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131 pages, Paperback
First published January 1, 1929
Perciò mi sembra che il sonno sia un'acqua buia e profonda in cui fluisce via tutto ciò di cui nulla sappiamo e di cui non dobbiamo sapere. Questo torbido strano, che decanta in noi,
si getta e scorre in quel lago d'incoscienza senza sponde. La nostra malvagità e la nostra codardia,
tutte le nostre penose colpe quotidiane, le scempiaggini umilianti e i fallimenti, quell'attimo di menzogna e di indifferenza negli occhi delle persone che amiamo, le mancanze reciproche, tutto defluisce placidamente in qualche luogo fuori portata della coscienza. Il sonno è infinitamente misericordioso; rimette i peccati a noi e a quelli che hanno peccato contro di noi.
Vi dirò: ciò che chiamiamo la nostra vita, non è tutto quello che abbiamo vissuto; ne è soltanto una cernita. Ciò che sperimentiamo è troppo, molto più di quello che la nostra ragione è in grado di affrontare. Perciò scegliamo soltanto questo e quello che ci conviene, ne intrecciamo una specie di trama semplificata e chiamiamo vita questa scelta. Ma quanti scarti lasciamo da parte, quante cose strane e terribili trascuriamo, Signore Iddio! se ce ne rendessimo conto! Ma non possiamo vivere che un'unica, semplice vita. Vivere di più supererebbe le nostre forze. Non avremmo l'energia per sostenere la vita se non ne perdessimo a poco a poco la maggior parte per strada.
- È difficile da spiegarsi, - si difese timido Skřivánek - ...è un tale dolore...
- Che farebbe gridare come una bestia - osservò Vitásek.
- Sì. E quando si fece intollerabile, la terza notte... posai la browning sul comodino. Un'altra ora,
pensai, e non lo tollererò più. Perché io, perché proprio io devo subire una prova simile? Avevo di continuo la sensazione che con ciò mi venisse fatta una tremenda ingiustizia. Perché io, perché proprio io?
- Avreste dovuto prendere delle pillole, - ruggì il dottore Vitásek - Trigemin, o Veramon, Adalin,
Algokratin, Migradon...
- Le avevo prese, - protestò Skřivánek - ne avevo ingoiate così tante, signore, che... ormai non facevano più alcun effetto. Cioè... quelle pillole addormentavano me, ma non il dolore, capite? Il dolore restava, ma non era più un dolore mio, perché io ero... così stordito che avevo smarrito me stesso. Non avevo più il senso di me, ma quello del dolore; e così cominciai ad avere l'impressione che fosse il dolore di qualcun altro che sentivo... mugolava e gemeva così sommesso; e mi faceva una pena così terribile... mi venne da piangere per la compassione. Sentivo come quel dolore crescesse... gesummio, mi dissi, come fa a sopportarlo! forse dovrei sparargli, per non farlo soffrire così! ma in quel momento mi sgomentai... non si poteva proprio! non so; d'improvviso sentii uno strano rispetto per la sua vita, proprio perché soffriva così smisuratamente. - Il signor Skřivánek si fregò la fronte imbarazzato - Non so come spiegarvelo. Forse era una specie di stupefazione dovuta a quelle pillole, ma era tuttavia chiarissimo... decisamente illuminante. Avevo l'illusione che, chi si lagnava e penava, fosse l'umanità... l'Uomo stesso. E io ero il solo testimone di quel supplizio... come chi di notte vegli presso un letto di dolore. Se non fossi qui, pensavo, questo dolore sarebbe invano; sarebbe stato come una grande impresa di cui nessuno sa nulla. Prima cioè... fin quando il dolore era mio... mi sentivo misero come un verme... così insignificante. Ma ora... che il dolore era cresciuto sopra di me... avvertivo, con stupore addirittura, la grandezza della vita.
Avvertivo che... - il signor Skřivánek era madido di sudore per l'imbarazzo - Non dovete ridere di me. Avvertivo che quel dolore era... un'offerta. Perciò, capite, perciò ogni religione... ha posto il dolore sull'altare del dio. Perciò c'erano offerte cruente... e martiri... e Dio crocifisso. Io compresi che... che... che dal dolore scende sull'Uomo una misteriosa benedizione. Per questo dobbiamo soffrire, perché la vita ne venga consacrata. Nessuna gioia è abbastanza grande e forte... E sentivo che se ne fossi uscito avrei portato con me qualcosa di sacro.
- E l'avete portato? - chiese padre Voves con interesse.
Il signor Skřivánek arrossì di colpo.
- Ma no, - disse in fretta - questo non si sa. Ma da quel momento... c'è in me una certa devozione;
tutto mi sembra più importante... ogni piccolezza, ogni individuo, sapete? Tutto ha un enorme valore. Quando osservo il tramonto mi dico che vale quello smisurato dolore. Oppure la gente, il suo lavoro, la sua vita quotidiana... tutto vale il dolore. E so che è un prezzo terribile e ineffabile - credo anche che non ci siano né mali, né pene; c'è solo il dolore che serve a che... a che la vita abbia questo gran valore.