18 nouvelles écrites entre 1934 et 1935 lors de trois séjours d’Annemarie Schwarzenbach au Proche-Orient. Mais le parcours éditorial de ce recueil aura été pour le moins accidenté. Il n’a pu être publié du vivant de son auteur malgré les appuis de Klaus Mann, de Thomas Mann et Stefan Zweig. Il fut publié en allemand pour la première fois en 1989 amputé de 6 nouvelles, disparues. En France, il paraît en 1994 aux Éditions Autrement sous le titre Orient exils puis en 2000 aux Éditions Payot (PBP/Voyageurs n° 384). Depuis, des recherches ont permis de retrouver le sommaire original et l’ordre dans lequel Annemarie Schwarzenbach souhaitait publier ses nouvelles, sous le titre La cage aux faucons. Deux des nouvelles manquantes ont été retrouvées, publiées dans des quotidiens du vivant de l’auteur. Avec cette publication, nous respectons au plus près le titre et la structure qu’Annemarie Schwarzenbach avait voulus. De ce fait, les liens et les interférences entre les textes apparaissent, révélant un procédé d’écriture qui, dans une quête permanente de représentation du réel, varie souvent le point de vue. Aux 14 textes retrouvés du volume original, s’ajoutent 5 nouvelles écrites à la même époque : deux avaient déjà été publiés dans Orient exils, les trois autres nouvelles ont été découvertes très récemment et étaient inédites à ce jour.
This is a collection of short stories that were written around a common theme: people venturing to new lands, mostly the Middle East - being as an adventure, for work, or in exile - and the disillusion and heartbreak that this may bring with it.
As you can see from the star rating, this collection completely threw me.
I don't know what I expected but what I got was one story after another of precise snap shots of life. AS was a photojournalist and in this collection she seems to have pointed the camera at scenes she encountered and stories she heard and then etched the shot in writing rather than on film. It is superb.
The stories in this collection were all written in 1934/35 but because of her opposition to the German politics of the time and her affiliation with authors and artists banned in Germany, no publisher was prepared to take on the task. Not even when AS received the support by Thomas Mann. The collection remained unpublished until decades after AS' untimely death - otherwise, who knows, she could have been celebrated as Switzerland's answer to Hemingway and Fitzgerald.
Si pudiera le daría 6 estrellas. Llevo años buscando mi libro favorito (me gustaría llegar a tener una lista de libros favs, pero no podía encontrar siquiera uno. Pensé q el problema era yo), pero acá llegó este chiquitín y resultó ser gigante y lo voy a releer muchas veces (no suelo releer nunca, pero esta es la excepción jeje). Quiero llevarlo a todos lados conmigo, me gané un compañero de vida❤️✨
Este é um pequeno livro maravilhoso, que de certo irei reler sempre que o meu espírito necessitar de se alhear. É um livro sobre viagens e respectivos acontecimentos, que a autora viveu nos anos 30, no oriente. As descrições são tão bem redigidas que facilmente somos transportados para o deserto, estamos com os beduínos ou num hotel requintado. Fala sobre o ambiente que se vivia na antecipação da guerra, o espírito da Europa e daqueles que podiam viajar para se afastarem da delicada situação. As personagens são destemidas, muito à frente para o seu tempo, um tempo em que de fato as pessoas estimulavam o pensamento, reflectiam e viviam intensamente, pois não sabiam o dia de amanhã. Este é o primeiro livro, dos três da coleção. Sugiro vivamente a sua leitura.
13 racconti scritti durante il viaggio in Persia di Annemarie, tra il 1933 e il '34. Il viaggio dell'esilio, il viaggio di Caino, come diceva lei: lacerata tra due mondi che la stritolavano - quello filonazista della sua famiglia d'origine e quello della famiglia d'elezione, di origini ebraiche, composta dai figli di Thomas Mann, Erika e Klaus - lei sceglie la via della fuga, che la porterà a peregrinare in una terra suggestiva dove si sentirà sola, persa, lontana dagli affetti. Ne nasceranno questi 13 racconti ("piccole storie tristi", come le chiamava lei e come scrisse in una lettera a Klaus) dal tratto estremamente peculiare: più che racconti veri e propri, strutturalmente parlando, sono quasi delle immagini impresse su pellicola, fotografie scattate da Annemarie, volte ad imprimere un particolare momento, un avvenimento, un personaggio incontrato durante il viaggio. Lo stile narrativo è asciutto, essenziale, volutamente non ricercato, quasi le parole fossero un semplice veicolo espressivo e non un vezzo o mezzo di fascinazione. In questi racconti Annemarie si camuffa, si nasconde: è molto difficile estrapolare direttamente qualcosa di autobiografico perché l'"io" è stato annientato (i precedenti esperimenti letterari, considerati troppo autobiografici, erano stati stroncati dalla critica tedesca) - anche se tutto fa parte di lei e del suo vissuto. (solo un racconto, "Terra promessa", è esplicitamente autobiografico - e proprio per questo motivo usa la terza persona e si veste con il nome di Billie). Bello l'utilizzo simbolico del titolo della raccolta: la gabbia dei falconi: il falcone è un uccello predatore, addestrato a catturare la preda ma allo stesso tempo è soggiogato dalla presenza del padrone, imprigionato. Come Annemarie.
(la postfazione di melania mazzucco, depurata dalla forma/ visione romanzata adoperata nella biografia, agevola nell'insieme la comprensione).
Pochi anni prima che il secondo conflitto mondiale deflagrasse, l'austriaca Annemarie Schwarzenbach in compagnia di amici e fratello si muove nel apparentemente assonnato medio oriente (Palestina, Sira, Iraq, ...) in luoghi ancora freschi del dominio ottomano prima che collassasse su se stesso. Il viaggio è l'occasione per allontanarsi dal nazismo alle porte di casa sua e per sedare la voglia di conoscenza di una viaggiatrice senza troppi orpelli. Il quadro che emerge dalla visita dei luoghi e dal contatto con i locali è il diario di chi ha visitato luoghi e persone in un limbo storico senza tempo e in cui la polvere della storia sembra essere richiamata dal torpore di villaggi fuori dal tempo e ancora increduli del cambio ai vertice dai dominatori turchi al protettorato franco-inglese che proseguirà per un'altra decina di anni.