"Every night, at nine o’clock, wherever he is, Mr. Bianchi, an accountant who often travels for work, calls his daughter and tells her a bedtime story. Set in the 20th century era of pay phones, each story has to be told in the time that a single coin will buy. One night, it’s the story of a carousel so beloved by children that an old man finally sneaks on to understand why, and as he sails above the world, he does. The next night, it’s a land filled with butter men, roads paved with chocolate, or a young shrimp who has the courage to defy expectations and do things differently.
Reminiscent of Scheherazade and One Thousand and One Nights, Gianni Rodari’s Telephone Tales is composed of many stories within a story. Each is set in a different place and time, with unconventional characters and a wonderful mix of reality and fantasy. Awarded the Hans Christian Andersen Award in 1970, Gianni Rodari is widely considered to be Italy’s most important children’s author of the 20th century. Gorgeously illustrated by Italian artist Valerio Vidali, these stories entertain with wit, surprise, and imagination."
Italian journalist and writer, particularly famous for his children books, which have been translated in many different languages but are not well known in the English speaking world. In 1970 he was awarded the Hans Christian Andersen Medal for children's literature.
I am once again telling you all that the best part of this illustration-heavy book is the pictures. Which is good news, really.
This is a 1960s Italian collection of whimsical wild new fairytales with some of the funkiest and coolest art you have ever seen in your life.
Do I really remember any of the stories now, a month and four days after I finished this book? No! Do I remember my favorite of the illustrations? Yes, and I want them framed and hung on a wall in my apartment or perhaps a museum!
And should I get better at writing reviews faster, or at least take notes on the books? Certainly!
But will I? Doubtful indeed.
Bottom line: Children's books forever!
------------------ pre-review
cute city, population this book
review to come / 3 stars
------------------ currently-reading updates
italian fairytales from the 1960s with funky illustrations...i don't want to say hell yeah in my review of a children's book, but. hell yeah
clear ur sh*t prompt 8: your smallest book follow my progress here
------------------ tbr review
the best gift you can receive is a book. period. i don't make the rules
(thanks mom for giving me this book i've never heard of for christmas!!!)
Deliziose. Non c’è commento che possa reggere, si devono leggere! Uno e sette Ho conosciuto un bambino che era sette bambini. Abitava a Roma, si chiamava Paolo e suo padre era un tranviere. Però abitava anche a Parigi, si chiamava Jean e suo padre lavorava in una fabbrica di automobili. Però abitava anche a Berlino, e lassù si chiamava Kurt, e suo padre era un professore di violoncello. Però abitava anche a Mosca, si chiamava Juri, come Gagarin, e suo padre faceva il muratore e studiava matematica. Però abitava anche a Nuova York, si chiamava Jimmy e suo padre aveva un distributore di benzina. Quanti ne ho detti? Cinque. Ne mancano due: uno si chiamava Ciú, viveva a Shanghai e suo padre era un pescatore; l'ultimo si chiamava Pablo, viveva a Buenos Aires e suo padre faceva l'imbianchino. Paolo, Jean, Kurt, Juri, Jimmy, Ciú e Pablo erano sette, ma erano sempre lo stesso bambino che aveva otto anni, sapeva già leggere e scrivere e andava in bicicletta senza appoggiare le mani sul manubrio. Paolo era bruno, Jean biondo, e Kurt castano, ma erano lo stesso bambino. Juri aveva la pelle bianca, Ciú la pelle gialla, ma erano lo stesso bambino. Pablo andava al cinema in spagnuolo e Jimmy in inglese, ma erano lo stesso bambino, e ridevano nella stessa lingua. Ora sono cresciuti tutti e sette, e non potranno più farsila guerra, perché tutti e sette sono un solo uomo.
A SBAGLIARE LE STORIE C'era una volta una bambina che si chiamava Cappuccetto Giallo. - No, Rosso! - Ah, Sì, Cappuccetto Rosso. La sua mamma la chiamò e le disse: Senti, Cappuccetto Verde... - Ma no, Rosso! - Ah, Sì, Rosso. Vai dalla zia Diomira a portarle questa buccia di patata. - No: vai dalla nonna a portarle questa focaccia. - Va bene. La bambina andò nel bosco e incontrò una giraffa. - Che confusione! Incontrò un lupo, non una giraffa. - E il lupo le domandò: «Quanto fa sei per otto?» - Niente affatto. Il lupo le chiese: «Dove vai?» - Hai ragione. E Cappuccetto Nero rispose... – Era Cappuccetto Rosso, rosso, rosso! - Sì, e rispose: «Vado al mercato a comperare la salsa di pomodoro». - Neanche per sogno: «Vado dalla nonna che è malata,ma non so più la strada». - Giusto. E il cavallo disse... - Quale cavallo? Era un lupo. - Sicuro. E disse così: «Prendi il tram numero settantacinque, scendi in piazza del Duomo, gira a destra, troverai tre scalini e un soldo per terra, lascia stare i tre scalini, raccatta il soldo e comprati una gomma da masticare». - Nonno, tu non sai proprio raccontare le storie, le sbagli tutte. Però la gomma da masticare me la comperi lo stesso. - Va bene: eccoti il soldo. E il nonno tornò a leggere il suo giornale.
Non posso essere oggettiva con un libro che rappresenta un pezzo della mia infanzia: l'edizione che possiedo è letteralmente consumata dall'uso e riprendendola in mano dopo tanti anni sono stata assalita da un mare di ricordi. Provando a mettere da parte la "nostalgia canaglia", cosa c'era di magico in questo libro? Perchè l'ho amato così tanto? La risposta è semplice: la fantasia. Sembrerà banale, ma Rodari è uno dei pochi autori per l'infanzia con una sensibilità davvero affine a quella dei bambini: si mette al loro livello senza paternalismi o moralismi, limitandosi ad adoperare l'immaginazione nella maniera più sfrenata e paradossale. Ne escono fuori storie buffe e spesso surreali, che un bambino riesce a godersi su tanti livelli. Inutile dire che secondo me questo libro dovrebbe avere un posto d'onore nella libreria di ogni piccolo lettore.
Fai felice un bambino. Adotta anche tu una favola di Rodari.
Se c’è una persona a cui avrei fatto vedere “Il favoloso mondo di Amelie”, certa che sarebbe entrata pienamente nello spirito giusto, quella è proprio Gianni Rodari.
Potrei metterci la mano sul fuoco, che se in casa sua avesse ritrovato una scatola di vecchi ricordi nascosta dietro una piastrella del bagno, avrebbe fatto la stessa cosa di Amelie. Ma prima di riconsegnarla dopo lunga ricerca al proprietario, probabilmente l’avrebbe trasformata in una favola da raccontare a un bambino.
Oh Gianni! Sei stato la colonna sonora della mia infanzia. E quando sognavo le tue storie non sapevo neanche chi fossi. Crescendo non ti ho dimenticato, e adesso che ho anni di gavetta alle spalle, a volte riesco a riconoscere le persone che come me son diventate adulte tenendo per mano il bambino che è nascosto dentro di noi.
(Coloro che volessero prestarmi un bambino per insegnargli l’unica tabellina del tre che vanta numerosi tentativi d’imitazioni, peraltro senza successo, sono pregati di rivolgersi al mio cane tutto-fare. Lo potete trovare all’angolo di ogni tabacchino che vende biglietti per l’Osso-bus. Aut min rich, scade il 31/12/9999, può avere effetti collateralibianti, non somministrare sopra i 300 anni, può provocare diarrembaggio.)
Μια φορά κι ένα καιρό, ήταν ένας μπαμπάς που έπρεπε να ταξιδεύει πολύ λόγω δουλειάς και 6 μέρες στις 7 έκανε την Ιταλία πάνω κάτω, από τη Δύση ως την Ανατολή πουλώντας φάρμακα. Την Κυριακή επέτρεφε και τη Δευτέρα το πρωί ξανά στο δρόμο. Η μικρή του κόρη, όμως, ήθελε μια ιστορία για να αποκοιμηθεί κι η μαμά της τής είχε πει όσες ήξερε, μια και δυο και τρεις φορές. Γι΄αυτό κάθε βράδυ στις 9, όπου κι αν βρισκόταν ο καλός μπαμπάς, έπαιρνε στο τηλέφωνο την κόρη του για να της διηγηθεί την ιστορία του. Πολλές φορές μάλιστα, οι τηλεφωνήτριες στα κεντρικά (ναι, είναι τόσο παλιό) παρατούσαν τη δουλειά τους για να ακούσουν τα παραμύθια του κυρίου Bianchi.
Χαριτωμένο και τρυφερό όπως μόνο τα παιδικά βιβλία μπορεί να είναι.
I first heard of this book by a radio commentator and poet. He used to read one story of this book every night he had a program. He recommended it to everyone who follows literature seriously, both consuming or producing oeuvres. He specially suggested that the great ideas of the book can do a lot to every member of the previously mentioned group. The book is a set of so many very short stories of about 2 to 4 pages. There are a sum of about 50 stories in the book. They are bedtime stories that a fictional father told to his child over phone when he went on business trips. The greatest characteristic of them all is the wild imagination they have. For example in one of the stories a man's nose scape from him, and in another, a tourist goes to a country with a "not" before it, i.e. they have "not-hanger" from which they pick up every cloth they need, and they have "not-canon" which they fire to end wars! Gianni Rodari, the Italian author of the book, first published them in a weekly magazine, and they became so popular that he then published them in a book. He won the Hans Christian Andersen Medal for children's literature after this book and other works he did for children. I have not read his other books (actually, I have not seen any other Persian translations of his books), but if his other works are of this same quality, he certainly deserved the award. In fact, while reading the book, I wished I had a child so that I could read the book to him/her!
Un testo di cui avevo sempre sentito parlare e che, combinazione, mai avevo avuto per le mani. E' vero che esiste una sorta di fatalità nell'incontro con ogni libro, tale da rendere alcuni incontri memorabili proprio perché avvenuti al momento giusto. Ma è vero altresì che esistono libri che ti prendono e ti trascinano nel loro mondo con la spontaneità di un'idea irresistibile; con l'energia della delicatezza. Con la genialità della naturalezza. Un po' come fanno i bambini quando, scoprendo il mondo, usano la loro logica lineare e pura per farti domande che, di primo acchito, appaiono surreali. Questo è un libro geniale e bellissimo. Toccante, profondo, soave, allegro e fiero. Un libro per adulti che abbiano scordato la loro freschezza, ma non l'abbiano sgualcita nel tempo; e vogliano ritrovarla, profumata di lavanda, in fondo a un cassetto dell'anima.
Ricordo quando mia mamma mi disse (ormai ben 15 anni fa) che mi avrebbe portata nell'edicola del paese per comprare un libro che aveva segnato la sua infanzia. Io che già leggevo come una matta impazzii di gioia. Quel libro però non l'ho mai letto, anzi si è perso tra i traslochi e gli scatoloni, forse ha fatto come il naso del signore di Laveno che si è stancato e se n'è andato. Fatto sta che ho rivisto questo libro al mercatino dell'usato a due passi dall'edicola un po' di tempo fa e il cuore mi ha suggerito di comprarlo. Sono tornata a casa e l'ho appoggiato sulla mensola. Non l'ho letto per mesi. Questa volta però è rimasto con me, forse perché sentiva che il suo momento sarebbe arrivato. Mi ha scelta una settimana fa e la nostra storia è cominciata. Sono tornata ad essere una bambina.
Belle favolette/storielle, surreali, immaginifiche, visionarie, che fanno anche riflettere e molto. Mi hanno sbalordito tanto, devo ammettere di non aver mai letto niente di Gianni Rodari, o almeno, non ricordo di aver mai letto niente e queste favole sono state un fulmine a ciel sereno, molto originali. Le consiglio vivamente a tutti, bambini, giovani, adulti... insomma tutti, ma proprio tutti! Da leggere e rileggere e rileggere e rileggere...
Un giovane gambero pensò: - Perché nelle mia famiglia tutti camminano all’indietro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco. – Cominciò a esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello natio, e i primi giorni l’impresa gli costava moltissima fatica: Urtava dappertutto, si ammaccava la corazza e si schiacciava una zampa con l’altra. Ma un po’ alla volta le cose andarono meglio, perché tutto si può imparare, se si vuole. Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse: - State a vedere.- E fece una magnifica corsetta in avanti. - Figlio mio,- scoppiò a piangere la madre, - ti ha dato di volta il cervello? Torna in te, cammina come i tuoi fratelli che ti vogliono tanto bene. - I suoi fratelli però non facevano che sghignazzare. Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo, poi disse : - Basta così. Se vuoi restare con noi, cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua , il ruscello è grande : vattene e non tornare più indietro.- Il bravo gamberetto voleva bene ai suoi, ma era troppo sicuro di essere nel giusto per avere dei dubbi: abbracciò la madre, salutò il padre e i fratelli e si avviò per il mondo. Il suo passaggio destò subito la sorpresa di un crocchio di rane che da brave comari si erano radunate a far quattro chiacchiere intorno a una foglia di ninfea. - Il mondo va a rovescio, - disse una rana, - guardate quel gambero e datemi torto, se potete.- - Non c’è più rispetto, - disse un’altra rana. - Ohibò ohibò, -disse un terza. Ma il gamberetto proseguì diritto, è proprio il caso di dirlo, per la sua strada. A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone dall’espressione malinconica che se ne stava tutto solo accanto ad un sasso. – Buon giorno, - disse il giovane gambero. Il vecchio lo osservò a lungo, poi disse: - Cosa credi di fare? Anch’io, quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo, e la gente si mozzerebbe la lingua, piuttosto che rivolgermi la parola: Fin che sei in tempo, da’ retta a me: rassegnati a fare come gli altri e un giorno mi ringrazierai del consiglio.- Il giovane gambero non sapeva cosa rispondere e stette zitto. Ma dentro di sé pensava: - Ho ragione io.- E salutato gentilmente il vecchio riprese fieramente il suo cammino. Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: - Buon viaggio! –
Già presente nella mia libreria, per averlo letto in un’altra edizione che avevo preso in Biblioteca. Lo aggiungo ora in questa nuova, con alcune (in realtà pochissime!) illustrazioni di Francesco Altan, e che ho acquistato per avere le favole sempre a portata di… occhio e poterne rileggere all'occorrenza, qua e là, da sola o in compagnia, in silenzio o a voce alta…
Indicazioni: stati di malcontento generale, malumori particolari, insoddisfazioni, inquietudini... Posologia consigliata: almeno una favola al giorno, la sera prima di dormire, o al bisogno. Controindicazioni: nessuna. Tenere a portata di mano dei bambini (e dei grandi!).
il libro della mia infanzia; ricordo con amore le sere in cui i miei genitori mi leggevano questo libro meraviglioso. un libro che merita di essere tramandato per generazioni.
Deliziosa davvero questa raccolta di fiabe. Come per Le mille e una notte o il Decamerone abbiamo un racconto di cornice, un pretesto che porti al racconto delle molte storie. Il ragionier Bianchi di Varese di professione fa il rappresentante farmaceutico ed è costretto fuori casa tutta la settimana. Il ragionier Bianchi ha una bambina, che vuole sentire dal suo papà una storia della buona notte ( a volte se è breve anche due). Così per non mancare all'appuntamento con la bambina, ogni sera alle 9 in punto, questo papà lontano chiama il centralino e racconta una storia al telefono. Storie diverse tra loro, ma ricche di immagini e significati, storie talmente accattivanti che anche il centralino si ferma e le sue centraliniste restano incantate ad ascoltare il ragioniere. Non ricordavo la maggior parte di queste fiabe, forse ne avevo lette alcune nel sussidiario di scuola, ma mai tutte insieme. Consigliatissima anche la versione di Ad Alta Voce, con la voce di Manuela Mandracchia ( tanto amata nell'ascolto del Buio oltre la siepe) che scandisce il ritmo e da personalità ad ogni storia.
Le favole di Rodari hanno il sapore e la delicatezza di una volta e la capacità di farti sognare quei sogni semplici, che sono ancora i più belli. Questo libro è stato il regalo della Befana nella calza dei miei bambini e, insieme a loro, in queste sere, ho girovagato per le strade del Paese senza Punta con Giovannino Perdigiorno, incontrato uomini di burro e di niente, cercato Alice Cascherina dentro una conchiglia, mangiato palazzi di gelato e inventato buffi numeri e tabelline strampalate. Tra le citazioni più belle, ho segnato questa: - Quanto pesa una lacrima? - Secondo: la lacrima di un bambino capriccioso pesa meno del vento, quella di un bambino affamato pesa più di tutta la terra.
Mondi immaginari, personaggi strambi, fantasia a palate e frasi che ti restano dentro, così semplici e così vere. E alla fine, ogni favola lascia un messaggio importante e meraviglioso.
Ho una smodata passione per i libri per bambini perché ritengo che essi insegnino agli adulti quello di cui ci si dimentica quando si diventa grandi. Perciò è bene che ognuno di noi, ogni tanto, prenda in mano uno di questi libri e ne legga le sue pagine ricche di magia. Favole al telefono è uno di questi libri magici - li definirei così, sì. Aprite una pagina in modo del tutto casuale e sarete travolti dall'assurdo, dal paradosso e dal non-sense, che poi un senso ce l'ha, eccome se ce l'ha. Leggendolo, si ha la sensazione di entrare a capofitto nella testa di un bambino: e che cose meravigliose essa ci può riservare! Quando leggo queste favole, mi torna in mente la poetica del fanciullino in cui Pascoli credeva così tanto. Non posso non essere più d'accordo: credo che osservando il mondo così come solo un bambino riesce a fare, la visione totale cambia e cambia il nostro approccio alle cose di ogni giorno.
Прекрасные сказки о доброте, радости, правде и о том, что в любом возрасте нужно иногда смотреть на мир глазами ребенка. А в оригинале они кажутся еще лучше :)
Kaip mažai kai kas keičiasi - ši knyga papuolė į rekomenduojamų knygų sąrašą tais laikais, kai buvau pradinukė ir...šiais laikais - ją dar rekomenduojama perskaityti. Pradėjome skaityti su dukryte "Pasakas telefonu", užteko jai kelių istorijų, bet pati sau užsibrėžiau tikslą - perskaityti iki pačios pabaigos. Perskaičiusi ir toliau esu nuomonės, kad būtina keisti mokyklinius sąrašus, ne tik įtraukti kelias naujas šiuolaikinių autorių knygas.
"Pasakos telefonu" dienos šviesą išvydo 1962-aisiais metais. Kūrinyje sutinkami žodžiai ar išsireiškimai, kurie nevartojami (bent mūsų šiuolaikinėje visuomenėje): "šoferis", "tarnavo" (nors norėta pasakyti "dirbo") ir panašiai. Pasakose galima sutikti ne tik keistuolių, ne tik pasakiškų būtybių, bet ir vokietį kareivį, kuris gali užmušti ar palygininama, kad Gagarinas greičiau gali nuskristi iki kosmoso. Tik šios pasakos turėjo du pliusus: yra labai trumpos apimties ir kai kada būdavo su geru pamokymu. Pati esu už tai, kad šios knygos nebūtų mokykliniuose sąrašuose.
ho realizzato solo ora, che sono a pochissime storie dalla fine, che questo è il primo libro che mio figlio (5 anni fra un mese e mezzo) ha accettato di farsi leggere ascoltandolo soltanto, sera dopo sera, andando sempre avanti. finora ha voluto o ripetere la stessa storia per più sere o a tutti i costi guardare anche le figure. qui invece le figure non ci sono e le storie sono state ascoltate una dopo l’altra, senza ripetizioni. ho realizzato quindi oggi, dopo un mese circa di lettura, che fondamentalmente questo è un libro “da grandi” che ho letto anch’io. allora voglio metterlo nel conteggio dei libri letti quest’anno e aggiungo che è il mio secondo rodari, ma che ho conosciuto il mio primo da grande, tipo quattro anni fa. non sono cresciuta con lui. lo conoscevo di fama e ho deciso di comprarlo. “favole al telefono” mi ha disorientata. ho trovato alcune difficili da leggere, da condividere. non sono storie che finiscono, e spesso non sono storie che finiscono bene. mi sono trovata in difficoltà più di una volta al pensiero di lasciarlo addormentare con un pensiero di morte in testa e finivo sempre per leggere un’altra storia. la lettura mi ha spiazzato, ma mi ha lasciato la voglia di approfondire la vita di questo autore malinconico.
Un rappresentante di commercio sta fuori casa per quasi tutta la settimana; per stare più vicino alla sua bambina, la chiama al telefono tutte le sere e le racconta una brevissima favola, molto breve perché le interurbane costano! Da qui nascono le favole al telefono che per l'appunto sono talmente brevi da non lasciare il tempo di assaporarle. Ma ai bambini basta poco per calarsi in un meraviglioso mondo fantastico e in questo libro ci sono tantissimi mondi nei quali passare un pizzico del proprio tempo.
Leggere Rodari è un viaggio indietro nel tempo, un ritorno all'infanzia, a quando andavo alla scuola elementare... ed è sempre un piacere, perché il suo stile linguistico arriva a tutti, a grandi e piccoli, ma è soprattutto la sua fantasia a catturare l'attenzione del lettore. Le storie contenute in questo volume sono semplici e divertentissime e la cosa più tenera è immaginare il padre di famiglia che, viaggiando per lavoro, ogni sera racconta queste favole inventate da lui alla sua piccolina al telefono.
"La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo..." (dalla "Nota su Gianni Rodari", scritta da Rodari stesso per l'edizione del 1971). ... e può aiutare l'adulto a riscoprire la sua fantasia (aggiungo io).
Brevi storie raccontate per telefono ogni sera alla sua bambina, da un papà lontano per lavoro. E che anche io ora (non più bambina!) ho scoperto ogni sera, prima di addormentarmi, con un piacere inaspettato che è andato aumentando fino alle ultime, scoppiettanti e gustose: davvero speciali!
Mi sono accostata alla rilettura delle favolette di Rodari con un certo timore, spesso rileggere un libro amato da bambini porta un po’ di amaro di stacco. Invece questa volta la magia della favola ha semplicemente avuto un gusto diverso, alcune di queste storielle le ricordavo, altre le ho capite solo oggi. Nelle brevissime storie ci sono inviti attualissimi a vivere con rispetto e accoglienza verso tutti e ogni tanto si trova anche un pizzico di polemica verso il mondo adulto.
Una piccola raccolta di favole che non ho letto ma letteralmente ascoltato al telefono. Fiabe bizzarre e ironiche; fiabe prive di buoni e cattivi, di eroi e magie; tutte diverse tra loro, è la loro brevità a catturare l’attenzione di grandi e piccini. Vorrei poter tornare indietro per leggerle ai miei figli, ormai troppo grandi.
“Ma fatevi coraggio! I vostri bambini andranno sulle stelle, cominciate ad abituarli da piccoli.”
Chissà perché io, da adulta, Rodari non lo capisco più. Conoscendolo, sospetto che abbia aggiunto alle sue opere un "filtro anti grandi", in modo che solo i bambini potessero capire il vero senso delle sue storie. Ho comprato una copia di questo libro durante un viaggio nella vecchia patria Italia, in un'edizione proprio uguale a quella che mi leggeva mio nonno quando ero piccola. Ha perfino le stesse illustrazioni . Ma la magia è tutta sparita. Certo, alcune cose mi fanno ancora sorridere (che risate mi facevo a leggere i nomi di tutti quei paesini e dei loro personaggi... e che sorpresa quando poi mi capitava di trovarli su una cartina!), ma non riescono più a colpirmi come tanti anni fa. Sarà che ho perso tutti i riferimenti culturali, in un altro tempo e spazio; sarà che, come sempre, la dimensione del ricordo e della nostalgia colora tutto di fiabesco. O sarà che la vera magia non era in Rodari, ma nel mio caro nonnino che me lo leggeva.
Una raccolta di storie per bambini con tante belle morali. Da bambino adoravo questo libro, spesso rileggevo i miei racconti preferiti e ne traevo ispirazione per scrivere altre storie...