Riusciranno i nostri intrepidi eroi a superare tutte le prove e trovare l'elisir che guarisca il giovane Elianto e gli faccia salvare la contea? Se si fugge di notte da Villa Bacilla sulle ali di una diavolessa sexy, sorvolando Tristalia, assieme a tre equipaggi che si spostano contemporaneamente, può accadere di visitare gli otto mondi alterei della mappa nootica. Capita così di conoscere la terra primordiale di Ermete Trismegisto, Protoplas; i mari incantati di Capitan Guepière a Posidon; i cinquanta casinò e i locali notturni di Bludus; Mnemonia con i suoi fuochi fatui e l'insidia dell'embambolia; Medium con le sue giornate di Beneficenza Ben-evidente. E poi è possibile incontrare Siperquater e Triperott a Neikos, o gli angeli cannibali nel deserto freddo di Yamserius. L'importante è fare in tempo a guarire il giovane Elianto, affetto dal Morbo Dolce, perché possa liberare le contee dal dominio del Grande Chiodo. C'è speranza di riuscire, assieme ai protagonisti (oltre a Elianto, Fido PassPass, Fuku Occhio di Tigre, Tigre Triste), a districarsi tra le mille prove e di attraversare gli infiniti mondi creati dalla fantasia di Stefano Benni?
Stefano Benni (Bologna, 1947 – Bologna, 2025) è stato uno scrittore, umorista, giornalista, sceneggiatore, poeta e drammaturgo italiano.
Stefano Benni (1947-2025) was an Italian satirical writer, poet and journalist. His books have been translated into around 20 foreign languages and scored notable commercial success. He sold 2,5 million copies of his books in Italy.
He has contributed to Panorama (Italian magazine), Linus (magazine), La Repubblica, il manifesto among others. In 1989 he directed the film Musica per vecchi animali.
�� a mio avviso il milgior libro del lupo. so che non ti importer��, ma una volta, ad un suo reading mi ero portato un po' di libri da farmi autografare e quando, come un bimbo emozionato, gli chiesi di farmi una dedica "particolare" su Elianto lui mi chiese perch��, e io fui solo capace di dire che era un libro talmente bello, ma talmente bello che avrei voluto scriverlo io. Lui si fece una risata a scrisse in maniera volutamente infantile e sgrammaticata "A Daniele che avrebe averlo scrito lui"...
"egli soleva dirmi che gli uomini sono soggetti alla legge delle tre lancette. ad alcuni manca la lancetta dei secondi: e costoro non sanno mai godere un singolo attimo, ma pensano sempre a ciò che è stato prima e a ciò che verrà dopo, e non si accorgono delle piccole quiete gioie, o delle grandi e rapide gioie che li circondano. ad altri ancora manca la lancetta dei minuti. costoro corrono all'impazzata, gareggiano contro gli attimi inseguendo chissà cosa, poi di colpo si fermano delusi, poiché nulla hanno trovato, e lasciano che le ore scorrano una più inutile dell'altra. ad altri manca invece la lancetta delle ore. ed essi vivono, si agitano, fanno piani, appuntamenti, progetti, ma non sanno se è notte o se è giorno, o mattina o sera, se sono felici o disperati, non vedono mai la loro vita, solo il rotolare di anni pesanti e inarrestabili. l'uomo giusto ha tutte e tre le lancette, più la suoneria quando è ora di svegliarsi, più muna lancetta conficcata nella sommità del cranio che lo collega a tutti i quadranti stellari".
Secondo libro che leggo di Benni, e libro che me ne ha fatto innamorare. Un libro che è fantasia allo stato puro, fantasia e critica sociale.
Abbiamo Elianto, il protagonista del libro, che è malato e chiuso in una clinica. Ha il morbo dolce, è immobilizzato nel letto e sembra riprendersi solamente di notte, con la luna. Elianto è il protagonista, ma perché tutto gira intorno a lui (lo vediamo come protagonista solo all’inizio del libro e nel finale).
Gira tutto intorno a lui perché i suoi tre amici del quartiere (Iri, l’aspirante regista; Rangio, con la sua chitarra; Boccadimiele con il suo carattere aggressivo e il suo coltello a serramanico) partono per un viaggio tra gli otto mondi alterei della mappa Nootica allo scopo di recuperare gli ingredienti per l’elisir miracoloso che lo salverà. Devono salvarlo perché è loro amico, e anche perché è l’unico abitante della loro Contea che la può salvare dall’inglobamento nella nazione di Tristalia (inglobamento deciso con una sfida a quiz under 14 contro il campione di Tristalia, Baby Esatto, figlio del re dei quiz).
E il loro viaggio si interseca con quello di un guerriero nuvola (Fuku) alla ricerca del campione indiscusso del suo monastero per consentire alla sua Contea di vincere la sua sfida (una di lotta, contro un guerriero famosissimo e micidiale). E con il viaggio di tre diavoli inviati da Lucifero alla ricerca dell’arma per sconfiggere il supercomputer di Tristalia che regola ogni aspetto della vita dei suoi cittadini decidendo il grado di bontà e di peccati, il che per il Diavolo è un insulto bello e buono.
Questi tre viaggi si sommano alla vicenda della clinica di Elianto, con un buon dottore appassionato di vecchie medicine, un giovane dottore progressista e pronto a tutto per fare arrivare Tristalia e divenire nuovo direttore della clinica, un portantino irruento, un infermiere filosofo, una suora misteriosa votata al silenzio, e un castagno enorme che in determinate circostanze, sotto l’influsso dei raggi lunari, disegna sul muro della stanza di Elianto una mappa nootica.
Otto mondi che traboccano fantasia, e che vanno dal mondo primordiale dove Ermete Trismegisto cerca di creare la vita secondo le indicazioni fornitegli da Dio, a mondi futuristici dove tutto è ormai morto e avvizzito passando dal mondo della Memoria e da un mondo dove la vita è solo una guerra tra due nazioni davanti alla televisione. Satira sociale che si spreca, tra la politica buffonesca di Tristalia (venti presidenti, uno per partito, che passano due anni a uccidersi affinché il solo superstite possa essere dittatore per un anno… mentre la vera politica è retta dal supercomputer, così come le notizie dei tg, i sondaggi, la vita delle persone) e la futilità delle guerre delle due fazioni, tra la burocrazia della Memoria e le assurdità di Protoplas, con delle vere perle nei tre demoni e negli angeli caduti nel pianeta zoo.
E in tutto questo proliferare di nomi e competizioni e creature fantastiche, con il continuo comparire del misterioso filosofo Noon e della morte (che è un ballerino di tango), la storia resta sempre presente e bene o male al centro del libro. Una bellissima lettura, che per quanto mi riguarda mi ha fatto scoprire questo scrittore.
"È questo il Blues delle cose che non si vedono Del teschio bianco sotto la pelle nera Del teschio bianco sotto la pelle bianca Delle parole che ti dissi, mentre si faceva buio"
Uno dei libri più belli che abbia letto finora di questo autore. Lo stile di Benni è unico: con l'originalità e l'umorismo che lo contraddistingue ci mostra una realtà certo un pò falsata ma pur sempre reale, in cui le manie, le abitudini e i valori di oggi emergono in tutta la loro superficialità ed inutilità: è facile vedere nella situazione di Tristalia descritta dall'autore una parodia della situazione politica italiana. Ma la fantasia di Benni è inesauribile e insuperabile,secondo me,piena di illuminazioni e invenzioni imprevedibili che lasciano davvero senza fiato.
Ho cominciato la lettura con cautela e un pizzico di sospetto, un capitolo qua e uno là. All'inizio ero divertita dalle situazioni parodistiche e dalla frizzante critica sociale, ma il numero di personaggi e i cambi continui di passo non mi permettevano di affezionarmi troppo alla storia. Le cose sono cambiate a metà quando tutto piano piano torna al punto, non puoi fare a meno che tifare per il ragazzo e i suoi amici. Bel finale con anche un capitolo che aiuta a riflettere sulla vita, la potenza dell'amicizia e l'importanza di combattere per proteggere il proprio cuore.
Sulla Terra il giovane Elianto è ricoverato nella struttura ospedaliera di Villa Bacilla affetto da un gravissimo e a quanto pare incurabile morbo. Ma per fortuna la Terra non è l'unico mondo esistente: ne esistono ben otto! Da qui il punto di partenza. I tre migliori amici di Elianto, suonando alla chitarra una nota segreta, imparata da un talentuoso musicista blues, riescono a parlare con una scarpa, che li indirizza verso una sardina gigante, che fornisce loro una rarissima mappa (una mappa nootica!) che permetterà loro di viaggiare in questi altri mondi (i mondi Alterei).
E così i tre partono per un viaggio assurdo ed improbabile alla ricerca degli ingredienti necessari per curare Elianto, l'unico abitante di Tristalia abbastanza intelligente per poter gareggiare contro Baby Esatto al quiz televisivo con cui si decide l'indipendenza della loro contea o la sua sottomissione al governo centrale.
Per lo stesso motivo anche il guerriero Fuku Occhio di Tigre recupera una mappa nootica e parte alla ricerca del famoso guerriero Tigre Triste, l'unico in grado di sconfiggere il campione del governo Rollo Napalm nell'incontro di Lotta Malvagia, sempre valido per la sfida quinquennale per l'autonomia della sua contea.
Un altra mappa nootica viene cercata anche da tre diavoli dell'Inferno. Satana in persona li ha convocati nel suo ufficio per affidare al trio una missione importantissima: viaggiare per i mondi alterei alla ricerca di un Kofs, l'unico essere in grado di distruggere il governo centrale. Il motivo è molto semplice, non è in ballo l'autonomia dell'Inferno ma sulla Terra ormai "comportarsi in maniera deplorevole sembra diventato l'undicesimo comandamento". Peggio uno si comporta, più ottiene; più è ignorante o violento o ruffiano, più è premiato. Se i peccati sono diventati una questione di conformismo, cosa deve fare un povero diavolo per fare il suo lavoro? Bisogna assolutamente risistemare le cose!
E così le quattro storie (quella di Elianto, dei suoi tre amici, del guerriero e dei diavoli) proseguono contemporaneamente, facendo a gara l'una con l'altra per l'avvenimento più assurdo, il nome più fantasioso, il personaggio più fuori luogo, la frase più spiazzante, il commento più bislacco. Un paese delle meraviglie caotico all'ennesima potenza, a volte comico, a volte grottesco, spesso volgare ma assolutamente originale e sempre in grado di strappare un sorriso; un mezzo sorriso per chi riesce a coglierne il sarcasmo.
L'inesauribile fantasia di Benni galoppa a briglia sciolta, un fiume in piena di parole prese a prestito dai più disparati campi semantici, e dove non sembra esistere un termine abbastanza soddisfacente ecco che viene prontamente inventato. A creare un divertente contrasto, i dialoghi sono diretti e telegrafici, a volte le battute sono sottili e sagaci, a volte spuntano dal nulla frasi nonsense o completamente fuori contesto.
Il romanzo è a suo modo assolutamente geniale. A me hanno sempre detto: "Benni, o lo adori o non lo sopporti", devo confessare che il mio giudizio è sempre stato piuttosto altalenante, tuttavia con questo eccentrico e stravagante distopico mi ha letteralmente conquistata.
Strepitoso! In alcuni momenti ridevo da sola mentre leggevo (ne è sconsigliata la lettura in pubblico, lo dico per voi :P), in altri i rimandi a situazioni e personaggi reali erano talmente evidenti da far accapponare la pelle...Benni ha la straordinaria capacità di raccontare la nostra società in modo divertente e pungente, di farti sorridere, ma di quei sorrisi un po' amari, perché quando ti rendi conto che sì, la situazione è assurda e divertente, ma non poi così lontana dalla realtà o da un immediato futuro, non c'è mica tanto da ridere... Consigliatissimo!
È sempre un piacere leggere le distopie matte di Stefano Benni. Al centro della storia una non-Italia mangiata dalla Mediaset, lo showbusiness e dal political glamour. Ma nonostante il disastro del presente, Benni punta sempre un piccolissimo laser, comprato dai cinesi per 1 euro, a formare uno spiraglio di speranza verso le nuove generazioni, sempre, verso il futuro a dire: niente è perduto e la storia continua all'infinito. E sti cazzi, lasciamo che continui.
In pieno stile Benni. Bellissimo, il più bello tra quelli letti sino ad oggi. Miriadi di dettagli superflui e allo stesso tempo fondamentali a costruire nella mente delle scene tanto assurde quanto divertenti.
Un libro geniale, sorprendente, spassoso. Una trama ricca, personaggi fantastici. Non è esattamente il mio genere, il registro dell'autore non è proprio quello che riesco ad apprezzare al meglio, ma è stata una bella lettura e sono una volta di più felice delle sfide a cui partecipo, che mi fanno uscire dalla mia comfort zone e mi fanno affrontare libri che probabilmente non leggerei.
Romanzo riletto dopo tanti anni per ricordare Benni. La storia del giovane Elianto, pur brulicante di mondi, personaggi, elenchi strani e fantastici, è avvincente e non si può non tifare, col sorriso, per la varia compagnia che lo salverà..
Per tanti motivi, per me, il libro più carino di Stefano Benni, con tanti personaggi direttamente collegabili a politici e simili, che non ci fanno una gran bella figura… e poi c’è “Elianto” 🌻❤️
Tutti dovrebbero leggerlo, dolce e sognatore. ti fa staccare tantissimo dalla pesantezza della routine presentando scenari che sembrano fantastici ma che hanno molto margine di ragionamento. adatto a chiunque, nonostante avvolte l'umorismo dietro ad alcuni pezzi sia un po' di troppo, non è per nulla pesante.
Benni si conferma un autore eccezionale. Un altro suo libro che ho letto con infinito piacere dall’inizio alla fine. Elianto è emozionante, divertente (tanto!), geniale, e anche dolce, romantico e commovente! Insomma, bellissimo!
Germoglietti, suonate le trombe, una nuova recensione è qui! Il caldo è sopraggiunto: è importante iniziare a guardarsi attorno, per capire quali nuovi libri potreste leggere mentre vi stravaccate sul divano a sciogliervi in un bagno di sudore o vi rifugiate sotto l’ombrellone. Noi Cactus di Fuoco, entità ultraterrene più che abituate a certi climi, sfruttiamo questa occasione per regalarvi un piccolo consiglio di lettura. Perciò, oggi vi portiamo la nostra opinione su un libro strambo di nome “Elianto”! L’avevamo letto anche tanti anni fa, ma è stato bello riprenderlo in mano dopo tutto questo tempo e rinfrescarci la memoria. Il libro in questione è stato scritto da Stefano Benni, un nome che, forse ve ne sarete accorti, non è nuovo qui, tra le Recensioni Spinose. È uno scrittore che ci è abbastanza caro e di cui abbiamo recentemente valutato anche “Bar Sport”; non sorprendetevi troppo se vedrete spuntare ancora il suo nome in futuro! Partiamo dal dire che “Elianto” è un libro che abbiamo preso in una biblioteca nuova e diversa dal solito, di cui abbiamo dovuto imparare i meccanismi per l’occasione, e che il suo ritiro di per sé è stato… benniano. Per ritirare un volume, infatti, questo è l’iter:
1. Controllare sul sito apposito se il libro che gradiresti leggere è disponibile. 2. Se il libro c’è, recarsi in biblioteca e chiedere, a bassa voce per non spaventare il personale diffidente, il volume da prendere in prestito. Ideale sarebbe fare ampi gesti di pace per ingraziarsi i locali; se si nascondono dietro i banconi o strategici pertugi, possono essere condotti allo scoperto offrendo loro della frutta fresca o delle specialità regionali. 3. Guardare l’addetta ai prestiti confondersi mettersi al lavoro, aprire e chiudere tre volte la stessa pagina internet ma molto lentamente, ascoltarla asserire che “Elianto” in realtà non è mai esistito ma è frutto della nostra immaginazione, che brividi, il mistero si infittisce; poi provare pazientemente a convincere quest’addetta che no, non volete un libro che non esiste dal titolo “Massacri del 1967”, grazie, quando finalmente una collega della reception si impietosisce e dopo uno stanchissimo “Sì, ce l’abbiamo il libro”, si dirige a prenderlo lei.
Insomma, iniziamo bene. Il nostro metodo è applicabile anche ad altre biblioteche. Se lo seguirete, presto qualunque libro potrebbe essere tra le vostre mani! Una volta letto è ora di raccontarvelo attraverso le nostre personalissime opinioni, perciò partiamo a grandi linee con…
"Elianto" S. Benni: 9 Non è un libro scorrevole. Non nel senso che sia prolisso, complicato, incomprensibile o noioso, ma è talmente ricco di significati, giochi di parole, immagini evocative e piccole perle di fantasia e saggezza che sarebbe un delitto far scorrere velocemente la vista senza assaporare ogni frase. Come trangugiare e inghiottire un cioccolatino senza sentire il suo sapore lentamente sciogliersi in bocca e ricreare un'armonia sulle papille gustative. Questo è stato per me questo libro. La trama è abbastanza semplice nella sua assurdità, ma i suoi inserti e i suoi particolari sono durevoli e preziosi. (Chissà quanti bonus vitali di "libri finiti" ho ancora a disposizione). Tristalia (Terra) e gli altri Mondi Alterei Ogni cinque anni in diretta televisiva c'è la sfida tra un campione del Governo e uno della Contea. Se La Contea vince, resta autonoma per altri cinque anni, se perde viene governatizzata a morte. Sempre in diretta televisiva venti presidenti di venti partiti politici sono autorizzati a sparare ed eliminarsi l'un l'altro, e solo il più potente e fortunato alla fine governa, poiché questa è l'unica democrazia possibile sotto il cielo di Tristalia ove era avvenuta una grande battaglia di idee al termine della quale non c'erano stati né vincitori, né vinti, né idee. Elianto è un ragazzino di 13 anni della Contea Otto di Tristalia. È affetto dal Morbo Dolce, malattia degenerativa incurabile su base genetica ed è ricoverato a Villa Bacillo dove viene accudito. I suoi tre amici intraprendono un viaggio tra i mondi per trovare gli ingredienti necessari a sintetizzare una pozione, chiamata il Senno, in grado di curarlo. La sua sopravvivenza è inoltre è necessaria perché lui è l'unico in grado di sconfiggere l'avversario presentato dal Governo per la sfida di intelligenza/cultura generale. I suoi amici viaggiano tra i mondi guidati dalla mappa nootica, conoscono soggettoni, risolvono side quests e raccolgono gli ingredienti. Portano la pozione ad Elianto, questo guarisce e, non solo batte il campione del Governo, ma provoca il completo collasso dell'IA che gestisce il tutto restituendo il caos alla Terra e liberando le Contee dall'oppressione del Governo Centrale.
Un po’ Grande Fratello, un po’ Hunger Games, è il mondo dove abitano Elianto e i suoi amici. Elianto è ammalato e i suoi amici, aiutati da altri vari personaggi, transiteranno per tutti i mondi della mappa nootica per creare l’elisir che lo guarirà e gli permetterà di partecipare al gioco in cui si decideranno le sorti di Tristalia, una Italia un po’ più triste di come la conosciamo, dove soltanto se ti allinei ogni giorno al pensiero della maggioranza puoi ricevere acqua, luce e quanto ti serve per sopravvivere. Fantasia a briglia sciolta nel descrivere tutti i mondi esplorati, descrizioni ricche, ma talmente ricche da lasciarti stupefatto, una satira costante sulla nostra società e sui suoi eccessi. Partito benissimo, con continui sprazzi di comicità, ammetto di essermi un po’ arenata perché in alcuni momenti a fatica capivo l’alternarsi dei personaggi fra i mondi, con Elianto quasi del tutto assente, a parte nei ricordi dei protagonisti, fino a ricollegare il tutto verso la fine, quando ti accorgi che ti dispiace lasciare questo pazzo, pazzo mondo per ritornare alla realtà.
Di per sé il libro non è scritto male... È solo uno stile (perché si capisce essere lo stile dello scrittore) MOLTO strano. La storia in realtà la riesci anche a seguire ma è tutto confusionario con tante di quelle digressioni da perderci la testa. Per intenderci l'ultimo capitolo tira le fila e dice cosa si sono ritrovati a fare i personaggi dopo la fine della storia e uno di questi non avevo la più pallida idea di chi fosse. In ogni caso, la cosa che più mi perplime, e che non riguarda lo stile, è il target. Dal modo in cui è scritto, dal tono e da come interagiscono i personaggi sembrerebbe un libro indirizzato ad un target molto giovane, intorno ai 10/11 anni e comunque per la preadolescenza. Il problema è che al suo interno ci sono scene un po' troppo per dei bambini di quell'età. E non parlo delle uccisioni dei presidenti (che sono tanto cruente quanto comiche un po' alla Tom e Jerry o Looney Tunes) bensì alle diverse scene rasenti la pornografia con orge ed atti sessuali di ogni sorta (la scena del night club su tutte)...
Che dire.. un libro bizzarro, pieno di citazioni che ho fatto fatica a cogliere. Ma sicuramente pregno di parodia, a partire dalla realizzazione dei mondi, finendo con i personaggi. Ogni personaggio è una "macchietta", a partire dal nome, che ne segna fin da subito i tratti: un esempio il Dottor Siliconi che è nientepopodimeno ché un chirurgo plastico (ma chi l'avrebbe mai detto...), Brot che è un diavolo e mi ha richiamato alla mente il verso dell'inferno di Dante «Ed elli avea del cul fatto trombetta.» E questi sono solo due di tanti strani personaggi che prendono vita nei mondi della storia. Nonostante tutto non mi ha preso, forse non sono amante di questo tipo di parodia, forse sono io che non coglievo l'umorismo.. fatto sta che non mi ha entusiasmato :-(
Ma cosa stracazzo ho letto? Che delirio, che spreco di carta assoluto, forse non l'ho capito io ma non ho mai letto qualcosa di così delirante e fuori di testa. L'autore di che droga (o droghe) faceva uso durante la scrittura? Pazzesco. Davvero non capisco come faccia ad avere tutte queste valutazioni positive. Ore della mia vita buttate che nessuno mi ridarà indietro. (Che poi, io mi chiedo, a chi è indirizzato il volume? Di sicuro non ad un pubblico di bambini, perché vi sono descrizioni quasi pornografiche e vi compare del turpiloquio (che a me non dà quasi mai fastidio). E un adolescente sopra i 16 anni difficilmente potrebbe trovare questa roba qui interessante.)
Benni non lascia indifferenti, e prendo atto che molti lettori lo amano. Che devo dire, glielo lascio volentieri. Trovo eccessiva la sua ironia, grezza la sua satira, auto compiacente lo stile surreale fine a sé stesso, molesto il suo sfoggio di originalità che cura la forma a scapito della sostanza. Qualcuno dirà che non l’ho capito; sarà, ma il mio “Elianto”, dopo un centinaio di pagine è finito nel sacco della carta da riciclare, dovesse ricapitarmi per le mani a farmi perdere tempo.
Una corrente trifasica trifantastca fa scorrere nei VENTI inteso sia come plurale di vento che numero, tre trittici che vanno allegramente trotterellando tra multiversi fittizi ma non troppo.
Forse non è il meglio assoluto di Benni, ma vale la pena leggerlo anche solo per rimanere basiti davanti alla apertura alare (pipistrellare) della creatività di questo autore.
Sarebbe un 3,5, ma diamogli 4 perché è Stefano Benni, lui e il suo stile di scrittura ricco di fantasia e dettagli. La storia non gira subito benissimo e ci si perde un po', ma alla fine ai personaggi ci si affeziona davvero. Bravo a chiudere molte delle mille storie parallele aperte, facendole incontrare tra loro.
Il primo libro di Benni che mi è passato per le mani. A prestarmelo lo stesso amico dei miei che mi ha aperto le porte del mondo di Pennac e Malaussene, insomma una fonte imprescindibile di riferimenti culturali.