Les 63 pièces d’or de la collection du Croissant de Lune Errant ont été volées par les nazis. Après quarante ans de sommeil, à la chute du mur de Berlin, elles réapparaissent en Patagonie et la course-poursuite commence entre la Lloyd Hanséatique et les anciens agents de la Stasi.La Lloyd a un atout majeur : Juan Belmonte. Il porte un nom de torero et un lourd passé de guérillero de toutes les révolutions perdues de l’Amérique latine. La Lloyd ne lui a pas laissé le choix : partir à la recherche des pièces d’or ou perdre Verónica, son unique raison de vivre, brisée par la torture.Dans cette course au trésor vers la Patagonie, Belmonte retrouve un Chili où le poids du silence n’a pas enterré la profonde humanité des habitants du bout du monde. Luis Sepúlveda montre une fois encore qu’il est un extraordinaire raconteur d’histoires.
(Ovalle, Chile, 1949 – Oviedo, España, 2020) Luis Sepúlveda was a Chilean writer, film director, journalist and political activist. Exiled during the Pinochet regime, most of his work was written in Germany and Spain, where he lived until his death.
Author of more than thirty books, translated into more than fifty languages, highlighting An Old Man Who Read Love Stories (Tusquets Ed., 2019) and The Story of a Seagull and the Cat Who Taught Him to Fly (Tusquets Ed., 1996). Among his numerous awards are the Gabriela Mistral Poetry Award (Chile), the Primavera Novel Award (Spain) and the Chiara Award for Literary Career (Italy). Knight of the Order of Arts and Letters of France, and doctor honoris causa by the universities of Toulon (France) and Urbino (Italy).
In a direct, quick-to-read language, full of anecdotes, his books denounce the ecological disaster affecting the world and criticize selfish human behavior, but they also show and exalt the most wonderful manifestations of nature.
Morte nel pomeriggio è il saggio che Hemingway ha dedicato alla tauromachia nel quale parla dei suoi amici toreri, tra cui spiccava Juan Belmonte, che viene citato anche nel romanzo Fiesta. Si dice che a Belmonte si debba lo stile ‘moderno’ di toreare. Che cosa c’entra tutto questo col noir di Sepúlveda? Bè, la risposta più semplice è che il protagonista dello scrittore cileno è un ex guerrigliero cileno che si chiama, come dichiara il titolo del romanzo, con il nome di un torero, appunto Juan Belmonte.
Il vero Juan Belmonte in azione.
Questo innesta il gioco, che si ripete più volte, di qualcuno che chiede a Belmonte come si chiami e sentendogli dire il nome esclami “Ma lo sa che lei si chiama proprio come un torero famoso?!”. Al che Belmonte può immancabilmente rispondere: “No davvero, ma sentito prima.” Sorriso del lettore assicurato.
Morte nel pomeriggio.
Motteggi a parte, mi sono divertito a leggere questo vecchio (1994) noir di Sepúlveda. Ma non mi ha riconciliato con lo scrittore cileno del quale avevo letto poco dopo l’uscita italiana sia Il vecchio che leggeva romanzi d’amore che Il mondo alla fine del mondo: mi avevano entrambi lasciato piuttosto freddo. Fatto sta che da allora non lo riprendevo in mano. D’altra parte è difficile che io possa essere fan di uno scrittore che pubblica 32 titoli in 31 anni di attività.
La Repubblica Democratica Tedesca, la DDR, cessò di esistere a mezzanotte del 30 ottobre 1990 entrando a far parte della Repubblica Federale di Germania.
Tornando a questo noir, ho apprezzato le ambientazioni: la Germania dopo la cosiddetta riunificazione (succosi i brevi cenni ai rapporti tra le due diverse intelligence, quella vincente dell’ovest e quella sconfitta dell’est); il Cile tornato alla democrazia, e come sempre non si fa mai davvero piazza pulita della dittatura che ha preceduto; e il Finisterrae per eccellenza, la Terra del Fuoco e il mare di Magellano.
”No” di Pablo Larrain, per me probabilmente il miglior regista vivente.
Un pochino meno emozionanti sono i personaggi, con i quali Sepúlveda sfoggia il suo ben fornito registro di stereotipi. Ma tant’è, trattasi di letteratura rigorosamente di genere, ci sono regole e convenzioni da rispettare.
L’inizio vero della storia sarebbe nel pieno dell’ultima guerra: due soldati tedeschi di guardia a tesori d’arte saccheggiati dai nazisti in giro per l’Europa decidono di rubare una collezione di monete d’oro e scappare nella Terra del Fuoco alla faccia del poco amato Führer.
Oltre, al di là, c’è la Terra del Fuoco.
Cinquant’anni dopo, il Muro è crollato da qualche anno, un losco agente di una grossa compagnia di assicurazioni di Amburgo vuole recuperare quelle 63 monete arabe del 1300 dal valore immenso e per farlo obbliga un ex guerrigliero cileno in esilio ricattandolo sul suo punto più debole: l’amore. L’amore si chiama Veronica. Veronica è stata desaparecida per due anni, poi l’hanno ritrovata in una discarica. Ma dopo ventiquattro mesi di torture d’ogni tipo, Veronica è viva solo nella carne, non nell’anima: non parla, non reagisce, è immobile, eternamente paralizzata.
Se non che, anche gli ex servizi segreti della Repubblica Democratica, Stasi o HVA che sia, vogliono impadronirsi del tesoro e mandano in loco (Punta Arenas e poi oltre lo Stretto…) uno dei loro agenti più spietati. Guerra tra due ex ‘rossi’, il guerrigliero cileno dal nome del torero amico di Hemingway e l’agente della Stasi, fascista ‘rosso’.
All'autista del Lucero de la Pampa si illuminarono gli occhi quando vide la sagoma del cavaliere sul ciglio della strada. Erano cinque ore che teneva le pupille inchiodate sulla carreggiata diritta, e l'unica distrazione che ricordava erano un paio di nandù, che aveva spaventato col suo clacson stridente. Davanti aveva la strada. a sinistra la pampa coperta di graminacee e arbusti di calafate. A destra il mare, che attraversava col suo incessante mormorio d'odio lo Stretto di Magellano. Nient'altro. Il cavaliere distava circa duecento metri e montava un matugno, un cavallo a lungo pelo che se ne stava lì a brucare l'erba. Il cavaliere era avvolto in un poncho nero che copriva i fianchi dell'animale, portava un cappello con la tesa stretta abbassata sugli occhi, e non muoveva un muscolo. L'autista fermò la corriera e dette una gomitata al suo aiutante.
Αντίο σύντροφε Luis, adios companero, μεγάλε λογοτέχνη, παραμυθά και αγωνιστή. Οι ιστορίες σου για τους χαμένους της ιστορίας, που έχαναν κατά σύστημα αλλά ήξεραν το γιατί..γιατί είχαν επωμιστεί με το χρέος να διατυπώνουν την αισθητική της πιο σύγχρονης τέχνης-να ξέρεις να χάνεις...-, θα μας συντροφεύουν και θα μας κάνουν να οραματιζόμαστε και να ελπίζουμε για έναν πιο δίκαιο κόσμο. Hasta la victoria siempre.
Ο Σεπούλβεδα ήταν πολύ δημοφιλής στα φοιτητικά μου χρόνια, τουλάχιστον μεταξύ των φίλων/γνωστών μου. Το πρώτο του βιβλίο που 'χα διαβάσει τότε, για τον γέρο που διάβαζε ιστορίες αγάπης, θυμάμαι ότι δεν μου 'χε αρέσει καθόλου. Τα υπόλοιπά του, όπως και το Όνομα Ταυρομάχου, όμως, μ' είχαν ενθουσιάσει. Τώρα που μου δώρισαν το Τέλος της Ιστορίας, όπου εμφανίζεται πάλι ο Χουάν Μπελμόντε, που 'χει το όνομα ταυρομάχου, είπα να το ξαναδιαβάσω. Ισως να μην ήταν απαραίτητο, αλλά ήταν απολαυστικό, και μια επιβεβαίωση, ότι σχεδόν 20 χρόνια από την πρώτη φορά που το διάβασα, εξακολουθεί να με αρέσει το ίδιο.
Έκτο βιβλίο του Λουίς Σεπούλβεδα που διαβάζω, και είναι το δεύτερο καλύτερο του συγγραφέα που έχει τύχει να πιάσω στα χέρια μου, μετά το μάλλον αξεπέραστο "Ένας γέρος που διάβαζε ιστορίες αγάπης", που διάβασα πριν από τεσσεράμισι και πλέον χρόνια. Πραγματικά πολύ καλογραμμένο, εξαιρετικά απολαυστικό και με τον τρόπο του συναρπαστικό μυθιστόρημα, το οποίο με κράτησε στην τσίτα από την αρχή μέχρι το τέλος. Η ιστορία είναι αρκετά απλή, όμως ο συγγραφέας την απογειώνει με το μοναδικό στιλ γραφής του, η οποία διακρίνεται για τις γλαφυρές περιγραφές σκηνικών και γεγονότων, το μαύρο χιούμορ και τον έντονο κυνισμό. Φυσικά δεν λείπουν τα σχόλια πολιτικής και ιδεολογικής φύσεως, μιας και ο Σεπούλβεδα είναι γνωστός για τις πολιτικές του ανησυχίες και τους αγώνες που έχει δώσει για τα πιστεύω του. Είμαι σίγουρος ότι κάποιοι από τους χαρακτήρες του βιβλίου είναι βγαλμένοι από την πραγματική ζωή, βασίζονται δηλαδή σε ανθρώπους που γνώρισε ο ίδιος ή που άκουσε να μιλάνε γι'αυτούς. Τέλος πάντων, το βιβλίο πραγματικά το απόλαυσα από την πρώτη μέχρι την τελευταία σελίδα, τόσο χάρη στην ενδιαφέρουσα πλοκή, όσο κυρίως χάρη στη γραφή και την ένταση που έβγαζε η όλη αφήγηση της ιστορίας.
Racconto d'azione ambientato nell'ambiente segreto ed ambiguo del disfacimento della Guerra Fredda, con il suo strascico di rivoluzionari falliti, spie riciclatesi ed espatriati. Ma anche racconto di emozioni umanissime, di amori travolti dalla storia, di fedeltà incorruttibili e di striscianti malinconie. E poi una Germania gonfia di razzismo e decadente ed una Patagonia terra estrema per latitudine, paesaggio ed abitanti. Un romanzo in cui l'azione sembra mossa dalla fantasia mentre i sentimenti dettati dal vissuto personale. Molto bello: ben congegnato, ben scritto, emozionante.
Me encantan las novelas negras, los thriller como los llaman los americanos; y este libro lo es en toda regla. Como lo empecé me super enganché con Juan Belmonte, ¿cómo no hacerlo? Desde el principio se lo percibe como un hombre al que la vida ha pegado duro, así y todo sigue adelante. El lenguaje usado por Sepúlveda es sencillo pero a la vez, muy poético. Cuando describe las vivencias de Belmonte; cómo, a pesar de los años, se siente en esa ciudad -Hamburgo- que no es ni nunca será suya; que no hay día que no piense a esa mujer, Verónica, dueña de su alma; cómo será volver a su tierra... "(...) Perdí. Siempre perdí. No me irrita ni me preocupa. Perder es una cuestión de método. (...)" Más lo leo, más me gusta... y este libro no te lo puedes perder. Una historia que, aún pudiendo caer en golpes bajos (la Segunda Guerra Mundial, la dictadura chilena y sus torturas, las guerrillas...) no lo hace en ningún momento. Un personaje que atrapa -y que sé me volveré a encontrar por suerte- y una trama interesante de ir descubriendo página a página.
"Kabil Habil'i öldürdüğü anda siyaset başladı ve işte o andan beri hiçbir şey daha az önemli değil."
Pandemide kaybettiğimiz Şilili yazar Luis Sepulveda'dan bugüne dek ne okuduysam çok sevmiştim, Juan Belmonte adlı eski bir gerilla ve ajanın baş kahramanı olduğu bu iki romanını da çıkar çıkmaz aldım. İlk roman olan Boğa Güreşçisinin Adı (evet, Hemingway'in meşhur Belmonte'si) maalesef beklentimin epey altında kaldı, devam kitabı olan Hikâyenin Sonu'na ise özellikle bayılmadıysam da ilk kitaba göre çok daha iyi buldum.
Şiddetin kıtaları, paralelleri, meridyenleri, devlet sınırlarını aşan yıkıcılığı aslında her iki kitabın da konusu. Latin Amerika diktatörlüklerinin iş tutuş biçimleri ve eski Nazilere kucak açışları bir yanda; Sovyetlerde eğitilip ülkelerine dönen devrimciler diğer yanda. İki kitap da Belmonte'yi odağına alan ve kıtaları aşan suç hikayeleri anlatıyor, işin içinde KGB de var, Doğu Alman gizli servisi ve elbette Latin Amerika'nın faşist diktalarının gizli örgütleri de.
Açıkçası her iki kitapta da çok fazla karakter var ve Sepulveda hikayeleri tuhaf bir aceleyle anlatıyor, karakterleri derinleştirmiyor, üstümüze olayları boca ediyor ve insanın kitabın içinde kaybolmasına izin vermiyor. İkinci kitap olan Hikayenin Sonu'nun daha iyi olmasının sebeplerinden biri de bu metnin daha sakin ilerliyor olması ve ilk kitapta tanıdığımız, Şili polisi tarafında uzun süre işkence görüp öldüğü sanılarak bir çöplüğe atılan Veronica karakterini daha iyi tanımamıza imkan veriyor olması. Bir de bu ikinci kitapta başta korkunç bir işkence evi olan Villa Grimaldi olmak üzere (ki zaten kitap oranın kurbanlarına ithaf edilmiş) gerçek mekanlara ve gerçek insanlara (ünlü işkenceci komutan Miguel Krasnoff gibi) yer verdiği için hikaye daha merak uyandırıcıydı bence.
Ezcümle, umduğumu bulamadım bu defa. Yine de Veronica ve Juan'ın aşkını okuyabildiğim için mutluyum. Polisiye kısmından çok daha ilginç ve güzeldi kanımca o hikaye.
Forse avrei dato mezza stella in meno, ma questo romanzo mi ha tenuto incollato alla pagina. Una storia di spie che s'intreccia con la guerriglia in Centro e Sudamerica (e c'è tutta la verve di Sepulveda quando parla di "fascisti rossi", della DDR o del suo Cile), con l'insondabile burocrazia comunista, con il medioevo arabo e con una triste storia d'amore a fare da contorno. Sepulveda dona a tutto questo una costruzione narrativa mirabile, essenziale ma profonda, e tratteggia alla perfezione il personaggio di Belmonte (sì, come il torero), che deve "matare" tutta una serie di oppositori, ma soprattutto se stesso, il proprio passato e i propri demoni. La penna dello scrittore cileno è rapida, a volte troppo; mi sarebbe piaciuto qualche approfondimento su alcuni aspetti precedenti agli avvenimenti del romanzo, su alcune storie personali che avevano grosse potenzialità. Invece certe situazioni sono state trattate in modo forse troppo sbrigativo, benché il tratteggio di città, paesaggi, sentimenti sia impeccabile, quasi passionale e tipico della letteratura sudamericana. Ad ogni modo, tutti gli elementi s'incastrano alla perfezione in questa storia lieve ma mica poi tanto, che corre sul fil rouge della sconfitta, di personaggi vinti che trovano, in un modo o nell'altro, il loro riscatto o la loro degna fine.
Cuando estaba en el colegio tuve que leer de su autoría “Un viejo que leía novelas de amor”, “Patagonia Express” y “Nombre de torero”, y hace mucho tenía ganas de releer este último porque si bien me acordaba muy poco de la historia, sí me acodaba muy bien que me había gustado, y esta vez no ha sido lo contrario.
No hay que mentirnos y decir que sea una novela negra de mucha complejidad, pero es una lectura ligera y entretenida, siento que todos los personajes (desde los dos principales hasta el más secundario de los secundarios) están construidos de forma genial y el ambiente político-social en el que se genera y desarrolla todo, personalmente, me gusta mucho. Las referencias históricas me parecen las adecuadas, no faltan ni sobran, así que hasta el más ajeno y con poca estima a la historia universal y la historia de Chile podría sentirse cómodo leyendo esto.
Ahora la pregunta es: ¿por qué leo tan poca literatura nacional, si las veces en que le doy su espacio me siento tan cómodo leyendo?
Sepúlveda resta uno dei miei autori preferiti. "Un nome da torero" è un libro dove la scusa di una missione, di una ricerca, fa spazio alle individualità di personaggi particolari e ben caratterizzati. Breve e per niente ridondante, lo scrittore ha la capacità di trasportarti nell'Europa e nella Terra del Fuoco sempre con la stessa intensità. Un piccolo tesoro che personalmente ho faticato a lasciare, curiosa del destino di quell'ex guerrigliero che è Belmonte, che nonostante abbia concluso il suo arco ne apre un altro, forse di rinascita.
Αυτό που καταλαβαίνω από το γράψιμο του Σεπούλδεβα είναι ότι ήταν ένας άνθρωπος που αγαπούσε την ανθρώπινη φύση. Ακόμα και το πιο μεγάλο κάθαρμα του κόσμου να περιγράφει το κάνει με μια βαθύτερη στοργή. Σίγουρα μπορεί να υπάρχουν συγγραφείς μισάνθρωποι, παράξενοι, γκρινιάρηδες που να είναι ταλαντούχοι, ο Σεπουλδεβα είναι όμως ταυτόχρονα και απολαυστικός και συμπαθητικός. Το βιβλίο διαβάζεται απνευστί. Όπως πάντα βοηθάει και η μετάφραση του Κυριακίδη.
If you like Paco Ignacio Taibo II, then you may well like Luis Sepúlveda's The Name of a Bullfighter. In fact, Sepúlveda thanks his friend Taibo. The book is so similar in style: hardboiled crime fiction that is much more intent on evoking images, even very political ones, than on creating intricate plots. What makes Sepúlveda intriguing is that his theme is Chile as it moved from dictatorship to democracy, and that makes the book darker than Taibo's. The author was exiled in 1975 and still lives in Germany.
The story centers on World War II-era treasure that is hidden in Tierra del Fuego, and how various unscrupulous people are after it. The disillusionment of radical leftists permeates the entire novel--they see the disaster of Marxism (as well as the violent battles between different Marxist models) and in Chile also see a democracy without justice. The only soft spot of the main character is his former girlfriend, now mute and vacant due to brutal torture by the Chilean military. Everything else is, as he puts it, "the bitterness I camouflage as toughness" (p. 197).
The guy was right. It was a democracy. He didn't even bother to say that they had restored democracy, or that democracy had been restored. No. Chile "was" a democracy, which was the equivalent of saying the country was on the right track and anyone asking awkward questions could dislodge it from the correct.
Maybe this same guy had made his career, in part, in prisons that never existed, with addresses no one can remember, interrogating women, old people, adults, and children who were never arrested, with faces no one can remember, because when democracy spread her legs to let Chile inside, she named her price beforehand, and demanded payment in a currency called forgetting (p. 148).
Questo libro, come tutti i libri di Sepulveda, é un gioiello di arte, storia, politica, e specialmente umanitá compassione e amore.
é un romanzo poliziesco. Ma inserirlo nella caterogia "poliziesco" sarebbe troppo riduttivo. La storia si apre in Germani negli anni dopo la caduta del muro di Berlino. La prima cosa che si nota e il trattamento degli immigrati in Germania. Essendo stata io stessa migrande in Germania - anche se in tempi recenti (2014-2016) - il razzismo verso gli immigrati trova pienamente riscontro con la mia esperienza.
Poi c'é la frustrazione storica delle persone -alcune brave persone altre opportuniste- che avevano lottato per la democrazia in sud america. Una democrazia che non é mai stata pienamente conquistata.
I personaggi hanno vite eccezionali, con connotazioni storiche, politiche, e geografiche ricchissime. Si percepisce a pieno che Luís abbia vissuto in quei luoghi, abbia conosciuto quelle persone -ovvero la diaspora di Cileni e perseguitati politici in Europa- e quegli avvenimenti storici.
Un esempio é il personaggio Carlos Cano facente parte del GAP ( Grupo de Amigos Personales ) che difese la Moneda e il presidente Allende l'11 Settembre 1073. Sepulveda ha fatto parte del GAP anche lui quindi il collocamento storico e politico é di incredibilmente accurato nonostante che questo sia un romanzo e non un saggio storico. Un'altro esempio é il personaggio di Veronica, che era una desaparecida che "riappare" data per morta e quindi abbandonata in una discarica dopo tremende torture che l'hanno lasciata incapace di parlare per sempre. Questo personaggio ha molte similitudini con la moglie di Luis Sepulveda, in quanto anche lei venne torturata a Villa Grimaldi e abbandonata con altri cadaveri in una discarica, dove fú trovata e salvata.
La trama poliziesca si sviluppa in lighi geograficamente vasti e complessi, con personaggi complessi la cui esistenza é stata segnata da guerre e orrori.
Probabilmente ne varrebbe 4 di stellette, ma questa storia di spionaggio tra Cile e Germania mi ha così tanto convinta rispetto al banale "Il vecchio che leggeva romanzi d'amore" che mi ha riabilitato la figura di Sepulveda - altrimenti conosciuto per la tenera storia de "La Gabbianella e il gatto". Il personaggio principale, quello che dovrà fare il lavoro sporco, è un cileno con il nome di uno dei toreri di Hemingway e un passato da guerrigliero. Il suo nemico sarà un ormai disoccupato ufficiale dei servizi segreti della Germania Est. La loro missione: recuperare una collezione di antiche monete andate perdute durante la seconda guerra mondiale, trafugate da due soldati tedeschi che sognavano di scappare dalla Germania e passare il resto della loro vita nella magica Terra del Fuoco dove ogni peccato è concesso perché lì "Dio non guarda mai". Nel raccontarci di come i due sicari vengono ingaggiati in Germania per la loro missione oltreoceano, Sepulveda ha modo di darci uno scorcio della storia dei due Paesi: la Germania che ha attraversato due guerre mondiali, il crollo di un muro e la riunificazione, e il Cile che ha subito una dittatura, il trauma dei "desaparecidos", ed è da poco ritornato alla democrazia (tanto che all'aeroporto a Juan Belmonte viene più volte ricordato, per un nonnulla, che "ora siamo in democrazia".) Insomma, un noir interessante ed affascinante - ma soprattutto un libro che convinca e appassioni in tempo di Coronavirus è da premiare!
Mai bine de 120 de pagini de preludiu, personaje si politica. Nu m-ar fi deranjat daca nu erau dintr-o carte de 190. De asta mi-a si luat zece zile sa o citesc, s-a diluat mult pentru mine si m-am dezangajat cumva.
Altfel, scriitura lui Sepulveda este la fel de seducătoare.
l'unico sepulveda presente nella mia libreria, non me lo ricordavo per niente - e un motivo ci sarà. avrei fatto meglio a rileggere morte nel pomeriggio.
Foi uma leitura bastante fora do meu género habitual, motivada por um lado por Luís Sepúlveda ser um autor frequentemente lido e elogiado por algumas pessoas que admiro, e por outro por no desafio da Volta do Mundo em livros ter calhado a vez ao Chile.
Arrisquei a minha estreia com o autor com o Nome de Toureiro, que me foi oferecido no Natal passado. Como é um livro pequenino, intercalei-o com outros e fui lendo aos poucos. Lê-se bem e vai introduzindo várias épocas, países, e perspectivas de personagens. A história é interessante e desperta a curiosidade do leitor com algum mistério, apresentando ao mesmo tempo contextos históricos e culturais com conteúdo.
Não desgostei, mas confirmei que realmente este género não faz muito o meu estilo e talvez por isso a minha apreciação (e pontuação) não tenha sido maior. Creio que o livro não me conseguiu cativar mais nem criei grande empatia com as personagens por essa razão, e não por qualquer falha que lhe tenha detectado.
Não li muitos livros de autores da América latina até hoje, mas das poucas vezes que o fiz, tenho detectado em comum uma certa nostalgia ou amargura nas personagens com a sua pátria e o seu contexto cultural e político, o que acaba por conferir esse próprio tom à obra e transpassar para mim como leitora. Penso que isso é uma característica muito válida, e que pode até ser atraente e encarada como uma mais-valia para quem tem um investimento mais pessoal ou interesse particular no tema. No entanto, confesso que a mim me tem suscitado um certo sentimento pessimista em relação à vida que faz com que o livro não me entusiasme, pelo contrário, deixando-me sempre um pouco em baixo, e daí terminar a leitura com a sensação de que não tendo nada de concreto a criticar, a obra não me satisfez particularmente.
Não me arrependo de sair da minha zona de conforto, variando um pouco mais os géneros, nacionalidades e autores que leio mais frequentemente. Contudo, confirmei que será um estilo para explorar esporadicamente e com livros que venham altamente bem recomendados, e não algo que me cative à partida e faça parte das minhas leituras de eleição para entretenimento pessoal.
Hasta ahora y solo me queda por acabar Historia de una gaviota, la otra de gatos y Un viejo... que srá la última que lea... a lo que iba, la que más me ha gustado.
Es una novela negra de lo más entretenida. Ignoro qué condiciones hay que cumplir para que una novela se considere negra así que ennumero: hay un misterio, un detective de vuelta de todo con un fondo moral a prueba de bombas porque el hombre trabaja y vive como un asceta para mantener a un amor desgraciado (no cuento nada), vive en los bajos mundos rodeado de perdición, alcohól y sexo al que le encargan un trabajo. El susodicho trabajo parece sucio pero al héroe siempre le toca la mejor parte, la más limpia y honesta. Y ahí que se va a cumplir su misión. En su contra nos presentan a un personaje similar que tiene que hacer más o menos el mismo trabajo pero cuando uno se corrompe en elopequeñoo está corrpto en lo grande.
Y se desarrolla la trama, con sus dosis de intriga, de viiolencia, de héroe vapuleado, de personas sanas e inocentes, de malvados malísimos y todo ella aderezado sobre una historia antigua de época nazi.
Genial, entretenida, bien llevada y media. Me encantó.
No me canso de recomendarla.
Como casi siempre el escenario importa: Hamburgo, es la sede policiaca, corrompida y sucia de la novela. En Hamburgo se vie de noche, se come de mala manera y todo es frío y s´órdido. EN tierra del Fuelgo hará frío, claro pero parece ser de día, se come carne riquísima y sabrosísima y hay calor humano. LA gente vive en compañía. EN comunidad.
Supongo que Sspúlveda no puede vivir en el Mediterráneo. Gijón debe parecerle una sauna dados sus ambientes novelísticos más habituales. La selva es otra historia.
Un alt roman de dimensiuni mici. Acțiunea se petrece la finalul Războiului Rece. Juan Belmonte are nume de toreador, fapt menționat de fiecare persoană căreia i se prezintă. Numele acesta apare și intr-un roman al lui Hemingway.
Belmonte e nevoit să revină în Chile pentru a căuta o fabuloasă comoară medievală furata în timpul naziștilor. În același scop este trimis și personajul secundar al cărții, Frank Galinsky, un agent Stasi pe vremuri dar acum șomer.
Imaginea prezentată ca fundal de autor este aceea a unei lumi distruse de regimurile totalitare.
Romanul este considerat de critică profund și captivant. Vorbește despre rezultatul exilului asupra sufletului omenesc. Exilați se simț și cei câte continuă să trăiască în patriile lor.
Eroul este omul singuratic care spera încă în recuperarea sănătății iubitei sale care a fost grav afectată de abuzurile la care a fost supusă.
Făcând o comparație cu celalat roman citit, "Hot Line", înclin să cred ca acela m-a atras mai mult. Rămâne să citesc și "Bătrânul care citea romane de dragoste" pentru a vedea diferențe tematice sau de stil.
Nonostante la scrittura accattivante, questo terzo romanzo di Sepulveda non mi ha convinto del tutto. All'inizio non sono riuscita ad entrare nella trama. Molti salti temporali e personaggi dalle vicende simili che si muovono tra il Sud America e la Germania tra nomi veri e fittizi. Ero piuttosto perplessa.
Per fortuna nel momento in cui inizia veramente l'azione, è diventato difficile interrompere la lettura. I capitoli si alternano seguendo prima il protagonista, poi il suo antagonista, in una caccia al tesoro serrata.
Splendidi i personaggi appena tratteggiati che si incontrano nella storia, con lo stile proprio di Sepulveda. Bello anche ritrovare luoghi già narrati nel precedente Il mondo alla fine del mondo (con tanti echi di Chatwin). Interessante - ma per me difficile da seguire - la vicenda storica e politica tratteggiata, dalle vicende della Germania dell'Est, a quelle del Cile depurato dalla dittatura.
Delicata la storia d'amore che fa da sfondo a tutto.
Insomma, non mi ha fatto impazzire, ma sicuramente vale una lettura.
Não me lembro de ter alguma vez relido um livro! Escolhi este (comprado em 1999) para retornar a este magnífico prazer, após ausência demasiado prolongada de talvez um ano. O universo Sepúlveda, desta vez pela mão de Belmonte, leva-nos ao ambiente secreto do após queda Muro de Berlim, em busca de um tesouro escondido pelos nazis, na argentina. Além disso, Sepúlveda analisa de forma brilhante a decadência e queda dos regimes ditatoriais, sob o vento da nova esperança que libertou países como os do ex-bloco soviético e o seu próprio, o Chile. "numa noite desapareceram as antigas instituições. O exército da RDA dissolveu-se, os uniformes e as medalhas trocaram-se por sólidos marcos federais nas feiras da ladra, e os militares passaram à situação de disponibilidade enquanto era investigada a sua actuação ao serviço do extinto regime comunista"
This book fascinated me. I am a huge fan of political thrillers but I also received a history lesson in Chile's tormented past. I highly recommend this writer. In translation, the prose is lovely and lively. The plot quite consuming.
Questo libro, come tutti i libri di Sepulveda, é un gioiello di arte, storia, politica, e specialmente umanitá compassione e amore.
é un romanzo poliziesco. Ma inserirlo nella caterogia "poliziesco" sarebbe troppo riduttivo. La storia si apre in Germani negli anni dopo la caduta del muro di Berlino. La prima cosa che si nota e il trattamento degli immigrati in Germania. Essendo stata io stessa migrande in Germania - anche se in tempi recenti (2014-2016) - il razzismo verso gli immigrati trova pienamente riscontro con la mia esperienza.
Poi c'é la frustrazione storica delle persone -alcune brave persone altre opportuniste- che avevano lottato per la democrazia in sud america. Una democrazia che non é mai stata pienamente conquistata.
I personaggi hanno vite eccezionali, con connotazioni storiche, politiche, e geografiche ricchissime. Si percepisce a pieno che Luís abbia vissuto in quei luoghi, abbia conosciuto quelle persone -ovvero la diaspora di Cileni e perseguitati politici in Europa- e quegli avvenimenti storici.
Un esempio é il personaggio Carlos Cano facente parte del GAP ( Grupo de Amigos Personales ) che difese la Moneda e il presidente Allende l'11 Settembre 1073. Sepulveda ha fatto parte del GAP anche lui quindi il collocamento storico e politico é di incredibilmente accurato nonostante che questo sia un romanzo e non un saggio storico. Un'altro esempio é il personaggio di Veronica, che era una desaparecida che "riappare" data per morta e quindi abbandonata in una discarica dopo tremende torture che l'hanno lasciata incapace di parlare per sempre. Questo personaggio ha molte similitudini con la moglie di Luis Sepulveda, in quanto anche lei venne torturata a Villa Grimaldi e abbandonata con altri cadaveri in una discarica, dove fú trovata e salvata.
La trama poliziesca si sviluppa in lighi geograficamente vasti e complessi, con personaggi complessi la cui esistenza é stata segnata da guerre e orrori.
Şoferului maşinii Luceafărul Pampei îi străluciră ochii când zări silueta călăreţului la marginea drumului. De cinci ore stătea cu privirea aţintită pe şoseaua dreaptă, fără să fi avut parte de altă distracţie decât perechea de struţi pe care-i speriase, claxonându-i strident, în faţă avea drumul, în stânga, ciulinii şi tufişurile pampei. În dreapta, marea, care trecea cu nesfârşitul ei murmur de ură prin Strâmtoarea Magellan. Nimic altceva. Călăreţul se afla la vreo două sute de metri, pe o mârţoagă păroasă, care-şi omora vremea păscând. Călăreţul se-nfăşurase într-un poncho negru, ce acoperea şi spinarea animalului, purta o pălărie de crescător de vite cu boruri mici, pe care şi-o trăsese pe ochi, şi nu i se clintea nici un muşchi. Şoferul opri autobuzul şi îi dădu un ghiont ajutorului său. — Scoală, Pacheco. — Ce-i, ce s-a-ntâmplat? Nu dormeam, şefule. — Nu? Din pricina sforăiturilor tale nici motorul nu se auzea. Şi mai spui că eşti o companie plăcută. — Drumul e de vină. Întotdeauna se întâmplă aşa. Iertaţi-mă. Vreţi un mate1? — Ia uită-te acolo. Moţăie sau a adormit bătrânul ăla nătâng? — Nu putem afla decât într-un singur fel, şefule. În autobuz călătoreau câţiva pasageri cărora li se puseseră cârcei după atâtea ceasuri petrecute pe drum. Unii dintre ei dormitau cu capul în piept, iar cei treji discutau fără chef despre matrapazlâcurile din fotbal sau despre cât de mult scăzuse preţul lânii. Şoferul se întoarse spre ei şi, după ce le arătă figura liniştită a omului călare, le făcu semn să tacă.