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La Ville Rouge

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Le 27 février 1958, via Osoppo à Milan, des malfaiteurs dévalisent les fourgons de la Banque d'Italie. Parmi les témoins, deux jeunes garçons : Antonio, 13 ans, décide qu'il entrera dans la police ; Roberto, 8 ans, choisit de devenir gangster. Dès lors, leur destin est tout tracé et leur confrontation... inévitable.

De braquages en arrestations, de planques de luxe en salles d'interrogatoire, Antonio et Roberto s'élèvent peu à peu dans la hiérarchie de la police et de la pègre et se livrent une guerre sans merci dans une ville à feu et à sang, secouée par les crimes mafieux, les manifestations politiques, les révoltes étudiantes, les attentats terroristes...

À travers cette course-poursuite infernale, au coeur du Milan des années de plomb, Paolo Roversi dresse une formidable épopée criminelle à l'italienne dans la lignée de Romanzo criminelle.

429 pages, Paperback

First published March 2, 2011

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About the author

Paolo Roversi

102 books97 followers
Paolo Roversi è nato il 29 marzo 1975 a Suzzara (Mantova).
Scrittore, giornalista, sceneggiatore e podcaster, vive a Milano.
Collabora con quotidiani e riviste ed è autore di soggetti per il cinema e per serie televisive, spettacoli teatrali e cortometraggi.
Ha scritto undici romanzi e i suoi libri sono tradotti in Francia, Spagna, Germania, Polonia, Serbia, Repubblica Ceca, Repubblica Slovacchia e Stati Uniti.
Ha vinto diversi premi letterari tra cui il Premio Selezione Bancarella 2015 col romanzo Solo il tempo di morire (Marsilio)
È fondatore e direttore del NebbiaGialla Suzzara Noir Festival e del portale MilanoNera.
Il suo sito è www.paoloroversi.me
Twitter e Instagram: @paoloroversi

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Displaying 1 - 14 of 14 reviews
Profile Image for stefano.
188 reviews160 followers
November 14, 2019
Peccato.
Avete presente quando a scuola professoresse dignitose sostenevano che sì, eravate bravini, ma potevate fare molto di più? È tanto intelligente, dicevano ai colloqui, ma però non si applica. Ecco, col Nostro capita giusto il contrario. Si applica, nessuno lo nega, ma gli manca il quid. Cioè, se devo essere sincero, ho visto anche una foto del Nostro con il sigaro in mano, e di solito quelli che fumano il sigaro hanno pure il quid, ma io non l'ho notato. Il quid, dico, ché il sigaro era bello grosso. Io sono anche uno di poche pretese: datemi due righe di criminalità e sono felice. Per dire, tutti quei volumi della Newton che raccontano gialli italiani, risolti e irrisolti, crimini, nefandezze varie, vallanzaschi, banditi, rapine, mesina e o'animale, ecco, io quei libri me li sono trangugiati tutti, senza perdonare nemmeno una frase.

Questo qua invece ho fatto una fatica tremenda, tanto da aver pensato più e più volte di mollarlo a un quarto, a metà, a tre quarti. L'ho finito come il tizio che beveva Jägermeister, senza sapere il perché. Infatti potete prendere il libro, aprirlo a caso, leggere otto pagine e richiuderlo. Oppure leggere solo le prime otto. Oppure le ultime trentadue. Cambia niente. Ma veniamo al dunque, che a criticare sono buoni tutti. Il Nostro prende la storia della criminalità a Milano (e si vede che l'ha studiata, per quello dico che si applica) e la racconta sotto forma di romanzo. Insomma, romanzo: cambia i nomi dei protagonisti, lasciando intatte le iniziali, e racconta ciò che ha letto nei libri della Newton che menzionavo prima. Oppure nei giornali dell'epoca. Un'ottima narrazione, non c'è dubbio, ma tanto vale leggersi i succitati volumi della Newton. Perché da un romanzo ci si aspetta qualcosa di più. Anzi, molto di più. Io, almeno, vorrei personaggi, trame, intrecci, arzigoli, sviluppi e financo colpi di scena (questi ultimi non troppi: non siamo mica fan di Hap e Leonard. Macché). Il Nostro invece non fa nulla di tutto ciò. Personaggi che ricordano la profondità d'animo dei protagonisti della telenovela piemontese. La trama inesistente: solo un susseguirsi di fatti. Intrecci figuriamoci: oggi il cattivo vuole fare una rapina, la fa e torna a casa; il commissario scopre che c'è stata una rapina, indaga e arresta il cattivo. Ora, caro Nostro, non è che su ogni roba che descrivi devi farci un pippone alla Philip Roth, però pure divagare un po' non ti farebbe male: due intreccini psicologici, un'analisi delle motivazioni, inventati pure che quello è cattivo perché da piccolo il patrigno lo picchiava tanto, ma raccontami qualcosa! Altrimenti torno a leggere i miei carissimi volumi della Newton.

E insomma, la storia va avanti così, con il Nostro che dentro ci infila tutto, qualcosa pure a forza. Da via Osoppo a Piazza Fontana, dal sessanttotto all'allunaggio, da Lutring a Vallanzasca, passando per Pinelli e il delitto della Cattolica. C'è tutto. Scritto, a mio insindacabile giudizio, in una lingua sciatta da liceale che fa bene il compitino. Neanche un verbo fuori posto, sia chiaro, ma tanta tanta tanta banalità. Tanta. Un piatto di pasta che è sempre fumante, la notte che è sempre lunga, gli pneumatici che stridono di continuo. I dialoghi impossibili. Io mi sono segnato questo, perché a tutto ci dovrebbe essere un limite:

Il professore di lettere – barba di due giorni, capelli riccioli e arruffati, petto nudo – ha appena fatto del suo meglio.
«Due cose hanno occupato persistentemente il mio pensiero: il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me.»
La citazione kantiana era servita ad aprire le danze, a disfare il letto e bagnare le lenzuola mentre l’uomo nel piccolo riquadro grigio compiva l’impresa. Il professore è bravo con le parole.


Lasciamo perdere il professore di lettere con la barba di due giorni e i capelli riccioli, ma secondo voi uno quando mai tromba, non dico citando Kant che forse ancora ancora, ma utilizzando il vocabolo persistentemente? Forse mi sarà capitato di scriverlo, una o due volte, ma di certo non l'ho mai pronunciato. Domani ci provo: in ufficio cito persistentemene Kant, non ho il ricciolo, ma magari un bacino sulla guancia lo acchiappo.

A proposito della lingua, il Nostro infila qua e là parole della malavita milanese degli anni che furono. È tutta una zanza, una dura, una rapa, una manco mi ricordo più. A giocare con il gergo, con il dialetto, con il miscuglio delle lingue si può diventare scrittori magnifici, e invece qua si respira aria di Nicole Minetti e del suo ti briffo un po'.

Ultima cosa. Due napoletani compaiono nella storia e indovinate un po': entrambi sono napoletani veraci. Ma ora, mi chiedo io, esisterà in terra o in cielo un posto, per dirla col Poeta, in cui un napoletano non sia verace? Tutti i napoletani sono veraci? E perché solo i napoletani? Esisterà un aostano verace? Quasi quasi mi viene il dubbio che napoletano e verace siano sinonimi. Ma poi, da cosa si riconosce un napoletano verace? Si presenta con pizza e mandolino? In quanto sardo sono un po' dispiaciuto che il Nostro non abbia inserito un sardo testardo. E perché no, un romano caciarone? Non dico poi di toccare le sublimi vette del genovese taccagno, ma almeno un africano con la musica nel sangue io l'avrei fatto comparire.

Non è vero, non era l'ultima cosa. L'ultima è questa: si narra di Luciano Lutring, si dice che ha madre milanese e padre ungherese e gli si affibbia il nome romanzato di Leandro Lampis. Lampis. Ungherese. Lampis. Ungherese. Magari ha preso il cognome della madre, però. Lampis. Milanese. Lampis. Milanese.

Io però l'ho letto troppo di fretta perché volevo vedere dove andava a parare. Quindi non fidatevi di questa recensione, andate in libreria e comprate il libro.
Profile Image for Maria Beltrami.
Author 52 books73 followers
April 19, 2016
Anni della nostra vita, anni che da un certo punto in poi ricordo bene, anni in cui lo stato mostrava di non aver mai smesso di essere fascista, e poi la perdita dell'innocenza delle bombe, le strategie di controllo che hanno portato alle ignobili stragi di stato, la malavita, soprattutto quella milanese di quei tempi, più allegra e vicina alla gente della trista cupezza di quella di oggi che si richiama a mafia e camorra e ai loro riti medievali, il gergo e il dialetto.
E i sentimenti di chi si trova da una parte e dall'altra della barricata, l'evoluzione e la disillusione.
Un romanzo apparentemente semplice (un altro di quei libri noir, direbbe qualcuno), eppure uno di quei libri che superano la veste romanzesca per diventare tracce di memoria.
Profile Image for SamWho .
7 reviews
June 27, 2021
Storia interessante ma portata avanti in un modo discutibile.
In primis, credo che l'autore abbia inserito la vicenda dell'omicidio solamente per allungare il romanzo visto che, a mio parere, non ha portato a sviluppi significativi nella storia o nei personaggi, come questo anche molti altri eventi presenti come l'omicidio di Martinez .
In secundis, ho trovato i personaggi sovrabbondanti, caratterizzati superficialmente, di Angie, ad esempio, sappiamo ben poco oltre all'orientamento sessuale, anche i vari membri della banda sono a malapena abbozzati oltre all'infinità di personaggi secondari, secondo me sarebbe stato meglio seguire la filosofia del "pochi ma buoni".
In tertiis, non so se ció nasca da una scelta stilistica, ho riscontrato una certa difficoltà nel seguire il continuo cambio di punti di vista.
In quartis, i personaggi sono poco credibili, comprendo il talento di Vandelli ma lo trovo assurdo come personaggio, diciott'anni ed è un capo malavitoso.
Nonostante ciò il romanzo è abbastanza gradevole e ho trovato intrigante la storia in generale, dipinto di una città con le sue contraddizioni, il pauperismo e la ricchezza della popolazione sono elementi di forte contrasto, in una città dove i crimini sono all'ordine del giorno, i fatti si svolgono sotto lo sguardo vigile della Madonnina
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Celeste.
454 reviews14 followers
May 4, 2018
La ville rouge se concentre sur la ville de Milan et ses criminelles. Tous démarre avec le braquage de la via Osoppo. A partir de là, on suit le destin de deux homme : Antonio et Roberto qui on choisit des chemins bien différent mais qui ne cessent pourtant de se retrouver.

Je pense qu'il faut avoir quelques connaissances sur l'histoire de l'Italie. De plus j'ai parfois été un peu perdu entre les différents personnages et bandes de malfrat.

Les événements décrient dans le livres sont assez impressionnants et on a du mal à se dire qu'à une époque ces braquages étaient le quotidiens de milliers d'italiens. A la lecture on aurait presque l'impression qu'il s'agit d'un travail comme un autre plutôt que d'un délit. Ici, on voit que l'ambiance est très différente des braquages actuels où règne la violence physique et morale. Clairement il y a une montée en puissance de cette violence (notamment avec la révolte des étudiants et des ouvriers).

La fin m'a également fait un drôle d'effet. Elle est assez ouverte et laisse présager une suite (inexistante à ce jour). J'ai clairement un goût d'inachevé, le manque d'une "morale" ou d'une conclusion aux histoires d'Antonio et Roberto.
Profile Image for Nonethousand Oberrhein.
733 reviews32 followers
December 24, 2019
Le anime della città
Trent’anni di Storia italiana (milanese) filtrata da un duello tra guardie e ladri dal sapore pulp. Il romanzo parte forte, catturando subito l’attenzione del lettore con uno stile secco ed essenziale immergendolo nel contesto storico sociale del trentennio dagli anni 50 agli anni 80. E’ evidente l’intento di compiacerne la nostalgia, inserendo tutta una serie di fatti di cronaca e di costume caratteristici di quei tempi, come è altrettanto evidente la scelta di astrarsi dalla Storia “vera” usando pseudonimi e caricaturando in maniera manichea le reazioni dei personaggi. Un romanzo divertente e a tratti interessante che talvolta si perde in lungaggini, ma che, tutto sommato, non delude.
Profile Image for Emanuele Gemelli.
676 reviews17 followers
September 16, 2024
Secondo me alcune scelte stilistiche dell’autore sono ampiamente discutibili, rendendo il tutto un po’ così, ancorato alla realtà, ma non troppo sennò chissà cosa succede. Mi riferisco alla scelta di usare fatti specifici come la strage di Piazza Fontana, le proteste studentesche e non usare i nomi veri dei protagonisti anche se potenzialmente interagenti con personaggi di finzione. Perché, per esempio, citare Scerbanenco almeno due volte e mai nominarlo testualmente? Magari Pinelli o Calabresi sarebbero stati più difficili da descriverli, quantunque di fiumi di inchiostro ne sono stati versati. Per carità si fa leggere, però…
Profile Image for Antonio.
42 reviews1 follower
May 10, 2023
Libro interessante, molto bella la storia.... due ragazzini assistono a una spettacolare rapina per le strade di Milano e da quel momento iniziano a definire i propri destini... uno diventera' rapinatore e l'altro diventera' poliziotto...
Il libro si basa su fatti e personaggi realmente esistiti nella Milano degli anni di piombo.
Unica nota: a mio parere la narrazione a volte non e' molto fluida, ma e' come se fossero spezzoni messi assieme.
Profile Image for Angelica Casali.
35 reviews1 follower
July 1, 2024
“Milano è una città dove si vive. E si uccide” gli ripete il commissario. “Questo è tutto quello che devi sapere per diventare un ottimo sbirro.”
(…)
“Dimenticavo, c’è un’altra cosa, la più importante: in Italia nessuno è innocente. Chiarito questo, il resto verrà”
Profile Image for Alessandro Giuliani.
347 reviews2 followers
June 28, 2024
È il racconto della criminalità milanese dalla fine degli anni ‘50, con i nomi dei protagonisti cambiati, ma anche con ricostruzioni spesso molto fedeli dei singoli accadimenti
Letterariamente non proprio un capolavoro, ma senza dubbio una lettura interessante per provare a comprendere come si vivesse in quegli anni, tra rapine ad armi spianate, contestazioni studentesche e scontri con le forze dell’ordine, in un clima molto difficile e violento in cui per la prima volta entra in scena il terrorismo eversivo della destra e di parti deviate dello Stato, con la strage di Piazza Fontana, a dare il via agli anni di piombo
Profile Image for Aronne.
235 reviews2 followers
October 14, 2019
Storie interessante anche se un po' slegata, mi lascia invece molto perplesso il gergo utilizzato su cui si da fatica a soprassedere
Profile Image for Wal.li.
2,546 reviews68 followers
February 15, 2015
Der Valentinscoup
Am Valentinstag zu lesen begonnen führte dieses Buch zurück in die Vergangenheit. Über eine Zeitspanne von etwas über zehn Jahren beginnend 1958 kann man die Geschichte Antonios und Robertos verfolgen. Antonio wird mit vierzehn Zeuge eines Überfalls, auch wenn die Polizei ihn nicht beachtet, so beobachtet er doch das Handeln der Beamten. Sein Entschluss steht fest, er wird Bulle, egal, was seine Eltern dazu sagen. Ganz anders Roberto, dessen Herz eher den Gangstern zufliegt und der aufgrund eines Dummejungenstreichs schon im Alter von nur acht Jahren zum ersten Mal im Knast landet. Im laufe der Jahre kommt es immer wieder zu kurzen Begegnungen zwischen den Beiden. Antonio muss sich der auch nicht immer schönen Realität des Polizistendaseins stellen, während Roberto seine Verbrecherkarriere hegt und pflegt.

Mailand, den weit entfernt lebenden Menschen eher als Modemetropole bekannt, wird hier auch als ein Ort der Kriminalität beschrieben. Raubüberfälle, Einbrüche, Gaunereien, denen die Polizei manchmal machtlos gegenübersteht. Teilweise werden die Räuber von den Armen verehrt, weil sie einen gewissen Ehrenkodex einhalten, während die Polizei mitunter nicht viel Rückhalt in der Bevölkerung hat. Dennoch soll Recht und Ordnung hergestellt werden und den gewieften Ermittlern gelingt es doch zumindest einige der Verbrecher festzusetzen.

Historisch fundiert beschrieben gibt der Roman einen Überblick über die Geschichte einer unbekannten Stadt. Gesellschaftliche Umbrüche, Armut, Verbrechen spielen eine herausragende Rolle in diesem Buch. Es scheint, als dienten die Protagonisten oder Antagonisten eher der Verdeutlichung der Gegensätze, für die sie stehen, als dass sie ein wahrhaftes Schicksal erfahren. Das macht zwar die Schilderung der Geschichte sehr anschaulich, allerdings den Roman als solches auch etwas trocken. Interesse an diesem Stück italienischer Historie wird ohne Zweifel geweckt, große Gefühle allerdings nicht ausgelöst. Der Autor hat eine Art des Ausdrucks gewählt, die zwar angenehm zu lesen ist, jedoch sicher nicht jeden Leser gefangen nehmen wird.
3,5 Sterne
Profile Image for Ffiamma.
1,319 reviews148 followers
March 10, 2016
leggendo questo libro, che parte da eventi realmente avvenuti come la rapina di via osoppo, il 68 milanese, piazza fontana e l'omicidio della cattolica, è facile riconoscere- dietro i nomi di fantasia e le licenze dell'autore- personaggi celebri come lutring, vallanzasca, capanna, pinelli, calabresi e via discorrendo. tutto molto piacevole e la ricostruzione del mondo della mala milanese e delle rivoluzioni studentesche è affascinante, sebbene non completa - ma (come già mi è accaduto leggendo de cataldo) è la scelta ibrida, tra romanzo e reportage, a lasciarmi perplessa.
Profile Image for Amarilli.
160 reviews24 followers
October 24, 2013
Quattro stelle e mezzo.
Bellissima rivisitazione della fine degli anni Sessanta/inizio Settanta, uno spaccato della nostra storia che sembra tanto lontano ma in realtà è solo dietro l'angolo. Bei personaggi, sopratuttto ho adorato a 360° il protagonista Antonio Santi, che ho trovato particolarmente realistico e lontano dai cliché del genere. Anche i comprimari sono ben descritti, sbirri e cattivi, senza essere giudicati, semplicemente come uomini che hanno in comune molto più di quanto credono.
Displaying 1 - 14 of 14 reviews

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