrionico, con quest'opera realizza una felice fusione tra vita e stile, regalandoci un libro godibilissimo.
Profile Image for ☆LaurA☆.
504 reviews149 followers
April 29, 2023
Mari Mari Mari
Codesto scritto non l'habbi capito appieno.
La colpa sta nel mio cervellin piccin piccin
Che si parli di Luna e omini lupo lo colsi
Ma col vocabolario sul tavolin son douta restar
Hebbi la febbre nel termiar tue parole, saran colpe del troppo pensar?

Scherzi a parte, se non masticate l'ottocentesco è impresa ardua, ma l'ho portata a termine e ne sono fiera.
Non è libro per me, ma già lo sapevo e lo avevo detto ai 3 conigli mannari che mi accompagnano sempre in queste avventure.... comunque letto e arricchita interiormente!
Profile Image for Ajeje Brazov.
951 reviews
February 16, 2023
Incuriositomi vieppiù dell'autore, tempo fa mi studiai i suoi lavori. Quello che mi bloccò, fu l'aura di stizza/smania che mi creai come sfondo alla sua bibliografia. Il perchè non mi è dato di sapere, anche perchè il caso è linfa della vita, no? E proprio il caso o il Fato? a farmi avvicinare, di nuovo, a Mari. Quest'occasione è stata il sopraggiungersi di una richiesta di lettura condivisa. Esse, le letture condivise, son, per me, come creature che vengono da mondi paralleli, paralleli al reale, al tangibile. Ecco perchè immergermi nelle condivise vuole dire come perdermi nei meandri dell'insondabile, del caso, del caos, dell'irreale ecc... Un po' come succede con i sogni, in essi può succedermi di tutto e di più. Ma il viaggio onirico, che intraprendiamo ogni giorno, delle volte anche più volte al dì, trattasi veramente di qualcosa che vada oltre la realtà? Ma cos'è la realtà? E' qualcosa di tangibile oppure l'etereo si fà forma e la vita sboccia come un fiore in primavera?
Leggere quest'opera di Mari, mi ha aperto la mente come poche altre volte mi è successo. Non mi sarei aspettato un'opera così, che si apre in modo così estatico, al linguaggio di vari secoli fa e che ne fà una versione moderna. Lo so, sto vaneggiando, mi contraddico, eppure perchè mai l'antico, il classico ed il moderno non possano amalgamarsi e dar vita a qualcosa di nuovo? Un po' come succede con la musica, un esempio che mi è saltato all'occhio subito è il crossover: quel genere musicale, dove varie tipologie s'intersecano fino ad avere, alla fine, una risultante particolare, originale. Accostare il crossover, che annovera principalmente sottogeneri del rock, a un'opera con protagonista Leopardi ed un linguaggio d'antan, pare cozzare parecchio, ma è proprio un esempio che calza a pennello. Perchè non si possono avvicinare due o più "cose", che convenzionalmente si ritengono lontane anni luce?
Ottima scoperta, grazie mille ai coniglietti mannari che mi hanno fomentato alla lettura!
Profile Image for lorinbocol.
265 reviews434 followers
December 20, 2017
c'è tutto mari in questo libretto su un leopardi in the mood for lycanthropy, scritto come divertissement parecchi anni fa, ma che già compendia molti dei tratti che lo rendono unico. la cultura e l'amore sterminato per i classici (ancorché egli sia fondamentalmente un foscoliano), l'ironia, il gusto per le atmosfere gotiche, la scrittura arcaicizzante, che qui più che mai non sarebbe pensabile diversamente. speciale, come sempre.
Profile Image for Tintaglia.
871 reviews169 followers
June 11, 2012
Cinque stelle perchè non se ne possono dare di più.
Un Giacomo Leopardi in odore di licantropia.
Un ermo colle.
Una donzelletta con un mazzolin di rose e viole.
E la Luna.
Il tutto nel diario del preoccupatissimo Carlo Orazio, fratello minore del poeta adolescente, che riporta ansioso gli strani comportamenti che da qualche tempo affliggono l'amato fratello - il tutto realizzato con una mimesi linguistica e una preparazione dal punto di vista letterario che hanno dell'incredibile.
Michele Mari, IO TI AMO.
Profile Image for Emilio Berra.
305 reviews284 followers
December 11, 2022
Strano libro, questo romanzo di M. Mari, ambientato nel 1813 a Recanati in casa Leopardi.
Punto focale è infatti Giacomo, il poeta, qui ancora adolescente.
Io-narrante è il fratello Orazio Carlo, quasi coetaneo.
La scrittura viene modulata secondo la lingua ottocentesca pre-manzoniana.

"... in questa casa è sempre andato e sempre andrà che si debba vivere come sorvegliati da'birri". "Sempre un trasalire, un troncare a mezzo i discorsi, un prestar orecchio di qua per scappare di là" .
La curiosità è però tutta su Giacomo, amorevolmente spiato anche di notte : "si trattenne lunga pezza al verone a contemplare il notturno stellato. (...) avea il guardo pieno di lacrime", ossessionato in particolare dalla luna.

Nel testo, che è una specie di gioco letterario, il giovanissimo Leopardi è già imbevuto del settecentesco mito del 'Buon Selvaggio' e orientato a un tipo di razionalismo le cui radici affondano a loro volta in un substrato mitico : la luna, appunto, che non solo influisce sulle vicende della Terra, ma presiede a qualcosa di molto inqietante nelle fasi di plenilunio.
L'ombra lunga di un lontano antenato s'insinua; anche pronunciare il suo nome incute paura.
Lupi e licantropi.
Il "borgo selvaggio" di Recanati, intanto, si tinge di giallo. E di nero.
Profile Image for Cosimo.
443 reviews
May 12, 2018
Il lupo gioca a nascondersi

Paura e desiderio, verità e bellezza, erudizione e ironia a trattenere il respiro e far battere il sangue in una fantasia protestante e poetica da cui scaturisce un senso di contentezza e scoperta per una letteratura che sia sempre in grado di tenerci compagnia e di proteggerci, sia nel ricordare che nell'immaginare. Davvero un racconto che merita di essere riletto, e che invita a continuare per accorati percorsi, nascondendosi fra le sue pagine.
Profile Image for Ellis ♥.
998 reviews10 followers
February 14, 2023
Di un giovane Leopardi colpito da selenolatria (e non solo? 😉😏) e di lupi che si aggirano ostili, talvolta, perfino dentro noi stessi.

«Dimmi Orazio, quando tu guardi la candida Luna, come puoi dire che non sia Ella a guardare te?»"

Io venìa pien d'angoscia a rimirarti è un romanzo dai sentori fortemente gotici, ambientato nella Recanati del 1813. Voce narrante è Orazio Carlo – fratello di Giacomo Taldegardo Francesco Salesio Saverio Pietro Leopardi - che affida a un diario alcuni dei suoi turbamenti nella speranza di ricostruire alcuni efferati avvenimenti che sconvolgono il loro natio borgo selvaggio e che sembrano esercitare una misteriosa influenza sull’amato fratello.
Il libro è caratterizzato da una scrittura colta e volutamente arcaicizzata che trae ispirazione dalla prosa ottocentesca dello Zibaldone; Mari si dimostra abile nel padroneggiarla presentandoci un Leopardi ancora “acerbo”, ma in procinto di diventare l’erudito tormentato poeta che conosciamo. Disseminati lungo tutto il romanzo non mancano, infatti, numerosi riferimenti ai capisaldi dell’arte poetica del Leopardi, un ulteriore omaggio alla sua folgorante e vastissima cultura che sfocia in un amore ascetico per i classici.
Michele Mari in quello che, a tutti gli effetti, sembra essere un esercizio di stile - anche se in un modo diverso da Alessandro D’Avenia nel suo “L’arte di essere fragili” - è riuscito non solo a farsi apprezzare nelle vesti di prosatore, ma anche a instillarmi quell’impellente bisogno di rileggere l'opera omnia leopardiana.
Il pallido lucore della Luna ancora oggi non smette di esercitare il suo fascino magnetico e ispirare frotte di scrittori e poeti suscitando melancolia e mille altre emozioni diverse, io stessa non sono rimasta immune dalla sua malia, scribacchiando alcune poesie dedicate a Lei.
Profile Image for ferrigno.
552 reviews110 followers
August 24, 2017
Quel sadico di Mari interrompe la storia del licantropo erudito proprio quando essa comincia a coagularsi dalle nebbie del mistero. Avrà avuto paura di cadere nello stereotipo e non riesco a dargli torto. L'eventuale capitolo mai scritto non avrebbe potuto che mostrare Terdegardo trasformarsi in fiera, con il consueto armamentario di peli artigli e zanne. Invece Io venìa pieno d'angoscia a rimirarti rimane il curioso romanzo di formazione di un giovane licantropo, che mentre si fa consapevole della sua trasformazione la indaga, confrontando antiche conoscenze con l'esperienza.
Trovo che il Mari migliore sia questo, il Mari mimetico.
Profile Image for miledi.
114 reviews
June 30, 2018
Un divertissement colto, raffinato, piacevole da leggere, ma niente di più. Non mi capacito della quantità di stelle piovute su questo libro. Forse il mio palato non è abbastanza fine per apprezzare a dovere certi manicaretti. Possibilissimo.
Profile Image for Marica.
411 reviews210 followers
November 10, 2024
Polpette anti-lupo
Uno dei fratelli Leopardi, Orazio, ci racconta la sua vita familiare con Tardegardo (Giacomo) e la Pilla, bambini ottocenteschi, nel loro palazzo di Recanati. Il palazzo ospita le inquietudini del genio precoce e le attività dei tre fratelli, il cui centro rimaneva sempre Tardegardo: si fa insieme il gioco dei ritratti nella galleria, oppure lo si osserva mentre studia o lo si spia quando vorrebbe stare da solo. Il clima di casa è fra Dickens e Tim Burton: la signora madre acida e il signor padre sarcastico, non si possono fare neanche le palline di pane a tavola pena due schiaffoni. E’ molto interessante il quadro generale di Recanati nello stato della Chiesa: fuori dalla biblioteca nella quale viveva idealmente Tardegardo c’è solo la vita di campagna, senza occasione di scambi culturali al suo livello. Mi chiedo come potesse coltivare un’istruzione così complessa senza guide, librerie, università, internet. Compaiono anche di straforo l’ermo colle e il mazzolin di rose e viole. Il tratto principale è la sollecitudine del fratellino nei confronti di Tardegardo, dal quale i genitori, avendo intuito il genio, si aspettano sempre la perfezione, senza curarsi della giovane età e dei turbamenti che lo attraversano. Orazio è in particolare preoccupato dal suo incantamento per la luna e per il suo sospetto interesse per gli effetti della luna sugli umani (e qui viene Tim Burton, in dose massiccia). La scrittura di Mari è perfettamente intonata al soggetto. E’ piacevole questa storia che ci racconta l’umanità di Giacomo, uno dei maggiori poeti italiani, fino al confezionare e distribuire ai fratellini le polpette anti-lupo da tenere con sé come talismano antiaggressione, che funzionano in modo semplice e intuitivo: se arriva il lupo gli si tira le polpette, sperando che apprezzi la cucina di casa Leopardi.
Profile Image for arcobaleno.
649 reviews163 followers
August 31, 2016
Tardegardo m'inquieta.
A me questa idea è piaciuta. E tanto!
Inventarsi il diario e presentarlo con una spontaneità da farlo apparire senz'altro vero; infarcirlo di pensieri poetici, filosofici, letterari, scientifici… come appena usciti dalla penna di un fratello minore, curioso e attento; scriverlo con cura in plausibile lingua ottocentesca; arricchirlo di disinvolta ironia, a sfiorare la sfacciataggine; arricchirlo di significati aggiunti, a volte nascosti, da renderlo interessante, oltre che piacevole; e, non da meno, aggiungere, alla lettura, una musicalità dolce all'orecchio da fare scorrere armoniosamente le parole… insomma tutto ha contribuito a darmi l’idea di una felice ingegnosità.
Non conoscevo Mari, ma questo primo incontro mi ha affascinato e incuriosito: non so se la sua produzione sia improntata tutta sul genere… “rievocativo”, ma, in ogni caso, approfondirò presto, e con piacere, la sua conoscenza.
E poi ...al Poeta occorre studiare, e mettersi (per dir così) a gareggiare col Fisico nell'intellezione del Vero. Come rimanere indifferente?!



Recanati licantropo
Sai Orazio,dicono che per diventare Mannari basti addormentarsi all'aperto in una notte di Luna piena [...]. Ci fu un Poeta, ahi quanto infelice! che si sentiva chiamato dalla Luna [...]Io sento che la Luna appunto ci chiami e ci svegli, ma che sia più condizione che causa, e che 'l germe della metamorfosi sia già deposto in colui che chiamato risponde.
Profile Image for Ginny_1807.
375 reviews158 followers
October 19, 2012
Attraverso un raffinatissimo gioco letterario, che comporta sia la virtuosistica riproduzione del linguaggio ottocentesco, sia l’adeguamento al registro logico-comunicativo del tempo, Michele Mari reinterpreta l’inquieta adolescenza di Tardegardo, futuro poeta meglio conosciuto ai posteri con il secondo nome di Giacomo.
Voce narrante è il tredicenne Orazio che, mosso da innata curiosità e premurosa apprensione per gli strani comportamenti del fratello maggiore di un anno, riporta in forma di diario gli esiti delle proprie investigazioni sull’aura misteriosa che sembra circondare la loro famiglia.
Così, se da un lato ritroviamo il ritratto che del poeta ci hanno consegnato i biografi tradizionali, dall’altro lato ci si apre una nuova, inedita e inattesa chiave di interpretazione del suo studio “matto e disperatissimo”, nonché di quella sorta di devozione alla luna che ha prodotto alcuni dei suoi versi più immortali.
Ironico, avvincente, puntigliosamente documentato: una deliziosa prova di bravura, un “falso” perfetto che si lascia apprezzare dalla prima all’ultima pagina.
Profile Image for S©aP.
407 reviews72 followers
December 5, 2013
Geniale e sfrontato, il progetto di questo racconto. Non un'idea nuova; originale però il modo di condurla. Divertente lettura. Scorrevole, non ostante la scelta di una lingua antica perché contestualizzata. Un finale ben concepito, aperto a un dubbio che è quasi certezza. È il primo scritto di Mari, che leggo. Mi resta l'idea (falsa e) latente di non avere "assaporato" il vero scrittore, ma un suo eccellente esercizio di stile, di alto livello culturale, capillarmente documentato. La percezione, soddisfatta, di "sostanza". Non è poco. E la curiosità di qualcos'altro. Grazie a Ginny per il consiglio.
Profile Image for Martina☽.
68 reviews8 followers
June 2, 2022
Qui Tardegardo si tacque, spossato e pallidissimo in volto, poi, sollevando lentamente il capo, sussurrommi: «Dimmi Orazio, quando tu guardi la candida Luna, come puoi dire che non sia Ella a guardare te?».
Profile Image for Cristina.
72 reviews42 followers
May 18, 2017
BLOG:http://afoxamongthebooks.blogspot.it/...

O graziosa luna, io mi rammento
Che, or volge l'anno, sovra questo colle
Io venia pien d'angoscia a rimirarti


Le fregature che mi sono capitate ogniqualvolta ho deciso di leggere qualche libro dedicato ad un personaggio famoso del mondo delle arti ormai non si contano più, quindi non c'è da meravigliarsi se mi sono avvicinata al testo di Michele Mari con circospezione, proprio come farebbe un lupo prima di avventarsi sulla sua preda. In realtà le cosiddetta preda si è rivelata parecchio mansueta e si è fatta mangiare in un sol boccone con piena soddisfazione di questo avido lupo-lettore.
La "preda", ma ora potremmo tornare a chiamarla con il nome più adatto, ovvero libro, è composta da 121 pagine, una lettura veloce ma non banale, che cattura il lettore e lo spinge ad andare avanti nonostante lo stile ricco e giocosamente ampolloso del testo, vivendo un'avventura che rimane solo sussurrata, mai totalmente spiegata ma che non può fare a meno di lasciare un sorriso divertito sul viso a lettura ultimata. Perché Io venia pien d'angoscia a rimirarti è un divertissement che prova a spiegare la profonda fascinazione che Leopardi aveva per la Luna mescolando erudizione e fantasia, spiegazioni filologiche accurate e racconti popolari, miti e leggende calati sullo sfondo di un romanzo gotico.
A parlare direttamente con il lettore è Orazio, il fratello minore di Leopardi che nel libro non verrà mai menzionato per cognome o attraverso il nome più noto, Giacomo, ma verrà semplicemente chiamato Tardegardo, che si stia parlando del sommo poeta italiano è possibile dedurlo solo da indizi lasciati qua e là: i nomi dei familiari, il borgo di Recanati, il titolo nobiliare e infine lo stesso titolo che non è altro che un verso della famosa ode Alla Luna. Orazio dunque ci accompagna attraverso le pagine del suo diario e ci racconta dello strano comportamento che il fratello, solitamente molto tranquillo e tutto dedito allo studio, ha assunto da un po' di tempo, delle strane uccisioni, a detta di tutti causate da un lupo, che sono avvenute nei possedimenti di famiglia e come i lupi e la luna, notoriamente legati a doppio filo nei racconti leggendari, abbiano da sempre avuto un ruolo importante nella genealogia Leopardiana.
La storia fantastica diventa intelligente scusa per dipingere un ritratto di Leopardi che si discosti dalle briglie imposte dai testi di letteratura, fornendo però un quadro piuttosto ampio e probabilmente veritiero dell'immenso uomo di cultura che il poeta di Recanati doveva essere stato, senza per questo reiterare per la millesima volta la storia, sentita e risentita, di un Leopardi depresso, solo e isolato che non faceva altro che ammazzarsi di studio. Ciò che accade nel borgo, le domande curiose del padre, le preoccupazioni di Orazio snocciolano, quasi senza che il lettore se ne renda conto, secoli e secoli di poesia, di filologia, di cultura greca, latina, indiana, americana, germanica, ecc. Fatti e fatterelli, storie reali e di fantasia, si mescolano e si fondono dando vita a un trattatello che sembra condensare secoli di cultura in pochissime pagine: il volto misterioso della Luna che affascina da sempre, come i miti siano serviti a confortare gli uomini messi di fronte a fenomeni che non sapevano spiegare, come verità e fantasia a volte siano semplicemente il dritto e il rovescio dell'identica medaglia e come espungere del tutto il fantastico dalla verità significhi spogliarlo di un ornamento che sembra necessario per raggiungere il Bello; ma allo stesso tempo dei pericoli che si annidano nell'uso eccessivo della fantasia che finisce per sfociare in bieca superstizione che, ricoprendo tutto come una notte senza luna, spegne le luci del Vero.
Ad arricchire il testo, l'uso sapiente e allo stesso tempo divertente di un italiano ormai antico, pieno di verbi che ricalcano la forma di quel "pentirommi" che ritroviamo ne Il passero solitario, articoli che ancora traballano in forme non pienamente assestate (è frequente l'uso di "'l" anche con parole che iniziano per consonante), oscillazioni di grafie, l'uso non censurato di "j" con il valore di vocale, l'alto numero di occasioni in cui ricorre "codesto"ormai caduto in disuso nell'italiano contemporaneo, fino ad arrivare alle buffe esclamazioni del Signor Conte! Sembrerebbe che il testo richieda chissà quali competenze e conoscenze ma in realtà non è così, la brevità aiuta a non stancare il lettore meno esperto ma allo stesso tempo stuzzica, divertendolo, quello che riesce a cogliere i riferimenti. Insomma se si sa, si rimane colpiti dalla quantità di intrecci e rimandi che si possono intessere all'interno delle culture più disparate, mentre chi non conosce può starsene beatamente affacciato alla finestra che il testo spalanca e venire a sapere qualcosa di nuovo e così incuriosirsi e magari approfondire successivamente, ad ogni modo il gioco delle "scatole cinesi" in cui aperta una se ne ritrova subito un'altra ideata da Michele Mari funziona e a chiunque decida di seguirlo...beh, in bocca al lupo!
Profile Image for Giorgia.
Author 4 books804 followers
August 29, 2021
L'autore usa il lessico e il periodare di inizio '800 con grande abilità. Il romanzo scivola nel realismo magico (aspetto che di solito non apprezzo particolarmente) con eleganza, senza esagerare nel tentativo letterario di dare risposta all'ossessione leopardiana verso la luna. Davvero affascinante.
Profile Image for Il Pech.
351 reviews23 followers
October 23, 2024
Debbo ammettere che lo titolo trassimi in inganno in facto immaginaj una novella de' amore sdulcinato con la bella che more advelenata e lo suo omo che tagliasi lo merluzzo e gettilo in pasto a li cani quale eternae promessa di castità. Sorpresomi in vece di iscoprire uno romanzo di filologia con lo giovine Tardegardo citante et collegante presunti iscritti antichi ricordandomi assaje lo pendulo di Foucault. Ciò detto come evincesi -o almeno lo ispero- da lo vetusto tono di codesta recensjone, ammirato da lo solito madornale isfoggio di cultura del Mari vabbè dai son stufo di scrivere così tanto il mood l'hai capito.
Purtroppo la forma è riuscitissima ma il contenuto è striminzito e la trama abbastanza scontata. Insomma alla fine quel che mi resta è un esercizio di stile ben eseguito, e in questo Mari è una garanzia, ma un libro che non resterà di certo tra i piu memorabili dell'autore, almeno per quel che mi riguarda.
Profile Image for Savasandir .
273 reviews
August 21, 2017
Questo libro di Mari, ad una lettura superficiale, potrebbe sembrare niente più che un capriccio, una via di mezzo fra il divertissement e l'esercizio di stile; in realtà, le lunatiche vicende di Terdegardo non sono altro che il pretesto che permette all'erudito autore di compiere un excursus vasto, documentato e avvincente su alcune delle più celebri credenze popolari che riguardano la Luna.
Il lavoro di ricerca compiuto da Mari è più che lodevole ma, e qui sta la genialità, anziché propinarci una sterile lezioncina sull'evoluzione nel tempo dei miti seleniti, ne tira giù una storia che in primo luogo diverte e che perciò invoglia il lettore a saperne di più, a cercarle, queste fonti, citate di continuo dal giovane Leopardi, per vedere cosa è frutto della mente dell'autore e cosa no. Geniale!
Profile Image for Giulia.
173 reviews47 followers
August 6, 2023
Incantevole.
Mari gioca con l’attrazione di Leopardi verso la Luna, ricavandone un’opera a metà tra biografia e riscrittura.
Ma soprattutto, un romanzo diario che registra i germogli dei topoi poetici di un giovanissimo Leopardi osservato dagli occhi ammirati del fratello minore. In queste pagine, alcune delle quali dense di purissimo pensiero, emerge prepotente il genio e il tormento del poeta recanatese.
Profile Image for Saretta.
1,312 reviews195 followers
March 25, 2024
Un inno alla Luna e a un Leopardi giovane, dotto al limite dell'enciclopedia. Un'opera maestosa per l'uso del linguaggio, per la ricerca storica e per la sottile commistione tra il vero e l'inventato, tanto ben fatta da apparire reale.
Profile Image for Nostalgiaplatz.
180 reviews49 followers
August 21, 2017
Certo m’avessero detto. “Eccoti un libro che ruota intorno a Giacomo Leopardi adolescente, che nelle notti di luna piena si trasforma in lupo e semina il panico nella tenuta di famiglia”, come minimo sarei stata scettica. Mi sarei aspettata qualcosa di un po’ trash, magari… poi si sa, toccami certe figure letterarie e il licantropo divento io.
Però questo piccolo romanzo lo ha scritto Michele Mari, e allora tutto cambia. Oltre a lasciarti senza parole con la sua erudizione, e con un linguaggio arcaico perfettamente calato nell’epoca, Mari ti colpisce con l’affetto verso il poeta che traspare da queste pagine, narrate dalla voce di Orazio, fratello minore di Giacomo (o Tardegardo), ti porta come non mai a empatizzare con il giovane genio dall’intelligenza profondissima e dal fisico tanto fragile. Tutta l’esperienza è filtrata dagli occhi ignari di Orazio, ma percepiamo comunque ogni sentimento di Giacomo, la grande sensibilità, le sue ansie e paure, il suo animo inquieto e poi, anche, la sua accettazione verso quella natura selvaggia e incontenibile nascosta dentro di lui… come il suo cedere al richiamo della poesia e di una vita piena, appassionata, lontana dal ‘natio borgo selvaggio’
Profile Image for Rosalba.
249 reviews32 followers
October 30, 2012
«L’immaginazioni più belle son quelle che maggiormente sommuovono l’animo, scompigliandone la quete non altrimenti che un ciotto scompiglia la superficie dell’acqua».

E qui di immaginazione ce n’è tanta a voler creare un Tardegardo Giacomo Leopardi licantropo. Ma tant’è, il fratellino tredicenne Orazio Carlo si fa molte domande sull’ irrequietezza del fratello maggiore, sempre impegnato, come ben sappiamo, nello studio e nell’arte della poesia, ma troppo spesso trasognato e assorto nella contemplazione e nell’ammirazione della luna. La curiosità del giovane Orazio poi si fa pressante quando scopre che fra gli avi dei conti Monaldo è esistito un assai strano personaggio, tal Sigismondo Tardegardo, che licantropo era stato, iniettando anche il sospetto di una possibile ereditarietà. Con questo piccolo libretto Michele Mari si diverte a costruire una storia misteriosa, un po’ gotica intorno al grande poeta Giacomo Leopardi, usando anche il raffinato linguaggio ottocentesco, credo un tentativo di omaggiarlo in modo ironico e divertente. Io però che amo molto questo poeta, preferisco conservarne l’immagine del romantico sognatore, di colui che più di tutti ha guardato e scritto dolci e mirabili liriche alla luna, come questa:
"Che fai tu luna in ciel?
Dimmi, che fai, silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
contemplando i deserti; indi ti posi. [...]"
Profile Image for Andrea Iginio Cirillo.
123 reviews43 followers
December 18, 2020
O GRAZIOSA LUNA, IO MI RAMMENTO CHE, OR VOLGE L' ANNO...

Un libro ambientato nel primo Ottocento, con protagonisti per niente velati Giacomo Leopardi e la sua famiglia, scritto da Michele Mari in puro italiano ottocentesco. Cosa può esserci di meglio?

È stato davvero un viaggio straordinario tra le pagine di un diario che Orazio Carlo, fratello di Tardegardo, ha redatto per far luce sugli strani comportamenti che il ragazzo ha assunto da qualche tempo. Da dove deriva questo amore sconfinato per la luna? (Alla luna è l'idillio da cui è preso il titolo del romanzo; le dissertazioni sul nostro satellite che affondano nel mito sono semplicemente geniali e arricchiscono enormemente la conoscenza classica del lettore); che legame intercorre tra Tardegardo e il suo antenato Sigismondo, affetto da licantropia e ucciso per mano di un sanguinario inquisitore? A tutto ciò si affiancano i ritratti dei genitori dei ragazzi, oppressivi e retrogradi in due modi diversi, con Monaldo che sfoggia una finta e sconclusionata erudizione e Adelaide, chiusa nella sua claustrofobica religiosità. Tardegardo risente di tutto ciò, chiudendosi nello "studio matto e disperatissimo", in un Illuminismo che è affannosa ricerca del Vero oltre le "fole" degli Antichi - che pure erano più vicini alla Natura dei Moderni e più spensierati - e iniziando a disseminare qua e là citazioni delle sue opere future (il colle dell'infinito è sempre presente, così come un germe di pessimismo storico, e poi un Torquato Tasso anch'egli ossessionato dalla luna e l'idea delle Operette Morali e della Natura maligna prima che indifferente).

Tutto questo viene raccontato da Mari in maniera impeccabile, con le giuste dosi di suspense, alternando l'indagine nella vita di Sigismondo al ritratto di Tardegardo, e poi ancora a scene di vita quotidiana. Ne viene fuori un'opera che, nonostante il linguaggio volutamente arcaico, si legge con una scorrevolezza disarmante, anche grazie alle doti narrative dell'autore, che si conferma uno dei migliori nel panorama contemporaneo, con un esercizio di stile in cui non ho trovato punti deboli - né dal punto di vista narrativo, né da quello squisitamente tecnico.

Il romanzo termina con un non-detto, con un sospetto che a chi legge pare verità, con un segreto a malapena rischiarato dalla luce della luna piena.
Una delle migliori letture di quest'anno.
Profile Image for Tyrone_Slothrop (ex-MB).
843 reviews113 followers
July 21, 2021
Where Wolf? Werewolf!

Piacevole piccola prova d'autore del più mimetico degli autori italiani. Mari scrive un racconto lungo gotico con uno stile ottocentesco e vagamente barocco che non fa rimpiangere i migliori capolavori di E.A. Poe.
Nonostante il vocabolario desueto e la forma antica, la lettura procede spedita e senza alcuna difficoltà (e anche in questo si nota il talento di Mari, che non vuole certo complicare la vita del lettore). La struttura diaristica risulta in alcuni passi un pò forzata e ripetitiva, forse, ma si sa che la tecnica narrativa non era molto libera nei libri di due secoli fa.
Anche la descrizione della cultura del tempo è vivida e resa molto bene, tesa come era tra illuminismo razionalista, conservatorismo controriformista e retaggi conturbanti di antiche sapienze magiche.

E quindi la vicenda del giovane recluso che viene ghermito dai misteri della licantropia (ereditaria) soddisferà sicuramente gli amanti del genere gotico - io, che non faccio parte di tale schiera, mi sono limitato ad apprezzare una scrittura sempre abile e affascinante, anche se ingabbiata in una struttura scontata e convenzionale. Qua e là qualche invenzione originale, come gli elenchi sterminati forniti dall'eruditissimo Tardegardo (la cui cultura è forse così vasta per un teen-ager da far sorgere il dubbio che Mari ci giochi un pò sopra esagerando di proposito) e l'ottimo finale.
Profile Image for blue solange.
76 reviews9 followers
August 26, 2024
Un modo bellissimo per riavvicinarmi ad un poeta che ho sempre amato: secondo me, la scrittura di Mari é impeccabile nel traslarci nel palazzo dei Leopardi e nella mente geniale di Tardegardo (Giacomo) - come se fossimo lì a spiarlo dagli antri. Riesce a rapire e immergere il lettore nella bellezza del Vero, crea ammirazione e sete di conoscenza; favoleggia senza tradire.
Un piccolo, incantevole tassello per svelare tanti pregiudizi su questo poeta, poeta della Luna.
Profile Image for Post Scriptum.
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June 9, 2017
Recanati, 1813.
Là, dov’è la via che mena all’ermo colle, Orazio Carlo scruta nascostamente il fratello Tardegardo Giacomo, che in biblioteca “studia, legge, scrive, traduce, crea”. E pensa alla Luna. Ed è irrequieto. E ha un comportamento oscuro.
Orazio osserva e annota tutto sul suo diario.
Certe notti, quando le ombre s’allungano, succedon fatti spaventevoli, sanguinosi, bestiali.
Mentre da lassù guarda e illumina la terra bruna, “…la luce della Luna rivela il vero volto delle cose, rendendo smorto ciò ch’è vivo di giorno, e rendendo a vita ciò ch’alia luce del Sole par morto…”
La Luna ha tuttavia due volti, ora è Artemide ora Persefone, ora è pura ora contaminata, ora è regina del cielo ora degli inferi. La Luna influenza uomini e natura.
Due volti. Come l’uomo ch’è ora umano ora ferino, ora contemplativo ora brutale, ora limpido ora torbido. Ora è soave ora raccapricciante, ora saggio ora folle. Ora perfetto ora deforme.
Infine, “… l’uomo è la propria paura; se potrà attraversarla, se potrà viaggiare dentro di essa come in un paese straniero, allora quella paura sarà più bella, ed ei potrà riguardarla come una favola, o una animata pittura.”

Scritto di grande fascinazione. Capriccio così ben fatto da figurar veritiero.
Profile Image for Pierfrancesco.
150 reviews
November 24, 2022
Confesso che per oltre 30 anni ho vissuto nella totale ignoranza di Michele Mari, tutto finché una persona speciale mi ha introdotto a questo libro. La vicenda, scritta sotto forma di un diario tenuto dal fratello Orazio Carlo, parte da una singolare ed inquietante domanda: e se l’ossessione che il giovane Giacomo Leopardi ha per la luna non fosse una semplice tematica poetica, ma derivasse da un singolare caso di licantropia? Detta così sembra il preambolo per una trashata allucinante… ma avevo troppa fiducia in chi mi ha caldamente consigliato questo libro, così ho deciso di leggerlo superando un certo scetticismo iniziale. Con una premessa del genere la probabilità di sconfinare in un mediocre esercizio di stile era elevatissima, ma i geni (perché credo che Mari lo sia) rendono possibile l’impossibile… e così non solo l’esile trama sta in piedi, ma viene sorretta abilmente da una serie di elementi reali dalla vita del poeta che rende tutto estremamente vivido, merito anche di uno stile di scrittura unico che emula il lessico ottocentesco in maniera naturale e priva di artifici. Un puzzle surreale in cui tutti i pezzi stanno magicamente al loro posto è ti fa dubitare della versione “reale” della storia.
Profile Image for Feseven.
101 reviews46 followers
December 18, 2017
Michele Mari ogni volta riesce a sorprendermi per la sua capacità di plasmarsi alla perfezione sul genere che decide di affrontare nei suoi libri. Qui la scelta ricade sulla creazione di una biografia apocrifa di Leopardi immaginato dall'autore come un giovane erudito che viene a scontrarsi con alcuni cambiamenti della propria persona.
I riferimenti a Leopardi sono geniali e le citazioni sono tantissime: dall'ermo colle al sabato del villaggio, dai continui riferimenti alla luna all'isolamento e alla ricerca letteraria.
Mari scrive, nel 1990, con un linguaggio antico e molto ricercato che dimostra la sua capacità di confrontarsi con diversi stili.
Lo adoravo già prima e questo libro ha solo confermato e rafforzato la stima che ho nei confronti di questo scrittore.
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