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Moi, la Grosse

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Caterina est une jeune italienne spirituelle et intelligente. Caterina a une famille qu'elle adore. Mais Caterina, à l'instar de ses parents et de ses frères, est grosse. Très grosse. Et ses kilos en trop l'empêchent d'exister. Selon sa conception binaire du monde - les obèses d'un côté, les « personnes » de l'autre - elle est une « non-personne ». A peine sort-elle de chez elle qu'elle s'arme d'une carapace blindée lui permettant d'ignorer tous les commentaires, toutes les plaisanteries, dont elle pourrait être la cible. Elle anticipe tout. Pour ne pas aggraver son dossier qui pèse déjà trop lourd sur la balance, elle fait en sorte d'être la meilleure de la classe, de n'être jamais malade, jamais en retard, toujours bien habillée. bref, de ne jamais faire le moindre remous. Aussi, quand ses parents décident d'organiser une grande fête pour son dix-huitième anniversaire, c'est la panique. Un roman, tout en sensibilité, qui voit son héroïne s'épanouir et découvrir peu à peu qu'un bonheur est possible, au-delà des apparences.

254 pages, Paperback

First published February 1, 2013

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About the author

Matteo Cellini

5 books3 followers
Matteo Cellini, nato a Urbino nel 1978, vive a Urbania e insegna lettere in una scuola media. "Cate, io" è il suo primo romanzo.

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Displaying 1 - 30 of 33 reviews
Profile Image for Patryx.
459 reviews150 followers
November 15, 2015
Caterina è una ragazza di diciassette anni (quasi diciotto) obesa (come tutti gli altri membri della sua famiglia, padre, madre e due fratelli), ma è anche un adolescente e, nel pieno rispetto delle difficoltà della sua età, è ossessionata dal suo aspetto fisico che finisce per diventare uno scudo di protezione tra lei e il resto del mondo. Caterina ha suddiviso il mondo in due categorie: le non-persone (in cui rientrano lei e tutti gli obesi), quasi dei paria che attraggono gli sguardi, a volte accusatori a volte imbarazzati, di tutte le persone (categoria in cui rientrano tutti gli altri fortunati che non hanno problemi di peso).
Al mercato, mi si vendesse a peso, costerei di più, tu meno, ma saremmo entrambi sogliole, totani o capponi.
Invece tu sei una ragazza e io no […]
Noi siamo obesi. E l’obesità non è semplicemente una categoria tra tante, non è un criterio per classificare le persone. Ma per dividere le persone dalle non-persone.

In casa, dove tutti condividono il suo problema, Caterina riesce a essere se stessa, anche se vive con grande insofferenza la tendenza dei suoi familiari a ignorare il problema che, secondo la sua analisi, impedisce loro di avere una normale vita relazionale. Nel momento in cui varca la soglia di casa, Caterina diventa Cate-ciccia, la bomba, la slavina
Sono irriconoscibile quando saluto mamma sulla porta, e non perché ho mezza faccia sotto la sciarpa, semplicemente, come il più triste dei supereroi, la mia identità scompare appena esco di casa, appena supero la cancellata – e non sono più Caterina. Mi chiamo Caterpillar ora, mi chiamo Cate-ciccia. Anche se non c’è nessuno.

Tutti i suoi sforzi sono volti a immaginare i possibili commenti che la sua mole suscita tra le persone: in questo modo riesce (o crede di riuscire) ad anticipare e metabolizzare tutte le possibili sofferenze causate dal suo aspetto, ancora prima che le situazioni immaginate si realizzino. Non permette a nessuno dei suoi compagni di avvicinarsi alla vera Caterina e quando qualcuno ci prova, il suo comportamento viene svalutato e classificato tra coloro che sono semplicemente curiosi o superficiali e così la sua compagna di banco diventa l’Annoievole Anna.
La strategia difensiva di Caterina funziona alla perfezione sino a quando si trova di fronte a un evento (la temuta festa per i suoi diciotto anni) che fa vacillare tutte le sue certezze.

Cate, io è stato uno dei dodici finalisti del Premio Strega 2013; su questo romanzo ho letto commenti entusiastici e qualche commento critico: io appartengo alla seconda categoria. Ho voluto leggere questo romanzo perché attratta dalla tematica e incuriosita dalle soluzioni trovate dall’autore per trasformare il “problema”, come viene presentato nei manuali specifici sull’argomento, in personaggi in “carne e ossa”. Sono rimasta molto delusa. Sicuramente l’argomento è uno di quelli“forti” di fronte al quale ci si sente in obbligo di informarsi e di mettersi nei panni degli altri e forse è su questo che si basano molte delle valutazioni positive; sicuramente è un merito dell’autore di aver messo al centro del suo romanzo la diversità senza lasciare troppo spazio al politicamente corretto ma le scelte narrative e stilistiche, secondo me, non sono delle migliori.
Il romanzo può idealmente essere suddiviso in due parti.
Gli eventi sono narrati senza sfumature di sorta. Va bene, mi sono detta, vedere il mondo a tinte forti monocromatiche (o è bianco o è nero) è una necessaria conseguenza di chi, come forma di difesa, struttura una falsa immagine di sé e quindi se Caterina pensa che nessuno vuole essere suo amico deve giustificare questo assioma forzando gli eventi, attribuendo a ciò che le accade un significato che supporta la sua ipotesi e la rafforza. Caterina, insomma, ha bisogno di una psicoterapia che l’aiuti; anzi sarebbe meglio una bella psicoterapia familiare che aiuti tutti a superare la granitica convinzione che far finta di non vedere i problemi è il miglior modo per risolverli. Ma ecco, che all’improvviso il nero della prima parte si tramuta in un rosa confetto (abbastanza stucchevole per i miei gusti) e Caterina si rende conto che il problema era solamente dentro la sua testa. I presunti cattivi diventano buoni, anzi sono lo sono sempre stati; i disadattati si rivelano dei tipi introversi che preferiscono non raccontare della propria vita (intensa, ricca e piena di soddisfazioni); i buoni si rivelano molto cattivi ma, dall’alto della sua ritrovata saggezza, Caterina può perdonare tutto e tutti.
Ebbene, di fronte a questo repentino cambiamento di colore degli eventi narrati non sono più riuscita a trovare giustificazioni se non arrendermi all’idea che, secondo me, questo non è un bel libro perché l’autore non cerca di affrontare in maniera problematica un disagio che può avere conseguenze gravi, ma si limita a utilizzare vari stereotipi per sciogliere molto frettolosamente i nodi che erano stati descritti (in alcuni casi neanche troppo male) nella prima parte.
Il linguaggio utilizzato da Matteo Cellini è pieno di metafore che in alcuni casi mi hanno lasciata perplessa; una citazione su tutte:
[…] il caffè macchia di un odore forte l’aria come un cane dalmata.

Ho avuto la sensazione che l’autore si abbandoni a troppi virtuosismi linguistici per il solo gusto di farlo, senza che la scrittura arzigogolata sia una necessità della vicenda narrata. O almeno questa è stata la mia sensazione.
Profile Image for Mari.
375 reviews29 followers
May 3, 2013
Cate, io….Una delusione totale!
Sono stata un’adolescente anch’io. Non complessata come Cate è vero, ma le mie belle turbe le ho vissute, ho versato lacrime, ho avuto amiche che mi hanno delusa e infatuazioni che mi hanno fatto penare. Ma a diciassette anni non si è dei filosofi, si è insicuri, un po’ fessi. Non si è cinici e prevenuti, quello lo si diventa dopo, crescendo. Cellini non mi può propinare una Caterina arrabbiata per pagine e pagine e poi all’improviso… “ops…mi sono sbagliata! Il grasso deve aver intaccato anche qualche neurone perché in realtà la vita è bella, tutti mi vogliono bene, il ragazzo del primo banco trova le mie fossette deliziose e perciò anche se sono obesa posso essere felice. Ho sempre considerato mio padre una nullità, il matrimonio dei miei genitori è l'esempio di unione che un manuale di obesità metterebbe al primo posto e invece dopo diciassette anni che vivo con loro ho scoperto che mia madre lo ama sul serio e che lui nel suo ufficio ha delle tele in cui ha cercato di ritrarmi.” Sono tante le cose che ho trovato poco plausibili. La Cate depressa ragiona come un filosofo, la Cate che rinasce è una perfetta diciassettenne, ne carne ne pesce. Oscar il fratellino sembra trasformarsi in un nano adulto, Gionata (?) ha una vita piena e intensa e chi ci vive insieme non se n’è mai accorto? L’insegnate andrebbe sospesa a vita e la nonna che alla sua età dovrebbe andare alle terme ne sa quasi più dell’insegnante……
Profile Image for Arwen56.
1,218 reviews336 followers
August 14, 2015
Romanzo artificioso che nulla aggiunge alla problematica trattata, ossia l’obesità, e che, nell’improvvisa virata finale, tutta “a tarallucci e vino”, diventa del tutto implausibile. Nonché superfluo.
Profile Image for littleprettybooks.
933 reviews317 followers
March 12, 2015
Un roman court qui fait du bien en traitant de l’acceptation de soi par le biais du personnage de Caterina. J’ai été émue par cette jeune fille et par son mal-être mais aussi par le message du livre sur l’importance de s’aimer et de s’accepter parce que chacun est unique et beau à sa manière.

Ma chronique : https://myprettybooks.wordpress.com/2...
Profile Image for Chik67.
240 reviews
March 6, 2020
recensione frammentaria, sconnessa, poco lucida, ma ho dormito male

Ho letto commenti molto distanti su questa storia e ho cercato di farmene un perché. E' un libro a tema sulla condizione dell'obesità? E' un libro a tema sulla condizione dell'adolescenza? In parte sì. E in questo, come ogni "tema" può risultare sgradevole. Ma è anche un libro leggero sulla pesantezza dell'adolescenza, e in questo mi sembra assai più centrato di tanti libri che inseguono un modello adulto dell'adolescenza, oscillante tra il Paradiso Perduto e l'abisso dell'orrore.

Lo stile ha qualche caduta. Sì, in parte sì. E a me, l'ho scritto altrove, la prima persona piace poco, forse riescono a praticarla con successo, ai miei occhi, solo gli scrittori di altissima caratura ("call me Ishmael", come criticarlo...). Però riesce anche a nascondersi tra le righe della storia, e a tratti a farsi personaggio (di modo che Cate è anche un modo, anch'esso leggermente sovrappeso, di parlare).

Qualche stramatura. Anche a me ha un po' stonato il colloquio della prof. sentito per caso (perché la porta di casa è socchiusa?).

A proposito del finale, ad alcuni sembrato troppo zuccheroso, troppo all'insegna del "volemose bene", mi sento invece solidale con l'autore. Il libro è in prima persona. E tutti noi sappiamo, in quanto prime persone, che in certi momenti tutto sembra andare dannatamente bene, che quando abbiamo appena risolto uno di quei grumi grossi che ci stringevano da anni improvvisamente il mondo sembra sorridere, che quando si esce da un nero tunnel la luce invade tutto. Tanto più a diciott'anni.
Sappiamo anche che non dura, che la luce è illusoria, che ciò che oggi ci sembra bellissimo domani tornerà cupo. Ma non si può sottovalutare la potenza di un giorno felice ed il libro termina qui, lasciando Caterina, alle prese con i suoi problemi, in uno di quei momenti magici in cui tout se tient.

Poi: i luoghi quelli sono, li conosco, ho insegnato al Liceo Scientifico di Urbino e Urbania è il paese dei miei bisnonni paterni. Sono resi per quel che sono, con quel misto di paese e di città, con quel senso di isolamento incombente e l'occhio proiettato al futuro.

Poi: l'autore è uno degli anobiani che stimo. E questo non c'entra nel giudizio sul libro, ma aggiunge piacere sapere che questo bel libro è stato scritto da lui, a cui mandare un in bocca al lupo per il prossimo! Bravo Matteo.
Profile Image for CriCra CriCra.
545 reviews14 followers
March 10, 2013
La mia recensione sul Blog, SognandoLeggendo:
http://sognandoleggendo.net/blog/?p=3...

Cate, io libro di esordio del Professor Matteo Cellini è un libro che si è dimostrato essere molto particolare, introspettivo e con una tematica ben precisa.

Protagonista di questa storia e la quasi diciottenne Caterina Rossi, o meglio Cate, una ragazza obesa figlia in una altrettanto famiglia di persone obese. O come direbbe lei: “non persone”. Mamma e papà, una nonna, e due fratelli, Gionata maggiore di due anni e Oscar, il piccolo della famiglia.

I tre fratelli oltre al peso e al legame di sangue, hanno in comune (anche se molto probabilmente non ne sono consapevoli nemmeno loro stessi) la facoltà di immedesimarsi nelle spoglie di qualcun altro. Oscar lo fa a volte nelle fattezze di uno struzzo, per nascondere la testa nella sabbia e non vedere più nulla di ciò che lo circonda. O magari in un altro bimbo come lui, ma fondamentalmente diverso. Più grande. Più forte.

Gionata è il classico “nerd” super intelligente e secchione. Vive in un mondo fatto su misura per lui. Dove il regno delle lettere e di internet la fa da padrone. Dove le sue grandi potenzialità hanno il giusto sbocco e graditi risultati.

Cate invece a volte si immagina come un grande lumaca che si porta appresso la sua casa. Dove calore e familiarità la tengono al sicuro e fuori da ogni problema. Oppure altre volte vorrebbe essere un riccio per potersi rannicchiare su se stessa ed essere protetta dai suoi aculei da ciò che le sta attorno.

Noi siamo obesi. E l’obesità non è semplicemente una categoria tra tante, non è un criterio per classificare le persone. Ma per dividere le persone dalle non persone.

Le altre figure di riferimento che rientrano a far parte del quotidiano di Cate, oltre a quelle della sua famiglia saranno quella della nonna paterna appassionata come lei alla lettura; la professoressa Angelica Mazzantini, unica persona adulta con la quale Cate riesce a parlare liberamente e confidarsi; la sua amica Anna, ribattezzata intimamente “l’annoievole”, dalla quale Cate ottiene amicizia sincera, disinteressata e incondizionata anche se lei stessa non lo ammette mai deliberatamente, anzi ne prenderà piena coscienza solo all’epilogo della storia.

Leggere il libro è stato come assistere ad una sorta di guerra psicologica della protagonista. Cate è consapevole che tutto il mondo attorno a lei può essere crudele nel giudicarla una persona “diversa”. L’obesità al giorno d’oggi è un handicap (ed io per esperienza personale, lo so per certo). Una patologia che purtroppo rende diversi. E solo per poche eccezioni, agli occhi di molti è simbolo di giudizio e ancora peggio di cattiveria e insulto.

Cate è una persona pienamente consapevole di questo handicap dell’obesità. Un problema grande che le crea innumerevoli disagi, non solo verso se stessa ma in special modo nel rapportarsi verso tutti gli altri: compagni di scuola, professori, conoscenti. Lei è molto critica verso di sé, auto commiserandosi in maniera davvero, spesse volte, esagerata.

Frustrazione e sgomento sono solo alcune delle conseguenze a questa presa di coscienza da parte di Cate la quale vedrà ripercuotere queste forte emozioni all’interno della sua famiglia. Lei è come un muro di gomma. Tutto le rimbalza contro in modo da non colpirla, da non abbatterla nel suo intimo. Anche se con molta probabilità questa non è la verità, anzi il contrario. Gli effetti collaterali a questa sua chiusura interna saranno quelli di non farle capire fino in fondo, quegli atteggiamenti positivi e spassionati di quelle poche persone che a lei tengono veramente, come la sua famiglia, Anna e il timido e impacciato Giacomo.

Giacomo. L’osservo; quando non l’osservo mi accorgo che lo sto pensando. Quante volte sale semplicemente le scale parallelo a me, senza che me ne accorga? Quante volte si gira verso di me, verso questo angolo, senza motivo? Quella sua faccia che sembra una partita a shangai prima di iniziare a togliere i pezzi, cosa vorrà da me?

Fragilità, insicurezza, vulnerabilità, disprezzo, rancore. Caratteristiche contrastanti di questo personaggio così controverso ma al tempo stesso cristallino, trasparente. Sentimenti forti che si alternano ad altrettante emozioni intense come l’intuizione, la comprensione e l’amicizia, quella pura e autentica. Pagina dopo pagina ti rendi conto di quanto l’argomento trattato sia altamente serio. Ogni parola, ogni singolo pensiero è incisivo.

Come giudizio finale, giudico questo come un libro introspettivo e impegnativo, anche perché il linguaggio usato dall’autore molto spesso non è così semplice. A tratti può risultare lento e difficile da comprendere. L’attenzione da riporre nella lettura deve essere tanta. Niente distrazioni o si rischia di perdere il senso del paragrafo appena concluso e si è costretti a ripeterlo da capo. Un libro se vogliamo profondo ma al tempo stesso da comprendere bene.

Non sono sicura al 100% che questo sia un testo che potrà piacere a molti lettori. Per quanto mi riguarda se volessi riportare un esempio per quantificare il mio indice di gradimento nei confronti di questo testo, su una scala da 1 a 5 direi senza alcun dubbio 3. Una piccola via di mezzo diciamo. Né troppo né troppo poco. Come ultimo pensiero, vorrei dedicare poche parole alla copertina: questa donna così possente nel fisico ma al tempo stesso capace di far vedere a tutto il mondo che la circonda quanto possa essere leggiadro il suo essere interiore (il suo stare in punta di piede su un uovo credo che ne accentui appunto il concetto), che mostra il suo animo più nascosto che solo pochissimi eletti avranno la capacità di conoscere affondo e nella giusta prospettiva, senza cadere mai nei soliti luoghi comuni di cui il mondo molto frequentemente se ne avvale. Ripeto, questo è un libro da leggere con la dovuta attenzione e critica di giudizio. Come sempre vi auguro una buona lettura!
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Profile Image for Kittaroo.
355 reviews38 followers
June 26, 2013
Bello.
Innanzi tutto ben scritto, molto. E per nulla artificiale.
Mi spiego: raccontare un'adolescente magari risulta semplice, ma il suo mondo interiore, tutto tumulti estremismi e passioni, no.
L'errore in agguato è costruire un personaggio finto, per nulla reale, con cui è sia impossibile empatizzare, alla fine.
Caterina è reale. È quell'adolescente che non conosce mezze misure, che brucia dal vivere, che vuole essere già donna, saltando le tappe.
Invece Cate è prigioniera della sua corazza, dei suoi film mentali, orribili, che si proietta in continuo per prevenire il dolore della realtà. Solo che la prigionia le impedisce di vedere la verità. Che il mondo fa schifo. Ma non sempre. Che i compagni sono crudeli e cattivi, ma non è una regola.
Cate cresce. Impara. Depone le armi.
È bello vederla crescere.
Profile Image for Camilla Fontana.
2 reviews
October 15, 2013
La prima parte di questo libro é stata per me una rivelazione. Spietata per certi versi, cruda, ma profonda e vera. Mi sono sentita vicinissima a Caterina, pur non avendo mai avuto problemi di peso, perché il dolore e la diversità che si sente cuciti addosso lei, possono ritrovarsi in molti di noi, anche non obesi. Caterina ha una lucidità e un cinismo che ben comprendo e che é raro trovare in una diciassettenne. Nella seconda parte del libro però sembra esserci un cambiamento troppo radicale, quasi una perdita di nitidezza, come se Caterina perdendo tristezza perdesse anche la determinazione e la chiarezza di pensiero dimostrata fino a quel momento. C'é carenza di veritá in questa rinascita improvvisa e repentina. Io preferivo la Cate tagliente, acuta e spietatamente sincera dell'inizio, alla Cate più serena ma come tante, del finale.
Profile Image for GONZA.
7,428 reviews124 followers
August 7, 2013
Probabilmente con un'adolescenza sufficientemente travagliata tutti i libri che ne parlano vengono a noia, compreso questo che però ha dalla sua una serie di descrizioni della supposta vita di un'adolescente obesa che credo siano divertenti oltre che azzeccate. Soltanto che questo romanzo parecchie volte mi è sembrato la sagra dello stereotipo, quindi se anche avesse avuto qualche chance con me, non è mai decollato dalla superficialità di cui secondo me pesca a mani basse.
322 reviews4 followers
August 8, 2013
Non sono mai stata obesa, nè ai limiti dell'obesità. Forse neanche grassa, ma sovrappeso sì. Volendo lo sarei anche ora. Solo che ora non è che la cosa mi turba. Ai tempi del liceo decisamente sì. E ho voluto leggere questo libro quasi come 'ricordo' di quel tempo, di quelle sensazioni.

In realtà Cate mi è piuttosto distante. Per quanto alcuni dei suoi pensieri assomiglino a quelli che avevo io, non c'è mai una vera e propria corrispondenza. Anzi in linea generale, siamo piuttosto diverse. Eppure mi è piaciuta.

Caterina si sente 'Caterina' solo tra le mura di casa. Non appena mette piede fuori diventa Cate-ciccia e simili. Perché è obesa, viene da una famiglia di obesi e può rinunciare a qualunque cosa tranne che a mangiare.

Il primo pensiero che viene, iniziando a leggere il libro, è che le persone siano 'cattive' con Caterina, che siano i compagni ad averla etichettata in un certo modo, i vicini, che sia rimasta ferita da commenti e battutine per strada... Ebbene, si scopre presto che la persona che più distrugge Caterina, è Caterina stessa.

E' il personaggio più negativo che abbia mai incontrato, una sorta di masochista psicologica che sembra trarre piacere dal mortificarsi più di quanto non farebbero gli altri. Si definisce una non-persona. Passa il tempo a immaginare tutte le cattiverie che gli altri dicono di lei, perché così si allena: casomai le sentisse è corazzata. Non manca da scuola solo per non far dire battutine cattive ai suoi compagni, tipo che l'aula è mezza vuota. E' bravissima per non dover chiedere niente a nessuno.

In pratica qualunque cosa possa essere presa per positiva (voti alti, mai un'assenza, lettura dei classici), state tranquilli che lei la fa ma per un motivo totalmente negativo. Perché lei è grassa e si interessano a lei è solo per prenderla in giro.

Forse a qualcuno questo modo di pensare può sembrare esagerato, ma io so che ci sono persone così. Persone come Caterina che arrivano a 'brutalizzare' mentalmente se stesse, a sminuirsi così tanto, per qualche difetto fisico particolarmente pronunciato.

Sono meccanismi mentali che talvolta ho sperimentato in prima persona, anche se non in maniera così pronunciata, magari in un momento un po' difficile o particolarmente stressante.

In realtà, per quanto esistano persona crudeli, Cate non ne trova sulla sua strada. L'amicizia di Anna è tenera e sincera, nonostante lei pensi che lo faccia solo per pietà. Anche l'interesse di Giacomo è sincero, ma per Cate lo fa solo per scommessa o come punizione.

Davvero, i modi in cui lei si fa male sembrano non avere limiti. Fino all'atto finale che, ammetto, ho trovato un pelo inverosimile, ma tutto può essere.

Quello che mi è piaciuto è che, attraverso Cate, attraverso i suoi eccessi, divengono chiari tanti 'errori' che commettiamo in prima persona, sia verso di noi che verso gli altri. Errori che spesso derivano da una totale mancanza di sensibilità nei confronti altrui. Tutti quei commenti sul peso, sulla salute, sul colorito (più o meno spento), sui figli, o più spesso, sull'assenza dei medesimi. Non si fanno! Non chiede a qualcuno se è ingrassato o dimagrito, perché non sappiamo cosa c'è dietro alla variazione di peso. Non si domanda a una signora perché a 35 anni ancora non ha figli! E soprattutto non si commenta la cosa! Alla titolare di mia sorella l'hanno chiesto, come mai a 35 anni ancora non si fosse decisa a fare figli. Aveva avuto aborto e raschiamento pochissimi giorni prima. Il quarto, per l'esattezza. Credo che si possa avere solo una vaga idea di quanto certe domande e commenti siano devastanti.

Per fortuna non sono tutti così.

L'autore è molto bravo anche nel mostrarci degli 'antagonisti' al pensiero di Cate (non a Cate), soprattutto il fratello maggiore che lei considera nella sua stessa situazione isolata da non persona e che invece le dimostra di essere assolutamente normale, con una ragazza, una vita attiva, sociale e con i suoi successi. Questo perché, sì, ci sono persone come Cate che vedono tutto in maniera negativa, ma ce ne sono anche altre, come Gionata, che invece, non considerano l'obesità un problema, che si rendono conto di avere altre qualità e che puntano su queste.

Una contrapposizione che ho apprezzato soprattutto vista la tendenza della protagonista a piangersi addosso, per smorzare un po' i toni e ammorbidire la visione disfattista.

Personaggi: Caterina, ovviamente, con tutte le sue insicurezze, problemi, crisi, ma anche con una cattiveria adolescenziale estremista molto reale. E' un personaggio indubbiamente forte, eppure fragile e affascinante. A me è piaciuta tanto. Anna, la migliore amica. Trovo che sia l'emblema di tutti coloro che vengono freintesi. Considera Cate la sua migliore amica, ma a lungo tale sentimento non viene ricambiato, anzi, viene considerata un 'essere che le sta attorno solo per pietà'. Ci sono molte persone che vanno oltre aspetti fisici, difetti o altro, anzi, non li vede neanche come tali, considerando altri fattori, eppure il primo pensiero è quasi sempre quello che non siano sinceri, che mentano, che lo facciano con qualche secondo fine, non per ultimo essere considerati pietosi e caritatevoli. La professoressa non mi è piaciuta affatto, adorata dagli studenti, da Cate in particolare, l'ho trovata in realtà una persona squallida e ipocrita che elargisce sorrisi forte del suo successo, salvo dimostrarsi ciò che è quando il suo castello di sabbia crolla. Ho adorato la nonna che fa il possibile per mostrare a Cate che nella vita c'è altro, oltre l'aspetto. Solo che sbaglia chiaramente metodo. Stessa cosa la madre che sembra incapace di percepire il disagio della figlia. Per finire mi è piaciuto Gionata che mostra alla protagonista che il mondo non è crudele come sembra, anzi, non lo è affatto.

Cate parla in prima persona e non ci nasconde nessuno dei suoi pensieri. Lo stile è crudele e ironico eppure ricco di esempi e deviazioni anche piuttosto approfondite, di autori classici. Un linguaggio leggermente sopra il registro medio e un italiano corretto (per quanto alcune frasi mi abbiano lasciato il dubbio). Forte carenza di virgole. Non so perché ultimamente se ne vedono pochi. Mi vien da chiedermi se le vendano a peso... E sì, mi hanno spiegato che c'è questa nuova tecnica di mettere le parole tutte in fila per creare ritmo, ma non crea ritmo, crea caos e una frase ti tocca leggerla 50 volta annullando del tutto lo scopo per cui era stata scritta.

Giudizio finale complessivo: Un libro che forse mi sarebbe stato utile leggere anni fa (parecchi anni fa), ma che ho comunque apprezzato molto. Mi piacciono i messaggi che lascia e anche la positività del finale contrapposto alla negatività del resto. Una lettura adatta a tutti perché può sussurrare qualcosa a tutte le età Inoltre non è molto lungo, si legge in poco più di un'ora.

Voto: 7/10
Profile Image for Grazia Palmisano.
346 reviews9 followers
October 31, 2023
Questo libro l’ho trovato per caso nel catalogo MLOL, una sera in cui cercavo un ebook, che fosse particolare, né forbito, né conosciuto, né bello, né brutto, qualcosa che mi colpisse e basta, che mi conquistasse dal titolo. Invece mi ha conquistata l’immagine. L’ho scaricato e letto in pochi giorni. E dentro ho trovato maschere e altre cose, di cui già fra me e me ragionavo, le ho trovate nel romanzo e mi ci sono potuta guardare a distanza. Non è un capolavoro, ha lacune quanto a tenuta, in alcuni punti è tutto testa, in altre è molto emozionante. Il difetto maggiore è che si vede troppo l’autore e arriva a mettere in ombra la protagonista. Spesso mi pare ci siano virtuosismi da fiction e poca sostanza. Caterina rimane da un certo punto in poi troppo sullo sfondo, parte in primo piano, coinvolge, poi pare scomparire, avvolta da frasi a effetto e utilizzo di parole e periodi che sembrano esercizi di stile, più che la voce di Caterina. Questo è l’aspetto che più mi ha infastidito. Insieme alla risoluzione, a mio avviso semplicistica , di una tematica importante. Si parte da Caterina che vive l’obesità malissimo, a Caterina che di colpo da vittima si convince di essere egoista e cattiva. Da lì si arriva a vari lieto fone, col fratello, con la madre, col padre, con l’amica. Si potrebbe trattare certamente di risoluzioni ma il problema è che sa tanto di favoletta zuccherosa, che però era partita come storia vera e seria. E va bene, si può fare. Però non ha tenuta, si vede che è proprio costruita e non sentita. Forse, per affrontare un argomento come questo, ci voleva maggiore immedesimazione. Non posso ovviamente sapere se lo scrittore si è immedesimato e questo è il risultato, o se si è solo documentato, e sempre questo è il risultato. Ma mi pare si potesse fare meglio di così.
Profile Image for Surymae.
204 reviews32 followers
March 13, 2014
Recensione pubblicata qui:
http://dustypagesinwonderland.blogspo...

Caterina, per tutti Cate, ha a malapena diciotto anni, ma sa già fin troppo bene come il mondo possa essere crudele. Tutti, nella sua famiglia – lei compresa – sono obesi, e perciò regolarmente soggetti a limitazioni e discriminazioni. Gli unici modi che Cate trova per sopravvivere alla vita scolastica sono cucirsi addosso un alone di isolamento autoimposto, il benvolere della prof. di italiano e soprattutto la promessa di un avvenire migliore all'università, dove verrà giudicata per quello che vale e non per quanto pesa. Ma prima di arrivare a questo traguardo la nostra dovrà superare diversi scogli, sia esterni che soprattutto interni, che si presentano sotto la forma di una banale festa di compleanno...

Si possono dire tante cose della trama ideata da Matteo Cellini, ma non, purtroppo, che sia originale. Protagonista giovane con un qualcosa che la rende una specie di reietta – in questo caso l'obesità – ma allo stesso tempo talentuosa e intelligente, con tanto di insegnante che fa “il tifo” per lei. Lo stesso si può dire della composizione della sua famiglia: madre iperprotettiva, padre che prova ma non riesce a manifestare i suoi sentimenti, fratello maggiore dalla vita misteriosa, fratellino alla ricerca della sua identità, una nonna sorprendentemente perspicace.
Tutti ingredienti già visti, è inutile negarlo: sono sicura che voi, leggendo queste righe, avrete già trovato chissà quante opere con queste caratteristiche. Ma non ci dilungheremo sui punti di somiglianza con questo e quel romanzo. Perché anche una trama già sentita può funzionare, se l'autore riesce a gestirla, e per fortuna questo è il nostro caso. Cellini sceglie di affidare la narrazione alla stessa Cate, un personaggio dalla voce ben riconoscibile; e già qui si dà una patina nuova a questa vecchia idea (e non è scontato). Inoltre, i pochi colpi di scena – quelli concessi da questo genere di trama, si intende – sono dosati con cura, dando alla narrazione un ritmo né troppo veloce né troppo lento.

Senza mezzi termini possiamo dire che la carta vincente del romanzo sia proprio lei, Caterina. La sua personalità, infatti, è assolutamente credibile e scandagliata nei minimi dettagli. Le sue sconsolate riflessioni sull'obesità e su come la società la rendano un problema non solo di salute, quanto più che altro di estetica ci fanno capire di trovarci di fronte ad una ragazza acuta e soprattutto dalla grande sensibilità – anche se lei non lo ammetterebbe mai. Questo la porta a mascherare la sua carenza di autostima – il fatto che si ritenga una “nonpersona” la dice lunga – con un atteggiamento ai limiti della scontrosità, mostrandosi estremamente disillusa sulla condizione sua e di quella della famiglia. Forse persino troppo. E l'autore non ne nasconde i difetti caratteriali solo in virtù del fatto che è la protagonista, al contrario li fa diventare spunti narrativi e li mette in discussione. Naturalmente, come ogni romanzo di formazione che si rispetta, il lieto fine è dietro l'angolo, ma è bello vedere come si arrivi a questo risultato.

L'introspezione psicologica degli altri personaggi è pesantemente condizionata dalla percezione che ha di loro la protagonista, ma non è un difetto, anzi. Spesso si creano delle discrepanze – volute – tra come li vede Cate e cosa fanno durante la narrazione: le due cose si completano a vicenda, evitando così di creare personaggi bidimensionali. Un ottimo esempio potrebbe essere Anna, una dei pochi compagni di scuola che è amichevole nei suoi confronti. Perché? Per la nostra è senza dubbio per pietà; per il lettore, invece, dietro potrebbe “persino” esserci del genuino affetto. Anche il resto del cast, chi più chi meno, ha una buona caratterizzazione, dovuta principalmente al crescere della consapevolezza di Caterina su di loro, come dimostrano Gionata, suo fratello maggiore, ed ancor più il padre. A onor del vero non sempre questo metodo funziona, e alle volte si vede la mano di Cellini che dall'alto dirige i personaggi secondo le indicazioni della trama: è il caso della prof. di italiano, che compie una scelta per niente coerente con il suo carattere, ma necessaria per l'economia della storia. In generale, comunque, il quadro è positivo.

Lo stile di Matteo Cellini è elaborato per essere un romanzo d'esordio. E' piuttosto duttile, si affida molto alla lunghezza della frase e alla sua impaginazione per convogliare le sensazioni di Caterina. Inoltre – cosa ahimè niente affatto scontata – vengono usati anche segni di punteggiatura diversi dagli onnipresenti punti e virgole. Come tutte le cose, però, c'è il rovescio della medaglia: la presenza abbondante di espressioni un po' troppo forti che vogliono chiaramente suscitare la meraviglia del lettore; tuttavia non sempre riescono nell'intento. Se teniamo conto del fatto che a narrare è una diciottenne, infatti, queste sembrano poco credibili ed artefatte. Parti come “il caffè macchia di un odore forte l’aria come un cane dalmata” o “sono una crepa sui loro calici di birra, una crepa preoccupante sui loro digestivi” avrebbero potuto e dovuto essere limate in fase di editing o quantomeno riadattate alla voce narrante. Questi, comunque, sono gli unici momenti in cui si nota la mano dell'autore in sede di scrittura e non del personaggio.

Pur non aggiungendo niente di realmente nuovo, “Cate, io” è un romanzo che ha molto da dire, considerando anche che è la prima opera di Cellini, che rielabora in maniera personale e sentita una trama già testata da molti altri. E, mi si permetta di aggiungere, che dipinge una figura di giovane realistica, a cui è facile credere e rapportarsi, che non vuole tanto esporre una morale – per quanto ben presente – quanto, semplicemente, raccontare una storia. Cosa purtroppo non scontata nel nostro panorama letterario, dove la narrativa per adolescenti alle volte appare troppo didascalica e “mirata” a veicolare un determinato messaggio più o meno condivisibile. Come dimostrano anche i successi letterari del romanzo, vincitore del premio Campiello ed entrato nella selezione dello Strega di quest'anno, Matteo Cellini è senza dubbio un autore “da tenere d'occhio”.
Profile Image for Cecilia.
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June 2, 2025
Vorrei tornare indietro nel tempo e leggere questo libro in età adolescenziale quando mi sentivo inadatta a qualsiasi situazione. Caterina vede se stesso come una supereroina nel senso che salva gli altri dall’essere i più grassi, si definisce una “non-persona” a causa del suo peso. Odia se stessa ed è convinta che gli altri la odino come fa lei, anticipa tutti gli insulti che ha paura di ricevere.
L’amicizia e la famiglia hanno un ruolo indispensabile per imparare a volersi bene e vedere che gli amici ci stanno accanto senza curarsi dell’aspetto fisico.
Non sarà un capolavoro letterario ma questo libro tocca tanti argomenti delicati e importanti. È impossibile rimanere indifferenti.
Profile Image for Giulia Zambon.
1 review3 followers
April 11, 2013
"Cate, Io" è un romanzo YoungAdult di formazione estremamente originale. Non si incontrano molti libri che affrontano in modo così diretto ed esplicito certe tematiche e trovo che Matteo Cellini se la sia cavata brillantemente in tutti gli aspetti che compongono questo piccolo gioiellino.

Caterina è una 17enne, in procinto del compimento della sua temuta maggiore età che la caricherà di un'attenzione non desiderata. Caterina si ritiene diversa dalle altre persone e definisce lei (la sua famiglia e in generale quelli come loro) delle "non-persone". Si, perché Caterina è obesa.

La trama è riassumibile in modo molto veloce poiché quello che succede spesso non è ecclatante, ma sono le vicissitudini comuni di una liceale. Cellini ci parla di come la protagonista vede il mondo e ci si relaziona, i suoi drammi quotidiani e come alla fine subirà un cambiamento che capiamo poi essere necessario per sopravvivere in questo mondo. Caterina è la voce narrante del libro e perciò siamo catapultati nella sua testa in modo assoluto; non c'è possibilità per il lettore di poter sfuggire all'insindacabile e totale giudizio - spesso molto negativo, cattivo e alquanto antipatico - di Cate. Non si può far a meno di non sopportarla, o per lo meno: per me è stato così. Fin dalle prime pagine odiavo Cate, che così saccentemente vedeva il suo limite come ancora di salvezza per tutti gli altri. Si definisce una supereroina e ostenta questo suo ruolo, perché con la sua presenza crede di riuscire a risollevare l'autostima degli altri. E come ogni supereroe che si rispetti, allontana tutto e tutti, compresa Anna, la sua imperturbabile amica: solo in casa lei è "veramente" se stessa. Dico "veramente" tra virgolette perché Cate non si rende conto davvero di chi è lei se non alla fine del libro. E' egoista, pensa di sapere come gira il mondo - un mondo meschino che per lei non vuol trovare spazio perché troppo grassa.

Cate vorrebbe poter eclissarsi dal mondo ed essere "lasciata in pace", convinta che solo così possa sentirsi davvero a posto. In cuor suo sa, però, che non è così che funziona, ma che è il rapporto con gli altri che definisce ciò che sei e che vuoi essere . E così la mia mente corre al bellissimo senso di "Into the Wild": la felicità è tale solo quando è condivisa - o a Pirandello: una vita fuori dal mondo non è vita. Per gran parte del libro, però, Cate si autopunisce in continuazione con un giudizio insindacabile per mantenere le sue aspettative sempre basse, evitando di soffrire ulteriormente. E fa lo stesso con il fratellino, preparandolo al mondo peggiore che c'è. Per citare un film, "tu sta dentro che qua fuori è un brutto mondo". Ad un bambino delle elementari è ingiusto troncare i sogni così e questo è un altro motivo per cui sei inevitabilmente condannato a non sopportare Caterina per gran parte del libro. Cellini non ci risparmia nulla: i pensieri crudi che la mente di Cate partorisce sono serviti sulle pagine come un buffet avariato, di cui ti servi ma che poi ti farà star male. L'autore ti fa sentire in colpa a tratti per aver preso in antipatia la protagonista, ma tu non puoi farci niente, perché dipendi dalle sue parole. E' davvero in grado di manipolare il lettore a suo piacimento e ti ritrovi alla fine ad aver rispetto per questa ragazza, che già a 17 anni porta sulle spalle tutto questo fardello interiore. E' stata un'esperienza abbastanza sconvolgente. Non mi era mai capitato di apprezzare tanto un libro e nello stesso tempo di odiarne per la maggior parte del tempo il personaggio principale. "Cate, io" è, infatti, un libro agrodolce: triste e commovente, per via del suo tremendo realismo e del senso di compassione che muove nel lettore .

Piccola nota per lo stile dell'autore: WOW. Matteo Cellini è straordinario, ha un modo di scrivere che è totalmente coinvolgente, diverso da ogni altro, particolare e speciale. L'uso della punteggiatura è stravolto, così come la sintassi, ma nella mente del lettore tutto si ricompone perfettamente e prende senso in modo ancora più vero e reale: a quel punto ti sembra di leggere davvero nella mente del personaggio.

In conclusione, ho adorato "Cate, Io" per la sua particolarità. Ci si affeziona a Cate in un modo diverso da come ci si affeziona alla solita eroina dei libri YA, perché il mondo creato da Cellini è vivido e pieno di emozioni reali. Realista per le tematiche, Sconvolgente per come vengono affrontate. Mi sento di consigliare questo libro alle persone che hanno voglia di una pausa dai soliti Paranormal. Se desiderate una storia reale, coi piedi per terra, senza cadere nella solita storia d'amore, "Cate, Io" potrebbe fare al caso vostro.

Profile Image for Danilo Inchiappa.
1 review1 follower
March 5, 2019
Cellini scrive una bellissima storia. Storia di una Ragazza grassa con un mondo interiore avvolto da ombre che sembrano indistruttibili come piombo.
Piano piano però Caterina si rende conto che la salvezza non sta nello straordinario ma nell’ordinario.
Profile Image for Simona Garbarini.
562 reviews3 followers
March 16, 2017
Ottima narrazione di che cosa significa passare da un universo narcisistico ad un universo di condivisione universale. I contenuti ci sono, la struttura è salda. Peccato per la lingua: sovrabbondante, barocca, un continuo guarda come sono bravo, come sono bello, come sono colto, un narcisismo indovato nella sconfitta al narcisismo. Quanta fatica per raggiungere l'ultima pagina!
Profile Image for I Am Vertical.
44 reviews8 followers
March 7, 2013
NESSUNO PUO' METTERE CATE IN UN ANGOLO

Pag. 46: "Avrei dovuto avere pensieri senza contagiarli con tutto quello che passava in TV o che dicevano gli altri, mostrarmi con qualche libro sottobraccio e magari leggere disinvoltamente durante l'intervallo; proporre argomenti di attualità nei momenti di incontro facendo sentire il mio punto di vista, essere autentica in un universo di fotocopie".
(Ringrazio l'autore per questa frase, che sento molto mia e che secondo me racchiude una buona parte del senso sotterraneo del romanzo.
Se fossi Cate, me la sarei tatuata sul gluteo destro.
Non essendo Cate, dovrò utilizzare tutti e quattro gli arti. E forse anche qualcosina di più).

pag. 121: "Potrei costruire un'intera cineteca di piccoli film. Io devo annientarmi ogni volta in drammi da un singolo atto ma con infinite variabili, perchè non fare lo stesso con loro, uno per uno, scritturarli per renderli ridicoli niente di più niente di meno di quanto siano? Mi accontenterei di un unico gesto, di un'unica stupidità che li seppellisca per sempre, come le anime dell'"Antologia di Spoon River", solo alla rovescia.
Ignoranti, volgari, maleducati, insensibili, stupidi, chiassosi, falsi, ipocriti li ritrarrei tutti, e sarebbero loro a doversi preoccupare di se stessi".

Vedi Cate, il nostro personalissimo cortometraggio potrebbe avvicinarsi di molto a qualche imperdibile comica di Stanlio e Ollio, ma sappi che non è così.
Perchè noi abbiamo una testa pensante, perchè non dobbiamo appoggiarci alle idee di nessuno per far emergere le nostre, perchè nella vita cerchiamo con tutte noi stesse di camminare - con tutti gli sbagli e le ripercussioni del caso, certo.
pag. 169: "Eppure sento che qualcosa di diverso c'è. Forse una guerra di trincea, penserei di aver conquistato cento metri rispetto ad una settimana fa".
Essere vere, nelle ossa come nella ciccia, e non fotocopie dall'aspetto bellissimo ma sempre frigidamente bidimensionale, sterile, asettico ed impersonale, o peggio ancora virtuale.
E, soprattutto, noi non cadiamo mai. Mai.
Fuck the world.

http://www.youtube.com/watch?v=cPoFrx...

Amicizia. Ogni pennellata è una carezza.
Profile Image for Cristina.
866 reviews38 followers
November 7, 2014
Le quattro stelline (non piene, sarebbe più da 3 e 1/2) sono dovute alla scrittura che ho trovato piacevolmente scorrevole, non priva di ironia e di ritmo.
Ma la storia raccontata mi è sembrata sempre leggermente fuori asse: troppo negativa prima, troppo bonista dopo.
E il personaggio di Caterina, detto da una che è cicciona pure lei, e che da cicciona ci ha superato l'adolescenza, è davvero troppo egocentrico e chiuso in se stesso e negativo, tanto da essere sgradevole.
Ok, idioti che ti prenderanno in giro ce ne saranno sempre, ma lo fanno anche se sei magro, intelligente, tonto, ecc. ecc.. Gli imbecilli un motivo per prendere in giro gli altri lo trovano sempre, e non tutto il mondo è così.
Meno di tutto ho capito la costante critica di Cate verso i genitori che pure si amano e la amano, e la negatività che vorrebbe gettare sul fratellino in modo che pure lui si corazzi contro il mondo. Solo che la corazza di Cate non la protegge davvero (e quante pippe mentali che si fa sta ragazza) e le fa perdere tutte le cose belle che invece potrebbe avere. Fortuna che tutti dicono quanto sia intelligente!
Profile Image for Terra.
1,232 reviews10 followers
July 19, 2025
il mio amico matteo, che molto tempo fa mi fece leggere il racconto da cui si è sviluppata la storia di cate, con la sua opera prima ha raccolto una messe di allori stupefacente. capisco perché: quando si apre questo libro, è difficile metterlo giù. dato che molte cose mi sono piaciute - la descrizione dei personaggi, certe rivelazioni inaspettate, lo stream of consciuosness di cate per dirne qualcuna - dirò cosa mi è piaciuto meno. prima di tutto, a mio parere, c'è un certo abuso di metafore e di paragoni inusuali. senza dubbio la fantasia è una dote e non seguire strade percorse da troppi pure, ma io avrei preferito averne qualche dimostrazione in meno. la seconda cosa che mi ha lasciata perplessa è il dénouement enormemente, felicemente, convintamente (?) ottimista. sarebbe bello, ecco, però - eh.
detto questo, applaudo al successo di matteo e me ne congratulo.
Profile Image for Maria Beltrami.
Author 52 books73 followers
March 19, 2016
Sarebbero 3 stelline e mezzo, ma siccome anobii non ama le mezze misure, e 4 sarebbe eccessivo...
Dunque, la storia è carina e commovente, Cate è una ragazza obesa che fa parte di una famiglia di obesi, e che si è costruita una corazza per proteggersi dal mondo, una corazza così stretta, con un paraocchi talmente chiuso, da non vedere proprio nulla se non se stessa.
Tutto giusto è tutto vero, noi ragazze sovrappeso abbiamo conosciuto molto dei tormenti di Cate, se non che il libro è in bianco e nero.
Troppo nero prima, troppo bianco dopo, e questo genera, in noi ragazze sovrappeso che nel frattempo siamo diventate donne in sovrappeso (e che benediciamo la nostra ciccetta che ci protegge dai segni del tempo) un senso di irrealtà.
Profile Image for eleonora -.
189 reviews56 followers
June 30, 2013
Caterina è una ragazza.
Caterina è un'obesa.
Caterina è intelligente.
Caterina ha una famiglia che adora.
Caterina ha delle amiche.
Caterina si è dimenticata di essere tante cose e, per sé stessa, è solamente obesa.
Caterina esce di casa e non è più Caterina, è un'obesa che non aspetta altro che gli insulti degli altri, anche quando questi non arrivano, si sente addosso gli sguardi che giudicano anche quando nessuno la sta guardando.

Se per Caterina l'etichetta è quella dell'obesità, niente toglie che tutti possiamo averne una, che invece di essere persone a tutto tondo ci siamo ridotti ad essere solamente un aggettivo. E che da quell'aggettivo dobbiamo salvarci.
Profile Image for W.laurence.
14 reviews4 followers
November 16, 2014
Freddo, impersonale, affettato. Un tema he mi è molto caro e che meritava di essere trattato in modo vero, anche crudo, diretto, qua viene annacquato da un'esagerazione di metafore superflue - tutto il libro è così, ottenendo un gran bello sfoggio di associazioni e nessun sentimento. Non ho sentito niente di quello che Caterina dice di sentire. I dialoghi sono pretenziosi e piuttosto ridicoli in bocca a dei diciottenni. L'autore non si è dato abbastanza tempo per spiegare i rapporti tra personaggi (tra cui quello super creepy tra Caterina e la professoressa) per cui appaiono solo illustrati, non vissuti.Davvero un peccato.
Profile Image for Guendalina Ferri.
168 reviews
August 12, 2013
Non conosco bene l'autore ma, a quanto ho capito, non ha vissuto in prima persona esperienze come quella di Caterina. E leggendo il libro si capisce. E' tutto troppo limpido, in certi punti, e troppo stereotipato in altri. Come se il Cellini, qua, avesse letto tutto, ma proprio tutto, sull'argomento obesità, avesse perfino guardato i programmi di RealTime sulle diete drastiche, e poi si fosse messo a scrivere buttandoci dentro tutto, luoghi comuni ed esagerazioni comprese. Se si scrive su argomenti così delicati si deve sapere di cosa si sta parlando. E a volte studiare non basta. Caro Cellini, una cosa buona c'è ed è lo stile, che non è chissà che ma è comunque fresco e scorrevole.
Profile Image for La Stamberga dei Lettori.
1,620 reviews144 followers
June 14, 2013
Caterina è una ragazza di diciassette anni (quasi diciotto) obesa, ossessionata dal suo aspetto fisico che finisce per diventare uno scudo di protezione tra lei e il resto del mondo. Il mondo, per Caterina, è suddiviso in due categorie: le non-persone (in cui rientrano gli obesi), quasi dei paria che attraggono gli sguardi, a volte accusatori a volte imbarazzati, delle persone (categoria a cui appartengono tutti gli altri fortunati che non hanno problemi di peso).

Continua su
http://www.lastambergadeilettori.com/...
Profile Image for Auntie Pam.
332 reviews40 followers
April 22, 2014
Le famose "seghe mentali" sono da sempre nella mia vita. Per Cate non é neppure la sua ciccia che straborda, é semplicemente il dare troppa importanza all'opinione della gente. Le mie a volte faccio finta che non esistano e le metto da parte, per cercare di rendere felice chi amo. Questo libro parte male, ma la forza finale é per me sorprendente. Ci sono tanti modi per imparare a volersi bene, non importa quale uno scopra o scelga, l'importante é capire la propria unicità e la propria forza. Volersi bene é il primo passo per la felicità.
Profile Image for Michela.
84 reviews1 follower
January 18, 2023
3 e mezzo
Da adolescenti l'aspetto fisico è un vero e proprio cruccio: chi non è mai stato preso in giro per il peso, per i denti storti, per l'altezza o addirittura per i capelli troppo ricci o troppo lisci?
L'essere in sovrappeso è solo un aspetto della vita, uno dei tanti. Ad alcuni capita anche di peggio, magari essere dotati di poca intelligenza, allora sì che molti aspetti della vita sarebbero preclusi e molte porte chiuse irreversibilmente, perché se è vero che il corpo può dimagrire il cervello difficilmente può ingrassare!
Profile Image for Stefania.
243 reviews33 followers
December 28, 2013
Premetto che so esattamente cosa significa essere adolescente e cicciona perchè lo sono stata fino a 15-16 anni, quindi posso asserire con certezza che questo libro è una accozzaglia di "ca..te". Sono solo tante belle frasi scritte bene per poi giungere alla fine cola famoso "... e vissero tutti felici e contenti"!
Profile Image for Francesca.
74 reviews
April 29, 2014
Sinceramente mi aspettavo di più..dramma adolescenziale dove il disagio giovanile dell'età si mescola con l'obesità della protagonista e dei suoi familiari.
l'idea di partenza è' originale (persone e "non persone")ma poi lo sviluppo della storia non mi ha convinto..
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