Corrado De Angelis e Roberto Palmieri sono acerrimi rivali di penna. De Angelis, un passato da neurochirurgo, è uno scrittore da premio letterario: i suoi romanzi polizieschi gli hanno procurato fama e fortuna. I libri di Roberto Palmieri, beniamino del pubblico ben prima che autore, vivono di luce riflessa. E vendono di conseguenza. Invitati a partecipare alla trasmissione televisiva Il Duello, i due scrittori si sfidano in diretta, firmando un contratto che li impegna a pubblicare il prossimo romanzo lo stesso giorno, così da misurare in tempo reale il successo dell'uno e dell'altro. Ma dopo il programma, dove nulla va come previsto, Corrado De Angelis scompare. Il mistero si infittisce quando una serie di rapimenti sembra ricalcare alla lettera i crimini narrati proprio nei thriller di De Angelis...
Tre cose non puoi perdere di questo libro: - l’alter ego criminale dell’autrice, universale e tragicamente vicina al caos primordiale che abita in ognuno di noi, - la metanarrativa, un racconto che racconta un altro racconto e parla di come si scrive un racconto, delle emozioni che genera la scrittura in sè. Perché leggere ti fa imparare a parlare, ma scrivere ti fa imparare a pensare, - Zora, non serve neanche spiegare perché.
Non è passato molto da quando avevo scritto qui de "L'ultimo Ospite". Ebbene, ecco qua un thriller che si, è un libro che sta perfettamente in piedi da solo, ma è anche un succoso prequel, per chi vuol scoprire quegli aspetti fumosi, quel passato misterioso di Flavio, il notaio belloccio e soprattutto della sua assistente sgraziata ma brillante, Letizia "Medina".
Qui Letizia è l'assistente di un famoso scrittore, mentre Flavio servirà per sancire un contratto con un altro scrittore, suo rivale. Corrado De Angelis è un medico, paladino della letteratura seria, scrive thriller di successo e si contrappone a Roberto Palmieri, ex comico, che vende libri solo sull'onda della sua fama e delle sue battute.
L'editoria si fa spettacolo e i due partecipano ad una trasmissione televisiva durante il quale firmeranno il contratto che li impegnerà a far uscire i loro nuovi libri lo stesso giorno, e che vinca, anzi, VENDA il migliore. Ma qualcosa va storto. Quella sera Palmieri si presenta stravolto e finisce per aggredire De Angelis, niente di grave, se non fosse che quella notte quest'ultimo sparisce nel nulla.
Una storia intricata e precisamente architettata, in cui l'immaginazione si sovrappone alla realtà, qualcuno vive nei libri e qualcuno vuole rendere realtà la fantasia. Qui la lettura e la scrittura hanno il potere di dannare ma anche di salvare. Niente, alla fine, si rivela quello che sembra, tutti hanno i loro lati oscuri, la verità è ben nascosta ma le maschere e i castelli cadranno uno dopo l'altro.
I libri di Paola Barbato hanno un unico difetto… finiscono subito pur essendo di oltre 400 pagine.. il perché? Perché si leggono febbrilmente, fino all’ultima riga, all’ultima parola. Questo romanzo della Barbato parla di scrittura, di scrittori e di lettori, e l’ho amato particolarmente perché può considerarsi un prequel di “L’ultimo ospite”.
“Uno scrittore non è nessuno. Le sue parole sono più grandi di lui, si fissano nella memoria a oscurarne il nome, la faccia, tutto. Ha due soli modi per essere più famoso di ciò che crea: scrivere e poi morire in maniera eclatante oppure vivere in maniera eclatante e poi scrivere. Solo qualche volta si prospetta una terza via. È il salto del fosso, una metamorfosi estrema. La trasformazione da autore in personaggio.”
Paola Barbato non delude mai, ma rafforza sempre più il suo stile personale di scrittura.
Non vorrei sbagliarmi ma questo romanzo è uscito la prima volta per il mercato francese, nei sette anni di pausa tra Il Filo Rosso (2010) e Non ti faccio niente (2017) ed è qui riproposto in versione economica. E meno male: è una storia, questa, che per livello di intensità e coinvolgimento raggiunge i livelli di Mani nude, o della trilogia di Zoo.
La storia è perfettamente orchestrata, i personaggi meravigliosi nella loro credibile umanità. Spero che vengano scritti altri libri di questa "serie", perché già sento la mancanza di Medina, Flavio e Zora!
Questo libro racconta il primo incontro fra Letizia Migliavacca e Flavio Aragona, che poi diventeranno i protagonisti del thriller "L'ultimo ospite" della stessa autrice. Pubblicato inizialmente sulla piattaforma Wattpad, a grandissima richiesta ne è stata fatta anche la versione sia cartacea che digitale. Quasi introvabile "Bon a tuer", che ne è la versione in lingua francese. Ancora una volta Paola Barbato si rivela una garanzia.
“Vede, non sono io che decido. Quando scrivere, intendo. lo ho questa cosa dentro, questo "dono", devo chiamarlo così per onestà. Che è una cosa feroce, come avere le convulsioni ed essere coscienti. Mi attacca e io devo cercare di neutralizzarlo in qualche modo. Allora, il più delle volte, scrivo quello che vedo. Non è proprio che lo veda, eppure sì, lo vedo. E in quei casi, quando scrivo, il dolore è gestibile, come venire operati senza anestesia, ma almeno dopo ti hanno levato il male. Invece le altre volte arriva e ti divora e tu non puoi far altro che stare lì come Prometeo, e… come posso spiegarle…?”
I personaggi della Barbato, torbidi e disturbati, si amano e si odiano, nella maggior parte dei casi si odiano… perché è Paola stessa a renderli detestabili!!!
“Ciò che ha letto nei romanzi è tutto vero, attingo alla realtà ogni giorno e la filtro attraverso la mia mente, ma non si tratta di un mondo irraggiungibile. Il suo tentativo di portare alla realtà i personaggi dei miei romanzi è inutile, essi vivono già tra di noi, sono solo più prosaici, umani, imperfetti, come lei e me.“
I due scrittori rivali De Angelis e Palmieri sono assolutamente agli opposti come modo di fare, di scrivere, di vivere. Lo scontro in diretta, che doveva essere un incentivo al raffronto, non va come previsto e dopo De Angelis scompare. Entrano in scena così altri personaggi incredibili come Medina con la sua rabbia ed i suoi segreti, il notaio Aragona tutto d'un pezzo e ligio al dovere, l'ispettore Dionisi uomo intelligente che non vuole balzare agli onori della cronaca. La vicenda si fa via via più misteriosa, contorta, svela bugie, invidie e cattiverie. Viene portata alla luce la natura spesso avida e gretta dell'essere umano, ma anche la solitudine, la mancanza di punti di riferimento che può portare alla follia, all alerdita di sé stessi e del mondo che ci circonda. La scrittura è fatta di brevi capitoli e dà voce ai diversi protagonisti e alla loro prospettiva della storia. Paola Barbato è una scrittrice che riesce sempre a sorprendermi, e non è facile, la trovo davvero imperdibile, per la sua straordinaria capacità di rendere i suoi personaggi unici, inimitabili con uno stile diretto e spregiudicato che ti arriva dritto in testa. "Uno scrittore ha due soli modi per essere più famoso di ciò che crea:scrivere e poi morire in maniera eclatante oppure vivere in maniera eclatante e poi scrivere. Oppure una metamorfosi estrema da autore a personaggio".
3.75 Ho dovuto riprendere in mano due volte il romanzo prima di finirlo, e solo la fiducia in Paola Barbato mi ha indotto a dargli una seconda possibilità. La prima parte continua a essere faticosa, anche per la sgradevolezza della protagonista, ma nella seconda si riprende, anche se non è decisamente il mio preferito.
Questa è la storia di come a volte la passione di un fan si trasforma in una mania altamente pericolosa. E' la storia di due autori rivali, ma forse non così tanto, che cercano di conquistare la vetta attraverso apparizioni e "duelli" in tv. E' anche la storia di come Medina e Flavio si sono conosciuti.
Nella sua maniacale stranezza ho amato Letizia e ovviamente anche la sua Zora (anche io avevo un cane di nome Zora!). Non posso dirvi troppo sul libro per non incorrere in spoiler, posso dirvi che è pieno di colpi di scena. Mai noioso, anzi incalzante. In questo libro ho ritrovato la Barbato che avevo perso un po' in L'ultimo ospite, in cui ritroviamo Flavio e Medina. Paola Barbato è riuscita a farmi entrare in empatia con ogni singolo personaggio che gira attorno a tutta la vicenda e non è poco. E' stata una lettura che mi ha totalmente conquistata. Quindi se siete amanti dei thriller non potete perdervi assolutamente questo libro!
Prequel de L’ultimo ospite, dove si scopre come Flavio incontra Letizia e che nessuno dei due affascina come nel libro successivo. La trama interessante, anche se un po’ contorta, cattura fino all’ultima pagina.
Trama da Amazon: Corrado De Angelis e Roberto Palmieri sono acerrimi rivali di penna. De Angelis, un passato da neurochirurgo, è uno scrittore da premio letterario: i suoi romanzi polizieschi gli hanno procurato fama e fortuna. I libri di Roberto Palmieri, beniamino del pubblico ben prima che autore, vivono di luce riflessa. E vendono di conseguenza. Invitati a partecipare alla trasmissione televisiva Il Duello, i due scrittori si sfidano in diretta, firmando un contratto che li impegna a pubblicare il prossimo romanzo lo stesso giorno, così da misurare in tempo reale il successo dell'uno e dell'altro. Ma dopo il programma, dove nulla va come previsto, Corrado De Angelis scompare. Il mistero si infittisce quando una serie di rapimenti sembra ricalcare alla lettera i crimini narrati proprio nei thriller di De Angelis ...
La Barbato riesce sempre ad incantarmi, anche se ho letto “Scripta manent” dopo “l’ultimo Ospite”, anche se ho conosciuto Letizia e Flavio dopo il loro primo incontro, dopo i fatti che li hanno avvicinati e resi, in un certo modo, indispensabili l’uno all’altra. Qui Flavio è il notaio che si trova coinvolto in una questione tra scrittori: deve avvalorare un accordo tra De Angelis e Palmieri. Ma qualcosa lo spinge a non firmare: la tensione tra i due, una nota stonata appena percepita, una senzazione che gli fa prendere tempo. E da lì ha inizio una catena di eventi che lo porta a conoscere Letizia Migliavacca, assistente di De Angelis e gohstwriter e a trovarsi in situazioni che mettono in discussione ogni sua certezza. Qui, in Scripta manent, l’autrice raggiunge vette altissime: si parla di libri, di letteratura, di mostri, della fatica del creare, del talento che è dono e condanna insieme. Si parla dell’ingiustizia, della cattiveria, di una serie di circostanze sbagliate, di come le parole – una o più- possono sanare o distruggere una vita. Di effetti domino che non si riescono a fermare, valanghe, tsunami innescati senza saperlo, senza volerlo e senza possibilità di fermare la macchina che si è messa in moto. Si entra nel mondo di Letizia-Medina e se da una parte si vorrebbe scappare a gambe levate, dall’altra non si può non restarne affascinati. Letizia è l’incarnazione del senso di colpa: si sente in colpa per ogni cosa, anche solo per il fatto di essere nata, di occupare uno spazio che -chissà- sarebbe toccato ad un altro; per questo si mette al fianco uno come Dodo e gli permette le peggio cose, per questo tormenta a sua volta una persona che non si merita di occupare il posto che occupa dato che è un impostore. E credo che Medina la nascosta, la gorgone, la furia dalla fantasia sfrenata, la dea, la fonte di oscurità, intelligenza, genialità a cui attingere, sia fondamentale a dare maggior senso e spessore a Letizia e a dare più spessore alla storia stessa. Medina è la parte che Flavio e Dionisi ( che cura l’indagine per la scomparsa di De Angelis e i successivi rapimenti) percepiscono, ma che non vogliono vedere. Ne hanno paura e, secondo me, non solo perché è la parte buia di una dei protagonisti, una parte che fa ribrezzo, ma anche perché è la parte oscura di ognuno di loro. Quella parte che resta sepolta, che pensiamo di non avere, ma che c’è. Più o meno grande, più o meno forte. A seconda di quanto i capricci del caso l’abbiano pungolata. Pronta sempre a uscire, pregando che non esca mai. E se dovesse uscire, trovare un modo per gestirla: per Letizia è scrivere, è stalkerare , è Flavio. Non in senso romantico ( e chi bazzica la Barbato sa che il romanticismo non è di casa, lo è l’amore e vi sfido a coglierlo), ma nel modo indispensabile dell’ancora e della barca. E per Flavio sarà lo stesso: da uomo il cui mondo è andato in pezzi, il cui candore si è macchiato e i cui bianchi e neri si sono mescolati in un grigio malsano trova in Letizia un appiglio, un porto dove può approdare e sentirsi capito. E poi, anche lui, sempre così integerrimo sente il senso di colpa e nel prendersi cura di quella donna, così piena di fisse e paure, un modo per espiare. È giusto? è sbagliato? È sano? Io so solo che funziona. Alla grandissima. Perché sono rimasta incollata alle pagine per capire moventi, motivazioni, per comprendere soprattutto il rapitore e Letizia. Ho adorato il fatto di leggere un libro nel libro- i capitoli iniziano con brani tratti da “Il peso della morte” di De Angelis- e di conoscer Allen Guazzi che diventa un protagonista parallelo. Ho amato, più che negli altri romanzi, lo stile e le riflessioni di Paola Barbato. E il finale, come per “la cattiva strada” è di quelli che fanno tenere il fiato sospeso e dire “e…!?”. Mi fermo qui, perché potrei scrivere a caldo per ancora tanto, tanto tempo ( del prologo perfetto, della simmetria delle storie, dei meccanismi perfetti, ecc…) e non voglio annoiarvi o spoilerare…per cui chiudo questa strana recensione. il mio voto è senza dubbio 5 stelle! Amanti dei thriller fatevi sotto! Buone letture e alla prossima!
Secondo libro che leggo di Paola Barbato e anche questo con molta soddisfazione. La scelta dell'ambientazione credo sia stata rischiosa perchè uno scrittore che rimesta nel proprio mondo può essere sempre o troppo buonista o autoreferenziale. In questo caso ho trovato un'analisi impietosa dei meccanismi legati al marketing editoriale. La storia può sembrare semplice, un misterioso personaggio si ispira ai romanzi di un noto medico prestato alla penna per poter raffigurare nella realtà i personaggi dei suoi libri. Ovviamente tutto si complica perchè nulla è ciò che appare e allora anche le parti si invertono tra vittima e carnefice. Ho trovato questo romanzo particolare e interessante perchè, pur essendoci un investigatore preparato e in grado di risolvere il caso, alla fine è il caso che si è in qualche modo risolto da solo, o meglio i personaggi dei libri diventano reali e si svelano le verità relative ai segreti tenuti nascosti dalle malefiche case editrici. Oltre all’ispettore Dionisi il ruolo della protagonista è sicuramente Letizia Migliavacca, anche nel nome l’antieroina per eccellenza. Nel corso del racconto avrà un evoluzione notevole e soprattutto passerà da un ruolo fantasma a prendersi lo spazio da protagonista. Un’ evoluzione positive, forse, c’è anche per Roberto Palmieri, l’antagonista di Corrado De Angelis. L’altro autore che, partito da perfetto cazzaro (si può dire cazzaro?, penso renda bene l’idea) si svela come personaggio molto più profondo e sfaccettato dell’atteso. In realtà ci sono tanti personaggi che, pur avendo piccole parti, sono descritti e caratterizzati in modo notevole. Dall’anatomopatologa che mostra chiaramente la difficoltà di vivere nel suo ruolo all’interno delle camera mortuarie per troppo tempo. Anche il notaio con senso civico e morale che ha forse incasinato di più la storia, ovviamente si chiama Aragona, come il poliziotto dei bastardi ma sembrano molto diversi. Forse è quello che mi è piaciuto di più e di cui in realtà vorrei sentire ancora parlare. La sensibilità del notaio è qualcosa che non ti aspetti. Invece la chiusura del romanzo, wow, che bella spinta. Chissà se è per farci rimanere con il pathos o se effettivamente ci potrà essere un’evoluzione con il seguito…io sarei proprio curiosa… Consigliato e sicuramente leggero altro di questa autrice.
Due stelle e mezzo Corrado DeAngelis e Roberto Palmieri sono entrambi scrittori, ma non potrebbero essere più diversi: il primo, ex chirurgo, ha fama di essere estremamente rigoroso nei suoi scritti e pubblica gialli con protagonista un tecnico di obitorio sordomuto; il secondo, ex comico, scrive libri “leggeri” ed è adorato dal lettore meno sofisticato. I media li mettono sempre in contrapposizione e fomentano la rivalità tra loro. Né l’uno né l’altro sanno, però, che la loro vita presto prenderà una deriva drammatica… Niente da fare. Dopo la brutta esperienza con Non ti faccio niente ho voluto fare un altro tentativo con Paola Barbato, perché in ogni dove leggo meraviglie su di lei, ma purtroppo anche questa volta la lettura si è rivelata un fallimento. La trama era intrigante, e per questo motivo ho scelto proprio Scripta manent, ma purtroppo ho avuto la conferma che per me lo stile della Barbato è come la kriptonite per Superman. Quando la leggo mi sembra di camminare contro un vento fortissimo, mi sento rallentata quasi fisicamente, invischiata nella storia ma non in senso positivo, bensì come un insetto rimasto intrappolato nella carta moschicida. Sicuramente è un mio limite, ma a me fa questo effetto, trovo la sua scrittura estremamente “difficile da digerire”. Inoltre, come già era accaduto con Non ti faccio niente, non sono riuscita a empatizzare con quasi nessuno dei personaggi: un pochino ho apprezzato Roberto Palmieri, ma soltanto verso la fine, e infatti questo ha fatto sì che l’ultimo quarto del libro scorresse finalmente più veloce. Per il resto, questo romanzo è una profusione di psicopatici, quando in un thriller ben congegnato ne basta uno soltanto. Alcune vicende poi le ho trovate poco sensate, senza un rapporto ben chiaro di causa-effetto, e, fino a oltre la metà, a mio avviso la storia generale fatica a decollare. Ho letto che questo libro è il prequel di un altro, che alcuni personaggi li ritroveremo, ma non credo che proseguirò l’esperienza: io e Paola Barbato semplicemente non siamo fatte l’una per l’altra.
Scripta Manenti - Paola Barbato Alta tensione e suspense in questo romanzo di Paola. Un libro con personaggi caratteristici e parecchi colpi di scena. Consigliato
Trama: Corrado De Angelis e Roberto Palmieri sono acerrimi rivali di penna. De Angelis, un passato da neurochirurgo, è uno scrittore da premio letterario: i suoi romanzi polizieschi gli hanno procurato fama e fortuna. I libri di Roberto Palmieri, beniamino del pubblico ben prima che autore, vivono di luce riflessa. E vendono di conseguenza. Invitati a partecipare alla trasmissione televisiva Il Duello, i due scrittori si sfidano in diretta, firmando un contratto che li impegna a pubblicare il prossimo romanzo lo stesso giorno, così da misurare in tempo reale il successo dell'uno e dell'altro. Ma dopo il programma, dove nulla va come previsto, Corrado De Angelis scompare. Il mistero si infittisce quando una serie di rapimenti sembra ricalcare alla lettera i crimini narrati proprio nei thriller di De Angelis
Avevo già letto e mi era piaciuto l'ultimo ospite , questo è il prequel, per cui mi ha catturato fin da subito. Lo consiglio perché a mio parere è un buon giallo, capace di tenere con il fiato sospeso. Interessanti le pagine che trattano del rapporto quasi malato tra uno scrittore e la propria vena creativa con la fantasia che galoppa e ti scarica midalla realtà.Penso che leggerò altri libri di questa autrice
Il libro è molto bello. La Barbato indubbiamente scrive bene e sa fare il suo mestiere. L’ intreccio è degno dei migliori giallisti e il tutto è “collocato” nel mondo moderno dell’editoria e dei social in modo molto credibile. La trama pure è complessa e ispirata a trend già noti (legando gli assassini ai personaggi di un libro come nelle migliori serie televisive americane alla Criminal Minds) ma risulta abbastanza accattivante.
Immaginazione e fantasia sono protagonisti di questo giallo. Con un po’ di logica degli eventi devo dire che non me lo aspettavo proprio! Il bene e il male sono definiti in modi non tradizionali, lasciando al lettore un po’ di spazio di interpretazione. Io lo consiglio se volete farvi prendere da un intrigante storia fuori dagli schemi.
Una meravigliosa scoperta la Barbato. Un thriller psicologico costruito benissimo e capace di mantenere alta la tensione per la complessità dei personaggi. Assurde le descrizioni e i colpi di scena. Per colpa sua ho passato una notte intera a leggere per andare avanti…bello bellissimo!
Tre stelline perchè non è noioso, ma la trama non mi ha presa, mi sembra che salti dei passaggi (il crollo di Aragona, ad esempio, ma anche la storia del fidanzato).
#scriptamanent di Paola Barbato @ochubadora in qualche modo è il prequel di #lultimoospite almeno per quanto riguarda i due protagonisti: Letizia e Flavio. Ma questo thriller psicologico è tutta un'altra storia, molto complessa in un crescendo di intrighi, tra la fiction e la realtà. Solo un aspetto mi ha lasciata interdetta: la prolissità delle parti centrali sono lente e risultano difficili da seguire, un po’ noiose in effetti. “Scripta Manent” è molto più che un thriller. È un libro dentro al libro, i suoi personaggi sono complessi, nessuno è mai totalmente buono o totalmente cattivo. Le sfumature che la Barbato dona ai suoi protagonisti sono così articolate da far cambiare idea al lettore durante la lettura. “Scripta Manent” è bellissimo, da leggere anche se non si ha ancora letto “L’ultimo ospite”… fidatevi che tanto, se non l’avete ancora fatto, dopo aver finito questo libro vi butterete su quello, ne vorrete ancora e ancora… perché per quanto faccia paura, per quanto si cerchi di distogliere lo sguardo, l’animo umano ha un fascino perverso difficile da ignorare, specie se viene analizzato e scandagliato così bene.
Non si può dire che anche questo thriller di Paola Barbato non sia pieno di scarti di manovra, di momenti sospesi, di domande senza risposta. Non si può dire che non si faccia leggere d’un fiato, senza necessità di pause. Eppure. Inizia al rallentatore, inserisce velocità da metà in poi. Meno magnifico dei libri precedenti. Forse Paola era distratta da altro, intanto che scriveva questo.
Due famosi scrittori vengono invitati a partecipare ad un duello televisivo in cui, armati di parole e penne, dovranno convincere i lettori su chi sia il più bravo. Peccato che uno dei due dia fuori di matto, convinto di essere perseguitato da una stalker. Peccato che l'altro sparisca nel nulla finita la trasmissione. Chi è l'assassino? Chi è la vittima? Siamo sicuri che i due casi siano slegati tra loro?
Se avete, come me, già letto "L'ultimo Ospite", sappiate che questo potrebbe essere quasi un prequel dello stesso, anche se in verità è un libro che sta perfettamente in piedi da solo. In questo romanzo infatti ritroviamo Flavio, il notaio belloccio, Letizia, la sua assistente sgraziata ma brillante, e soprattutto Zora! E questa è una cosa molto carina, ovvero inserire gli stessi personaggi in più libri ma senza che questi libri/storie siano collegate tra loro. Ed è una caratteristica che l'autrice ha spiegato più volte nelle sue presentazioni: a lei piace prendere personaggi dei suoi romanzi un po' sottotono, o che secondo lei non hanno avuto il giusto interesse, e riproporli in altre vesti, in altri ambiti, facendoli crescere e maturare. Ed è una cosa che notano i più appassionati lettori e seguaci!
Visto che ho letto quasi tutti i romanzi della Barbato mi sembra arrivato il momento di recensirli. Oggi vi parlo di Scripta Manent un libro dentro al libro. Una storia di scrittori e personaggi che prendono vita.