Charlotte e la piccola Chloe vivono in Nuova Zelanda, dove si sono trasferite dopo che Anna, la madre naturale della prima, è tornata a cercarla dopo averla data in adozione. La loro vita sembra idilliaca e scorre serena ogni giorno, e come potrebbe essere altrimenti nella Bay of Islands, luogo dalla natura incontaminata?
Ma entrambi nascondono dei passati angoscianti da cui hanno cercato di fuggire, cambiando anche i propri nomi. Purtroppo però non sanno che dal passato non si può mai fuggire, perché ce lo portiamo dietro di noi, in noi, perché è parte di quello che siamo.. e così, per una piccola incomprensione, tutto tornerà come prima e il passato tornerà a cercarle chiedendo anzi pretendendo giustizia! Ma la giustizia è sempre la cosa giusta realmente?
Ho iniziato questo libro convinta, dopo il primo centinaio di pagine, che si trattasse di un romance rosa e, visto che non succedeva nulla di che, l’ho messo da parte per dare spazio prima ad altre letture. E mai avrei potuto rendermi conto di aver sbagliato così tanto!!!
In realtà è proprio dopo quelle cento pagine che accade tutto e il libro diventa una cosa completamente diversa!!!
In realtà affronta, con le diverse storie e i vari punti di vista che si intrecciano, tematiche molto delicate ma quantomai attuali, quali la maternità, i traumi, le violenze fisiche e non, il sistema delle adozioni, ma, prima fra tutte, cosa sia realmente giusto fare quando ci si presenti la necessità di difendere qualcuno, e se il sistema legale vigente corrisponda alla risposta che ci diamo.
Le vicende delle due protagoniste riescono a toccare profondamente le corde della nostra psiche e ci spingono a immaginare cosa avremmo fatto noi se fossimo state al loro posto.
Ovviamente alla fine si rivela comunque un romanzo, nel senso che (per non fare spoiler) le vicende prendono la piega attesa, e devo dire che forse è stata la parte che mi ha convinta meno, ma probabilmente questo è possibile dal fatto che si concludano in Inghilterra, mentre se fosse successo in Italia non so se sarebbe stato così possibile.
Ma non è questo comunque a renderlo meno valido, a mio parere.
Charlotte è il personaggio più fastidioso per me, perché per tutto il libro, non tira fuori il carattere ma continua ad essere lamentosa e debole come se certi eventi non li avesse decisi lei, e fa scegliere sempre gli altri per se stessa, ma soprattutto continua a recriminare senza poi decidersi mai a fare qualcosa per poter superare i suoi traumi.
Chloe è adorabile ed è forse anche un po’ romanzata, in quanto, nonostante bambina, per tutto il romanzo resta forte e controllata per entrambi, e il massimo che si conceda è piangere.
Anna ed Anthony sono le figure che mi sono piaciute di più e mi chiedo come abbiano fatto a non stufarsi della tizia!!!😆
Ora però il mio dilemma è: chi e come può aver mai deciso di dare a questo libro un titolo e una copertina che non c’entrino assolutamente nulla?!?🤔