Riccardo, 99 minuti prima della fine. Morgana, 1167 giorni prima dell'inizio. Un conto alla rovescia verso l'inevitabile. Il racconto di due vite legate per spezzarsi. Due strade che portano verso un unico istante, che è una fine e un inizio. " Il principe spezzato" narra l'antefatto della saga. Accanto a Riccardo e Morgana si muovono i personaggi che hanno reso unica la saga.
Niccolò & Jacopo Serristori e il termine Romanzesco: da Dillo alla pioggia
«Allora, devi sapere che, in genere, si usa l'aggettivo con una connotazione negativa, per inquadrare una certa produzione di narrativa di intrattenimento caratterizzata da colpi di scena inverosimili, situazioni al limite del credibile e amori super travagliati». «Cazzo, e cosa c'è di negativo, scusa? Messa così sembra fighissimo!». «È che non ha niente a che vedere con la vita reale. La vita reale è più prosaica. Più banale». «Però alle persone reali questa roba piace», gli mostrò il libro. (Montecristo) «Piace leggere le vicende travagliate di un povero cristo, di nome e di fatto, perché vogliono sapere come se la caverà! Se non metti una storia davanti a una persona, non saprai mai di che pasta è fatta. Le storie, secondo me, sono occasioni...».
E io ne avrei di storie da raccontare su questo libro, avendolo vissuto in seconda persona negli scorsi mesi. DAP è una storia complicata che ha bisogno di esserlo, deve andare tutto male per potersi risanare, ma che varrà la pena seguire pagina dopo pagina. Vi dico solo di fidarvi e lasciarvi scorrere addosso le innumerevoli emozioni di questo libro. Sentimenti come l'amore, l'amicizia, la devozione alla famiglia, la rabbia, la gioia, il BUIO e la LUCE. Non è solo la storia d'amore tra Niccolò e Cecilia, è la storia di una famiglia, di due fratelli opposti, di antagoniste che vogliono prevalere, è un tumultuoso viaggio targato Bianca Marconero.
👑Indimenticabile 👑 Che io sia innamorata della famiglia Serristori, in particolar modo del meraviglioso Brando e di Agnese, non ne ho mai fatto mistero. Ogni volta che Bianca ci delizia con un nuovo libro su di loro io già so non soltanto che mi piacerà da morire, ma che sarà un capolavoro.
Dillo alla pioggia è un romanzo magnifico ❤️che mi ha rapito il cuore.
Mentre lo leggevo mi sembrava di star entrando in punta di piedi nel quotidiano di una famiglia alla quale sono davvero affezionata, per la quale ho gioito ed esultato, ma anche sofferto e pianto.
Brando ha trascorso metà della sua vita a chiedersi cosa pensasse la sua amata Agnese, e l’altra metà ad ammettere a sé stesso di doversi rassegnare a non saperlo mai, e in Dillo alla pioggia affronterà momenti di sconforto veramente angoscianti. Agnese ha tante fragilità, e ogni qualvolta si presenta un problema, avvinta dalle proprie insicurezze, si convince dell’inevitabile, e cioè che il suo matrimonio sia arrivato al capolinea. Invece Brando no, lui non si arrende mai. Lui combatte per la sua famiglia e per la donna che tiene in pugno il suo cuore. Cade, soffre terribilmente in un modo in cui solo Bianca sa far straziare, ma poi si rialza, conscio del fatto che “l’incontro non si perde quando si è al tappeto e l’arbitro conta, ma nell’istante in cui si smette di combattere”. E Brando lotterà contro tutto e tutti finché avrà fiato in corpo.
Dillo alla pioggia è anche il romanzo di Niccolò e di Jacopo, due fratelli incredibilmente forti e orgogliosi ma anche fragili e insicuri che mi hanno fatta piangere e commuovere all’inverosimile, delle sofferenze di Lorenzo e del gesto inaspettato di Lucio Barberini, che in questo modo si è un tantino ristabilito ai miei occhi. Ma solo un tantino eh.
Dillo alla pioggia è il romanzo che, per eccellenza, inneggia alla famiglia e all’amore incondizionato ❤️
Ti amo, Cecilia». È così stupita che il suo sguardo sfiora l’infinito. Realizzo che non gliel’avevo ancora detto, che una parte di me non si sentiva degna. Indegno lo sono ancora, ma lo ripeto. «Ti amo da morire». «Me lo dici proprio adesso?». I suoi occhi brillano. «Mi ami, perché non sono più Cenerentola?» «No», la bacio. «Perché con te io divento migliore, perché sei la mia speranza e perché non mi è successa una sola cosa bella, quando non c’eri. Perché la felicità diventa vera solo quando la condivido con te».
Abbiamo conosciuto Niccolò e Cecilia nei libri precedenti e nell'ultimo dicembre ero completamente innamorata di loro 😍. Niccolò un duro ma in fondo un tenerone dal cuore tenero, sempre dedito alle persone che ama, non importa se lui sta male ma l'importante che la sua famiglia e la sua Cecilia stiano bene e ❤. Cecilia invece mi ha fatto innervosire più volte con il suo atteggiamento e dando sempre ragione a Jacopo, cavolo ad una certa anche meno! Però poi si è fatta perdonare. Jacopo qui non l'ho capito ed altrettanto amato, spero di ricredermi nel prossimo. Brando ed Agnese che dire ci fanno penare ogni volta ma io li amo follemente 🥰 poi Brando mi ha commosso insieme a Niccolò, uguali padre e figlio ❤🥰🥰. Non mi stancherò mai di leggere della famiglia Serristori, in futuro spero che Bianca ci delizi su Filippo, Lollo e la dolce Isa 😍.
«Io ho bisogno che tu sia te stessa, per essere me stesso. Ho bisogno della passione che metti nelle cose, per sentirmi realizzato», afferra il mio viso. «Te l’ho detto un milione di volte e te lo ripeto: balla e non fermarti, io resto qui, nella nostra casa, e ti aspetto per sempre».
Semplicemente meraviglioso!!!! Questi personaggi ti entrano nel cuore e non si può fare a meno di amarli. Niccolò ha un mondo di amore nel cuore, nonostante alcuni suoi errori. Ho sclerato di brutto nel corso del libro ma diciamocelo amiamo la Marconero anche per questo ❤️❤️❤️❤️❤️
«Perché con te io divento migliore, perché sei la mia speranza e perché non mi è successa una sola cosa bella, quando non c’eri. Perché la felicità diventa vera solo quando la condivido con te».
E anche stavolta Bianca mi fa fare le nottate! Sono completamente distrutta 🤪 ma felice perché ne valeva proprio la pena!! Mamma mia che montagne russe di emozioni questo libro! Abbiamo aspettato parecchio per questa storia ma ora che finalmente è arrivata, ci ha dato tutto quello che poteva offrire e molto di più! Niccolò l’ho amato alla follia, certo qualche volta avrei voluto prenderlo a sberle 😅 ma per il resto del tempo mi ha fatto una tenerezza che non riesco nemmeno a spiegare. Ho davvero apprezzato il suo amore per Cecilia e quello infinito per la sua famiglia, lui è senza dubbio il vero collante, quello che rimette tutti al loro giusto posto. Agnese e Brando tanto per cambiare ci fanno penare 😅 ma poi danno anche grandi soddisfazioni! E ora non ci resta che aspettare Jacopo! ❤️
"Puoi abitare dove vuoi,ma io abiterò con te puoi seguire la tua strada e io seguirò per sempre te. Parti un milione di volte e per un milione di volte,io ti aspetterò".
"Tra noi due sei la parte più bella ,il motivo per cui faccio progetti e respiro. Sei il mio sorriso a portata di cuore'.
"E più che la pioggia a me le tue lacrime sembrano l'arcobaleno "... Niccolò,il mio preferito. ⭐⭐⭐⭐⭐
Ogni storia ha un percorso tracciato, un destino che ne tira le fila, che segna i personaggi con emozioni che la renderanno unica. Ogni storia racconta una verità, quell'insieme di pensieri e situazioni che se vissute con la giusta dose di amore e di paura trasformeranno anche un errore in qualcosa per cui vale la pena lottare. 𝙋𝙚𝙧𝙘𝙝𝙚́ 𝙥𝙚𝙧 𝙖𝙢𝙤𝙧𝙚 𝙫𝙖𝙡𝙚 𝙡𝙖 𝙥𝙚𝙣𝙖 𝙨𝙚𝙢𝙥𝙧𝙚, anche quando sembra irrimediabilmente compromesso, anche quando tutto quello che riusciamo a vedere fa male come una caduta rovinosa da cui sembra impossibile rialzarsi. L'amore è il motivo principale che ci spinge ad andare oltre i preconcetti, oltre il terrore di rovinare tutto per un futuro incerto, ma se davanti hai quell'anima destinata a completarti ogni istante, ogni lacrima, ogni schiaffo, ogni carezza saranno sempre capaci di cambiarti, di renderti libero, e migliore, 𝗽𝗲𝗿𝗰𝗵𝗲́ 𝗽𝗲𝗿 𝗮𝗺𝗼𝗿𝗲 𝘀𝗶 𝗽𝘂𝗼̀ 𝗲𝘀𝘀𝗲𝗿𝗲 𝗺𝗶𝗴𝗹𝗶𝗼𝗿𝗲. 𝙉𝙞𝙘𝙘𝙤𝙡𝙤̀ 𝙚 𝘾𝙚𝙘𝙞𝙡𝙞𝙖 destinati da sempre a essere più che semplici amici, spaventati da sentimenti troppo potenti, troppo ingombranti, 𝘪𝘯𝘦𝘳𝘮𝘪 𝘥𝘢𝘷𝘢𝘯𝘵𝘪 𝘢𝘭𝘭𝘢 𝘷𝘦𝘳𝘪𝘵𝘢̀ 𝘤𝘩𝘦 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘭𝘦𝘯𝘥𝘦 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘲𝘶𝘢𝘯𝘥𝘰 𝘧𝘶𝘰𝘳𝘪 𝘱𝘪𝘰𝘷𝘦, 𝘤𝘩𝘦 𝘶𝘳𝘭𝘢 𝘢𝘯𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘦 𝘪 𝘵𝘶𝘰𝘯𝘪 𝘤𝘦𝘳𝘤𝘢𝘯𝘰 𝘥𝘪 𝘮𝘪𝘵𝘪𝘨𝘢𝘳𝘭𝘢, 𝘤𝘩𝘦 𝘦𝘴𝘱𝘭𝘰𝘥𝘦 𝘯𝘦𝘭𝘭'𝘢𝘮𝘰𝘳𝘦 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘣𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘢𝘪 𝘱𝘰𝘵𝘦𝘴𝘴𝘦𝘳𝘰 𝘴𝘱𝘦𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘥𝘪 𝘵𝘳𝘰𝘷𝘢𝘳𝘦 𝘦 𝘤𝘩𝘦 𝘱𝘦𝘳 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘭𝘪 𝘶𝘯𝘪𝘳𝘢̀. E a camminargli a fianco 𝙡'𝙖𝙢𝙤𝙧𝙚 𝙙𝙞 𝙨𝙚𝙢𝙥𝙧𝙚, 𝘲𝘶𝘦𝘭𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘮𝘢𝘨𝘢𝘳𝘪 𝘱𝘶𝘰̀ 𝘴𝘦𝘮𝘣𝘳𝘢𝘳𝘦 𝘪𝘯 𝘣𝘢𝘭𝘪𝘢 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘢 𝘵𝘦𝘮𝘱𝘦𝘴𝘵𝘢 𝘱𝘪𝘶̀ 𝘧𝘦𝘳𝘰𝘤𝘦, 𝘮𝘢 𝘤𝘩𝘦 𝘨𝘶𝘢𝘳𝘥𝘦𝘳𝘢̀ 𝘴𝘦𝘮𝘱𝘳𝘦 𝘢𝘭 𝘥𝘪 𝘭𝘢̀ 𝘥𝘦𝘭𝘭𝘦 𝘯𝘶𝘷𝘰𝘭𝘦, 𝘱𝘦𝘳𝘤𝘩𝘦́ 𝘲𝘶𝘦𝘭 𝘴𝘰𝘭𝘦 𝘵𝘰𝘳𝘯𝘦𝘳𝘢̀ 𝘢 𝘳𝘪𝘴𝘱𝘭𝘦𝘯𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘦 𝘭𝘰 𝘧𝘢𝘳𝘢̀ 𝘴𝘰𝘳𝘳𝘪𝘥𝘦𝘯𝘥𝘰 𝘢 𝘶𝘯 𝘤𝘪𝘦𝘭𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘴𝘢𝘭𝘶𝘵𝘢 𝘭𝘢 𝘣𝘶𝘪𝘢 𝘱𝘪𝘰𝘨𝘨𝘪𝘢 𝘦 𝘴𝘪 𝘱𝘳𝘦𝘱𝘢𝘳𝘢 𝘢𝘥 𝘢𝘤𝘤𝘰𝘨𝘭𝘪𝘦𝘳𝘦 𝘭𝘢 𝘤𝘢𝘯𝘥𝘪𝘥𝘢 𝘯𝘦𝘷𝘦.
Con Bianca l'angst è assicurato, ma qui credo che abbia raggiunto il suo massimo, dire che durante tutta la storia ero sulle montagne russe è riduttivo, il mio cuore non era in ansia solo per Niccolò e Cecilia, sarebbe stato troppo poco!!! La nostra cara autrice ha aggiunto il carico da novanta, vogliamo parlare di Brando e Agnese o di Jacopo? Per non parlare della cattiveria di Matilde, ma una stronxxxa non bastava e allora aggiungiamo Manon 😡... Nonostante tutta l'ansia patita, perché non mancano gli equivoci, fraintendimenti, errori, ho adorato questo romanzo, come non amare Niccolò e Cecilia, le loro fragilità e insicurezze, l'amore grande che provano l'uno per l'altro, mi hanno commossa in più di un'occasione... Brando sempre nel mio cuore, non sarà facile per lui abbattere il muro di ghiaccio che è Agnese quando viene ferita e delusa, infatti lei non sempre si riesce ad amarla e Jacopo le somiglia tantissimo, il nostro Jack frost ☃️, vedremo se Clara riuscirà a scioglierlo 😅... 5 stelle per me non bastano, ci aggiungo l'indimenticabile 👑.
Vorrei dire che stavo attendendo questo libro con ansia, ma non basta per descrivere l’attesa. Perché dopo aver letto i preludi dei Serristori io proprio non vedevo l’ora di leggere la storia di Niccolò.
Il romanzo è tutto ciò che mi ero aspettata e molto di più. La trama è infatti ben articolata e piena di colpi di scena. Ma soprattutto è un sali e scendi di emozioni, dove quella che prevale è il pianto incontrollato, ogni tanto alternata ad una gioia irrefrenabile (ma principalmente c’è un pianto incontrollato).
Il punto forte del romanzo è sicuramente dato dai rapporti interpersonali tra i vari personaggi, che ho trovato dolci e commoventi in moltissimi casi e in altri fin troppo tesi. Quelli che ho preferito, escludendo la storia al centro del romanzo tra Niccolò e Cecilia, sono sicuramente stati quelli tra i protagonisti e i loro genitori. Il rapporto tra Cecilia e i suoi padri è un vero idillio, l'amore che provano uno per l'altro è fantastico, soprattutto l'orgoglio che trasuda dai genitori nei confronti della figlia (poi vabbè, io sono sempre stata innamorata di Pier, qualunque cosa faccia, quindi forse non faccio tanto testo…) Dall'altra abbiamo il rapporto tra Niccolò e Brando (Agnese la escludiamo perché mi dilungherei solo a raccontare di quante volte avrei voluto prenderla a testate). Questo era sembrato così conflittuale nelle varie novelle introduttive e la crescita che ha subito in questo romanzo mi ha davvero fatto stringere il cuore. E questo principalmente grazie a Niccolò: credo che si tratti di uno dei personaggi maschili meglio riusciti di cui abbia mai letto. L'ho trovato di una dolcezza e una gentilezza incredibile, nonostante la scorza da duro, ogni sua delusione (e ce ne sono state tante ahimè) praticamente mi facevano piangere, avrei solo voluto abbracciarlo. E urlare a tutti gli altri come fosse possibile che non lo capissero… Davvero, Niccolò ha alzato un po' troppo la mia asticella: ora Bianca deve per forza procurarmene uno in carne ed ossa, grazie.
Nel complesso un romanzo fantastico, esattamente come immaginavo sarebbe stato. E ora vado in un angolino ad aspettare Cuore di Neve, il romanzo sull'altro Serristori, Jacopo, che nel suo libro dovrà decisamente riscattarsi, perché per ora tutto ciò che riesco a pensare è peggio di sua madre, soprattutto per la voglia di prenderlo a testate (e in questo caso sono persino gentile) che mi fa venire…
‘Tu mi sei accanto. Tu mi guardi e poi piangi. E più che la pioggia a me le tue lacrime sembrano l’arcobaleno.’
Niccolò e Cecilia 🌈il pugile e la ballerina e poi c’è una famiglia che oramai è la mia, mi è entrata nel sangue e non posso più fare a meno di loro, dei Serristori, del loro dolore, delle loro cadute e del loro immenso ma inequivocabile vero amore. Perché è di questo che si tratta nei racconti di Bianca e di questa famiglia in particolare, negli sbagli e nel destino che ci mette del suo per farla dannare c’è la verità di una vita che tanto ti dà ma tanto ti toglie e fin quando ci si vuole bene tutto può sempre sistemarsi. Cocò come lo chiama Cecilia è il mio preferito perché come il padre Brando sbaglia ma ha quell’empatia e quel suo modo di proteggere sempre chi ama che mi viene voglia di abbracciarlo anche se di scivolate ne ha fatte e tante. Cecilia ha avuto tanta pazienza, tante peripezie tra loro e proprio sul finire del libro, quando già ne avevano passate tante ho pianto e ho sofferto ancora con loro. Adesso toccherà a Jacopo che è sicuramente la persona che trovo più distante con il suo essere rigoroso e freddo ma so che Bianca compierà il miracolo e riuscirò ad amare anche lui. Così simile a mamma Agnese che non può tenere tutto dentro e quando esplode mostra una vulnerabilità che mi spacca il cuore. Una lettura veramente tosta ma imperdibile 🔝
Cosa posso dire se non che ho amato questo libro dalla prima parola del prologo. Come posso condensare in poche righe il vulcano di emozioni che questo romanzo mi ha scatenato in modo intenso e implacabile per tutta la sua durata. Come posso rendere giustizia a quella dolcezza e profonda gioia che mi ha abbracciata, quando il primo e il più critico dei nodi si è sbriciolato e quei quattro occhi sono tornati a guardarsi con quella cieca fiducia e quel profondo amore che ho anelato come una disperata da quando è nata la seconda generazione. Come posso esprimere il fatto che, nonostante lo stringimento di stomaco per le secchiate di malintesi, tempismi mancati e pessimi, per le insicurezze e quella nociva dose di ingenuità e capacità di guardare alle cose esattamente all'opposto di come in realtà sono, il sapere che loro due, così profondamente uguali, nonostante le loro differenze, si erano ritrovati, mi ha sostenuta in tutti i passaggi più critici, mentre passavo dal piangere, al fremere di frustrazione e rabbia e la voglia di afferrare i personaggi per le spalle e scuoterli fino a farli ragionare arrivava alle stelle. Inutile dire che per me questo romanzo è stato perfetto in ogni suo passaggio e sviluppo e il mio cuore da lettrice è ormai irrimediabilmente soggiogato dalla penna di questa autrice. Infine, arrivata a questo punto un bilancio è imprescindibile: poche personaggi sono capaci di mandarmi fuori di testa come Agnese e lei mi ha fatto sclerare di brutto, nonostante alla fine, come ogni volta, non ho potuto non perdonarla. Per quanto riguarda Jacopo, invece, questo romanzo è stata la conferma di quanto lo ami, gli si può dire di tutto, sbaglia e fa casini all'ennesima potenza, è praticamente un concentrato dei tratti più "negativi" di Agnese e Brando, un talento puro, in poche parole, nonché il vero erede della "maledizione dei Serristori", ma al contrario di sua madre con lui non c'è freddezza e muraglia che tenga e che lo riesca a nascondere, poiché riesco sempre a vederlo, sentirlo e comprenderlo. Poi ci sono Cecilia e il suo Cocò e leggere del loro amore e dei tremila ostacoli, silenzi e incomprensioni che si sono frapposti tenendoli lontani è stato come vivere, a tratti, una versione diversa della storia di Brando e Agnese, se Brando fosse stato un po' più Niccolò e Agnese fosse stata un po' più Cecilia, tuttavia, come questa storia ci dimostra, il carico di sofferenza sarebbe stato comunque assicurato.
"[...]se Nico è come Brando, io non devo scappare da lui. Se è come suo padre, io devo sfondare le porte che lui chiude e fidarmi, perché in qualche modo stupido, contorto e discutibile lui mi sta solo proteggendo."
Infine, sì, lo ammetto chiaramente ed esplicitamente, Lucio ti sei fatto abbondantemente perdonare, quasi che volevo abbracciarti e quasi che adesso abbiamo tutti un debito nei tuoi confronti, ripeto quasi.
"Il fatto che io mi senta in dovere di far guerra ai nemici di papà è solo una delle tante contraddizioni del nostro attuale non-rapporto."
P. S. Cosa non è la novella Cinque, se non un concentrato di dolcezza e emozione pura.
Adorato e letto tutto d’un fiato. Era tanto che non facevo le cinque del mattino per finire un libro! E che libro… come tornare a casa. Niccolò è un uomo buono, sensibile, emotivo, fragile e per questo estremamente forte. È il vero protagonista del romanzo, il centro di tutte le vicende. Ho passato tutta la prima parte del libro a piangere e a soffrire appresso a lui e non me ne pento neanche un poco. È ciò che ti fa provare un uomo come Niccolò Serristori. Nonostante le cose che accadono, è tutto così dolce e delicato in questa storia che non puoi fare a meno di sentirti a tuo agio, di sentirti a casa appunto, di sentirti parte anche tu della famiglia allargata Serristori-Dusku. E alla fine non puoi far altro che ringraziare di aver letto questo libro e di aver sofferto così tanto nel farlo. Perché effettivamente non è una lettura leggerissima: è costellata da piccole frasi, dialoghi, frecciate, anche piccoli monologhi che hanno una forza sconcertante e la capacità di farti riflettere. Più volte ho dovuto sospendere per alcuni secondi la lettura dei paragrafi successivi per poter prendere un bel respiro, ma non per questo è una lettura pesante, deve solo essere consapevole. Alla fine ti ritroverai a voler solo andare avanti e vivere un altro po’ al fianco di Cecilia e Niccolò, e non solo. Alla fine ringrazierai di aver sofferto e poi di aver sorriso, perché intanto Bianca Marconero ti avrà insegnato a provarci sempre, a non dare mai nulla per scontato, ad essere buoni, a lottare per le cose e per le persone a cui si tiene, a ragionare e a dare il giusto peso ad ogni parola e ad ogni istante e infine ad amare all’infinito.
“Rivaluto i temporali e la notte, che ti insegnano a goderti i giorni di sole, rivaluto le tempeste che ti fanno apprezzare la quiete. Rivaluto perfino il dolore, perché, porca puttana, questa felicità qui ce la siamo proprio guadagnata.”
Dear romantic readers, Cocò e Cecilia si sono fatti aspettare. Con “Dillo alla pioggia” siamo alla seconda generazione dei Serristori. In questo libro ci verranno mostrate in particolare due storie: quella di Niccolò e quella di Brando. Niccolò aveva perso la sua amata Cecilia che aveva scelto Londra e la danza. La mancanza della sua metà di cuore lo porterà a perdere la boxe, fare scelte discutibili e sbattere la faccia davanti i propri errori. E se niente di quello che credeva fosse reale? In tutto ciò Agnese e Brando sembrano essere al capolinea. Leggere di loro mi ha fatto talmente male che mi sono ritrovata a dover fermarmi un momento per poter prendere fiato. La verità è che se non fossi arrivata alla fine del libro il cuore non avrebbe smesso di battere all’impazzata. Niccolò è un personaggio davvero bellissimo che dall’inizio fino alla fine combatte con se stesso. La sua crescita è qualcosa che ho molto apprezzato, per non parlare del coraggio e della costanza nell’affermare che Cecilia era e sarà per sempre la sua amata. E poi c’è la piccola Cecilia. Cecilia che è volata a Londra. Cecilia che ha scelto la danza…. E l’amore? Basterà un giorno di pioggia per riversare tutti i sentimenti accumulati per tanti anni. Quanto ho amato il loro rapporto e l’inevitabilità della loro unione. Ho ancora una volta visto Roma attraverso i Serristori, mi sono lasciata trasportare sulle note di Cenerentola a teatro e ho sognato di trovarmi a Vicolo del cinque. Questo libro è pura emozione, leggendolo sentirete ogni bacio, ogni carezza e ogni sofferenza di questa famiglia che lotta per ottenere un lieto fine. Bianca Marconero ci sarà il famoso martedì pomeriggio di pioggia per Niccolò e Cecilia? O magari…. Qualcosa del genere per Brando e Agnese? Non dimentichiamo un personaggio importante Lucio!! Questa volta è diventato decisamente il mio eroe. P.s. Prima di leggere il libro su Jacopo e Clara dovrò fare scorta di camomilla e biscotti!!
Un otto volante di emozioni questo libro, tenerezza, tristezza, felicità, rabbia, stupore, compassione.
Fino all’ultimo ti tiene agganciata alle pagine (oltre 700).
Sinceramente durante le novelle non ero rimasta troppo impressionata da Cecilia, la protagonista, pur capendo le difficoltà subite nella prima infanzia il suo carattere chiuso, duro, direi uncompromising, me la faceva restare antipatica.
Pagina dopo pagina è venuta fuori mostrando le parti di se’ che teneva più nascoste, gli strati più morbidi un po’ come una cipolla 😊 e già a metà del libro avevo cambiato opinione su di lei e la amavo con Niccolò.
Niccolò non ha avuto bisogno di conquistare nulla, mi era piaciuto fin da quando l’ho letto bambino nel finale della storia dei genitori, qui l’ho solo apprezzato di più.
Il romanzo sebbene abbia due protagonisti chiari è comunque corale. Ritroviamo Brando è Agnese che abbandona il consueto ermetismo sentimentale. Ritroviamo Lucio che ha l’evoluzione meno scontata tra i caratteri della prima generazione. Vediamo meglio il rapporto tra Pier e Giamaica e cogliamo sfumature degli altri “piccoli” Serristori fino a qui solo sfiorate, hanno tutti un potenziale quei ragazzi .
Si può leggere come stand alone ma raccomando caldamente la lettura delle die serie precedenti (Forever e Tabloid Building) e delle novelle per poterlo apprezzare di più.
Se qualcuno mi chiedesse di scegliere una ragione tra le mille infinite per cui leggere questo romanzo, io risponderei: per il cuore di Nico. Il cuore su cui ha scolpito il nome di Cecilia, il cuore che mette nel recuperare il rapporto dei genitori, i pezzi di cuore che dedica a ogni fratello, il cuore che gli batte forte nel petto mentre si riconosce in suo padre (e lo salva), il cuore di Nico che perdona Jack e gli dona una nuova vita. Io lo dico alla pioggia: questa storia è il temporale più bello. È valsa la pena aspettare questa storia per due anni, fino all’ultima goccia di pioggia. Grazie, Bianca.
altro centro per Bianca Marconero che con questo infinito libro aggiunge un capitolo alla seconda generazione dei nostri amatissimi Serristori. E una volta tanto avremmo voluto arrivare alle 1000 pagine perchè la vicenda di Niccolò, che è anche corale perchè coinvolge tanti della famiglia, è davvero densa, piena di colpi di scena, di amore, non detti, di equivoci, di patemi d'animo e di meravigliosa, palpitante angst. E con degli antagonisti che davvero rasentano la psicopatia...credo che il libro dedicato al povero Jacopo ci sembrerà una passeggiata in confronto..
Ed eccoci qui. Niccolò e Cecilia. Lo loro storia, i loro problemi, ma sopratutto il loro volersi, ma non sapere come prendersi. In questo romanzo c'è tanto. C'è la storia di Niccolò, il suo sentirsi inadeguato nei confronti sia dei suoi fratelli, che della sua famiglia. C'è il suo senso di colpa nel non riuscire a capire Cecilia, a non amarla come lei vorrebbe. C'è il suo rapporto con paà Brando, forse, tra tutti quelli che si legge in questo romanzo, che vi rimarrà più impresso. C'è il suo rapporto con mamma Agnese, una sicurezza indiscussa.
Niccolò e Cecilia sono così istintivi, così distruttivi l'uno per l'altra che ad un certo punto la normalità sarà vederli divisi, ma si sa che nei libri di Bianca Marconero la disgrazia è sempre alle porte. Infatti se fino all'ottanta per cento del romanzo le cose sono difficili, a quel punto si complicaranno così tanto, che tutti: da Jacopo a Brando, passando per Agnese, Ulisse, Matilde e Cecilia, dovranno farsi un esame di coscienza e far capire a Niccolò che lui va bene così com'è.
Questo romanzo è un emozione unica. Io non riesco a capacitarmi di come uno stile così semplice risulti profondo ed emozionante, fino a diventare poetico. Ho scoperto la scrittura di Bianca Marconero, e penso che ora sarà difficili riprendere da dove avevo mollato prima.
I suoi libri mi hanno salvata, e di questo ne ho la certezza.
La Marconero ha una capacità incredibile nel descrivere sensazioni e emozioni umane. In questo libro c'è tutto: amore, famiglia, lealtà, coraggio. E c'è una buona dose di sofferenza, incomprensioni e dolore. È un libro perfetto, come solo lei ne sa scrivere.
Bianca Marconero ha un incredibile talento non solo come scrittrice, ma è bravissima anche a spezzare ripetutamente il cuore dei suoi lettori. Ecco perché non riesco a stare lontana dalle sue storie. Presto la recensione sul blog!
PERICOLO SPOILER! Se non avete letto Albion e Ombre, non procedete oltre. Fuggite, sciocchi!
Fatta la dovuta premessa, posso dire che se avete voglia di angst allo stato puro Il Principe Spezzato fa per voi. Dopotutto il protagonista altri non è che Riccardo, il fratello di Marco, già morto all'inizio di Albion. Di certo non poteva essere sole, cuore e amore. Senza contare che l'altra protagonista è nientedimeno che Morgana, la str- Fata, che si è fatta conoscere in Ombre in tutto il suo splendore.
E la novella si apre proprio con gli ultimi istanti di Riccardo, così da darci subito la mazzata e toglierci ogni illusione di poter rimandare la sofferenza, per poi fare un salto indietro nelle vite del maggiore dei fratelli Cinquedraghi e di Morgana. Inizia un conto alla rovescia che inevitabilmente si fa sentire. Il lettore sa che non ci sarà una conclusione felice, ma non può fare a meno di sperare che l'inevitabile possa essere scansato. Il Principe Spezzato è una storia che doveva essere raccontata. Si aggiunge un tassello al mosaico di Albion ed è un tassello fondamentale per comprendere Riccardo e Morgana. Dopotutto del fratello di Marco sapevamo ben poco e, a parte i ricordi velati dall'affetto di Marco, ciò che ci è stato detto è perlopiù poco edificante. Avevo concesso il beneficio del dubbio a Riccardo, perché è inevitabile che i punti di vista dei suoi compagni di scuola e di Marco fossero soggetti a parzialità, nel bene e nel male, e basare il mio giudizio sul sentito dire sarebbe stato ingiusto. In questa novella ho avuto modo, invece, di conoscerlo e... sì, ammetto che ho avuto momenti di forte irritazione. Riccardo non ha un carattere facile e crescere in una famiglia come quella dei Cinquedraghi non ha aiutato. Ed è stato inevitabile il confronto tra Riccardo e Marco all'Albion (e giungere alla conclusione che Riccardo è il Re del Mai 'na gioia). Pur essendo differenti, i due fratelli sono simili sotto certi aspetti e, osservando gli atteggiamenti di Riccardo, ho avuto un senso di déjà-vu tanto mi ha ricordato Marco in Albion. Riccardo ci delizia e ci ferisce con dei flashback del fratello (Marcolino da bimbo è un cupcake) e spesso fa riferimento all'incrollabile fiducia che ha Marco, nonostante il fratello sia crudele con lui. Odiare mio fratello non è una cosa per principianti, è una faccenda per chi ha volontà salda e ferma determinazione. Uno ci si deve applicare. Pure tu, Morgana, faresti fatica. Certo, all'inizio penseresti che è un idiota. Ma poi vincerebbe anche il tuo cuore, perché lui è così: un conquistatore di persone. Ti trovi a perdonarlo, senza che lo meriti; schierato dalla sua parte, senza sapere perché; solidale con lui, perfino se è lui la causa dei tuoi guai. Marco disarma il rancore; lo fa d'istinto, ribattendo a ogni inganno con la fiducia. Solida, inamovibile. Incrollabile. Tu gli scarichi addosso odio, rancore e inganno e lui risponde: fiducia, fiducia, fiducia.
E non posso che pensare alla fortuna di Marco e a quanto invece Riccardo non sia stato altrettanto fortunato. Perché Marcolino in Albion... beh, era sulla buona strada per seguire le orme del fratello, ma ciò che in un certo senso lo ha salvato è l'aver trovato Deacon, Helena, Erek e Lance. Perché quella fiducia spontanea che ha dimostrato nei flashback de Il Principe Spezzato, in Albion sembrava praticamente inesistente... eppure Marco ha trovato qualcuno a cui concederla nuovamente, qualcuno che lo ha aiutato a migliorarsi. Riccardo ha trovato invece Garnish e compagnia bella, che già non si erano fatti amare nei romanzi precedenti. E Morgana. Morgana con cui si è scontrato, con cui ha intessuto un rapporto complicato e negativo. Erano entrambi troppo feriti dalla vita e troppo trincerati dietro le proprie difese per arrendersi facilmente a un sentimento che avrebbe reso tutto ancora più difficile. Si sono lasciati, piuttosto, guidare dalle proprie ossessioni, pur di non ammettere le debolezze. E così facendo si sono rovinati con le loro stesse mani. Riccardo si è trovato solo. Così come è sola Morgana. E, in realtà, sebbene consideri Morgana la scintilla che ha scatenato la discesa di Riccardo... lei è stata anche ciò che lo ha sbloccato, in un certo senso. Non ho perdonato a Riccardo il modo in cui ha trattato Marco, ma ci viene mostrato come fosse diretto verso la redenzione. In mezzo al caos, al dolore e all'amore per Morgana ha raggiunto una consapevolezza di sé che gli avrebbe permesso, forse, di rimediare. E questo rende ogni capitolo ancora più doloroso. Perché è inevitabile seguire questa sua evoluzione e sperare... per poi arrivare a quella pagina (che non perdonerò mai all'autrice). Forse mi sono lasciata andare un po' troppo alle mie interpretazioni, ma questa novella mi ha davvero colpita e sono rimasta a rimuginare a lungo sui personaggi.
Il Principe Spezzato è stato anche necessario, almeno per me, per comprendere meglio Morgana. Chiariamo, non ho cambiato opinione su di lei e sui suoi metodi (pessimi) e, anzi, forse ho pure inasprito il mio giudizio. Tuttavia, non posso che ringraziare l'autrice per averle concesso questo spazio. Odio Morgana, ci avessi a che fare probabilmente vorrei passarle addosso con una mietitrebbia, ma allo stesso tempo amo il modo in cui è stata caratterizzata: è coerente con il suo carattere e il suo vissuto. Non le perdonerò mai la sua ossessione per Artù in cui ha coinvolto Riccardo, come non le perdonerò mai le ultime pagine in riferimento a Marco (sì, la mia dose di perdono sembra essersi esaurita per i protagonisti). Però sono curiosa. Sono tanto curiosa e, in fondo, spero che trovi un po' di pace anche lei (no, non quella eterna, non sono così crudele. A meno che non si metta tra me e il lieto fine del Re e dei Cavalieri). E devo ammettere che più di Morgana, mi preoccupa il nonno, Angus. Se in Albion provavo una cortese diffidenza e in Ombre subodoravo odore di inganno, qui ho avuto l'ulteriore conferma che Angus mi puzza. Assai. E voglio rileggere i romanzi precedenti alla luce di questa novella, perché sono sicura che farei attenzione a dettagli che mi sono sfuggiti.
Il Principe Spezzato mi è piaciuto anche perché costringe il lettore a rivedere l'opinione su alcuni personaggi. Primo tra tutti il nonno di Marco, che se in Albion aveva assunto il ricordo di un nonno benevolo e gentile, in contrasto con Tommaso Cinquedraghi, qui viene ribaltato, perché è Riccardo che ci parla di lui. E Riccardo ha vissuto un nonno ben diverso (e per rincarare la dose del non-perdono... Edoardo Cinquedraghi, non ti perdono la freddezza con Riccardo). Ed è anche il punto di vista di Morgana a offrirci la stessa possibilità. Infatti, mi ha colpita come gli stessi personaggi conosciuti attraverso gli occhi di Marco e degli amici, qui abbiano assunto, tramite lo sguardo di Morgana, un aspetto diverso. E, certo, in parte è dovuto ai suoi poteri, ma non solo. Ad esempio una delle descrizioni che mi ha colpita è quella del professor Du Lac:
Du Lac, con la sua postura vagamente aggressiva, da mascalzone ripulito […].
In mezza frase ribalta completamente anche la percezione del lettore di Du Lac. Marco lo ammira, e persino i suoi amici non lo descrivono in questi termini, anzi, esattamente all'opposto. E non è l'unico caso. Ed è qualcosa che arricchisce ulteriormente l'universo di Albion, lo rende più sfaccettato e ne aumenta le ombre. Sono sicura che la novella sia disseminata di indizi e ho tutte le intenzioni di fare una rilettura totale della serie in vista dell'uscita del terzo. Chissà che non riesca a individuare qualcosa che mi sono lasciata sfuggire.
Come dice l'autrice nella post-fazione (leggetela perché è davvero interessante), Il Principe Spezzato è una morte lunga 200 pagine. Una morte che meritava di essere raccontata.
E ora torno nell'angolino a piangere.
In petto ho solo mezzo cuore, ma batte ancora.
*** 25/08/2016
Bellissimo. Soffrirete ma poi ne sarete felici. No, non è vero, la felicità non sta di casa in questa novella. Ma merita. TANTO. Appena sarò riuscita a uscire dall'angolino di lacrime scriverò un parere più articolato. *torna ad affogare nelle lacrime*
Bianca Marconero è una scrittrice di notevole talento: alcuni l'hanno paragonata a Martin e - per certi versi - sono d'accordo. Non sulla tecnica, in cui ritengo Martin superiore, ma per la capacità di creare una storia in cui si percepisce l'ombra del passato, in cui cose successe prima influenzano quelle che stanno succedendo ora, in cui i vivi sentono ancora la presenza - a volte ingombrante - dei morti. Riccardo Cinquedraghi è uno dei personaggi postumi più delineati: se a livello personale sono più incuriosita da Edoardo e dal "suo" Merlino, nel testo è Riccardo ad avere più spazio. Il primogenito, il fratello maggiore. Il re mancato. Quello che ti chiedi se, come Marco, aveva la possibilità di migliorare o se era destinato ad essere un bullo arrogante, viziato come gli altri studenti regolari e suo padre. Questa novella si divide in due conti alla rovescia, uno lungo e uno corto, con lo stesso punto d'arrivo. Riccardo e Morgana, con Artù nel mezzo ad unirli e separarli.
Ma andiamo con ordine: è stato piacevole conoscere Riccardo. È la prova che i Cinquedraghi sono sempre stati incasinati e che la colpa non è solo di Tommaso: Edoardo ha contribuito alla grande al clima familiare, e l'idea che mi sono fatta è che Riccardo e Marco abbiano pagato una rottura epocale tra Edoardo e Tommaso. Che, separati in casa, si sono presi ognuno un bambino come protetto. Lo sappiamo dal primo libro, che Tommaso favoriva Riccardo mentre Marco era il cocco del nonno. In effetti quello che emerge (anche se il pdv è parziale e pertanto va preso con le pinze) è che Edoardo fosse quasi insofferente verso il nipote "normale"... e qui possiamo vedere una cosa interessantissima sui due fratelli: Marco si sente sempre inadeguato, si vede sempre sconfitto dal confronto col fratello maggiore. È convinto di vivere il suo destino, come se il suo essere il re fosse stato determinato dalla morte di Riccardo. E Riccardo provava la stessa cosa per il fratellino: favorito dal nonno, quello che vince facile, quello che insinua il dubbio che il prescelto potrebbe non essere lui. Quella di Riccardo è uan tragedia, perchè alla fine vediamo un adolescente cercare di essere all'altezza di aspettative che non può soddisfare, un ragazzo che prova a fare le scelte giuste quando ormai è troppo tardi, mentre la sua colpa più grande è di aver fatto arrabbiare due sociopatici. Dall'altro lato della barricata abbiamo Morgana. Lei, che mi sembra sempre di più una pedina che non conosce affatto tutte le regole del gioco. La troviamo piccola, fragile, alle prese con dei poteri che non comprende e non sa controllare, che si presentano in modo molto più violento ed invasivo rispetto a quelli di Deacon. Anche lei viene da una famiglia disastrata, e viene salvata dall'ospedale psichiatrico dal nonno Angus... che a me, mai come in questo momento, appare come un manipolatore espertissimo. È più facile comprendere Morgana dopo questa novella: l'eredità della Fata si è attivata quando lei aveva quattordici anni - cioè quando aveva iniziato a costruire la sua identità - e questo spiega come mai sia quasi in simbiosi con quella che era. Sospetto che le due personalità (e i loro desideri) siano cresciuti avvinghiati l'uno all'altra. Vedi quello che succede con Riccardo: la ragazza è alla disperata ricerca della sua metà, del suo re. Conosce Riccardo e ha bisogno di lui (della serie: parlava di Rebecca come della sua stalker, ma non è che lei fosse messa molto meglio), al punto da dargli il proto-jumper pur di sentirsi completa e legarlo a sé. Piccola, sciocca, egoista ragazzina. Morgana è così concentrata sul suo ruolo da non accorgersi dei sentimenti che prova a prescindere dal passato: ama Riccardo e non Artù, ma non riesce a vedere che tutti i cavalieri - ed Artù stesso - non seguono necessariamente la leggenda. Merlino non è legato Nimue. Quali che siano i triangoli scolastici, Artù e Lancillotto non sposano Ginevra. Tristano ha perso la sua Isotta. Morgana aveva la possibilità di essere felice ma non se n'è accorta. E quanto accaduto a Riccardo è ingiusto anche per lei, perchè avrebbe potuto rendersene conto diventando adulta. Ma il loro tempo finisce prima che possano avere la possibilità di viverlo davvero.
Questa novella, fantastica negli intenti, per me non è riuscita al 100%: partiamo dal presupposto che mi è piaciuta moltissimo, che adesso la morte di Riccardo mi fa ancora più tristezza e che c'è sempre qualcosa di malinconico a leggere la storia di personaggi che sai già essere condannati. Bianca Marconero se la gioca bene e per tutta la lettura ho avvertito un senso di fatalità che non credo sia dovuto solo alla consapevolezza del finale. Però non ho assolutamente compreso come mai ci fossero tanti drammi per (e tra) i due protagonisti: il senso di inadeguatezza di Riccardo, la necessità fisica di Morgana di avere il re a suo fianco... non sono riuscita ad immedesimarmi né a percepirne la potenza. Non parlo di quanto sia forzata la ricerca di un legame (in fin dei conti il punto è proprio che stanno forzando qualcosa che o viene da sé o non viene), ma proprio del perchè si impuntino tanto, perchè ne abbiano così bisogno. Also, continua imperterrita la divisione in stronzi-simpatici basata sulla zona del castello in cui vivi, e nonostante tutto continuo a trovare gli studenti regolari tante piccole fotocopie, mentre speravo che - in una novella ambientata tutta al castello - avrebbero avuto la possibilità di differenziarsi. Peccato, ma continuo a sperare. Detto questo, è il momento di passare alle teorie: come ho detto all'inizio sono curiorissima su quello che è successo durante la guerra, cosa abbia fatto esattamente quel Merlino e perchè. Ma soprattutto mi chiedo chi sia Angus: ha sposato le precedente Morgana, era amico di Artù, ha un ruolo che mi sarei aspettata da Merlino... non riesco a capire che sia! Il cognome di baby-Morgana è Orkney, dovrebbe averlo preso da Angus e questo mi fa pensare a Lot, a Morgause, al clan delle Orcadi in generale. Senza contare che lui ed Edoardo - quanto pare - hanno litigato per una donna e noi sappiamo che Edoardo gattonava la nonna di Helena (quel "Perché possa ritrovarti ogni volta che ti perdo" firmato EAC la dice lunghissima), ma - se si considera quanto sia forte ed intimo il legame tra il re e la fata - la fanciulla contesa potrebbe essere invece Morgana. Che. Casino. Non è che la prossima novella potrebbe essere un prequel più prequel?
This entire review has been hidden because of spoilers.
Lo aspettavo con ansia e come al solito, quando si tratta di Bianca, tutte le mie aspettative sono state superate. Un vortice di emozioni che destabilizzano alternando gioie e dolori. Ho amato e sofferto ogni pagina, frasi di una dolcezza e profondità unica. I protagonisti così veri nei pregi e difetti che sembrava di conoscerli per davvero, come se fossero nella vita reale: Niccolò imperfetto ma unico nel suo modo di affrontare la vita e Cecilia meravigliosa che combatte per il suo amore. E poi tutta la famiglia Serristori che regala sempre sofferenze ma alla fine trova la strada per la felicità grazie all'Amore. Un libro che ho dovuto a tratti sospendere, per rifiatare e affrontare le pagine più dure e cariche di emozioni. È il classico libro che appena finisci vuoi rileggere perché è impossibile non amare i Serristori: perfetti nell'essere imperfetti.
Magistralmente scritto. Un'altalena di emozioni che mi hanno avvinto per tutto il romanzo. Il cuore ha saltato qualche battito in più di un'occasione, ma la fiducia in Bianca mi ha portato alla fine e sono contenta di non essere stata delusa. La storia di Niccolò e della sua ballerina merita di essere letta, anche più di una volta. Ho amato tutto di questo libro. E adesso non vedo l'ora di leggere di Jacopo ❤
Stupendo è dire poco. Niccolò lo si ama con tutto il cuore!!Un personaggio fantastico che crea dipendenza. Con questo libro si ritrovano tutti i Serritori e non preoccupatevi perchè Bianca vi farà soffrire tantissimo, anche con i personaggi che dovrebbero essere "assodati": a un certo punto avrei voluto uccidere Brando e Agnese. Lasciamo perdere i sentimenti verso Manon !!I due papà si amano a prescindere. Jacopo...aspetto il prossimo libro perchè si redima!!!Promosso a pieni voti.
Bianca è una delle mie autrici italiane preferite, non è la preferita per un piccolo difetto: nei suoi libri ci sono davvero troppe peripezie e incomprensioni. Questo libro per me è da 5 stelle, ma ci sono davvero troppi fraintendimenti, coincidenze, incomprensioni, litigi... Rendono a mio avviso la storia poco fluida e poco avvincente, tant'è che mi sono bloccata al 60% per qualche giorno. 200 pagine in meno e sarebbe stato PERFETTO.