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L'inattesa piega degli eventi

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L'Italia fascista ha rotto in tempo l'alleanza con Hitler e anzi ne ha contrastato le mire, guadagnandosi nel 1945 un posto al tavolo dei vincitori. Dal conflitto, destinato a entrare nella memoria degli italiani come la Nostra guerra, il Duce esce trionfatore; anche Casa Savoia è eliminata dalla scena politica, e la nuova costituzione "laica e littoria" priva la Chiesa del suo ruolo sociale. Per il Paese, ora rinominato Repubblica d'Italia, sono stagioni di relativo prestigio internazionale e prosperità economica, ma la vita quotidiana ristagna, avvelenata da decenni di autoritarismo: gli oppositori veri o presunti subiscono la deportazione nelle ex colonie africane, ora dotate di una formale autonomia e promosse al rango di "Repubbliche associate". Nel 1960, quindici anni dopo l'armistizio, Benito Mussolini è un uomo di settantasette anni ormai prossimo alla fine, e i gerarchi si preparano a dare battaglia per la successione... In questo scenario si svolge il viaggio in Africa Orientale del trentenne Lorenzo Pellegrini, brillante cronista sportivo che, per un'inopportuna relazione amorosa, viene depennato dalla lista dei giornalisti accreditati per le Olimpiadi di Roma e retrocesso a un incarico inatteso: dovrà seguire le ultime giornate della Serie Africa, la lega che raduna il meglio del calcio eritreo, etiope e somalo sotto l'egida della Federcalcio di Roma.

518 pages, Hardcover

First published January 1, 2008

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Enrico Brizzi

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Displaying 1 - 30 of 33 reviews
Profile Image for Dvd (#).
506 reviews92 followers
February 20, 2018
Ammetto di avere divorato questo romanzo. La questione è tutto sommato semplice: è un bel romanzo d'avventura, scritto discretamente bene e l'intreccio sovrapposto funziona abbastanza e coinvolge l'attenzione del lettore.

L'idea di Brizzi non è particolarmente originale: usare una ucronia (all'anglosassone, che va sempre di moda, whatif) per spiegare il presente (e immaginare anche, con divertito divertimento, una realtà parallela plausibile). Quel che è originale è l'ucronia scelta: cosa sarebbe successo se Mussolini avesse puntato sul cavallo giusto?

Il fascismo sarebbe sopravvissuto alla guerra (vinta) e l'Italia si sarebbe seduta al tavolo delle trattative come una delle potenze vincitrici, Mussolini sarebbe campato parecchi altri anni glorificato come padre della patria e all'alba dei Sessanta (cioé quando Brizzi immagina svolgersi le peripezie del giornalista Lorenzo Pellegrini qui narrate) sul paese, così come sulle sue colonie, il fascio littorio avrebbe romanamente garrito ovunque.

Così a pochi mesi dalle Olimpiadi di Roma (1960) si innesta la vicenda del giornalista sportivo Pellegrini, mandato in esilio novello Orazio in AOI a causa dei suoi intrallazzi amorosi. Qui conosce la realtà locale, le contraddizioni di una società dichiaratamente razzista e classista (come più o meno tutte le realtà coloniali della storia, britanniche in testa) e si appassiona del campionato di calcio locale, e in particolare dell'unica squadra multirazziale che vi gioca, il San Giorgio di Addis Abeba.

La parte iniziale del romanzo è particolarmente interessante, anche perché l'attenzione maggiore il lettore la riserva per capire lo strano mondo ucronico immaginato da Brizzi.

Storicamente parlando, l'ucronia non sta in piedi. Il carnevalesco esercito italiano avrebbe resistito sì e no tre giorni coi tedeschi e il bluff di cartapesta dei vertici fascisti sarebbe inevitabilmente venuto a galla. Disfatto alla prima pioggia, come infatti fu.

Ciò detto, e passandoci sopra senza problemi per ragioni di fiction (e posto che lavorare con scenari ucronici è a mio parere impossibile, essendo impossibile - e abbastanza ridicolo - fare riferimenti al suo interno a fatti o personaggi delle linea temporale a noi conosciuta ed essendo impossibile controllare gli inevitabili - e assolutamente imprevedibili - cambiamenti fattuali che intercorrerebbero dalla nostra realtà all'altra ipotizzata), l'interesse iniziale lentamente svapora.

Svapora perché alcuni intermezzi sono inutilissimi (il rendez-vous del Pellegrini nella comune rastafariana - ovvio riferimento alla cultura hippy di lì a poco in auge; in toto, la figura del calciatore e brigatista mancato Cumani e il tragicomico coinvolgimento nel tentato-attentato della seconda parte) e deviano dall'interessante sovrapposizione delle trame principali, ossia l'esilio del protagonista in AOI e e le vicissitudini socio-calcistiche che vive e racconta.

Quel che manca è profondità e riflessione, ecco. Il racconto c'è anche, come il brio per tenere aggrappato il lettore. Sarebbe bastato tratteggiare un racconto vivo dell'Africa Orientale Italiana del dopoguerra, pensare usi costumi e amenità varie e raccontarli rendendo credibile una società immaginaria, a noi lontana ma non così impossibile da comprendere. Raccontare soprusi razziali degli italiani conquistatori e insofferenze della popolazione locale sottomessa, utilizzando quella religione laica che è (stato) il calcio in questo paese come asse portante della trama, con in sottofondo le difficoltà del regime di fronte a un mondo bipolare che la modernità sta rivoluzionando completamente. Un romanzone popolare del profondo spirito italiano, nel bene e nel male, in un'ambientazione ucronica ricchissima di possibilità.

Invece Brizzi ha scelto la via più facile, dello zibaldone ucronico in cui mettere dentro di tutto, con parecchie amenità che non stanno veramente in piedi (prima fra tutti, l'eliminazione dalla vita sociale italiana dei preti, che nel fascismo sguazzavano benissimo e che quella meravigliosa banderuola del Duce aveva prontamente blandito coi patti Laternanensi fin dal '29). Così le vicissitudini del glorioso San Giorgio seguono in parallelo quelle del moribondo Duce e del cambio di regime imminente in maniera banale, affrettata, alla fine stanca.

I ritratti più riusciti sono quelli dei pescecani fascisti sparsi in tutto l'AOI: ignoranti, volgari, approfittatori, violenti nell'animo, perbenisti.
I ritratti meno riusciti quelli del già menzionato e insopportabile (mai ahimé credibilissimo) Cumani, del regista di film porno inglese (di una inutilità somma), in generale di tutte le donne presenti (che oscillano fra la totale stupidità e l'inutilità, se non come intermezzi sessuali).

Del personaggio principale, Pellegrini Lorenzo, non so che dire. A tratti credibilissimo (e italianissimo) e pertanto piacevole - nel bene e nel male; a tratti di una stupidità degna di un sedicenne rimbecillito, in preda a fregole ormonali adolescenziali, e pertanto poco credibile dato che si tratta di un giornalista trentenne di una testata nazionale.

Ho comprato anche, per tre lire date le offerte pazze del Black Friday 2017, l'antefatto La nostra guerra (all'anglosassone, che va sempre di moda, prequel), e sono comunque curioso di leggerlo. Quindi, schifo il romanzo non fa assolutamente, ma l'ottima idea di Brizzi ha avuto una resa sotto le aspettative. E sotto le possibilità.

P.S. l'italianizzazione forzata delle parole straniere operata dal fascismo faceva ridere, come molto altro di quanto operato del regime, ma un calmieramento generale circa l'uso di orrendi anglismi farebbe bene a tutti. Al senso del ridicolo in primis.
Eja eja alalà!
Profile Image for Emmapeel.
131 reviews
August 11, 2017
Gran bel libro, in perfetto equilibrio fra leggerezza e passione. Brizzi ci racconta un'Italia dove ha vinto il duce e che pure è praticamente la stessa, già o ancora allo sbando. Ci narra di quando il calcio era uno sport e di com'era meraviglioso giocarlo, vederlo e scriverne. Ci dice che i mulini non furono mai bianchi e che non fummo mai molto buoni con i neri, alla faccia di italianibravagente e belle abissine. Ci mostra quanto il razzismo sia funzionale al potere e quanto sia difficile e necessario a volte scegliere da che parte stare. Brizzi ci svela chi siamo fingendo di raccontare chi eravamo. E lo fa alla sua maniera, pulita, ironica, senza un filo di retorica, di autocompiacimento o di 'stile'. Si dice spesso 'un onesto pittore/scrittore/musicista' per indicarne la mediocrità, io definirei Brizzi il più intrinsecamente onesto dei nostri scrittori per sottolinearne, al contrario, la grandezza. Bravo vero.
Profile Image for Procyon Lotor.
650 reviews111 followers
January 27, 2014
AM-BE-SA' A-RE-GAI! Una breve premessa: sono la pi� gran puttana di Enrico Brizzi in circolazione, tale da aver trovato del buono perfino frugando in Razorama. Siete quindi avvertiti cari fratelli della mia scandalosa parzialit�. I motivi sono svariati e probabilmente poco interessanti, escludo solo per cautelarmi la parentela, l'attrazione fisica e il denaro. Devono esistere delle misteriose correnti nello spazio se Lucarelli va a cacciarsi nella sacca di Adua un secolo prima con Brizzi che accede contemporaneamente a tutta l'A.O.I. (si fossero telefonati? Magari) Dunque finalmente il Favoloso ci restituisce un romanzo (one, 500 pagine!) pieno di avventura, fede e tutte le qualit� positive della grande letteratura ingenua (volutamente ingenua, ed � classe) per ragazzi. Corrispondentemente al mai smentito detto che la Storia non si fa con i se, Brizzi sa anche la seconda parte del proverbio, cio� che inserendo i se e i ma, sparisce la Storia ma incominciano le storie, cio� i romanzi. Si parte da un topos frequentatissimo nella chiacchiera da salotto, dove � probabilissimo trovare prima o poi un tipo che smazza sostenendo la teoria che se il Testone non si fosse cacciato nella seconda guerra mondiale sarebbe morto nel suo letto ancora al governo dell'Italia. Teoria accettabilissima ma con un grave baco: il tipo quasi sempre sostiene che correlativamente ci� avrebbe beneficato l'Italia come se essa non fosse stata composta dagli Italiani. Brizzi invece � onestissimo, mentre il Duce governa (come pu�: capitalizzando tutte le conquiste che trovarsi dalla parte giusta gli ha permesso ma utilizzandole attraverso una teoria ossimorica: il fascismo modernizzatore col materiale umano disponibile, tolti Grandi Bottai e Balbo qui sopravvissuto per esigenze di copione, presso di lui rimangono i Farinacci e gli altri farabutti. Opportunamente lascia quindi il Duce nell'ombra e fa agire gli attori pi� probabili. In questo contesto l'arciitaliano Lorenzo Pellegrini, cronista calcistico viene schiaffato per punizione a recensire la Serie Africa, dove nonostante tutta la retorica di regime l'AOI � un postaccio con pochi pregi e molti prevedibili difetti. Fra squadre eritree, somale ed etiopi, orgogli razziali e tribali e malversazioni italiote Pellegrini, percorre le fasi finali del campionato e dei suoi giocatori, allenatori e tifosi per conoscere la vincitrice che giocher� a Roma una specie di coppa dei campioni fra gli stati italianizzati. Sar� il suo personale percorso che lo render� almeno un po', italiano consapevole. Fra descrizione brerificate (il cuoio per dire pallone) di immaginarie partite rese con cura e vivace immaginazione, amori da telefoni bianchi e pericolosi intrecci tifopolitici Brizzi porta avanti un mezzo migliaio di pagine senza sbracare, senza pontificare e soprattutto senza annoiare con tantissima nostalgia per il calcio sportivo giocato cos� lontano da quello che vediamo. Un filino di nostalgia (sostanza costosissima) per gli anni un cui magari si giocavano interi pomeriggi a subbuteo sarebbe corroborante per apprezzare il volume. AM-BE-SA' A-RE-GAI! (Aregai Leone!, urlo dei tifosi del San Giorgio di Addis Abeba quando il vecchio Ioannes Aregai � in campo) Le figurine dei calciatori, i francobolli commemorativi e le cartine sono tutte felici invenzioni (Ponte sull'Eno per l'Innsbruck conquistata e italianizzata � una delle varie delizie) di Superitalianz. Nota: il marchio Giubek di sigarette levantine NON � una delle scintillanti invenzioni di Brizzi, esistevano veramente come le Macedonia e le Serraglio, curiose sigarette piatte (di queste, decenni fa riuscii a fumarne una, ma di un pacchetto dimenticato in fondo una vecchissima tabaccheria di un paesino, e oramai irrimediabilmente secca).
Profile Image for Roberta.
1,979 reviews333 followers
September 1, 2018
3,5 stelle.
In un'Italia dove il fascismo ha vinto e dove le colonie africane possono vantare il titolo di repubbliche associate un giornalista sportivo viene mandato, come punizione, a seguire la Coppa Africa. Tra una partita e l'altra (sì, c'è cronaca calcistica, ma si sopravvive: lo dico da calcio-analfabeta) si avvicina il vuoto di potere lasciato dalla morte di Mussolini. L'opposizione, che ufficialmente non esiste, alza la testa e Lorenzo Pellegrini, il nostro giornalista, si trova coinvolto suo malgrado.
Alcuni personaggi sono realmente esistiti, altri sono parodie, ma alla fine questi italiani da romanzo sono tanto simili ai nostri contemporanei.
Profile Image for Vito.
186 reviews12 followers
October 31, 2011
L'idea alla base del romanzo è molto buona, ma il suo sviluppo non mi ha soddisfatto: ci sono molti personaggi bidimensionali, insignificanti, che non riuscivo neanche a distinguere tra loro, il protagonista pare muoversi senza motivazione, non si capisce mai perché finisca a fare ciò che fa e, soprattutto, è eccessivamente lungo, con il suo finale inspiegabilmente (per me, almeno) trascinato. Mi dispiace soprattutto perché, ripeto, l'idea del romanzo ucronico all'italiana mi aveva intrigato molto.
Profile Image for Edward S. Portman.
137 reviews8 followers
August 27, 2013
C’era una volta Jack Frusciante, e con lui pedalava veloce tra le colline attorno Bologna il giovane scrittore Enrico Bizzi, capace di incapsulare all’interno di un libro un’intera generazione. I tempi passano e il posto lasciato libero nel gruppo è stato preso, aimé, da gente come Federico Moccia, e il testimone è passato da Jack Frusciante è uscito dal gruppo a Tre metri sopra il cielo (ri-aimé). Di quel Brizzi è rimasto ben poco, anche perché in fondo tutti crescono, autori compresi, e forse pensare di sfornare altri libri dal tono del primo è pura utopia, vista l’età, e visto anche che lo scrittore aveva tentato di “scappare” dalle atmosfere del suo esordio già dal suo secondo romanzo (Bastogne). Poi ne ho perso un po’ le tracce, lo ammetto, forse proprio a causa della sua seconda fatica che non mi emozionò particolarmente. Brizzi è però un autore con il quale sono cresciuto e proprio per questo in libreria campeggiano belli e beati alcuni altri suoi lavori, anche se non li ho mai letti. Una specie di tributo, ecco, l’acquisto dei suoi romanzi. Ho riletto con abbastanza interesse Nessuno lo saprà, del quale conservo un buon ricordo, ma non è un vero e proprio romanzo, quanto un resoconto; perciò è stato con un po’ di timore che mi sono avvicinato a questo libro ambientato in un universo alternativo nel quale l’Italia fascista aveva vinto la guerra (e quando dico vinto intendo battendo pure la Germania di Hitler) e aveva espanso i suoi confini annettendosi fantomatiche colonie africane. Proprio in Africa è dove viene spedita la voce narrante, un giornalista sportivo che a causa delle sue scorribande amorose vince il non certo ambito lavoro di reporter per le ultime partite del campionato locale. In questa avventura lo accompagnerà un calciatore che incontrerà durante i suoi primi giorni di trasferta e che lo porterà fino ai limiti della sua ostinata reticenza alla politica.
Il protagonista di questo libro infatti rifiuta più e più volte di discutere di politica, nonostante si capisca fin da subito la sua antipatia nei confronti del regime. La sua chiusura fa si che viva gli eventi che si scatenano attorno a lui (la ribellione africana e la difficile questione della successione dopo la morte del Duce quando è a Roma) con una leggerezza quasi incosciente. A fare da contorno, o da storia principale, difficile dirlo con certezza, ci sono le partite di calcio e i vari giocatori.
Brizzi miscela così l’aspetto politico e l’aspetto sportivo fino a raggiungere un’omogeneità che confonde sulle reali ambizioni del romanzo. Non si capisce cosa voglia realmente fare, se non inserire il titolo più volte all’interno della narrazione, quasi volesse sottolineare come tutte le vicende siano frutto della fantasia di un eventuale “what if…”. Lo stile è quanto di più lontano ci possa essere dalla prosa di Jack Frusciante, ma è talmente asettico che difficilmente riesce a catturare il lettore se non in un paio di esternazioni. Si va quindi avanti per inerzia, lasciandosi trasportare dalle pagine e dagli eventi, fino a quando non si arriva alla fine e ci si guarda indietro: carino, ma niente di che.
Forse è meglio recuperare i primi lavori post Frusciante, per vedere se c’è stato un punto nel quale il passaggio tra quello e questo ha raggiunto un equilibrio godibile.
1 review1 follower
September 10, 2009
Letto d’un fiato, e vorrei che continuasse ancora. Trama avvincente, che ti fa pure pensare, e una miscela irresistibile di personaggi – rappresentanti delle contrastanti anime del fascismo, fricchettoni, giornalisti, industrialotti, calciatori, avventurieri, rivoluzionari velleitari, levantini…Un po’ noiosette le descrizioni delle partite per chi non si interessa di calcio, ma contribuiscono a fare atmosfera, un po’ come le elucubrazioni medievali nel Nome della Rosa. In una parola, quasi prattiano. Non posso credere che sia lo stesso autore di Jack Frusciante, che ho trovato noiosissimo, fiacco e banale.
Profile Image for Hex75.
986 reviews57 followers
August 21, 2017
romanzi sul calcio me ne vengono in mente pochi, molto pochi. figuriamoci d'ambientazione storica, o -addirittura- ambientati in una ucronia. e invece eccone uno, talmente bello che ti prende e ti costringe a divorare ogni pagina, che ti illude che quel campionato di calcio e quelle squadre esistano davvero. merito di uno scrittore davvero in stato di grazia, che si diverte a seminare riferimenti alla vera italia di quel periodo in mezzo ad un passato "alternativo" curato nei minimi dettagli. quasi ci si stupisce che nessuno abbia ancora pensato a portarlo sul grande schermo...
Profile Image for Marta.
896 reviews11 followers
June 10, 2013
L'inattesa piega degli eventi (2009)

Considerando che ritengo il calcio inutile e che non ho conoscenze approfondite dei gerarchi fascisti per apprezzare le ucronie di Brizzi, mi sono stupita sia riuscito a appassionarmi sul finale (alle vicende del San Giorgio, non di Pellegrini). Trovo l'autore molto migliorato stilisticamente rispetto alle opere giovanili
Profile Image for Luca Cresta.
1,041 reviews31 followers
May 29, 2021
Mi è proprio piaciuta questa ucronia di Enrico Brizzi. Ho recuperato questo testo grazie al passaparola degli amici lettori, e devo dire che mi è dispiaciuto non averlo letto subito all'uscita. Un "worldbuilding" di alto livello, ottimi personaggi ed una trama molto verosimile mi hanno accompagnato ed appagato pagina dopo pagina, trasformando la lettura in un vero piacere. E' un romanzo "popolare" che soddisfa appieno le caratteristiche del genere. Inoltre la declinazione "sportiva" dell'opera è assai insolita e molto gradita. Un ottimo testo, forse non considerato a sufficienza dagli appassionati, anche perchè, come sempre, mai pubblicizzato come opera di SF.
Profile Image for frisco - فریسکو.
59 reviews11 followers
January 13, 2021
Devo premettere che alle medie ero quel tipo di ragazzino che, a vedere la cartina dell'Africa tutta colorata e quella retorica patriottarda da libro Cuore che imperversa ancora in Sardegna, disegnava una carta geografica del mondo e giocava ad annerire improbabili nuovi confini italici, tra terre esotiche al di là delle Alpi e del Mar dei Sargassi.

Poi son cresciuto e ho capito meglio, e meno male.

Ora al massimo vorrei ricreare il campionato dell'Africa Orientale e la coppa Sette Repubbliche con il gioco di Football Manager, per far vincere tutto e di più a Iohannes Aregai e soci.

Quindi la finisco con la nerdaggine e mi limito ad aggiungere che si vede bene che Brizzi ha svolto un gran lavoro di ricerca: mi son stupito a leggere righe che rimandano a progetti architettonici che, molti non sanno, Le Corbusier, Piacentini e i razionalisti proposero per il corno d'Africa.

Chiudo con un saluto al FUS ed ai fratelli Turtas, per l'indipendenza e l'autodeterminazione dei popoli!
Se in Sardegna lo volevano e ci riuscirono loro negli anni '60 in un regime fascista e illiberale, non vedo perché non dovremmo riuscirci oggi noi che abbiamo ideali e metodi nonviolenti e democratici.
Profile Image for Maria Beltrami.
Author 47 books73 followers
April 22, 2016
Simpaticissima ucronia che fa ripartire la storia dal patto scellerato tra Hitler e Mussolini, che in questo caso non è avvenuto, cosicchè accade che il duce non finisce a Piazzale Loreto, ma muore serenamente (?) nel suo letto il 5 maggio 1960. Se non che l'ideologia fascista non migliora a causa di questo avvenimento, con buona pace di chi ritiene il patto scellerato l'unica cavolata del duce, e questo lo si capisce perfettamente anche con l'ottica forse futile del cronista sportivo, simpatico e leggero giovanotto che finirà implicato in eventi più grandi di lui, a cavallo della lotta di potere che si scatena al momento della morte del capo.
Merda zaniboni!
Profile Image for Olga.
1 review3 followers
Currently reading
June 3, 2011
una specie di sliding-door storica: cosa sarebbe successo se Mussolini avesse vinto la seconda guerra mondiale?
siamo nel 1960 e i funerali del duce sono stati appena trasmessa a reti unificate.. un giornalista bolognese deve "per punizione" seguire tutto il campionato di calcio delle fascistissime colonie italiane in Africa.
come se la caverà?
Profile Image for Pao.
328 reviews26 followers
October 6, 2018
Letto grazie al club Società alternative di GRI.
Questo romanzo ucronico si legge con piacere grazie a Pellegrini credibile italiano medio che vuole evitare i problemi ma che non riesce a zittire la sua coscienza di fronte ai soprusi, Ermes calciatore dal cuore grande e dalla testa calda e Aregai, mitico capitano del San Giorgio talmente perfetto soprattutto fuori dal campo da essere più un modello ideale di persona a cui ispirarsi che un essere umano credibile.
Ottima la scelta di non spiegare all'inizio come era andata ma inserire gli "spiegoni" all'interno della storia stessa e ben sviluppata l'idea .
Tuttavia il libro non convince sotto l'aspetto storico
Nonostante il libro sia lungo (500 pagine) anche perché si dilunga in episodi totalmente superflui rimane la sensazione che l'autore non sia riuscito/abbia potuto costruire la trama come voleva: lo stravolgimento politico sembra un po' un accrocchio venuto male, spia di questo fatto mi sembra l'aver inserito .
Dal punto di vista del linguaggio mi sembra che ci sia stata poca attenzione: e passi l'ipotesi che "venire all'Asmara" sia un'espressione da Istituto Luce ma se da una parte metti Chenia perché il fascismo rifiuta le lettere straniere poi non puoi mostrare un pannello che riporta Nuova York.
In sintesi buona l'idea, meno lo svolgimento.
Conclusa la lettura si vuole diventare Aregai e leggere il Kebra Nagast.

Read thanks to the club Società alternative of GRI.
This uchronic novel is enjoyable because of the main characters: Pellegrini the typical Italian that doesn't want to be involved with serious problems and keep his quiet life, Ermes the footballer with good heart and hothead and Aregai the San Giorgio's legendary captain so perfect in and out of field that is an out of reach role-model. The author doesn't explain what happen at the beginning of the story but he inserts quite well the explanations throughout the plot without boring the reader and he develops very well
However the book has some flaws about contents, structure and language. The alternative history isn't so convincing: . The book is long, more than 500 pages, because the writer dwells on unnecessary episodes like but nevertheless the story seems cut in the thick of it . Moreover the language doesn't seem always accurate because it contains some strange expression like venire all'Asmara and if you writes Chenia instead of Kenya because Fascism doesn't allow foreign letters you can't leave Nuova York.
In short the idea is better than the development.
When the book is over, you want to become Aregai and read the Kebra Nagast.
Profile Image for Francesco.
59 reviews1 follower
August 31, 2025
Enrico Brizzi ci lascia immergere con assoluta maestria in un'entusiasmante ucronia.
Italia di fine anni Sessanta, il fascismo è uscito vittorioso dalla seconda guerra mondiale e ha pertanto mantenuto ancora legati alla madrepatria i suoi possessi coloniali, tra i quali spiccano quelli del corno d'Africa. Il cronista calcistico Lorenzo Pellegrini, per una sfortunata serie di vicissitudini, dalla sede del giornale Stadio di Bologna da cui documentava la Serie A italiana viene inviato a seguire le fasi finali della Serie Africa. Nel frattempo, il Duce sta tirando le cuoia, l'Italia è in fermento per la sua successione.
Un libro che si traveste da romanzo d'avventura, adatto anche a coloro che per il calcio non provano particolare interesse. Brizzi si muove abilmente nella trama, caratterizzando in maniera magistrale i protagonisti e le relazioni tra i diversi personaggi, descrivendone con cura i relativi contesti storici locali.
Da leggere tutto d'un fiato!
Profile Image for Uranium.
178 reviews8 followers
October 19, 2018
Purtroppo il libro non mi ha preso. Fino alla prima metà del libro ho avuto la sensazione che la storia fosse una sterile descrizione della vita di Lorenzo Pellegrini, nell'Africa Orientale, tra calcio, sveltine, antifascisti e fascistissimi.
Non ho provato alcuna simpatia per il protagonista principale poiché più di una volta ho avuto l'impressione che non volesse prendere posizione ma che si limitasse ad assecondare il pensiero di chi stava con lui.
Uno spunto fantastico che poi però non è più stato sviluppato è la narrazione di come si è svolta la Seconda Guerra Mondiale che aveva visto l'Italia fascista sedere al tavolo dei vincitori.
Nonostante adori il modo di scrivere di Brizzi, devo dire che ho faticato parecchio a terminare il libro. Rimando la lettura degli altri due libri che compongono la trilogia a data da destinarsi.
Profile Image for Luca Ozzano.
Author 6 books10 followers
April 9, 2022
Un libro straordinario, uno dei pochi che non mi stanco di rileggere.
In generale, amo i libri di Brizzi, ma L'inattesa piega degli eventi è veramente di un altro livello. Intanto perché è uno dei pochi casi italiani di alternate history che siano veramente riusciti. Molto interessante anche la scelta di ambientare la storia al tramonto di un regime fascista che ha scelto la parte giusta nella seconda guerra mondiale e non è ancora caduto nel 1960. Ma la cosa veramente geniale è il fatto che, anziché la solita noiosa storia di spie e militari, questo romanzo è ambientato alla periferia dell'impero (letteralmente!) per raccontare le vicende del campionato di calcio dell'Africa orientale italiana. La storia e la politica vengono fuori lo stesso, ma indirettamente, attraverso una serie di vicende imprevedibili e divertenti. Geniale!
(oh, detto da uno che al calcio non è interessato...)
Profile Image for Matteo Baggio.
53 reviews1 follower
May 1, 2020
Sarà perché sono un grande appassionato della storia (anche quella inventata) del calcio, sarà perché la scrittura e l’inventiva di Brizzi mi piacciono, ma ho letto le 500 pagine di questo libro tutte d’un fiato. Racconto di fantasia, ma credibilissimo e avvincente, di un campionato Est Africano visto dagli occhi di un giornalista sportivo in “esilio”, sullo sfondo ucronico di un’Italia fascista degli anni 60. Impossibile non affezionarsi a quell’armata Brancaleone del San Giorgio, squadra ante litteram e anti-fascista in un’Africa Orientale in subbuglio.
290 reviews1 follower
December 22, 2021
Una delle migliori ucronie riguardo l'Italia, con un bel mix di fascismo e calcio, due grandi passioni italiane.
Profile Image for Stefano Zorba.
Author 1 book18 followers
June 9, 2016
L’inattesa piega degli eventi è un romanzo ucronico di Enrico Brizzi pubblicato nel 2008 da Baldini Castoldi Dalai.

In un mondo dove l’Italia fascista ha vinto la guerra non alleandosi con la Germania, Lorenzo Pellegrini è un promettente cronista sportivo di Stadio, giornale sportivo di Bologna. Scapolo incallito, segue il calcio e le donne, i suoi unici interessi. Ma il proprietario del suo giornale scopre che è l’amante della figlia, e Lorenzo, invece di seguire le olimpiadi a Roma del 1960, viene spedito nelle colonie africane a comporre articoli sulla Serie Africa, un campionato strano e totalmente diverso dalla Serie A che è abituato a seguire.
Il giornalista si troverà così in un mondo nuovo e in continuo cambiamento, dove si agitano movimenti indipendentisti nazionalisti e il comitato di liberazione, creato da tutti i dissidenti politici italiani esiliati nelle colonie.

Un romanzo che mi ha stupito, sia perché ho sempre ritenuto Brizzi un autore mediocre e per ragazzi (molto meglio il Giovane Holden di Jack Frusciante è uscito dal gruppo) e da cui mai mi sarei aspettato un romanzo ucronico di questo spessore. La storia è leggera, in fondo si parla quasi esclusivamente di calcio, ma è un pretesto per delineare un mondo credibile, in cui il fascismo ormai agli sgoccioli sembra essere sul punto di sfasciarsi alla morte di Mussolini.
Un mondo diverso e immaginario con dentro i soliti italiani: pizza, calcio e donne. Come a dire che il mondo intorno cambia ma i cliché italiani non cambiano mai.

Un bel romanzo da leggere.
Profile Image for Roberta.
1,411 reviews131 followers
June 17, 2015
Brizzi in questo volume immagina un'Italia ancora fascista (negli anni Sessanta) e in quest'Italia, apparentemente piena di benessere e sicuramente tronfia, immagina un brillante giornalista sportivo che, per un'eccessiva passione per le donne, viene relegato dalle Olimpiadi a un torneo di calcio africano che porterà il vincitore a misurarsi con le squadre italiche.
Bella la ricostruzione storica, bella anche quest'atmosfera (un'Italia così è precisamente uguale a quella dei miei incubi) e bello anche il personaggio principale, un Lorenzo Pellegrini che pian piano si immerge in una realtà a lui molto straniera percependo qualcosa oltre la superficie.
Peccato però che io abbia fatto fatica a provare delle emozioni vere per questi personaggi, forse a causa di un protagonista passivo, che si lascia trascinare dagli eventi. Ma forse non sono tutti un po' così, personaggi che inizialmente sembra debbano spaccare il mondo e poi lasciano invece implodere il loro sogni in un finale che si sgonfia su se stesso?
37 reviews4 followers
January 31, 2014
Brizzi è uno scrittore intelligente, pieno di passioni anche stravaganti: il calcio, la musica, i reading, subbuteo e, negli ultimi anni, queste cammminate infinite che lo impegnano per mesi. Ha anche il grosso pregio di non essersi fatto divorare dalla TV, e non deve essere stato facile dopo il folgorante successo di "Jack Frusciante" (uno dei migliori romanzi di formazione che abbia letto). Questo è un romanzo strano: una storia ucronica, ambientata tra Roma e l'Africa Orientale nel 1960, anno della morte del Duce. E' una storia di calcio, soprattutto: traspare da ogni pagina il grande amore di Brizzi per questo sport "... che a differenza del golf e della fisica quantistica, era disponibile a tutti, vicino allo spirito autentico delle strade e dei bar.". Ma ci sono anche, vivide e sfolgoranti, le descrizioni dell'Africa Orientale e della nostra Italietta anni '60, come avrebbero potuto essere se ...
Profile Image for Massimo Foglio.
Author 1 book12 followers
February 20, 2013
Non avevo mai letto nulla di Brizzi, ed è stata una piacevole scoperta.
Bella l'idea dell'ambientazione in una condizione alternativa alla realtà se solo nel 1943 fossero successe le cose opposte di quelle che accaddero davvero.
Bella la storia di come da una punizione un viaggio in Africa si trasforma in un'opportunità di crescita e di presa di coscienza.

Non leggere dopo questo punto se non vuoi saper eil finale del libro...


Impossibile non amare un libro dove il uno dei personaggi principali, rielle al sistema, finisce a giocare nel Toro dopo aver contribuito a battere la Juve in una partita "scontata".
26 reviews
August 25, 2016
A mio avviso ciò che è più importante e difficile in un romanzo ucronico è trovare espedienti per accompagnare il lettore tra gli avvenimenti che hanno portato alla versione alternativa della Storia.
Brizzi riesce benissimo in questo, aggiungendo gli eventi che nella realtà non accaddero nelle giuste dosi, senza interferire con il flusso delle vicende narrate.
Profile Image for La Strega.
327 reviews34 followers
May 13, 2014
Tre stellette e mezzo, che faticano a diventare quattro solo perché, a mio avviso, nel libro c'é qualche capitolo in più. ;)

Ho apprezzato lo stile di Brizzi e, ancora di più, l'interessante premessa di tutta la vicenda.
Profile Image for Frangino Lucarini.
50 reviews9 followers
March 7, 2011
Storie di calcio e storia ipotetica con un Mussolini a capo di un impero mediterrano. Ben scritto e appasionante.
Displaying 1 - 30 of 33 reviews

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