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160 pages, Hardcover
First published January 1, 1973



Ma il bambino è una persona seria. È un formidabile, accanito, instancabile, attento, lucido, preciso lavoratore. Da quando viene al mondo, è un insaziabile, temerario, curiossissimo esploratore che usa sensi e intelletto come uno scienziato, teso con tutte le sue energie alla conoscenza..
Purtroppo, i genitori normalmente non la pensano così. Non generano una persona, ma un figlio, che dovrà rispondere alle aspettative e ai sogni mancati di chi l'ha procreato, fino a diventare uno specchio di tutto ciò che non va. La madre vorrà un appoggio materiale nella figlia, che in un futuro diventerà la sua infermiera/donna delle pulizie, senza mai ricevere un grazie perché è dovuto, mentre il figlio simboleggia la buona riuscita dell'educazione impartita e degli sforzi profusi, in grado di dare lustro al nome della casata e rassicurare tutti che le generazioni continueranno senza intoppi verso la gloria.
Per questi motivi, i bambini di ogni genere sono costretti in una strada soffocante, con un unico sbocco, senza aver la possibilità di una ribellione che abbia successo, invitati caldamente a soffocare gli aspetti della loro personalità che metterebbero in contraddizione lo schema fornito dalla società.
Tutto questo è molto più pesante per le bambine, pur non essendo una passeggiata nemmeno per i maschi, perché le loro forze sono maggiormente compresse e incanalate in azioni di poca importanza e interesse, che vengono prima imposte a loro e poi liquidate come futili, come effettivamente sono.
Nemmeno la scuola (ricordo che stiamo parlando degli anni 60', alcune cose non esistono più da molti anni), che dovrebbe istruire e dare gli strumenti per un pensiero indipendente, in realtà dà slancio alla maturazione personale, continuando a rinchiudere sempre di più le bambine in stereotipate pastorelle di porcellana, tanto carine quanto inutili e leziosette.
Cosa ne resta oggi
Parlando brevemente del mondo di oggi, quindi anni Duemila, alcune cose, nella mia esperienza, sono cambiate, altre no.
Non è cambiata la sessualizzazione di esseri che non comprendono appieno questi gesti e gli effetti che hanno, con l'incoraggiamento a essere "brave donnine di casa", a essere ordinatissime e ad avere una bella calligrafia (piaga che mi ha fatto sentire "diversa" dalle altre per molto tempo), a fare giochi tranquilli, tutte cose che potrebbero essere pregevoli se non fossero le uniche qualità richieste. Basta pensare a quei bavaglini e altri accessori per neonato che gridavano a gran voce come il pupo fosse un maschio virile e la bambina una vera micetta, dopo l'uscita delle sfumature più rivoltanti di sempre. I padri stanno reclamando i loro diritti di avere un ruolo più importante e meno distante nella famiglia, rifiutandosi di essere solo chi porta il pane e istruisce il maschio di casa, vezzeggiando la bambina, ma altri sono decisamente rigidi verso i ruoli sessuali e pochi hanno un ruolo attivo nella gestione della casa, aspettandosi che la donna compia tutto.
La scuola si è fatta molto più liberatoria da queste costrizioni, ma non tanto da non mettere di fianco al bambinO più turbolento una santA donnina che, con pazienza, lo invita a darsi una calmata. I maestri maschi sono ancora una rarità, anche se non più guardati con stupore, ma più con sospetto, per paura che possano compiere atti di pedofilia, come se non esistessero miliardi di casi di maltrattamenti da parte di tate e similia.
La letteratura per l'infanzia si è fatta molto più variegata, assecondando il cambiamento della società, eppure fatico a ricordare un'eroina o un personaggio femminile che io abbia come idolo, mentre ne ho una marea di maschili. Purtroppo, per questioni di gusti personali, adoro i personaggi molto moralmente grigi e non me ne viene in mente quasi nessuno che, essendo di sesso femminile, risponda a queste caratteristiche e sia, in più, qualcuno che vorrei essere.
Molte donne scelgono di lavorare fuori, pur con una grande percentuale che diventa casalinga dopo la gravidenza, ma è ancora un'eccezione una donna capo senza che la si percepisca come una gattina seduttrice, quindi senza meriti, o una sorta di uomo senza gli attributi giusti.
Insomma, c'è ancora molto da fare e questo libro, di più di trent'anni fa, dimostra come si sia fatto decisamente poco.
In un essere che è stato programmato per essere dominato, l'intelligenza è una qualità così scomoda che si fa tutto il possibile per scoraggiarla sul nascere, per non darle modo di prendere coscienza di sé. Al contrario viene celebrata la superiorità dell'intuito femminile perché a chi domina fa molto comodo che i propri desideri siano capiti ancor prima di essere formulati, e soddisfatti da un essere condizionato a soddisfare i bisogni degli altri prima dei suoi, e spesso contro i suoi.