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Publio Aurelio Stazio #4
Morituri te salutant
Roma, 45 d.C. Come sempre, i gladiatori scendono nell'arena rivolgendo il loro saluto all'imperatore: « Ave, Caesar, morituri te salutant! ». "Coloro che stanno per morire ti salutano!" Qualcuno sembra aver deciso di prendere fin troppo sul serio quell'antica formula: sotto lo sguardo stupefatto del senatore Publio Aurelio Stazio, dell'imperatore Claudio e di migliaia di romani, infatti, l'asso dell'arena, l'imbattibile, colossale Chelidone, si accascia al suolo inspiegabilmente. Non c'è nulla da fare, è morto. Preoccupato, Claudio convoca al Palatino l'amico Publio Aurelio e, in via riservatissima, gli affida l'indagine sulla morte improvvisa quanto inspiegabile del gladiatore. Il senatore non immagina certo in quale rete di intrighi resterà presto invischiato. Perché, partendo dal cadavere di Chelidone, la sua indagine finirà per coinvolgere le più alte autorità dell'impero, scoprendo un disegno criminale che estende le sue trame ben oltre i confini dell'arena.
240 pages, Kindle Edition
First published January 1, 1994
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About the author
Danila Comastri Montanari
56 books57 followersDanila Comastri Montanari was an Italian historical mystery fiction writer. She wrote the Publius Aurelius Statius series.
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Community Reviews
Displaying 1 - 24 of 24 reviews
October 12, 2017
3 stelle e mezzo
un libro che va decisamente letto: bella l'ambientazione nell'antica Roma e le consuetudini dei giochi gladiatori..ti fa entrare in questo magico mondo! Simpaticissimi i personaggi:il migliore è il furbo Castore, il servitore del protagonista.
L'unica pecca è il racconto che passa da una scena all altra senza senso logico tant'è che te leggi e dopo un pó dici..ma prima non stava parlando di questo!
un libro che va decisamente letto: bella l'ambientazione nell'antica Roma e le consuetudini dei giochi gladiatori..ti fa entrare in questo magico mondo! Simpaticissimi i personaggi:il migliore è il furbo Castore, il servitore del protagonista.
L'unica pecca è il racconto che passa da una scena all altra senza senso logico tant'è che te leggi e dopo un pó dici..ma prima non stava parlando di questo!
February 26, 2022
Siamo arrivati al quarto volume e la serie non ha perso nulla della sua freschezza, continua a mescolare alla perfezione giallo classico e momenti da commedia brillante.
Stavolta si indaga nell'ambiente dei gladiatori e come al solito l'autrice è molto brava nel creare uno scenario realistico senza lasciarsi intralciare da moralismi moderni: l'unico a farsi scrupoli di coscienza è Aurelio (ovviamente, poteva mai essere meno che perfetto?), ma è sempre bene attenta a mostrarci come sia una posizione assolutamente anomala e non condivisa da nessuno.
Il mistero è meno interessante dei precedenti perché la direzione delle indagini è quasi univoca, si capisce abbastanza presto chi è il colpevole, ed il colpo di scena finale è troppo improvvisato per stupirci davvero. Qui però sono particolarmente gustose le scenette coi comprimari, tutti in splendida forma e pronti perfino a farci dimenticare l'antipatia che suscita quel perfettino del senatore Stazio.
Leggere questa serie è sempre piacevole: non entrerà negli annali della letteratura ma regala momenti di autentica spensieratezza, e non mi sembra cosa da poco.
Stavolta si indaga nell'ambiente dei gladiatori e come al solito l'autrice è molto brava nel creare uno scenario realistico senza lasciarsi intralciare da moralismi moderni: l'unico a farsi scrupoli di coscienza è Aurelio (ovviamente, poteva mai essere meno che perfetto?), ma è sempre bene attenta a mostrarci come sia una posizione assolutamente anomala e non condivisa da nessuno.
Il mistero è meno interessante dei precedenti perché la direzione delle indagini è quasi univoca, si capisce abbastanza presto chi è il colpevole, ed il colpo di scena finale è troppo improvvisato per stupirci davvero. Qui però sono particolarmente gustose le scenette coi comprimari, tutti in splendida forma e pronti perfino a farci dimenticare l'antipatia che suscita quel perfettino del senatore Stazio.
Leggere questa serie è sempre piacevole: non entrerà negli annali della letteratura ma regala momenti di autentica spensieratezza, e non mi sembra cosa da poco.
May 25, 2020
Dar vienas Montanari detektyvas apie senovės Romą. O dar ir apie gladiatorius. Turi būt gerai. Juk turi?
Žodžiu, kažkas žudo gladiatorius. Na, anais laikais tai buvo įprasta. Žmonės net susirinkdavo kaip į „Žalgirio“ rungtynes pasižiūrėti į tai. Tik bėda, kad žudo ne taip, kaip reikalautų tradicijos ir net nebūtinai – arenoje. Netvarka. Minia, nelabai ten begaunanti duonos, o dabar dar ir likusi be žaidimų – nelabai patenkinta. O nepatenkinta minia gali ir Žiemos rūmus užimt. Nors Romoj tokių ir nėra, bet imperatorius dėl visa ko išsikviečia savo seną draugą Publijų Aurelijų Stacijų ir prašo išsiaiškint tą reikalą ir sučiupt žudiką. Neabejojam, kad senatoriui tas pavyks, bet pakeliui jis įsivels ir į dar kai ką gerokai rimtesnio.
Tas naivumas ir lengvas primityvumas, kuris vaidenosi prieš tai skaitytame „Saugokis šuns“, niekur nedingo. Lengvai šaržuoti senatoriaus ir tarno graiko santykiai dvelkia viduramžišku sukčių romanu. Bet Montanari juk jau naujesnių laikų rašytoja – subtiliau reikėtų, subtiliau. Detektyvinę dedamąją susuko neblogai. Ir kai jau atrodo, kad visai gerai bus, ištraukia tokį dievą iš mašinos, kad oi... Negalima gi taip. Žudomas visas malonumas.
Personažai – konkretūs šablonai. Nors ko stebėtis – commedia dell‘arte juk italų išradimas.
Paskaitęs autorės žodį apie tai kas, jos nuomone, yra detektyvinis serialas ir kas jame – svarbiausia (pasirodo, anaiptol ne detektyvinis tyrimas – kur kas svarbiau, kokias būtent orchidėjas augino Niro Vulfas, ką pietums suvalgė Puaro, etc.), supratau, kad man su autore smarkiai nepakeliui.
„Morituri te salstant“ patiko gal net labiau už „Saugokis šuns“, bet tiesiog teks susitaikyti – Montanari ne mano autorė. Priimsit jos žaidimo taisykles – gal ir mėgausitės šiuo serialu. Man tos taisyklės... nea. Ne man.
Labai skystas ketvertas. Net atsižvelgiant į tas taisykles
Žodžiu, kažkas žudo gladiatorius. Na, anais laikais tai buvo įprasta. Žmonės net susirinkdavo kaip į „Žalgirio“ rungtynes pasižiūrėti į tai. Tik bėda, kad žudo ne taip, kaip reikalautų tradicijos ir net nebūtinai – arenoje. Netvarka. Minia, nelabai ten begaunanti duonos, o dabar dar ir likusi be žaidimų – nelabai patenkinta. O nepatenkinta minia gali ir Žiemos rūmus užimt. Nors Romoj tokių ir nėra, bet imperatorius dėl visa ko išsikviečia savo seną draugą Publijų Aurelijų Stacijų ir prašo išsiaiškint tą reikalą ir sučiupt žudiką. Neabejojam, kad senatoriui tas pavyks, bet pakeliui jis įsivels ir į dar kai ką gerokai rimtesnio.
Tas naivumas ir lengvas primityvumas, kuris vaidenosi prieš tai skaitytame „Saugokis šuns“, niekur nedingo. Lengvai šaržuoti senatoriaus ir tarno graiko santykiai dvelkia viduramžišku sukčių romanu. Bet Montanari juk jau naujesnių laikų rašytoja – subtiliau reikėtų, subtiliau. Detektyvinę dedamąją susuko neblogai. Ir kai jau atrodo, kad visai gerai bus, ištraukia tokį dievą iš mašinos, kad oi... Negalima gi taip. Žudomas visas malonumas.
Personažai – konkretūs šablonai. Nors ko stebėtis – commedia dell‘arte juk italų išradimas.
Paskaitęs autorės žodį apie tai kas, jos nuomone, yra detektyvinis serialas ir kas jame – svarbiausia (pasirodo, anaiptol ne detektyvinis tyrimas – kur kas svarbiau, kokias būtent orchidėjas augino Niro Vulfas, ką pietums suvalgė Puaro, etc.), supratau, kad man su autore smarkiai nepakeliui.
„Morituri te salstant“ patiko gal net labiau už „Saugokis šuns“, bet tiesiog teks susitaikyti – Montanari ne mano autorė. Priimsit jos žaidimo taisykles – gal ir mėgausitės šiuo serialu. Man tos taisyklės... nea. Ne man.
Labai skystas ketvertas. Net atsižvelgiant į tas taisykles
September 24, 2021
Trama che non avvince. Protagonista trasparente. Il mistero si scioglie con lil banale intervento esterno del Deus ex machina di turno.
Fallisce il tentativo di creare una atmosfera storica credibile con uno sproloquio di lemmi latini
L'autore si sopravvaluta con note biografiche discutibili a fine libro, probabilmente per incrementare il numero di pagine.
Fallisce il tentativo di creare una atmosfera storica credibile con uno sproloquio di lemmi latini
L'autore si sopravvaluta con note biografiche discutibili a fine libro, probabilmente per incrementare il numero di pagine.
February 15, 2019
Come al solito, all'ennesima rilettura, non ricordo quasi nulla della storia.
Si parte dalla fine del precedente romanzo (Cave canem) e ritroviamo il nostro Senatore preferito al fianco di Servilio, mentre assiste controvoglia ai giochi nell'arena.
Solito omicidio misterioso e solita indagine, commissionata dall'Imperatore Claudio in persona.
Pur con una struttura un po' caotica, mescolando più trame che convergono nella solita rivelazione finale, senza farci mancare di un po' di tensione per la sorte di Publio Aurelio, la storia si legge seguire troppi problemi e senza arrivare alla soluzione prima che il nostro investigatore presenti tutte le informazioni.
Buona descrizione della vita dei gladiatori, sia sul campo che in caserma. Il tutto accompagnato dalle descrizioni della Roma Imperiale e del rapporto tra la capitale e le città di provincia lontane, come Mutina (Modena) e Bononia (Bologna), mentre il gossip storico è sempre attendibile e verificabile.
I comprimari sono sempre più interessanti del protagonista, del resto cosa sarebbe Publio Aurelio Stazio senza Castore o Pomponia?
Si parte dalla fine del precedente romanzo (Cave canem) e ritroviamo il nostro Senatore preferito al fianco di Servilio, mentre assiste controvoglia ai giochi nell'arena.
Solito omicidio misterioso e solita indagine, commissionata dall'Imperatore Claudio in persona.
Pur con una struttura un po' caotica, mescolando più trame che convergono nella solita rivelazione finale, senza farci mancare di un po' di tensione per la sorte di Publio Aurelio, la storia si legge seguire troppi problemi e senza arrivare alla soluzione prima che il nostro investigatore presenti tutte le informazioni.
Buona descrizione della vita dei gladiatori, sia sul campo che in caserma. Il tutto accompagnato dalle descrizioni della Roma Imperiale e del rapporto tra la capitale e le città di provincia lontane, come Mutina (Modena) e Bononia (Bologna), mentre il gossip storico è sempre attendibile e verificabile.
I comprimari sono sempre più interessanti del protagonista, del resto cosa sarebbe Publio Aurelio Stazio senza Castore o Pomponia?
![Profile Image for Anna [Floanne].](/_next/image?url=https%3A%2F%2Fi.gr-assets.com%2Fimages%2FS%2Fcompressed.photo.goodreads.com%2Fusers%2F1566911038i%2F4459724._UX200_CR0%2C0%2C200%2C200_.jpg&w=128&q=75)
March 7, 2021
Quarto libro della serie di Publio Aurelio Stazio che vede il senatore romano impegnato a risolvere il misterioso delitto di un famoso gladiatore, Chelidone, avvenuto durante i giochi nell’arena, davanti agli occhi increduli di tutta Roma. Ad incaricare Aurelio questa volta è l’imperatore Claudio in persona, con tutte le conseguenze che un compito così importante porta con sé.
Mi sta veramente appassionando questa serie, anche se non avendo tuo il 2° e il 3° capitolo mi accorgo di essermi persa qualche retroscena. Devo recuperare al più presto! Ancora una volta l’ambientazione è il punto forte del romanzo (più del giallo vero e proprio, la cui risoluzione mi sembrava facilmente intuibile fin da subito) e ancora una volta mi ritrovo ad apprezzare molto l’appendice con gli approfondimenti dell’autrice sui vari aspetti della vita nell’Urbe. Carino anche il secondo racconto in cui la matrona Pomponia si lascia sedurre dal culto di Iside. Voto: 3 stelle
Mi sta veramente appassionando questa serie, anche se non avendo tuo il 2° e il 3° capitolo mi accorgo di essermi persa qualche retroscena. Devo recuperare al più presto! Ancora una volta l’ambientazione è il punto forte del romanzo (più del giallo vero e proprio, la cui risoluzione mi sembrava facilmente intuibile fin da subito) e ancora una volta mi ritrovo ad apprezzare molto l’appendice con gli approfondimenti dell’autrice sui vari aspetti della vita nell’Urbe. Carino anche il secondo racconto in cui la matrona Pomponia si lascia sedurre dal culto di Iside. Voto: 3 stelle
June 2, 2018
Come sempre e bello leggere un giallo ambientato in un’epoca storica diversa, la serie di Publio Aurelio Stazio è ambientata nell’antica Roma; questo libro in particolare ci catapulta nel mondo dei gladiatori. Una scrittura sempre scorrevole e piacevole, una bella ricostruzione storica di luoghi e usanze, ma non riesco ancora a dare una stellina in più, a tratti i miei pensieri vagavano altrove.
March 13, 2021
Bello bello bello
October 1, 2017
L'ambientazione storica sembra accurata, la trama del giallo è abbastanza ripetitiva e i personaggi non suscitano molta curiosità
November 2, 2021
Roma, anul 798 de la fondarea Romei (anul 45 după Hristos, vara)
Ajunul calendelor lui iunie
Senatorul Publius Aurelius Statius ședea cam țeapăn, alături de Titus Servilius, în tribuna acoperită din spatele lojii imperiale.
Amfiteatrul lui Statilius Taurus, pe Câmpul lui Marte, era deja plin ochi, dar lumea continua să se reverse dinspre vomitoria, largile coridoare de acces rezervate plebei. Jocurile din ziua aceea aveau să fie demne de ținut minte: Claudius, mare amator de asemenea distracții, nu se uitase la bani ca să ofere poporului roman tot ceea ce se văzuse mai bun până atunci în privința luptelor de gladiatori.
Pe deasupra gradenelor fuseseră întinse foi de cort uriașe care apărau publicul de razele fierbinți ale soarelui și, în centrul arenei, un munte artificial reconstituia fidel peisajul unei păduri tropicale din vizuinile căreia luptătorii trebuiau să asmuță fiarele. De jur împrejur, o fâșie lată de nisip aștepta pașii triumfători ai învingătorilor și sângele celor învinși.
Agitat la culme, Titus Servilius îi arăta cu degetul lui Aurelius diferitele surprize din tot acest decor, gustând dinainte mult așteptatul spectacol. Cât despre senator, acesta privea arena cu un amestec de curiozitate și de dezgust: nu-i plăceau masacrele, oricât de estetice se pretindeau a fi fost, și doar imposibilitatea de a scăpa de obligațiile sociale îl făcuseră să ocupe locul acela, de obicei gol, care îi era rezervat în tribună.
Privirile lui Aurelius, îndreptate la întâmplare asupra mulțimii în încercarea de a nu lua în seamă atracția macabră a scenei care fusese pregătită în amfiteatru pentru a oferi spectacolul morții, ajunse în cele din urmă și la loja imperială, acolo unde Claudius, bărbat în puterea vârstei, înveșmântat într-o hlamidă prețioasă din purpură, era ocupat să parieze sume uriașe cu cei mai lingușitori dintre curtenii săi. Alături de el, sub un baldachin de brocart, cu umerii drepți și perfect sculptați, era așezată preafrumoasa și multbârfita împărăteasă, Valeria Messalina. Aurelius reușea să vadă cu greu, printre cefele bine rase ale slujbașilor imperiali, doar bogăția părului de abanos și o frântură din profilul său desăvârșit, ca al unei păpuși orientale.
― Uite-i, uite-i! îl trase de mânecă Servilius arătându-i poarta pe care chiar atunci intrau gladiatorii, întâmpinați de spectatori cu ovații frenetice.
Un prim grup de luptători, îmbrăcați în piei de leopard, trecea în clipa aceea prin fața lojii de onoare, urmat de cercul luptătorilor traci înarmați cu parma, micul scut rotund folosit de ei ― ca singură apărare ― pentru a se apăra de moarte. În strălucirea armurilor, își făcură apariția mirmillonii, cu mușchi impresionanți și bine unși cu ulei.
Văzând puzderia aceea țipătoare de brațe bărbătești zdravene, matroanele scoaseră suspine înăbușite, gata să ofere totul aceluia care, cu îngăduința Parcelor, avea să obțină frunza de palmier a victoriei.
― Uite-l pe Chelidon, asul arenei! exclamă Servilius. Acolo, printre retiari: uite cum îi domină pe toți cu statura lui!
Publius Aurelius aruncă o privire distrată către grămada de carne care făceau un ocol prin fața tribunelor: Chelidon, adică „rândunica”… ce nume caraghios pentru mașina aceea de ucis oameni… Un strigăt prelung al mulțimii îl făcu să tresară. Intraseră trei luptători blonzi, impunători, cu plete lungi atârnând peste umerii puternici. Senatorul îi privi mai atent: corpurile atletice, cu greu acoperite de niște tunici scurte, aveau ceva ciudat cu mușchii pieptului neobișnuit de umflați, părând niște imitații nereușite ale unor sâni de femeie. Nu, nu se înșela… viguroșii gladiatori britani erau, fără nicio îndoială, femei!
Ajunul calendelor lui iunie
Senatorul Publius Aurelius Statius ședea cam țeapăn, alături de Titus Servilius, în tribuna acoperită din spatele lojii imperiale.
Amfiteatrul lui Statilius Taurus, pe Câmpul lui Marte, era deja plin ochi, dar lumea continua să se reverse dinspre vomitoria, largile coridoare de acces rezervate plebei. Jocurile din ziua aceea aveau să fie demne de ținut minte: Claudius, mare amator de asemenea distracții, nu se uitase la bani ca să ofere poporului roman tot ceea ce se văzuse mai bun până atunci în privința luptelor de gladiatori.
Pe deasupra gradenelor fuseseră întinse foi de cort uriașe care apărau publicul de razele fierbinți ale soarelui și, în centrul arenei, un munte artificial reconstituia fidel peisajul unei păduri tropicale din vizuinile căreia luptătorii trebuiau să asmuță fiarele. De jur împrejur, o fâșie lată de nisip aștepta pașii triumfători ai învingătorilor și sângele celor învinși.
Agitat la culme, Titus Servilius îi arăta cu degetul lui Aurelius diferitele surprize din tot acest decor, gustând dinainte mult așteptatul spectacol. Cât despre senator, acesta privea arena cu un amestec de curiozitate și de dezgust: nu-i plăceau masacrele, oricât de estetice se pretindeau a fi fost, și doar imposibilitatea de a scăpa de obligațiile sociale îl făcuseră să ocupe locul acela, de obicei gol, care îi era rezervat în tribună.
Privirile lui Aurelius, îndreptate la întâmplare asupra mulțimii în încercarea de a nu lua în seamă atracția macabră a scenei care fusese pregătită în amfiteatru pentru a oferi spectacolul morții, ajunse în cele din urmă și la loja imperială, acolo unde Claudius, bărbat în puterea vârstei, înveșmântat într-o hlamidă prețioasă din purpură, era ocupat să parieze sume uriașe cu cei mai lingușitori dintre curtenii săi. Alături de el, sub un baldachin de brocart, cu umerii drepți și perfect sculptați, era așezată preafrumoasa și multbârfita împărăteasă, Valeria Messalina. Aurelius reușea să vadă cu greu, printre cefele bine rase ale slujbașilor imperiali, doar bogăția părului de abanos și o frântură din profilul său desăvârșit, ca al unei păpuși orientale.
― Uite-i, uite-i! îl trase de mânecă Servilius arătându-i poarta pe care chiar atunci intrau gladiatorii, întâmpinați de spectatori cu ovații frenetice.
Un prim grup de luptători, îmbrăcați în piei de leopard, trecea în clipa aceea prin fața lojii de onoare, urmat de cercul luptătorilor traci înarmați cu parma, micul scut rotund folosit de ei ― ca singură apărare ― pentru a se apăra de moarte. În strălucirea armurilor, își făcură apariția mirmillonii, cu mușchi impresionanți și bine unși cu ulei.
Văzând puzderia aceea țipătoare de brațe bărbătești zdravene, matroanele scoaseră suspine înăbușite, gata să ofere totul aceluia care, cu îngăduința Parcelor, avea să obțină frunza de palmier a victoriei.
― Uite-l pe Chelidon, asul arenei! exclamă Servilius. Acolo, printre retiari: uite cum îi domină pe toți cu statura lui!
Publius Aurelius aruncă o privire distrată către grămada de carne care făceau un ocol prin fața tribunelor: Chelidon, adică „rândunica”… ce nume caraghios pentru mașina aceea de ucis oameni… Un strigăt prelung al mulțimii îl făcu să tresară. Intraseră trei luptători blonzi, impunători, cu plete lungi atârnând peste umerii puternici. Senatorul îi privi mai atent: corpurile atletice, cu greu acoperite de niște tunici scurte, aveau ceva ciudat cu mușchii pieptului neobișnuit de umflați, părând niște imitații nereușite ale unor sâni de femeie. Nu, nu se înșela… viguroșii gladiatori britani erau, fără nicio îndoială, femei!
May 11, 2018
Voto reale 3.5
Quarto episodio delle avventure-indagini dell'investigatore romano Publio Aurelio Stazio. Terminata l'avventura fuori città, il nostro senatore ritorna nell'Urbe e si trova costretto ad assistere ai giochi nell'arena dove i gladiatori combattono tra di loro o contro le belve feroci, spesso fino alla morte.
Durante l'evento uno dei gladiatori cade improvvisamente senza essere stato colpito dai suoi avversari e muore. Sembra possa essere stato un malore. Ma un'indagine più attenta lascerà intendere che la causa della morte sia stata ben altro.
Incaricato direttamente dall'imperatore Claudio, presente ai giochi, Publio Aurelio Stazio dovrà capire cosa sia successo prima che quella morte apparentemente naturale possa avere conseguenze sproporzionatamente grandi.
Danila Comastri Montanari aumenta la complessità della trama rispetto ai libri precedenti e tiene a freno, per quanto possibile, Castore il segretario tuttofare di Stazio. Tornano inoltre i personaggi di contorno che mancavano nel libro precedente. Il risultato è un romanzo più soddisfacente degli altri, dove la scrittrice ha modo di mostrare non solo la sua capacità narrativa e la sua cultura in fatto di costumi antichi ma anche di esibire una certa creatività nell'inventare una storia più articolata e meno diretta rispetto a quelle dei suoi primi romanzi.
L'unica cosa che mi impedisce di dare 4 stelle è il finale, secondo me la parte più debole dell'opera, dove avvengono delle cose non molto chiare e l'ombra del "deus ex machina" affiora decisamente almeno in una circostanza. Non so se sia stata una questione di pigrizia o di fretta ma questo libro avrebbe meritato maggiore attenzione e una conclusione più convincente nelle ultime 30 pagine.
Ave, Danila, ego te saluto!
Quarto episodio delle avventure-indagini dell'investigatore romano Publio Aurelio Stazio. Terminata l'avventura fuori città, il nostro senatore ritorna nell'Urbe e si trova costretto ad assistere ai giochi nell'arena dove i gladiatori combattono tra di loro o contro le belve feroci, spesso fino alla morte.
Durante l'evento uno dei gladiatori cade improvvisamente senza essere stato colpito dai suoi avversari e muore. Sembra possa essere stato un malore. Ma un'indagine più attenta lascerà intendere che la causa della morte sia stata ben altro.
Incaricato direttamente dall'imperatore Claudio, presente ai giochi, Publio Aurelio Stazio dovrà capire cosa sia successo prima che quella morte apparentemente naturale possa avere conseguenze sproporzionatamente grandi.
Danila Comastri Montanari aumenta la complessità della trama rispetto ai libri precedenti e tiene a freno, per quanto possibile, Castore il segretario tuttofare di Stazio. Tornano inoltre i personaggi di contorno che mancavano nel libro precedente. Il risultato è un romanzo più soddisfacente degli altri, dove la scrittrice ha modo di mostrare non solo la sua capacità narrativa e la sua cultura in fatto di costumi antichi ma anche di esibire una certa creatività nell'inventare una storia più articolata e meno diretta rispetto a quelle dei suoi primi romanzi.
L'unica cosa che mi impedisce di dare 4 stelle è il finale, secondo me la parte più debole dell'opera, dove avvengono delle cose non molto chiare e l'ombra del "deus ex machina" affiora decisamente almeno in una circostanza. Non so se sia stata una questione di pigrizia o di fretta ma questo libro avrebbe meritato maggiore attenzione e una conclusione più convincente nelle ultime 30 pagine.
Ave, Danila, ego te saluto!
September 30, 2024
Per citare la stessa autrice, “incontrare nelle pagine di un romanzo figure già note è un po' come rivedere amici di vecchia data”. È così che mi sento io ogni volta che prendo in mano un volume delle avventure dell’investigatore in laticlavio più famoso del mondo, Publio Aurelio Stazio, aiutato dal suo fedelissimo, astutissimo e scorrettissimo Castore e affiancato da personaggi cui è impossibile non affezionarsi, come Tito Servilio e Pomponia, amici di Aurelio. Questa volta tra i personaggi principali figura anche l’imperatore Claudio, che incarica il vecchio amico nonché allievo di etrusco Aurelio di indagare sulla morte di un famoso gladiatore, idolo delle folle. L’autrice, dunque, ci trascina in un mondo favoloso, quello dei ludi, degli anfiteatri, dei combattimenti all’ultimo sangue e degli intrighi che si celano nell’ombra. Adoro lo stile della Montanari, diretto, conciso, che va dritto al sodo e non si perde in inutili divagazioni, e ho amato anche la storia, mai banale né scontata, con un colpo di scena dietro l’altro. Non vedo l’ora di leggere il prossimo caso di Aurelio!
May 19, 2017
Niente di meglio di un bel giallo, soprattutto se ambiento in epoca storica (amo l'Impero Romano e il Medioevo)! Non ho indovinato il colpevole sino alla fine. Complimenti, Danila Comastri Montanari
August 3, 2017
Diciamo che, come narrativa storica, offre molti spunti curiosi ed è stato realizzato con cura. Come giallo, insomma, si lascia leggere, ma emozione zero.
June 30, 2018
mi è piaciuto, molto bella la parte storica.
June 10, 2019
La precisione e la quantità dei dettagli storici, oltre ovviamente alla trama gialla, rendono questo romanzo l'ennesimo capolavoro dell'autrice...
July 8, 2022
Un giallo meraviglioso, avvincente e accattivante, ambientato nell' antica roma
Read
March 18, 2022Il mio primo giallo, mi ha fatto innamorare del genere, scrittura fantastica e ambientazione bellissima. Non me lo apettavo minimamente ma durante tutta la seconda metà del libro sono stata trasportata nelle pagine e mi sono completamente dimenticata che stavo leggendo.
June 25, 2013
Not as good as Cave Canem, but worth a reading.
April 29, 2014
Adoro questi romanzi storici, dove si mescolano il "poliziesco" e l'umorismo. Danila Comastri Montanari è un'autrice preziosa, di cui noi Italiani dobbiamo essere fieri!
August 2, 2016
Il primo incontro con Publio Aurelio e Castore. Adoro Pomponia. In realtà, è tutto bello e molto appassionante, soprattutto se andate pazzi per l'Antica Roma e per le indagini storiche in generale.
September 25, 2016
Même soucis avec ce 2nd tome, que je n'aurais pas lu si il n'était pas déjà dans ma PAL! Reste qu'on en apprend pas mal sur cette partie de l'histoire.
November 15, 2010
Simpatica l'apparizione di Nerone XD
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