The story of Cupid and Psyche is part of The Golden Ass or Metamorphoses, a Latin novel by Apuleius (second century A.D.). It is both a charming fairytale and an allegory of the search of the Soul for happiness and fulfillment. This edition, the first with a full commentary in English to appear for eighty years, comprises a Latin text with facing translation, making the edition more accessible to students of comparative literature. An introduction and a commentary provide help with interpretation and up-to-date guidance to scholarship in the field.
People best know The Golden Ass, work of Roman philosopher and satirist Lucius Apuleius.
Apuleius (Lucius Apuleius Madaurensis “Africanus”; Berber: Afulay) wrote Latin-language prose.
This Berber of Numidia lived under the empire. From Madaurus (now M'Daourouch, Algeria), he studied Platonism in Athens and traveled to Italy, Asia Minor and Egypt. Several cults or mysteries initiated him. In the most famous incident in his life, people then accused him of using magic to gain the attentions and fortune of a wealthy widow. Apuleius declaimed and then distributed a witty tour de force in his own defense before the proconsul and a court of magistrates convened in Sabratha, near ancient Tripoli, Libya.
Da questa favola impariamo che: - le belle ragazze sono profondamente sceme - lo stupro tra marito e moglie cosavuoichesia - le belle dee sono tutte stronze - perfino tra divinità esiste il problema dei parenti/serpenti - il Deus Ex Machina come soluzione sempre e comunque - vari ed eventuali clichè che se da una parte sono ascrivibili al tempo di cui sono figli ( e per questo comprensibili), dall’altra a rileggerli oggi fanno accapponare la pelle.
Ho letto diverse recensioni prima di iniziare a scrivere la mia per capire cosa avessero percepito gli altri dalla storia che mi aveva lasciata un attimo confusa.
Le critiche al maschilismo, alla rappresentazione di donne umane belle ma stupide e di divinità belle ma stronze potrebbero avere un senso se il libro fosse un libro contemporaneo che affronta una storia d'amore contemporanea.
La storia risale invece al primo secolo d.C. e non la si può considerare una metafora dell'amore tossico o della famiglia tossica o della comunità tossica. È semplicemente lo specchio della società dell'epoca che non era considerata tossica ma romantica (oggi giustamente ci sembra assurdo, ma sono passati 2000 anni e nonostante ciò ci sono tutt'ora realtà simili).
Ovunque nella mitologia troviamo violenza e tossicità e questa storia ne è ugualmente piena. Per me è stata una lettura scorrevole e veloce. La struttura della "prescelta" diversa dalle altre che deve affrontare delle prove per ottenere ciò che vuole la troviamo spesso anche adesso e mi affascina sapere che passano i millenni ma che alcuni trope letterari si ripetono a oltranza.
La favola di Amore e Psiche secondo me è apprezzabile se viene letto per quello che è, ovvero un classico basato sulla mitologia, e non come un romanzo breve d'amore perché in quest'ultimo caso la delusione e il disgusto possono essere dietro l'angolo.
3 stelle e mezzo L’errore più grande è stato quello di non comprare l’intero volume e accontentarmi di questo breve racconto… (ma si può sempre rimediare lo stesso!) La favola di Amore e Psiche è la favola d’amore per eccellenza. La bellezza di questa narrazione è dovuta all’ antichità dei miti e delle leggende, al fatto che si è consapevoli di stare leggendo qualcosa di antico. Il racconto in se è molto istruttivo, è il viaggio di una donna (molto fortunata, tra l’altro) che ha come unico obiettivo quello di riconquistare l’amore che lei stessa ha tradito e quindi perduto. Psiche è di un’ingenuità quasi commovente e di una curiosità irritante! In poche pagine ci viene mostrata tutta potenza, la perfidia e l’umanità dei famosi Dei che erano preda di passioni e ripicche, ricatti e tafferugli proprio come i semplici umani… Devo recuperare il volume intero assolutamente!
Ho anticipato i tempi ma non ho resistito. Letto a velocità della luce. È un piccolo libro di 70 pagine. Praticamente l'ho divorato. Non sapevo cosa aspettarmi. È stata una sorpresa. Meraviglioso. È una favola così dolce e amara, così leggera e intensa che mi ha totalmente rapito. Bella davvero. Peccato che sia così corta. Per questo quattro stelle. Ma ne è valsa la pena. Da rileggere con calma e assaporare ogni parola. Amore e Psiche semplicemente dolcissimi ❤️️ il mio cuore è stato in pena per tutto il racconto.
Sono rimasta perplessa, ho letto tante recensioni entusiastiche ma io, in questo racconto, non ho trovato magia. Sicuramente è molto attuale pur essendo antico. Sarò cinica (e un po’ lo sono) ma pensavo di leggere di un amore travolgente, poetico, invece … “Delicato e romantico, dolce, emozionante, l’archetipo dell’amore, l’amore, anzi di più, la più pura forma d'amore, una delle più belle storie d'amore” … ma dove? Qualcuno mi aiuti a capire, perché questo è quello che a me è arrivato:
Pensavo di ritrovare le emozioni che mi ha suscitato Amore e Psiche del Canova, invece niente … Peccato! Però mi è piaciuto il suo lato grottesco. Molto belli i riferimenti alla mitologia, ai capricci degli dei, etc. Probabilmente sono stata portata fuori strada dai suddetti commenti, ma se leggo “Credo che sia la Favola d'amore per eccellenza” o “La più bella e dolce storia d'amore mai scritta”, mi aspetto tutta un’altra cosa. Non so quale fosse l’intento di Apuleio (purtroppo non ho fatto studi classici) ma se era quello di evidenziare e prendere in giro, i tanti difetti umani quali perfidia, cupidigia, invidia, gelosia, superbia e curiosità (anche se quest’ultima, se usata nel giusto modo, è un pregio) etc., allora ci è riuscito in pieno ^^ il messaggio allegorico è arrivato e visto sotto quest’ottica riesco ad apprezzarlo di più.
"La favola di Amore e Psiche" di Apuleio è una favola molto antica, risalente al II secolo, perfetto per tutti gli appassionati della mitologia. Devo ammettere che non è proprio il mio genere, infatti ho avuto un po' di difficoltà nel continuare questo racconto anche a causa della lettura poco scorrevole.
Il volume, acquistato in lingua italiana, è composto da 192 pagine ed è editato da Feltrinelli; al prezzo di 8,50 euro.
Psiche è una giovane ragazza, invidiata e desiderata da molti ma destinata a rimanere in solitudine. Paragonata più volte a Venere, suscita l'ira della dea che incarica il proprio figlio, il giovane Amore, a rovinare la vita della fanciulla. Ma Amore, detto anche Cupido, non riuscirà a portare a termine la sua missione in quanto se ne innamorerà all'istante.
Il rapporto complesso tra dei e umani hanno attirato molto la mia attenzione, oltre alla storia meravigliosa di Amore e Psiche. L'invidia e la malvagità degli dei verso i poveri umani è quasi imbarazzante. Sicuramente un racconto ricco di sentimenti e emozioni.
Avrei dato la votazione massima ma, detto schiettamente, non ho apprezzato la "post fazione" e le note a fine racconto. La storia in sé, da amante della mitologia -del mondo fantastico- sin dai tempi in cui la studiavo alle scuole medie, merita decisamente il punteggio massimo di votazione. È così trascinante la storia di questo amore impossibile, delle peripezie che la disgraziata Psiche incontra sul cammino della sua vita, della forza dell'amore in grado di farti compiere qualsivoglia gesta per il proprio amato. La traduzione è stata ben eseguita, non sono certo un latinista ma la lettura era molto scorrevole. Di conseguenza ne ho apprezzato la traduzione. La favola, il racconto, che dire... sublime! Smorzato poi, a mio totale avviso, da queste note di commento a fine libro però.
Tra i classici che tutti conosciamo e di cui abbiamo sentito parlare almeno una volta nella vita c’è sicuramente “La favola di Amore e Psiche”.
Cosa mi ha colpita di più della vicenda? Una parte che non conoscevo, ovvero: la gelosia, la cattiveria di Venere, non bastavano le sorelle di Psiche a ingannarla e ferirla, i dolori più profondi arrivano proprio dalla dea “le si scaglia addosso e le riduce in brandelli la veste, poi inizia a picchiarla con violenza...”. La rabbia, l’invidia scaturiscono senza fermarsi in questo racconto, ma Amore è innamorato di Psiche della sua ingenuità, della sua semplicità, dei suoi difetti e farà di tutto per aiutarla, per sostenerla. Un amore incondizionato, eterno. Psiche sbaglia, è curiosa e non sa ascoltare i consigli. Sotto questo aspetto l’ho trovata umana, genuina e vera, i suoi sentimenti sono sinceri e agisce seguendo l’istinto.
A seguito di alcuni eventi quindi scaturiscono sentimenti che nel cuore delle persone fino a quel momento erano celati, sia degli uomini che degli dei. Non è facile controllarsi, la propria natura emerge nelle situazioni più impreviste e inaspettate nelle quali non si tenta di ragionare, ma ci si lascia sopraffare dalle emozioni.
La favola di amore e psiche è un racconto classico molto bello e penso sia una lettura molto veloce adatta anche a chi vuole qualcosa di leggero o che l’aiuti ad uscire dal blocco del lettore. Fin da quando l’ho iniziato non sono riuscita a staccarmi dalla lettura nonostante conoscessi già il mito, è molto scorrevole tanto che si può benissimo finire in poche ore. Io da grandissima appassionata di mitologia greca non potevo lasciarmi sfuggire questa lettura, ho scoperto questo bellissimo mondo grazie a Percy Jackson quando avevo solo 14 anni e da allora è stato amore puro, infatti non vedo l’ora di recuperare quanti più miti classici possibili, ma nel frattempo consiglio caldamente questo, penso sia un ottimo inizio per chiunque voglia avvicinarsi al genere!
La favola di Amore e Psiche è un testo molto gradevole e scorrevole. In esso, Apuleio inserisce temi spesso trattati nell'antichità quali l'amore, l'invidia, la vendetta, i sotterfugi, la maledizione cui gli esseri umani non potevano sottrarsi se gli dei si accanivano su di loro. Ho provato infinita tenerezza per la bontà, mista ad ingenuità, della giovane Psiche, simpatia per l'insolenza e l'ardore giovanile di Amore, e odio per la perfida Venere che non tollera che possa esservi una donna bella quanto o più di lei. L'intreccio si fa leggere volentieri. La prima parte ha un tono fiabesco, la seconda, invece, più avventuroso: le tribolazioni della povera Psiche diventano il tema centrale del racconto. Il finale lo avrei preferito diverso, più coraggioso.
Amore e Psiche é una novella che si trova nei libri IV e V della grande opera, madre del romanzo moderno, che é "Le metamorfosi" di Apuleio. Mi sento di dare 5 stelle non tanto per la vicenda in sé, che é comunque raccontata egregiamente da Apuleio, utilizzando dei vocaboli latini che se andate a cercare nel dizionario/su internet scoprirete essere carichi di significato e pathos; tanto più per il contesto in cui é inserita, che la rende ancora più speciale e degna di nota e riconoscimento. "Le Metamorfosi" é un libro carico di scandali, disgusto, taboo e chi più ne ha più ne metta, insomma, ricorda molto il Satyricon di Petronio, famoso per la sua natura "sconcia". Ebbene, in mezzo a questo tripudio di scandali e perversioni, la fabula di Amore e Psiche é come una gemma di purezza. L'Amore degli amanti é qualcosa di limpido e purificatore, contrastato dall'ira e dalla cattiveria di Venere, che controbilanciano questo carattere quasi aureo della vicenda, la quale nonostante tutto si conclude in bellezza. Psiche (dal greco antico "psyché", ovvero "anima") é descritta dall'amante "simplicissima Psyche", sottolineando così l'estrema semplicità (da alcuni tradotta in ingenuità) della protagonista, che si nota ad esempio quando ingenuamente crede all'inganno delle sorelle invidiose. Molti studiosi sostengono che questa innata ed onnipresente semplicità sia accordata in molteplicità circostanze all'accettazione del proprio destino, che notiamo essere una caratteristica innata della donna sin dall'inizio della narrazione, quando si dirige lacrimante verso lo sperone roccioso rassegnata al destino prescritto dagli oracoli. Questa novella venne studiata ed apprezzata anche dall'Immenso Giacomo Leopardi, che riconosce due punti focali nella vicenda: il primo é la "curiositas" (parola che in latino é molto più carica di significato rispetto alla traduzione italiana) di Psiche come motore d'azione, il secondo il lieto fine, con la trasfigurazione della ragazza, che viene accolta tra gli dei. Insomma, visto il quadro letterario e storico che circonda questa bellissima novella, non posso che esprimere il mio completo apprezzamento, con tanto di cappello ad Apuleio.
"Se Orfeo non si fosse girato, se Psiche non avesse tentato di conoscere, allora noi non avremmo creduto alla forza del loro amore."
Pensavo sarebbe stata una lettura noiosa e invece, come quasi tutti i racconti mitologici, mi ha affascinata. Mi piace quando viene messo in risalto il contrasto delle personalità di dei e umani: spietati e dominanti i primi, fragili e soccombenti i secondi. Leggendo il racconto si comprende anche come questo mito abbia ispirato vari artisti nel corso dei secoli a realizzare opere che ritraessero i due amanti, primo tra tutti Canova. Certo per poterlo apprezzare appieno bisogna tener presente che il testo di Apuleio risale al I secolo d.C. e non è un romanzo d'amore come lo intendiamo oggi. A volte bisogna avere una mente aperta anche guardando al passato.
"Perché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi la passione."
Bellissimo. Conoscevo già la splendida storia di Amore e Psiche, ma rileggerla è stato stupendo. Farlo, è sempre un piacere. La loro storia d'amore è bellissima con tutti i suoi difetti e pregi. Ma oltre ogni cosa rimane sicuramente una delle più meravigliose tra quelle contenute all'interno della mitologia greca.
Bellissimo mito che Apuleio inserisce all’interno de “Le Metamorfosi”, narra del travagliato amore tra i due giovani protagonisti, della voluttà che accende il loro desiderio di possedersi, dell’invidia e del risentimento che tormentano Dei e mortali.
Una stupenda scoperta, peraltro magistralmente rappresentata da Canova.
Cupido e Psiche, Antonio Canova (1793)
Questa bellissima favola si legge meravigliosamente, complice una bella traduzione, uno stile lineare, un sarcasmo irriverente ed una comicità devastante. Le divinità umanizzate diventano un alibi per ironizzare sulle debolezze umane. Il tutto immerso nei miti e nelle leggende dell'epoca.
Ogni volta che entrava in scena “mamma” Venere mi piegavo in due dalle risate, per il suo carattere rancoroso - «Come?! Dunque io, l’antica madre della natura, l’origine prima di tutti gli elementi, la Venere che nutre l’universo mondo, a questo sono ridotta? A dividere con una fanciulla mortale gli onori dovuti alla mia maestà?...»; per il suo linguaggio popolano - «Mi avrà preso per una ruffiana quello scavezzacollo»; per la preoccupazione del “buon nome della famiglia” - «Proprio quello che ci voleva per la nostra famiglia e il tuo buon nome!»; per le prediche al figlio - «Quante volte hai dato addosso anche ai tuoi vecchi, senza un briciolo di rispetto! Perfino con me te la pigli, sì, con me che sono tua madre, pezzo d’assassino!»; per la sua inevitabile vanità - «Ve lo immaginate essere chiamata nonna io, nel fiore della giovinezza?»; e per la sua "delicatezza" - «Così dicendo, le si avventò addosso, le ridusse il vestito in mille pezzi, le strappò i capelli e le ammaccò la testa a furia di botte.»
Insomma, come si fa a non ridere, immaginando che quelle parole sono pronunciate dalla Venere di Botticelli?
La nascita di Venere, Sandro Botticelli (1485)
Psiche è di una ingenuità irritante e di una curiosità quasi commovente. L’ingenuità la spinge a credere alle sue sorelle, cattive ed invidiose come quelle di Cenerentola.
Psiche e le sue due sorelle, Jean-Honore Fragonard (XVIII-XIX sec.)
La curiosità è la causa dei suoi mali. Sarà aiutata da un sacco di cose che, nella migliore tradizione panteistica, si animano e le parlano. Spassosi sono i consigli e gli aiuti delle formiche, della canna verde, dell’aquila e della torre.
Psiche che apre l'ampolla d'oro, John William Waterhouse (1903)
Divertente il banchetto finale, dove il potente Giove risolve la questione in modo molto pragmatico: «… tutta quella sua fregola di ragazzino gliela incavezziamo con un buon matrimonio. Già la ragazza se l’è fatta, le ha perfino tolto l’onore.»
Spiritosi anche i personaggi di contorno: le “comari” Cerere e Giunone, il “banditore” Mercurio. Invidiabile il mezzo di trasporto dell’epoca: Zeffiro.
Il messaggio della favola è di un ottimismo rassicurante: espiati i peccati di curiositas e di libido, con il superamento di una serie di prove, si raggiunge l’Olimpo.
Psiche ammessa all'Olimpo, Raffaello (1517)
Consigliato a chi ha voglia di leggere una bella favola, ovviamente con lo scontato lieto fine, facendosi anche quattro risate.
Ho letto molte recensioni contrastanti che dopo un po’ mi hanno fatto dubitare delle mie cinque stelle, ma sapete cosa? Per me le merita tutte. La favola di Amore e Psiche ci da esattamente ciò che ci promette, ovvero un bel racconto scorrevole, leggero e piacevole. C’è un costante susseguirsi di eventi che non fa altro che incuriosire il lettore e spingerlo ad andare avanti con la lettura - che di base è breve, sono meno di 100 pagine - ragion per cui l’ho divorato. Molti criticano il ruolo della donna sottomessa e simili, ma forse hanno perso di vista il fatto che il racconto sia su divinità immortali e donne mortali innamorate ed ammaliate dallo stile di vita divino, insomma il tutto ci è sempre state descritto in questo modo, dunque perché la cosa dovrebbe cambiare adesso? Libro che consiglio senza se e senza ma✨
Amore e Psiche è un racconto senza tempo, che unisce mito e sentimento in una storia intensa e simbolica. La vicenda dell’immortale Psiche e del dio Amore (Cupido) è un viaggio attraverso la sofferenza, le prove e l’attesa, dove solo l’amore vero riesce a redimere e salvare.
Proprio pochi giorni fa stavo riguardando delle statue del Canova che amo particolarmente, ispirate a personaggi della mitologia greco-romana tra cui anche Amore e Psiche, e ne ho raccontato la leggenda, di cui però ricordavo male cosa succedesse poi alla ragazza dopo aver contravvenuto alle indicazioni di Amore, e perciò quale occasione migliore per leggerla finalmente nella sua versione scritta?
Mi è sempre piaciuto molto Apuleio e qui non si smentisce per niente. In particolare mi piace molto la descrizione che fa dei personaggi senza peli sulla lingua, in barba al fatto che in certi casi si tratti di divinità. Per cui c’è Venere che è piena di invidia e gelosia e che diventa facilmente violenta; ci sono Cerere e Giunone che si impietosiscono ma che si fanno manipolare dalla parente, appunto Venere; c’è Amore che, nonostante sia un dio, resta mammone e si fa comandare a bacchetta dalla dea finché finalmente non decide che sia arrivato il momento di crescere; e c’è il solito Zeus (questa non è una novità) che imputa al figlio il suo correre sempre dietro alle gonnelle di una ragazza, ma che fa un patto con lui per poter continuare a farlo. Vengono mostrate perfettamente tutte le loro particolarità come se fossero degli esseri umani, senza alcuna distinzione. Psiche purtroppo inizialmente si mostra talmente sciocca da farsi raggirare dalle sue sorelle che chiaramente non mostrano un minimo dell’affetto in cui lei crede, e da giocarsi tutto quello che aveva tanto misteriosamente ottenuto, solo ed unicamente grazie alla sua bellezza. Poi però si riscuote e comincia a mettere un po’ di senno e a prendersi le proprie responsabilità e le affronta con decisione e cognizione di causa, senza paura, soprattutto quando vede che nessuna delle divinità a cui si è rivolta, accettino di aiutarla, e si rivolge perciò proprio alla temibile avversaria accidiosa, nella speranza di poterla convincere o impietosire, ed affronta tutte le prove da lei assegnatele. Poi però mi scade terribilmente in un sol colpo quando di nuovo si fa prendere dalla curiosità e guarda nel cofanetto, al che veramente mi sono chiesta “Come si fa ad essere così stupide???”. E proprio lei poi dalla cui bellezza discendono tutti i mali, può mai farsi tentare proprio da quella??? Mi è sembrato veramente assurdo. Beh per me avrebbe potuto anche finire lì con quello che le spettava, ma invece no. Prosegue e il lieto finale arriva, come spesso accade, per mano di Zeus, e tutti i problemi vengono magicamente sciolti (forse un po’ troppo per i miei gusti dato che non credo sarebbe stato così facile far ragionare Venere...) ma comunque tutto è bene quel che finisce bene! E così anche Amore infine è accasato.
Mi è piaciuto molto pensare a una delle interpretazioni date della leggenda, che vede i due amanti come due componenti necessarie per un rapporto di coppia sano, i sentimenti e il pensiero, che quando non vanno d’accordo non riescono a rendersi felici ma quando finalmente si lasciano andare e collaborano e si fidano l’uno dell’altro, riescono a portare al matrimonio. A me personalmente sembra comunque che al ragazzo venga dato un ruolo un po’ più risolutivo, segno forse di una preponderanza data dallo scrittore ai sentimenti, che guidano la ragione verso la soluzione, quando questa vi si abbandona, mentre sola continua comunque a trarsi in inganno.
Amara la sorte della mortale psiche dalla bellezza eterea. Bella al punto da far impallidire quella della dea immortale Venere che chiede aiuto al figlio amore per placare la sua invidia Chiede ad esso di colpirla con una delle sue frecce per far innamorare psiche dell'ultimo degli uomini, il più vile ma non resiste al fascino di psiche e se ne innamora. La porta con sé nel suo sontuoso palazzo a patto che essa non lo guardi mai in volto. Lei trasgredisce vinta dalla curiosità e viene punita dalla Venere malvagia ed invidiosa. Viene sottoposta a prove terribili e sul punto di farla finita viene sempre aiutata da entità superiori. Riesce comunque ad ottenere l'immortalità.
Viene descritta in questo racconto la complessità delle relazioni tra umani e dei. La fragilità dei primi e la malvagità e spietatezza dei secondi.
Le prove alle quali viene sottoposta vengono descritte in un modo estremamente affascinante che vanno a compensare il sentimento di tristezza che accompagna il lettore per tutto il racconto.
Proprio come afferma Voltaire, amore e psiche è la favola più bella dell’antichita’, dove l’amore è il motore di tutte le azioni. Psiche era la figlia di un re e di una regina, ed aveva 2 sorelle molto gelose della sua straordinaria bellezza. Era così bella che la leggenda della sua straordinaria perfezione era giunta all’orecchio di Venere che gelosa anch’ella, ordino’ a suo figlio Amore di fare qualcosa per porre fine a questa ingiustizia. Il figlio però si reca dalla ragazza e se ne innamora. I genitori di lei, preoccupati perché nessuno volesse sposare una creatura così bella, si recano dal l’oracolo che gli svela un destino atroce. Sua figlia non sposerà un mortale ma un mostro... Come riuscirà Amore ad avallare questa profezia e stare con lei è tutto da leggere...
"Iam nil officiunt mihi nec ipsae nocturnae tenebrae: teneo te, meum lumen". - E neppure ormai mi danno ombra queste stesse notturne nostre tenebre: tengo abbracciato te, mia luce.
Psiche (Ψυχή) in greco connotava l'anima, Eros è banalmente il dio dell'amore, Cupido. Nella favola di Amore e Psiche Apuleio racconta come eros (la parte passionale di noi) e anima (la parte più razionale) devono fondersi per giungere ad un amore consapevole. L'amore nasce come curiosità di conoscere l'altro. L'altro all'inizio si cela nell'invisibile, è un altro non (ancora) conosciuto, si teme sempre ciò che non si conosce. E Psiche ha paura perché il dio Amore si presenta a lei con come non visto, invisibile sebbene con una corporeità che Psiche sente fisicamente, Amore cinge Psiche con le sue braccia la ama, la avvolge, la contiene, ma si nasconde alla vista. Psiche ha solo un divieto: può amare Amore ma non può vederlo, deve fidarsi. Poiché l'amore si basa sulla fiducia, dobbiamo credere anche ciò che non vediamo o non conosciamo ancora, senza questo patto di fiducia nulla ha il suo cominciamento.
Ma nelle narrazioni mitologiche accade sempre che ad un certo punto si presenti un intoppo, come nella vita, in questa favola l'intoppo è rappresentato dalle sorelle di Psiche che sono invidiose della sua felicità, la istigano a prendere una lanterna e a infrangere il divieto illuminando il volto di Amore, l'invisibile che giace addormentato diventa il visibile. Nel guardarlo Psiche scopre che Amore non è un essere mostruoso, drago o serpente, ma è bellissimo, la sua paura si dissolve ma un patto è infranto e la fiducia tradita. E nei miti le conseguenze delle azioni sono sempre sproporzionate rispetto alle cause, gli dei dell'Olimpo implacabili con l'uomo che osa oltrepassare i suoi limiti.
Psiche è bellissima ma non è una dea e non può essere amata dal Dio Amore né può rivaleggiare in bellezza con Venere, la Dea della bellezza. Venere si vendica, sottopone Psiche a delle prove da superare che portano l'amore ad un livello superiore, alla sua consapevolezza, rappresentano il passaggio dall'essere innamorati all'amare.
Amore e Psiche è una favola narrata da Apuleio, contenuta all'interno della sua opera Le Metamorfosi o talvolta chiamata anche L'asino d'oro, uno dei rari romanzi di lingua latina.
Il mito non ha età il mito non ha latitudine è il qui e l'ora il prima, il dopo, è il sempre, eternamente da sempre presente. È un linguaggio che parla universale. Spiega, narra per immagini che diventano concetti che abbiamo interiorizzato, modelli ancestrali di comportamenti che inconsapevolmente ogni giorno muovono il nostro modo di essere e stare al mondo.
A volte mi chiedo, al di là di tutte le teorizzazioni che sono nate, se fosse stato realmente nelle intenzioni di chi inventò il mito caricare le storie di tutti quei contenuti quegli archetipi che la critica letteraria, l'arte, la psicologia, la psicoanalisi interpretando e razionalizzando hanno voluto portare in superficie.
"Sopra un'alta montagna lascia o re la fanciulla ornata per le nozze di abiti funerei. Non aspettarti un genero nato da stirpe mortale ma un crudele, un feroce, un mostro viperino, che volando con le ali nel cielo dà il tormento a tutti e con ferro e con fuoco distrugge ogni cosa; che lo stesso Giove teme, di cui gli dei hanno il terrore ed anche i fiumi infernali e le tenebre dello Stige."
Bellissimo racconto, ci insegna ad inseguire chi amiamo, perché in questa vita non si può vivere senza l'amore e l'affetto. Mi sono piaciute anche le dure e numerose prove a cui è stata posta Psiche, a volte bisogna infatti meritare l'affetto che alcune persone nutrono per noi, ma soprattutto essere puniti per i nostri errori, in questo caso la curiosità eccessiva.
Posso dire di essermi innamorata follemente di questa storia? All’età di ventisei anni sono venuta a conoscenza del sentimento tra Psiche e Amore che Apuleio scrive.
Amore,cupido figlio di Venere mandato dalla madre da Psiche per farla innamorare del più abbietto e farla in sposa,alla fine le ha disubbidito.
In questa favola l’amore eccede,sembra spegnersi per poi riaccendersi come fuoco che arde. Mi sono piaciuti tutti i personaggi presenti,ho adorato ogni riferimento a qualsiasi dio greco perché mi ero dimenticata che cosa si nascondesse dietro alla mitologia. Sono proprio soddisfatta.
Vi impatterete nella tenacia di Psiche nel compiere le sue prove,nell’egoismo di Venere e nella sua voglia di ostacolare i sentimenti. Troverete paesaggi bellissimi e parenti come si dice “ serpenti “ . Conoscerete il dio Amore e ve ne invaghirete sicuramente.
n questo racconto Apuleio ci parla della bellissima Psiche, paragonata alla stessa Venere (Afrodite) per la sua bellezza e di Eros, dio dell'amore. Come sempre quando si parla di dei, le emozioni sono al primo posto, qui si concentra la gelosia. Venere può essere molto cocciuta e di certo non si tira indietro. Tra le vicende amorose dei due, non mancheranno altre insidie che ostacoleranno la coppia fino ad arrivare al punto decisivo. Una storia d'amore, che matura col tempo e ci fa riscoprire che i veri sentimenti non importa come nascano posso essere indissulubili, perfino contro il tempo. Di certo è un libro che non può mancare agli amanti della mitologia, perfetto per un pomeriggio oltre il tempo.
ho voluto riprendere l'ascolto degli audiolibri dopo qualche mese, e ho ricominciato con questo testo. è una storia mitologica molto interessante (sarebbe da far leggere anche a scuola!), un grande classico che va letto. se lo si legge sotto un'ottica "contemporanea" ci sono delle parti un po' tossiche e non proprio facilmente trascurabili, ma a parte questo è stata una bella lettura (nel mio caso un ascolto lol).
Una favola molto bella, che parla di amore, gelosia, inganno… come tutte le storie della mitologia può essere letta in vari modi, o possiamo godercela semplicemente per quello che è, una favola.
Letto più di vent'anni fa, l'ho riascoltato in una giornata di lavoro, grazie a una sfida/gruppo di lettura. Non ricordavo assolutamente nulla ed è stata una piacevolissima (ri)scoperta.