Ormai sono passati vent'anni da quel breve autunno di esaltazione e stupore in cui, con spettacolare e apparente repentinità, i sistemi comunisti dell'Europa dell'Est crollarono fra la polvere e i calcinacci del Muro di Berlino. Gorbacëv aveva rinunciato a usare la forza per arginare la crisi storica del comunismo e i popoli dell'Est si liberavano di regimi tanto invisi quanto ormai incapaci di sopravvivere senza e contro l'Occidente. L'impero sovietico costruito da Stalin non c'era piú. Con esso svaniva la divisione dell'Europa in due blocchi contrapposti. Il progetto comunista di un'alternativa radicale al capitalismo occidentale aveva finito per rovesciarsi nel suo opposto. Un Occidente enormemente piú efficiente e creativo aveva dispiegato una ben maggiore forza di innovazione e attrazione globale, rinchiudendo il colosso del socialismo sovietico in uno spazio angusto senza futuro. Ma quale fu il lungo percorso che portò a questo esito? E quale la genesi del conflitto che ha disegnato i lineamenti del mondo contemporaneo? Oggi è finalmente possibile rispondere a queste domande con la documentazione dei protagonisti e il distacco dello storico.
Federico Romero insegna all' Istituto Universitario Europeo. Ha ricevuto il Dottorato in storia contemporanea dall’Università di Torino nel 1987. Ha lavorato all’Istituto Universitario Europeo (1984-87) e ha insegnato alla London School of Economics (1987-90), al College of Europe (1990-91), all’Università di Bologna (1992-2000), e all'Università di Firenze (2001-2010). Ha insegnato anche alla University of New Mexico (2003) ed ? stato Visiting Fellow alla Columbia University. Le sue prime ricerche hanno riguardato il ruolo dei sindacati negli Stati Uniti del Novecento; la politica americana verso la ricostruzione post-bellica dell’Europa; i rapporti tra gli Stati Uniti e l’Italia repubblicana; l’emigrazione e l’integrazione europea; le strategie americane nella guerra fredda. Il suo lavoro si è poi concentrato su due tematiche interconnesse: da un lato le interpretazioni della politica estera statunitense nel Novecento (concezioni strategiche, raffigurazioni ideologiche e culturali, paradigmi storici e teorici); e dall’altro l’interazione tra la cultura di massa d’origine americana e le società occidentali in cui essa è divenuta strumento di trasformazione e conflitto socio-culturale. Negli ultimi anni ha initiato a lavorare su vari aspetti della storia internazionale dell'Europa negli ultimi decenni del Novecento. Oltre che della SISSCo, è membro dell’Organization of American Historians e della Society for Historians of American Foreign Relations. Dal 2015 dirige il progetto ERC "Looking West: the European Socialist regimes facing pan-European cooperation and the European Community"(https://paneur1970s.eui.eu/) Ha pubblicato Emigrazione e integrazione europea 1945-1973 (1991), Gli USA potenza mondiale (2001), Storia internazionale del Novecento (2001), Reinterpreting the End of the Cold War (con S. Pons, 2005), Nazione, interdipendenza, integrazione (con A. Varsori, 2006), Le crisi transatlantiche (con M. Del Pero, 2007), Storia della guerra fredda (Einaudi, 2009), con Elisabetta Bini e Giuliano Garavini Oil Shock: The 1973 Crisis and its Economic Legacy (London: I.B. Tauris, 2016) e con Silvio Pons and Adriano Roccucci, L’Italia contemporanea dagli anni Ottanta a oggi, vol. I: Globalizzazione, (Carocci, 2014).
Letto non per piacere ma l'ho trovato molto interessante... Contiene una trattazione piuttosto dettagliata del panorama generale e degli avvenimenti mondiali durante la Guerra Fredda, dal 1945 al 1991. L'autore, docente universitario, specializzato nella storia del dopoguerra, è attento a bilanciare la trattazione tra Usa e URSS con un'analisi dettagliata anche delle motivazioni ideologiche e offrendo quindi una interpretazione onesta delle tensioni e delle cause di pensiero ad esse collegate. Nella geopolitica dell'epoca (e forse di sempre, ma nel periodo della Guerra Fredda in particolare) gli ideali contano quasi quanto i fatti: ci addentriamo in un incrocio di veti, paure ataviche, rivalità personali e politiche, volontà di potenza, tentativi di prevenzione nelle azioni... Il Romero parla sempre di consultazioni da parte sovietica prima delle decisioni cruciali... questo appare meno chiaro da parte statunitense ma è probabile che sia la stessa cosa, anche se l'ultima decisione spetta comunque al presidente. Emerge con chiarezza un concetto che mi ha portato a rivedere il film Oppenheimer di Nolan: gli armamenti nucleari rendono tecnicamente impossibile una guerra atomica senza sconfitta comune. La guerra dovrà essere condotta da ora in poi con altri mezzi o non dovrà essere. Il testo è chiaro e lo stile ben comprensibile senza essere eccessivamente piano. Unico difetto: tende a ribadire molte volte gli stessi concetti, il che è d'aiuto per chi deve memorizzare il testo per un'esame universitario, ma diventa un po' noioso per chi legga per piacere o senza necessità scolastiche. Ottima parte bibliografica, mentre l'elenco dei nomi è piuttosto scarno.
Concatenatosi su gli USSR e gli USA, racconta la storia degli eventi più importanti nella Guerra Fredda. Il libro non aggiunge molto nuovo che non si ha sentito prima se si sa abbastanza della tema. Comunque il scrittore ha fatto una opera informative che è un bello inizio per il principiante che volge educarsi. Per i più colto nella storia della Guerra Fredda ci sono libri più adatto per imparare di più.
Ottimo libro storico sulla Guerra Fredda. Consiglio soprattutto a coloro che vogliono iniziare a inoltrarsi in una delle innumerevoli Guerre che hanno attraversato il Secolo Breve e quindi capire meglio gli avvenimenti e le conseguenze di quegli anni, delle quali ne risentiamo ancora oggi.
Un libro perfetto per chi è interessato a un quadro generale della Guerra Fredda, con particolare attenzione agli eventi europei e agli effetti che ci sono stati nel Vecchio Mondo degli eventi nel Terzo Mondo/Sud Globale.
ottimo libro per capire le dinamiche della guerra fredda. può essere letto sia da chi parte da 0 sull’argomento della guerra fredda, ma anche per chi ha già una panoramica generale degli eventi. il libro infatti approfondisce anche molti aspetti del conflitto bipolare.
Lettura informativa, interessante e con linguaggio specifico dal punto di vista storico, grande precisione nelle date e negli eventi. Semplicemente magnifico
Informativo, razionale, equilibrato, sintetico. Ho apprezzato molto le valutazioni dell'autore e l'assenza di bias ideologici che invalidano le tesi di troppi intellettuali italiani.
Un ottimo testo introduttivo sulla storia della guerra fredda. Scritto bene, più che evidenziare una miriade di singoli fatti si concentra su una visione più di insieme, collegando cause ed effetti e analizzando le situazioni da entrambi i punti di vista (americano e sovietico).