Michel Rio is a french writer born in Brittany and who spent his childhood in Madagascar. He lives in Paris.
He studied semiology and published his first novel in 1972.
With more than twenty novels published, is body of work spans genres such as crime fiction, theater, essays, and short stories. His absolutely literary work, translated from the start in the United States, is now published in more than twenty languages.
Michel Rio has won several prizes (Prix du Roman and Grand Prix du Roman by the Société des Gens de Lettres, Prix des Créateurs, Premier Prix du C.E. Renault, Prix Médicis).
Ho acquistato i tre libri di Michel Rio per una strana coincidenza, quando mi sono resa conto del tipo di scrittura di Rio sono andata avanti e indietro per due giorni non riuscendo a credere a che cosa avevo fatto. Avevo preso in blocco i tre libri di Merlino, Morgana e Artù, subito ribattezzati Broncio, l'Esaltata e lo Sfigato dopo aver letto il primo. Ho letto quest'ultimo e ho lasciato perdere gli altri due libri, non volendo farne una scorpacciata. Poi ho cominciato Millennio di Fuoco-Seija e ho ripreso in mano il libro, il perché ve lo spiegherò nella recensione di Seija. Sono passata da un periodo di letture molto importanti a un intervallo di letture leggere a... Questo. Non è che Rio sia totalmente malvagio... Non è che è perché è francese... È che si tratta di un genere molto delicato: prendi una storia fritta e rifritta e usi quegli avvenimenti per raccontare qualcosa che generalmente non c'entra niente. Dev'essere un vizio dei francesi, a scuola studiai che due grandi drammaturghi si sfidarono fino all'ultima battuta, uno usò la razionalità durante tutta la storia, l'altro studiò l'aspetto psicologico di ogni personaggio e delle ragioni che lo portano alle loro scelte. Chi l'avrebbe mai detto che l'unione delle due avrebbe prodotto qualcosa di spettacolare? Il problema è il tipo di scrittura, a volte leggero a volte molto complesso. Merlino aveva una scrittura molto complessa, Morgana solo in alcuni punti, per il resto non puoi non resistere al fascino di questo personaggio. Se Merlino era pensieroso e a tratti cupo, Morgana è un essere umano dall'inizio alla fine, ha paura e si ribella, non vuole arrendersi, fino alla fine cerca di non seguire le leggi della natura, ha paura della morte e vuole sfuggirgli finché non si arrende e accetta quello che è col passare del tempo, un essere umano.
L'unica cosa che mi fa saltare la mosca al naso è Mordred. Secondo le fonti più antiche, era figlio di Morgause e Artù, ma essendo Morgause un personaggio marginale nel ciclo arturiano, è stata spesso confusa con Morgana, volontariamente o meno. Molti dei comportamenti quasi mostruosi di Morgana hanno una spiegazione con l'associazione di Mordred, ma Rio si rifiuta di darvi una chiara risposta, lasciandomi una sola domanda: perchè? Diamine, perché? Ops, sono due. Merlino è il filosofo, l'utopista, pragmatico e con uno spiccato senso politico; Morgana è un personaggio umano, forte e debole allo stesso tempo che cerca di raggiungere la perfezione di Merlino; Artù è sempre descritto come il condottiero e il governante ideale e per questo motivo annoia. È perfetto e la perfezione è noiosa. Commette degli errori che non trovano spiegazione in questo libro perché non è lui il protagonista, ma neanche Morgana da molte spiegazioni al suo comportamento se non la sua coerenza verso un determinato pensiero. Nonostante questo io continuo a chiedermi perché.
Come vi dicevo prima, il libro non racconta la storia della Tavola Rotonda, piuttosto la usa per raccontare qualcos'altro: Morgana la strega, la scienza. Questo libro è stato spesso associato alla scienza e non mi sorprende più di tanto: per i canoni dell'epoca la magia rientrava nella saggezza, perché non far diventare la figura di Morgana quella di una donna scienziato mossa dalla curiosità? Vi ho incuriosito, vero?
In tutto questo mi concedo una piccola frivolezza, il Mergana. Sono spesso rappresentati come due facce della stessa medaglia, il loro rapporto nel libro è commovente. Morgana lo ama fin da subito, ma sa che non c'è posto per lei, immagino sia questo che la porta a compiere alcune azioni che altrimenti riterrei incomprensibili. Vi chiedete quali? Morgana si prefigge di far cadere la Tavola Rotonda e Merlino glielo lascia fare, non perché incurante, ma perché sa che se le persone che incarnano questo ideale ne saranno degne questo vivrà, altrimenti cadrà. In questo modo lui non ne attribuisce alcuna colpa o merito alla sua allieva, quanto alla natura facilmente corruttibile dell' uomo. Leggero e profondo allo stesso tempo, vi terrà incollati fino all'ultima pagina.
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Mais “contemplativo” e filosófico do que “Merlim”, “Morgana” deixa-nos um retrato muito mais terra-a-terra deste personagem da lenda Arturiana do que aquele que é comum encontrar noutros relatos (Marion Zimmer Bradley, por exemplo). Sem misticismos, magias ou outras efabulações, “Morgana é o caos”. Michel Rio continua, nesta saga, a desvendar-nos a sua visão humana de personagens lendárias. Neste livro, perde-se demais para o meu gosto em considerações filosóficas e nas suas teorias, por antigos filósofos, que em nada contribuem para o estabelecimentos da narrativa.
Morgana é o segundo livro de uma trilogia iniciada por Merlim. Michel Rio com esta trilogia mostra-nos a visão da mesma história aos olhos de cada personagem: Merlim, Morgana e Artur. Esperava que Morgana fosse contada na primeira pessoa, um pouco como Merlim. Mas embora não o seja consegue transmitir-nos a sua visão de Merlim, Artur, Camelot, Avalon,.. Contado desde o casamento da mãe, Igerne, com Uter, o dia em que conhece Merlim e o reconhece como um pai espiritual, vemos a forma como cresce e aprende com Merlim a sabedoria e a lei das coisas. Desde cedo Morgana se revolta com o mundo que a rodeia visto que não compreende um mundo perecível, um mundo onde o corpo humano descai para a morte, um mundo que será infindável e superior a ela e, até, a Merlim e as suas ideias. Com Merlim ficámos a conhecer uma Morgana que envolve caos e dor, e que a tudo o custo tenta destruir Artur, Camelot e as ideias de Merlim. Mas neste livro descobrimos uma Morgana que age com medo de um caos que fica depois da sua morte, que age pela sabedoria e pela prova das suas ideias. Uma Morgana que por muito que lute contra acaba por agir por amor… o sentimento que mais renega. Morgana é-nos apresentada como uma beleza capaz de derreter qualquer coração, com uns olhos verdes que enche de desejo qualquer um que a veja. O que irá acontecer a Artur que inicia com a meia-irmã uma relação de incesto que trará o nascimento de Mordred. Mas para nós, leitores, Morgana é uma inteligência rara. As suas discussões de filosofia, aos 12 anos, com Merlim enchem páginas do livro. Discute átomos, heliocentrismo, Aristóteles e corpos celestes. E mesmo com todos os acontecimentos em volta, com todo o caos provocado, simplesmente pelo seu medo de amar, não conseguimos ter raiva da personagem. Apenas pena. Pena de alguém que só nos últimos dias de vida percebeu o que era o amor e que não devia ter lutado contra ele. Um livro muito bom. Mesmo indo contra as ideias de Avalon que aprendemos com Marion Zimmer Bradley. Um ponto de vista que vale a pena ver. E embora seja de uma leitura mais difícil que Merlim, acaba por ser mais interessante e recompensados. Ou talvez seja eu que pense assim já que Morgana foi sempre a minha personagem preferida. Chegaremos a Artur em breve para terminar esta trilogia de Michel Rio. Termino com as últimas frases do livro que achei muito bonitas:
“A ilha fortaleza fechada, escrínio poderosos cingindo o mausoléu onde repousavam para sempre Artur e Morgana, lado a lado, enfim reunidos na paz após uma longa paixão de amor e de ódio, era ela mesma um túmulo colossal onde estavam enterrados Logres, a Távola Redonda e ele próprio, Merlim, mortos aqui e agora, por obra da história e das coisas, antes de renascer algures e para sempre, pela palavra e pela lenda.”
Un libro che mi ha dato non poche difficoltà. Riscrittura della materia arturiana, secondo volume di una trilogia, presenta Morgana dalla sua infanzia alla sua fine: bambina sconvolta dalle grida di dolore della madre che partorisce il fratellastro Artù; discepola di Merlino, con il quale instaura un morboso rapporto; bellissima, malvagia e sola. Ho letto libri di filosofia medievale meno noiosi, e meno pretenziosi. L'apice l'ha avuta la scena in cui una Morgana dodicenne presenta al suo maestro Merlino la propria teoria dei massimi sistemi: una dozzina di pagine nelle quali cita tutti (sì, credo proprio tutti) i filosofi antichi, contestandoli e portando le proprie riflessioni. Pesante è dire poco. Esteticamente il volume è molto bello: presenta capilettere e illustrazioni celtiche, che sembrano tratte dal "Book of Kells".
Ho iniziato a leggere questo libro per una mia ricerca personale sulla figura di Morgana.. sono arrivata alla fine del libro, ma comunque mi ha delusa parecchio. Noiosa e pretenziosa la descrizione/confutazione di teorie filosofiche del passato della Morgana dodicenne. E poi a mio parere manca del tutto, anche in forma minima o minimamente accennata, la motivazione per cui Morgana si ritrova nel “lato oscuro”. Un trauma infantile? Qualcosa che la porta verso l’oscurità? Una semplice indole personale? L’autore non lo chiarisce sufficientemente, a mio parere..Tutto un libro che dovrebbe parlare di etica e moralità legate alla conoscenza.. e questo aspetto del personaggio neanche accennato? Per altro Morgana all’inizio del libro è descritta come personaggio oscuro, ma verso la fine del romanzo emergono chiaramente alcuni lati molto luminosi, umani e salvifici. Forse sono io che ho letto frettolosamente, ma il personaggio mi è sembrato un po’ piatto
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Non so bene come questo libro sia finito nella mia libreria, ma ho cominciato a leggerlo convinto di trovare tra le sue pagine un’avvincente storia fantasy. Invece nella prima parte del libro c’è una lunga dissertazione di filosofia, fisica, metafisica, religione, etc. per me pesante e noiosa, tanto da quasi decidere di abbandonare la lettura. Ma fortunatamente non ho mai lasciato libri a metà, perché superata questa parte la storia prende il suo slancio e diventa anche interessante. Particolare, ma bella.
"Hay una fatalidad de la que nada ni nadie escapa: el tiempo"
Todavía no puedo creer que este libro me sacó de un bloqueo lector. Fue una lectura interesante, aunque al principio muy enfática en ciertos puntos no muy relevantes para mí.
Ho letto il primo libro di questa trilogia alla fine dello scorso anno e una volta finito ho deciso di iniziare subito Morgana… ma resami conto della moltitudine di paragrafi che si ripetevano parola per parola ho mollato quasi subito. Ora che l’ho ripreso e concluso posso dire che questo libro è sicuramente più scorrevole del suo predecessore, poiché non parla così tanto di guerra come Merlino, ma rimane comunque pesante, comunque troppo ripetitivo e “tecnico”. Ancora una volta mi ritrovo a pensare che se avessi voluto leggere un trattato di filosofia non avrei comprato un romanzo di finzione.