Nel momento stesso in cui sente una piccola vita fiorire dentro di sé, una donna diventa madre. E per tutte, ma proprio per tutte, quel momento è lo stesso. Ma per un padre è diverso. Quel momento potrebbe capitare nella sala d’attesa di un ospedale, oppure la prima volta che tocca quel piedino paffuto. Di fronte alla prima tutina, o mentre suda sette camicie per montare l’ovetto nell’automobile. Potrebbe essere dopo un minuto, ma anche dopo un mese. Per ogni uomo la prima volta che comincia a sentirsi padre è diversa. E questa non è che la prima di tantissime prime volte. È l’inizio di un’avventura tutta da vivere e, soprattutto, a cui sopravvivere. Il primo giorno di scuola, la prima delusione, il primo amore, il primo discorso sul sesso (no, davvero, quello no), la prima scelta importante… Ogni giorno una nuova sfida che Paolo Longarini affronta tra una treccina sfatta, un ginocchio sbucciato e gli occhioni delle sue figlie Chiara e Irene che lo guardano con un misto di compassione e amore totale. Ed è in ognuno di questi momenti che un padre si trasforma, cresce, inciampa, si rialza. Da semplice uomo diventa padre. E credete, è molto, molto meglio.
Le avventure e disavventure sulla paternità di Paolo Longarini hanno avuto migliaia di condivisioni, diventando un vero e proprio fenomeno del web. Tutte le prime volte è una storia sull’infanzia e l’adolescenza di due ragazze vere, come nessuno l’ha mai raccontata. Ma soprattutto è il ritratto spassoso e commovente di una famiglia in cui ognuno può riconoscersi
Premessa: seguo l'autore da tempo su facebook e adoro il suo stile, la sua ironia, il suo modo di essere, il suo amore per le figlie.
Questo libro riprende lo stile dei suoi post (un capitolo è proprio un suo post, quantomeno uno è quello che avevo letto anche online, non so se ce ne siano altri) e ripercorre più o meno le tappe salienti della sua paternità (e quindi della vita delle sue due figlie), partendo dalla scoperta che sarebbe diventato padre fino all'ultimo e sorprendente capitolo dove sono le figlie stesse a prendere la parola.
Divertente, quasi commovente in certi punti e lodevole in molti altri, mescola romanità, passione per il calcio, nerdismo, bontà e amore in una miscela che funziona perfettamente. Però alla fine resta un certo sapore di vuoto in bocca.
Abbiamo la nascita della primogenita, abbiamo il primo giorno di asilo e il primo giorno di scuola, la prima volta che arriva un compagno di classe a casa... ma anche "non prime volte", scene di vita con le figlie piacevoli si ma che, non so, mi sono sembrate estranee alle "prime volte" del titolo conferendo invece un'aura più da raccolta di post e simil-post che non l'idea di un libro.
Resta divertente e piacevole, e come sempre lascia l'ammirazione per Paolo e per le splendide figlie che assieme alla moglie ha cresciuto e educato così bene. Ma mi aspettavo qualcosa di diverso, qualcosa di più.
Diciamo subito che da Papà mi immedesimo e sono generoso .... alcuni passaggi sono molto divertenti, altri emozionanti ma , parecchi ma le metafore calcistiche alla lunga diventano un po’ stucchevoli le battute non sono tutte riuscite e questo implica un po’ di ovvietà un po’ troppo autocompiacimento si avverte già dal 1 capitolo troppi i luoghi comuni maschi/femmine Detto questo ( etteparepoco, scusa Paolo) la lettura è abbastanza piacevole
Nel complesso un libro molto simpatico e divertente, scritto con uno stile alquanto personale anche con digressioni dialettali che rendono il tutto ancora più vivace. È il racconto di alcuni aspetti della vita dell’autore nel ruolo di papà di due bambine che si rivelano molto intelligenti e perspicaci. Una lettura piacevole e veloce nonostante qualche capitolo un po’ prolisso che avrebbe guadagnato da qualche taglio ben assestato.
Ho deciso di leggere questo libro dopo un commento entusiasta di un lettore che considero da sempre la mia cartina-tornasole per le buone storie, quindi mi ci sono buttata e l’ho divorato. Ho amato lo stile dell’autore in ogni pagina: l’ironia, l’umorismo, i pensieri profondi e quelli leggeri mescolati sapientemente… per non parlare di tutti i colpi bassi. Sì. Quelli dove un momento prima ridevi di gusto per delle scene esilaranti, comiche o imbarazzanti e quello dopo ti ritrovi con i lucciconi di commozione, perché certe cose ti si piantano dentro. È un libro che mi ha fatta divertire e mi ha fatta riflettere. Un libro che – lungi dall’essere una guida pedagogica per padri in erba – andrebbe messo nel kit del reparto maternità assieme ai primi pannolini, per farti ridere un po’, ma anche a farti pensare un po’, e magari prendere spunto (un po’). Leggetevelo, perché arricchisce la mente e il cuore. Signor Paolo, dal mio piccolo cantuccio: Grazie.
Recensione Ho finito da poche ore di leggere “Tutte le prime volte. Educazione sentimentale di un padre e delle sue piccole grandi donne” e prima di mettermi a scrivere ho avuto bisogno di far sedimentare tutte le emozioni che questo libro ha risvegliato. Oggi sentiamo sempre più spesso parlare di padri che ammazzano i propri figli e quindi è bello ogni tanto avere a che fare con padri che invece parlano dell’AMORE per i propri figli e di quanto sia bello accompagnarli verso il loro futuro. Questo amore immenso dell’autore per le proprie figlie e il fatto che questa sarà una lettura diversa dalle altre, abbiamo modo di intravederlo già dalla dedica…”A Chiara e Irene. Siete il mio 42.”, che è un velato riferimento al romanzo “Guida galattica per gli autostoppisti” (ammetto che per scoprirlo ho dovuto fare una ricerca su internet… ma la curiosità era tanta!). In quel libro viene costruito un super computer, “Pensiero Assoluto”, creato per rispondere alla “Domanda Fondamentale sulla vita, sull’Universo e Tutto quanto”…dopo un’elaborazione durata 7 milioni e mezzo di anni, la sua risposta fu “42”. Ma che libro è “Tutte le prime volte. Educazione sentimentale di un padre e delle sue piccole grandi donne”? Beh, è un libro che mi ha fatto sicuramente ridere, ma anche commuovere e riflettere. Potrebbe apparire come un manuale di istruzioni per diventare il genitore perfetto, ma in realtà non è così; in realtà è un libro che ci descrive l’evoluzione di un uomo da figlio a marito a padre; di un uomo che impara a crescere con le sue figlie e che inizia a sentirsi padre nel momento in cui, prendendo in braccio la sua prima figlia, si accorge che lei tra le sue braccia sta bene. Quelle descritte nel libro sono due figlie amate e vissute come un bellissimo dono e non come un peso. Questo libro non vuole insegnarci nulla ma di sicuro ci dà degli spunti su cui riflettere e non per essere il genitore perfetto, perché nessuno lo sarà mai, ma per cercare di essere il più possibile una guida per i nostri figli.
“Sbagliare non può essere una condanna a vita. Però deve servire.”
Questo è un libro che affronta con intelligenza e con la giusta dose di ironia temi importanti come il bullismo, l’omosessualità, l’accettazione dell’altro per quello che è. Ma è anche un libro in cui si parla dei luoghi comuni sul modo di crescere i proprio figli e di quanto possano essere più o meno sbagliati, il tutto senza banalizzare ma con un sorriso che ci accompagna dall’inizio alla fine del libro, accompagnato in alcuni momenti da qualche lacrima che è impossibile trattenere.
“Devi essere il loro pavimento, non le loro pareti. E mai il soffitto. Alzando gli occhi devono poter avere soltanto cielo sopra di loro”
Il consiglio che vi do è di leggerlo, che siate padri, madri, nonni, zii o figli perché il padre di questo libro (che poi è anche l’autore del libro…per chi non lo avesse ancora capito) non vuole avere l’ardire di farci credere che lui sia il padre migliore del mondo (più volte nel libro ci lascia intravedere le sue paure e le sue insicurezze) ma vuole farci vedere che, anche nel mondo di oggi e anche essendo uno fra tanti, si può crescere dei figli in grado di ragionare con la propria testa e che abbiano dei principi sani.
“Lei sa. Sa cosa vuole, fortissimamente vuole. Se poi finirà a friggere patate, chissene. È un lavoro e deve essere fatto. Ma ci arriverà da persona sicura.”
Un genitore deve essere capace di dare sicuramente ai propri figli delle basi educative e morali, ma queste non devono poi diventare dei limiti ma dei punti da cui partire; un figlio non deve essere cresciuto a immagine e somiglianza del proprio genitore ma deve imparare a ragionare con la propria testa. Un figlio deve sapere che i suoi genitori ci sono sempre stati e sempre ci saranno, ma deve poi anche essere in grado si saper andare via per vivere la propria vita…magari anche sbagliando, ma con la consapevolezza che anche gli errori aiutano a crescere.
“Sta a te decidere che genitore vuoi essere, se preservare tua figlia in un mondo popolato anche da unicorni ed evitare il più possibile le domande scomode, oppure crescerla per la donna che diventerà, rispondendo con sincerità, magari togliendole un pezzetto di infanzia, ma trattandola da essere pensante. La scelta è sempre stata facile. Ogni domanda ha avuto la risposta che meritava. Sempre.”
Concludo facendo i complimenti all’autore perché non è facile e non è da tutti essere in grado di trattare argomenti importanti come la crescita dei figli con il giusto garbo, la giusta ironia (che in alcuni momenti porta il lettore a ridere veramente con gusto) e la giusta dose di serietà e perché mi è piaciuta l’idea di affidare l’ultimo capitolo alle sue figlie, che hanno dimostrato di saper bilanciare ironia e serietà alla stessa maniera del padre e che hanno dimostrato di amare il padre tanto quanto lui ama loro.
Da tempo seguo l'autore su Facebook, mi piace molto il suo stile: in poche righe passa dal farmi morire dal ridere al commuovermi profondamente. Quindi quando il libro è finito nell'offerta del giorno del Kindle sono stata ben felice di investire il mio 1,99 euro. Trasmette un profondo amore verso le sue due figlie, che sono due ragazze in gambissima (l'episodio del compleanno mi avrebbe fatto reagire molto molto male!). Si vede che è riuscito a insegnare loro il rispetto di sé e degli altri. Magari gli episodi sul calcio sono un po' nebulosi per me che so a malapena di che forma è il pallone, però vale la pena di leggerlo anche solo per la storia di Irene convocata dalla preside: da standing ovation!
* Non senti il dovere di prenderti cura di una figlia, avverti il bisogno di farlo. * Sbagliare non può essere una condanna a vita. Però deve servire. * Prendi una donna (trattala male, quindi ricevi il giusto calcio nelle palle in risposta) e aspetta che le si accenda la lampadina devo fare questa cosa: vedrai un essere umano totalmente concentrato sull’obiettivo. Fino a che non sarà portato a termine, per tutto il tempo necessario, lei vivrà per quell’obiettivo, penserà, mangerà, e farà cose nel mentre ma rimarrà sempre e comunque focalizzata sul raggiungimento e la soddisfazione di quello che sente come un bisogno quasi fisico. Non importa quanto ci vorrà, il tempo è irrilevante. * Devi essere il loro pavimento, non le loro pareti. E mai il soffitto. Alzando gli occhi, devono poter avere soltanto il cielo sopra di loro. * Mi ha sempre fatto sentire come la sua gioia, mai come un peso o un dovere da espletare.
Un libro al quale ho dato 3 stelline Penso che sia un libro divertente delle volte ci fa commuovere perché ci descrive la realtà della vita e di essere un genitore Ci sono state un sacco di frasi super toccanti che ho sottolineato e le quali mi hanno fatto riflettere molto.
Ma cosa troviamo in questo libro : Un padre che ci spiega la nascita della primogenita, il primo giorno all’asilo e poi a scuola, la prima volta che viene il compagno di classe a casa loro ma troviamo anche molte scene di vita vera vissuta che ci permettono di immaginare la relazione padre / figlia.
Nel complesso comunque è un libro simpatico e divertente che consiglio a chi si vuole approcciare con una vita reale di genitore.
Come sempra Longarini mi fa ridere e piangere a poche righe di distanza. Molte citazioni e riferimenti, pop e meno pop, così tanti che mi chiedo dove abbia trovato il tempo di acculturarsi tra un cambio di pannolino e l'altro. Paolo ha una famiglia meravigliosa ed è stato bello che abbia condiviso con noi tutti in questo libro degli spicchi di quotidianità. Ho adorato questo libro.
Sono una follower della pagina FB dell'autore, ne amo tantissimo la penna irriverente, sensibile e completamente scema. Amo ancora di più i ritratti che fa delle due figlie, sperando intimamente che la mia cucciola cresca assomigliando un pochino a loro. Non potevo non comprare, leggere e amare questo libro. Spero che tu abbia il successo che meriti, Paolo!
Longarini è molto simpatico, con intelligenza pirotecnica ed inquieta. Alcuni bei capitoli, sconta una pienezza della frase che dopo un po' diventa faticosa da gestire. Ad ogni modo, in generale lettura piacevole e non sono d'accordo con la editor, che ha voluto fa chiudere il libro alle figlie.
Di Paolo già seguo il blog da anni, quindi ne conosco e amo lo stile assolutamente unico e fantastico che qui...trovo un poco offuscato. O forse non ho riconosciuto io troppi riferimenti? Mi manca Leonix. Nota di servizio:pessima rilegatura